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CARATTERISTICHE GENERALI
NOME: Sophia
CITTA DELL'INCONTRO: Nettuno (RM)
ZONA: Tre Cancelli presso questo spiazzo
NAZIONALITA': subsahariana
ETA': circa 25
SERVIZI OFFERTI (vedi DIZIONARIO): bj, rai1
COMPENSO RICHIESTO: 20
COMPENSO CONCORDATO: 10
DURATA DELL'INCONTRO: 15'
DESCRIZIONE FISICA: alta, terza di seno, sedere tondo, paffuta il giusto ovvero senza eccesso
ATTITUDINE: disponibile ma tecnicamente carente in alcuni fondamentali
LA MIA RECENSIONE:
Sophia divide un angolo sterrato della campagna nettunese con una sua collega di cui non ho chiesto e non m'interessa il nome. Si propone a venti euro ma, come tutte le ragazze di colore fuori dalla cintura urbana di Roma, si concede anche a dieci senza cacciare dalla bocca un segnale di sbigottimento o lasciarsi sfuggire un gesto di fastidio.
---Fino ad oggi, nel momento in cui scrivo, non avevo mai pensato di potermi presentare con l'offerta di soli cinque euro ma sono convinto che, fra molti dinieghi, troverei senz'altro qualcuna accondiscendente perché la caratteristica ai miei occhi più evidente delle black è la loro remissività in tutto, dalla contrattazione fino all'atto sessuale.
---Sembrano stimarsi poco loro stesse in primis ed il basso compenso per cui rilasciano le loro prestazioni d'opera è come la conseguenza logica di questo disvalore interiore, eppure io affronto volentieri viaggi anche lunghi soltanto per appartarmi un quarto d'ora con una ragazza africana posto che trovarne una in un comodo appartamento significa scovare l'inscovabile.
---Posso solo tessere le lodi sperticate della pay africana intesa nella sua generalità in quanto la più economica, la più facilmente reperibile, la più disponibile in termini di tempo concesso all'amplesso nonché quella che ha maggior cura della propria igiene intima fra quante altre etnie ingagliardiscono le straduzze del Lazio in pieno giorno...
---...che poi, siccome la prostituzione cinese e sudamericana di strada è fenomeno largamente marginale e conosciuto solo da alcuni quartieri di Roma nottetempo, le comunità concorrenti si riducono in sostanza a poche residue milf italiane e ad una pletora di OTR rumene/moldave e secondariamente bulgare, se qualche valore si può annettere alle loro dichiarazioni in proposito.
---Inutile dire, poi, che un determinato fenotipo cui sono visceralmente sensibile (frutto forse dell'androginia imperante negli anni '70 cui lego ricordi formativi di gioventù) costituito da una corporatura slanciata, spalle larghe e sedere minuto, muscolatura evidenziata in contrappunto a tratti somatici delicati lo si può rintracciare soltanto in questo ambito puttaneccio.
---Ma se l'OTR è prima di tutto trasgressione "cotta e mangiata", un appetito soddisfatto espresso, nulla è più trasgressivo del trasgredire i propri parametri di riferimento e concedersi qualche boccata d'aria nuova. Sophia è quindi una scelta in qualche modo anomala ma, per ciò stesso, conseguente essendo una black dalle forme accentuatamente morbide e dal seno prospero.
---Da un buco nella recinzione metallica, probabilmente operato ad arte, due viottoli ritagliati fra l'erba fitta corrono radenti alle frasche spontanee che separano il campo dalla strada in direzioni opposte, verso altrettanti materassi da discarica cosicché possano le due lavorare in contemporanea senza dover attendere avvicendamenti.
---Poiché in questo mondo sovraffollato non si è mai soli, ci si può sentire soli ma non si è mai soli realmente e del tutto, io piego con Sophia a sinistra mentre l'avventore che ha preferito la sua coinquilina (un giovane indiano biciclettato, smunto per costituzione o patimento e sudato per la sgambata su due ruote) va con essa sul tracciato di destra.
---Di un altro pregio di primissimo ordine ha dotato l'evoluzione le ragazze di colore ed è la coppia di labbra rosse e tumide ed ogniqualvolta le vedo non mi trattengo dal fantasticare di bocchini eccellenti, ma soltanto la disposizione personale della pay è capace di tramutare quella che in potenza è una conturbante meraviglia dell'(in)creato in una realtà fattuale.
