Valutazione sintetica della mia esperienza:
(3,8/5) ★★★★☆
NOME INSERZIONISTA: Catlyn
RIFERIMENTO INTERNET: Annunci top: foto gallery trans Catlyn 3889588816 NAPOLI
PICCOLE ID: 41814
CITTÀ DELL' INCONTRO: Napoli
ETÀ: 25/30
CONFORMITÀ DELL' ANNUNCIO: 80% le foto della gallery sono ovviamente patinate di default, il viso, le labbra la corporatura sono quelle, ma le hanno aperto leggermente gli occhi che in realtà sono un po’ più a mandorla e le conferiscono un fascino più esotico e orientale (è colombiana), il sedere leggermente più ipertrofico, siliconato, ne bastava un tantino in meno ma si sa, tendono sempre ad esagerare. La foto della dotazione è fake pertanto non la includo nella rece.
SERVIZI OFFERTI: gfe, dfk, hj, bbj, bl, dt, fingering reciproco, soft spanking, b-side, cid
COMPENSO RICHIESTO: 70
COMPENSO CONCORDATO: 70
DURATA DELL' INCONTRO: 30/40 min dtd
NAZIONALITÀ: Colombiana di Calì
DESCRIZIONE FISICA: alta circa 160 un po’ meno slanciata rispetto a come me l’aspettavo ma a vantaggio di maneggevolezza, dal viso particolarmente femminile e bello, la colombiana con occhi a mandorla, labbra carnose e fascino un po’ thai. Seno siliconato, una terza/quarta, capezzoli tondi ampi e scuri, sensibili (reattivi). Culo leggermente abbondante in size per silicone aggiunto ma piacevole da inculare. Buchino stretto, da farci attenzione, per quelli dalla cappella sensibile. Cosce giuste, addome femmineo. Chioma lucida, lunga e fluente (extension? boh, non ne trovavo l’attaccatura). Liscia, profumata e con un bel rossetto rosso da gran troia. Viso 5/5 corpo 3/5
DOTAZIONE: S marmoreo per tutto l’incontro, non quello della foto.
ATTITUDINE: GFE di rara intensità. Persona dolce e calma, accondiscendente e paziente, per nulla frettolosa (sarà stato che alle 14 non aveva un cazzo da fare, boh), dedizione ineccepibile e particolare attenzione al soddisfacimento sessuale del partner. Si lascia sbattere con partecipazione e trasporto. Attitidine 5/5
REPERIBILITÀ: dopo due telefonate sono riuscito a prendere un appuntamento, attesa zero al loft.
PRESENZA DI BARRIERE ARCHITETTONICHE: scantinato con porta di ingresso prospiciente a dei gradoni in pubblica strada.
NUMERO DI TELEFONO: 38895888xx
PREMESSA:
Chi è il punter? Il punter è quello che con fior fior di pornostar in giro per Napoli, sceglie tale Catlyn, una perfetta sconosciuta, mai recensita, per il mero gusto di soddisfare la curiosità dei più, anche a costo di una possibile sola, ma temerario e imperterrito nel suo intento. Il punter è quello che rischia il missile e mette la posta sulla anonima puledra a discapito della superstar da circuito. Il punter è quello che legge sempre con piacere e un pizzico di sana invidia le avventure dell’amico @suspender e immediatamente si precipita a soddisfare la sua [RICHIESTA INFO] , come a voler ripagare in qualche modo i suoi contributi.
In questo, io mi sento punter. Per il resto, mi piace essere considerato un cantastorie. Gli scettici, gli insinuatori, sono invitati ad accompagnarmi così da diradare i propri dubbi riguardo la veridicità e l’imparzialità della “telecronaca”: adoro il pubblico “autosegantesi” (cit. @Infizz ), offre stimolo al lato un po’ egocentrico ed esibizionista di me. Sono anche questo purtroppo o per fortuna, se volete.