---Talvolta accade ma non sempre e neanche nella maggioranza dei casi. Sophia è l'esempio di come la generosità della natura, del caso o dei miscugli cromosomici non venga ripagata dall'impegno individuale che, esso solo, può condurre all'eccellenza una predisposizione innata. Dà quindici capocciate al mio ventre e si gira bassandosi leggins e mutande all'altezza delle ginocchia.
---Serve da conforto il materassaccio di cui sopra, collocato alla giusta altezza per cui – chinatasi a pecoroni – me la ritrovi giusta al garrese per afferrarle la nuca con ambedue le mani e spingermici dentro a forza di basculate pelviche, faticando un nonnulla rispetto a molte sue colleghe cui fanno difetto le secrezioni che coadiuvano la penetrazione di un corpo estraneo.
---È una sensazione differente da quella che solitamente provo lo sbatacchiamento di una massa morbida, somiglia alla fluttuazione a mezz'acqua in un braccio di mare traversato dalle correnti cosicché mi viene meno la certezza se sia io a determinare i miei spostamenti oppure se, nonostante le contrazioni dei miei glutei, siano forze esterne a farmi muovere e rinculare nello spazio.
---Un accidente imprevisto interrompe la sequela di spinte e sottrazioni: percepito un qualche rumore inconsueto, Sophia si rialza ed inveisce nella sua lingua natìa (niente affatto musicale) contro la sua amica che, a sua volta, inveisce contro l'indiano che – non avendo altri contro cui inveire – inveisce contro la dea Khali o forse contro tutte le 72 huri del Janna.
---Continuando a guardare fissa ed arcigna in direzione della collega e ad articolare i suoni rochi e profondi loro soliti (e che rappresentano il grosso difetto di appeal delle pay africane), Sophia si pone in piedi al mio fianco segandomi con forza, così da non interpolare all'erezione un momento di défaillance indotta dallo spiacevole trambusto.
---Più vocalizza, più urla, e più smanaccia con violenza. Dalla presa e dal movimento consueto (dal basso verso l'alto) passa all'inverso ed inizia praticamente a mungermi come se possedessi le mammelle di una vacca in luogo di un modesto arnese da maschio bianco. La cosa in sé non è spiacevole fintantoché movimenti troppo bruschi non strappano anche a me un grido, di dolore.
---Guardo dove Sophia guarda e vedo l'indianino a sua volta guardarmi triste, sconsolato perfino, tuttavia con un lume di curiosità che mi spinge prima a fargli notare il mio cazzo rigonfio calzato di rosso, indi il donnone che alacremente si dedica ad esso, infine – in sequenza – l'apertura nella rete (che doveva ben conoscere per averla attraversata) quindi la via più breve per andarsene affanculo.
---Rimiro Sophia accanto a me, alta quanto me, e la passo al vaglio del mio sguardo centimetro per centimetro come se la vedessi soltanto adesso per la prima volta. Spremo le sue chiappe, palpeggio i suoi seni, circoscrivo il suo viso all'interno di un pentagono col lato orizzontale in alto, lo vedo passare dal cruccio alla serenità, dal corrugamento alla distensione.
---Sophia si riappecora ed io appresso a lei, con immutato turgore. La ritrovata serenità (o forse l'inatteso atto di voyeurismo che ha solleticato il mio orgoglio) mi ben dispongono alla copula vigorosa: il placido ondeggiamento di prima lascia il posto ad un ritmo da furetto forsennato che ha da copulare un ultimo istante prima di essere scuoiato e impellicciato addosso ad un ricca signora.
---Qualche mugolio, qualche vocale smozzicata, e l'inarcarsi della sua schiena a tutto sesto mi trasmette la sensazione (che poi solo sensazione non dev'essere) ch'ella non gradisca oltre tale sollecitazione. Rallento, mi concentro, mi contorco quanto basta per cogliere l'attimo fra tutti più fugace e acciuffare quei pochi secondi che sono il (diciamolo: triste) riassunto della vita del maschio.
Un'esistenza intera a rincorrere la frazione infinitesima di piacere.
NOME: Sophia
CITTA DELL'INCONTRO: Nettuno (RM)
ZONA: Tre Cancelli presso questo spiazzo
NAZIONALITA': subsahariana
ETA': circa 25
SERVIZI OFFERTI (vedi DIZIONARIO): bj, rai1
COMPENSO RICHIESTO: 20
COMPENSO CONCORDATO: 10
DURATA DELL'INCONTRO: 15'
DESCRIZIONE FISICA: alta, terza di seno, sedere tondo, paffuta il giusto ovvero senza eccesso
ATTITUDINE: disponibile ma tecnicamente carente in alcuni fondamentali
LA MIA RECENSIONE:
Sophia divide un angolo sterrato della campagna nettunese con una sua collega di cui non ho chiesto e non m'interessa il nome. Si propone a venti euro ma, come tutte le ragazze di colore fuori dalla cintura urbana di Roma, si concede anche a dieci senza cacciare dalla bocca un segnale di sbigottimento o lasciarsi sfuggire un gesto di fastidio.
---Fino ad oggi, nel momento in cui scrivo, non avevo mai pensato di potermi presentare con l'offerta di soli cinque euro ma sono convinto che, fra molti dinieghi, troverei senz'altro qualcuna accondiscendente perché la caratteristica ai miei occhi più evidente delle black è la loro remissività in tutto, dalla contrattazione fino all'atto sessuale.
---Sembrano stimarsi poco loro stesse in primis ed il basso compenso per cui rilasciano le loro prestazioni d'opera è come la conseguenza logica di questo disvalore interiore, eppure io affronto volentieri viaggi anche lunghi soltanto per appartarmi un quarto d'ora con una ragazza africana posto che trovarne una in un comodo appartamento significa scovare l'inscovabile.
---Posso solo tessere le lodi sperticate della pay africana intesa nella sua generalità in quanto la più economica, la più facilmente reperibile, la più disponibile in termini di tempo concesso all'amplesso nonché quella che ha maggior cura della propria igiene intima fra quante altre etnie ingagliardiscono le straduzze del Lazio in pieno giorno...
---...che poi, siccome la prostituzione cinese e sudamericana di strada è fenomeno largamente marginale e conosciuto solo da alcuni quartieri di Roma nottetempo, le comunità concorrenti si riducono in sostanza a poche residue milf italiane e ad una pletora di OTR rumene/moldave e secondariamente bulgare, se qualche valore si può annettere alle loro dichiarazioni in proposito.
---Inutile dire, poi, che un determinato fenotipo cui sono visceralmente sensibile (frutto forse dell'androginia imperante negli anni '70 cui lego ricordi formativi di gioventù) costituito da una corporatura slanciata, spalle larghe e sedere minuto, muscolatura evidenziata in contrappunto a tratti somatici delicati lo si può rintracciare soltanto in questo ambito puttaneccio.
---Ma se l'OTR è prima di tutto trasgressione "cotta e mangiata", un appetito soddisfatto espresso, nulla è più trasgressivo del trasgredire i propri parametri di riferimento e concedersi qualche boccata d'aria nuova. Sophia è quindi una scelta in qualche modo anomala ma, per ciò stesso, conseguente essendo una black dalle forme accentuatamente morbide e dal seno prospero.
---Da un buco nella recinzione metallica, probabilmente operato ad arte, due viottoli ritagliati fra l'erba fitta corrono radenti alle frasche spontanee che separano il campo dalla strada in direzioni opposte, verso altrettanti materassi da discarica cosicché possano le due lavorare in contemporanea senza dover attendere avvicendamenti.
---Poiché in questo mondo sovraffollato non si è mai soli, ci si può sentire soli ma non si è mai soli realmente e del tutto, io piego con Sophia a sinistra mentre l'avventore che ha preferito la sua coinquilina (un giovane indiano biciclettato, smunto per costituzione o patimento e sudato per la sgambata su due ruote) va con essa sul tracciato di destra.
---Di un altro pregio di primissimo ordine ha dotato l'evoluzione le ragazze di colore ed è la coppia di labbra rosse e tumide ed ogniqualvolta le vedo non mi trattengo dal fantasticare di bocchini eccellenti, ma soltanto la disposizione personale della pay è capace di tramutare quella che in potenza è una conturbante meraviglia dell'(in)creato in una realtà fattuale.