LA MIA RECENSIONE:
Catlyn riceve a Via Tasso, in una delle strade più panoramiche della mia città, parcheggio difficile ma non impossibile, vi indicherà un civico inesistente e di fronte al numero successivo (dispari) i gradoni che scendono al suo “scannatoio” perché trattasi di scantinato senza finestre, con porta prospiciente la strada, con poca luce e letti a castello ovunque. Sarà stato un dormitorio per immigrati che il proprietario ha pensato bene di rendere disponibile ad una sola inquilina senza problemi di contante, anziché a 7/8 poveri cristi alla canna del gas. Avendo pagato una tariffa basic, mi accontento della location basic senza che questo aspetto influisca minimamene sulla mia valutazione. Non era poi tanto male, dopotutto sono stato in posti peggiori.
Ho bussato con le nocche e si è affacciata al piccolo infisso spioncino di lato alla porta, mi ha studiato un attimo, ha un viso che mi è apparso subito meraviglioso (che aggettivo da novela), ha aperto la porta mostrandosi a me in costume bikini brasiliano, di quelli a triangolino sopra e tanga sotto.
Parla poco la nostra lingua e a me non andava di rendermi ridicolo con uno spagnolo claudicante. Sorrideva con quei suoi occhi a mandorla e quella bocca carnosa che speravo vivamente che mi avrebbe poi lasciato baciare. Ho tentato la conversazione ma era difficile. Ho chiesto del bagno e mi ci ha accompagnato.
Maledetto bidet appena tocchi la leva parte un getto d’acqua così forte che sorvola la ceramica e va a terra. Ecco spiegata la pezza per lavare a terra a mo’ di tappetino, proprio lì.
Sono tornato da lei e l’ho trovata nell’anticamera a smanettare con il telefono che ha mollato subito per correre verso di me.
Cambio approccio.
Abbiamo cominciato a comunicare con gli sguardi, nel mutismo più totale, esplorandoci a vicenda, molto eccitante sotto un certo punto di vista. Le ho tolto quei due cenci che aveva addosso senza mai perdere il contatto con i suoi occhi vispi e a mandorla, e mi gustavo la sua aria, un po’ curiosa e un po’ intimorita nei miei confronti. Era tutto molto wild, mi sentivo come approdato su un’isola caraibica popolata esclusivamente da questa indigena bona e mezza nuda, era quasi stucchevole.
Le ho annusato il collo, baciato le orecchie (maledetti orecchini, li detesto) mi sono avvicinato alla bocca e mi ha concesso una di quelle sole n’cann (deep french kiss) che mi ha lasciato presagire immediatamente il trasporto e la sensualità che avrebbe caratterizzato tutto l’amplesso. Ha una bocca miracolosa. Smanacciavo e pastugnavo tutto quello che mi capitava a portata di mano, alternavo baci da togliere il respiro a ciucciate di capezzoli e morsi al collo, leggeri. Lei continuava a sorridermi, complice e intraprendente.
Siamo finiti a letto, lei stesa a pancia in su e io su di lei, sui gomiti a strofinarle il mio cazzo contro al suo, entrambi in tiro, mentre ci abbracciavamo e ci baciavamo con una sintonia che raramente ho avuto modo di provare. Per carità, non dico che è scattata la famosa alchimia, la chimica, ma il suo modo di fare sarà quello e lo sa fare particolarmente bene.
Le ho praticato sesso orale, si è goduta il momento chiudendo gli occhi ed accarezzandomi la nuca mente io succhiavo, leccavo e le infilavo il medio su per il culo.