---Talvolta accade ma non sempre e neanche nella maggioranza dei casi. Sophia è l'esempio di come la generosità della natura, del caso o dei miscugli cromosomici non venga ripagata dall'impegno individuale che, esso solo, può condurre all'eccellenza una predisposizione innata. Dà quindici capocciate al mio ventre e si gira bassandosi leggins e mutande all'altezza delle ginocchia.
---Serve da conforto il materassaccio di cui sopra, collocato alla giusta altezza per cui – chinatasi a pecoroni – me la ritrovi giusta al garrese per afferrarle la nuca con ambedue le mani e spingermici dentro a forza di basculate pelviche, faticando un nonnulla rispetto a molte sue colleghe cui fanno difetto le secrezioni che coadiuvano la penetrazione di un corpo estraneo.
---È una sensazione differente da quella che solitamente provo lo sbatacchiamento di una massa morbida, somiglia alla fluttuazione a mezz'acqua in un braccio di mare traversato dalle correnti cosicché mi viene meno la certezza se sia io a determinare i miei spostamenti oppure se, nonostante le contrazioni dei miei glutei, siano forze esterne a farmi muovere e rinculare nello spazio.
---Un accidente imprevisto interrompe la sequela di spinte e sottrazioni: percepito un qualche rumore inconsueto, Sophia si rialza ed inveisce nella sua lingua natìa (niente affatto musicale) contro la sua amica che, a sua volta, inveisce contro l'indiano che – non avendo altri contro cui inveire – inveisce contro la dea Khali o forse contro tutte le 72 huri del Janna.
---Continuando a guardare fissa ed arcigna in direzione della collega e ad articolare i suoni rochi e profondi loro soliti (e che rappresentano il grosso difetto di appeal delle pay africane), Sophia si pone in piedi al mio fianco segandomi con forza, così da non interpolare all'erezione un momento di défaillance indotta dallo spiacevole trambusto.
---Più vocalizza, più urla, e più smanaccia con violenza. Dalla presa e dal movimento consueto (dal basso verso l'alto) passa all'inverso ed inizia praticamente a mungermi come se possedessi le mammelle di una vacca in luogo di un modesto arnese da maschio bianco. La cosa in sé non è spiacevole fintantoché movimenti troppo bruschi non strappano anche a me un grido, di dolore.
---Guardo dove Sophia guarda e vedo l'indianino a sua volta guardarmi triste, sconsolato perfino, tuttavia con un lume di curiosità che mi spinge prima a fargli notare il mio cazzo rigonfio calzato di rosso, indi il donnone che alacremente si dedica ad esso, infine – in sequenza – l'apertura nella rete (che doveva ben conoscere per averla attraversata) quindi la via più breve per andarsene affanculo.
---Rimiro Sophia accanto a me, alta quanto me, e la passo al vaglio del mio sguardo centimetro per centimetro come se la vedessi soltanto adesso per la prima volta. Spremo le sue chiappe, palpeggio i suoi seni, circoscrivo il suo viso all'interno di un pentagono col lato orizzontale in alto, lo vedo passare dal cruccio alla serenità, dal corrugamento alla distensione.
---Sophia si riappecora ed io appresso a lei, con immutato turgore. La ritrovata serenità (o forse l'inatteso atto di voyeurismo che ha solleticato il mio orgoglio) mi ben dispongono alla copula vigorosa: il placido ondeggiamento di prima lascia il posto ad un ritmo da furetto forsennato che ha da copulare un ultimo istante prima di essere scuoiato e impellicciato addosso ad un ricca signora.
---Qualche mugolio, qualche vocale smozzicata, e l'inarcarsi della sua schiena a tutto sesto mi trasmette la sensazione (che poi solo sensazione non dev'essere) ch'ella non gradisca oltre tale sollecitazione. Rallento, mi concentro, mi contorco quanto basta per cogliere l'attimo fra tutti più fugace e acciuffare quei pochi secondi che sono il (diciamolo: triste) riassunto della vita del maschio.
Un'esistenza intera a rincorrere la frazione infinitesima di piacere.