Poi ci siamo invertiti, ha tentato di coprirmi ma ha desistito dopo aver notato la mia espressione contrariata, non una parola, mi sono steso al suo posto e signori e signore, ecco a voi il famoso “pompino da urlo”!!! L’urlo l’avrò dato io quando mi ha infilato anche lei un dito molesto, ed ecco spiegata la genesi della dicitura. Maremma bocchinara impestata, una lingua umida e morbida, sulla cappella, sulle palle, sul perineo, una dedizione totale, le sue labbra morbide e carnose, una perizia e una maestria che non lasciava nulla al caso. Per averne una chiara idea:
Dopo questo pompino, dedicato e variopinto, umido, alternato a teneri affondi deep, ingrifato come un riccio in calore, ho infilato un condom e ho vinto la resistenza del suo buchetto, infilandoglielo lentamente nel budello caldo e contratto. Era a pecora, longitudinalmente al letto, nella parte terminale, io in piedi al lato di lato. Finalmente emetteva qualche suono, aneliti lievi, discreti, credibili anche a causa della resistenza che il suo sfintere opponeva. Le ho impugnato la chioma lucida e corvina cominciando così a spingerla verso lo specchio all’altro lato del letto. Vedermi sovrastarlo e possederla da dietro ha aumentato il tasso erotico in maniera considerevole. L’espressività e la dolcezza del suo viso mi hanno regalato una sensazione di onnipotenza, sensazione che devo aver sfogato spingendo, fino ad estrarre del tutto e godermi lo spettacolo del suo buchino che rimaneva leggermente profanato e dischiuso. Qualche sberla alla natica e al side boob. Ancora a martellare ritmicamente, finché non è scappata in avanti per sottrarsi al trattamento. L’ho seguita, stendendomi su di lei, schiacciandola un po’, le tenevo una mano a premente la gola leggermente, l’altra l’avevo portata alla sua bocca che aveva cominciato a sbocchinarmi due dita, l’indice e il medio. Non so se godevo più della sensazione che mi regalava il pene piantato fino alla radice nel suo sedere o la sua bocca che con voluttà leccava e succhiava le mie dita.
Avrei voluto sedermela addosso, a smorza, ma nel pomparla non mi sono risparmiato in niente e sapevo che di lì a poco sarei venuto. L’ho girata di fianco, ho allungato la mano trovando il suo sesso duro e pulsante, piccino e rigido, teso e aderente all’addome. Ho cominciato a segarglielo mentre mi mettevo a cucchiaio. Ingresso agevole, la strada era stata spianata. Inculata da dietro e segata davanti. Mi sono poi messo sulle ginocchia, l’ho baciata di nuovo e l’ho presa tenendola sul fianco, con la gamba superiore piegata verso il petto. Continuavo a baciarla in bocca, finché non ne ho più potuto, mi sono eretto, ho aumentato il ritmo finché ho goduto. Nel gommino. Nel suo culo. Avevo il cuore in gola, ero sudato nonostante l’ambiente piccolo e il condizionatore a palla. Mi sono accasciato sul letto a fianco a lei e udite udite, ha cominciato a sorridermi teneramente mentre mi accarezzava il volto. Mi teneva una mano sul cuore che scalpitava terribilmente.
In quel preciso istante le è cominciato a suonare il telefono che al mio sguardo minatorio ha subito zittito. Siamo rimasti così per un po’, il tempo necessario a riprendere fiato e conoscenza. Sono passato di nuovo in bagno. Avevo con me un telo e ho provveduto alle “abluzioni post rito”. Tornato in camera ho chiacchierato un po’ con lei, non senza difficoltà, tra le altre cose le ho detto che se me lo avesse ciucciato col condom ci sarei rimasto male. Mi ha confessato:
“Ho fatto senza perché mi piashi”.
Che tenera. Poi mi ha chiesto con quella faccia da timida monella (chella zoccola):
“Ti è piashiuto?”.
Quella domanda mi ha colpito particolarmente, la richiesta di un feedback che di solito è relegata alla controparte, lei invece voleva riscontro più o meno sincero, dell’impegno che aveva profuso. Le ho risposto:
“Mi hai fatto godere come un maiale!”.
Ci siamo salutati teneramente, sono uscito da quella bettola con un senso di appagamento e di soddisfazione che raramente mi è capitato di provare. Ci tornerò? Probabile. Mi dovete ringraziare? Eccerto! È una prima rece, che cazzo. Ma ripagate con ulteriori recensioni, è tutto quello che chiedo.
Per finire, per accontentare il padrone di casa e arricchire la letteratura di questo forum con una nuova perla, come suggerito:
“Attaccheremo all’alba!” Firmato Giuseppe Garibaldi
Ps: trattatemela bene (immagino che debba essere così che il cornuto dice al gruppo prima della gang bang con la moglie al centro)
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