Storia amabile di una sorca

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Tra la via Emilia e il west
Storia amabile di una sorca
ovvero la solita sera a puttane




[right:zq87l8n9]“Fu allora che avvertii quanto fosse gentile, percepii la bontà che era in lei.
Si tradiva a sua insaputa.
Poi però si ritraeva, si ritrovava selvatica, d’un balzo, piena di incongruità.
Balzana. Schizoide. Una bellissima schizoide spirituale.
Forse qualcuno, qualcosa, poi l’avrebbe rovinata per sempre.
Io speravo che non toccasse a me.”

La più bella donna della città
CHARLES BUKOWSKI[/right:zq87l8n9]


[justify:zq87l8n9]Sonnecchiava annoiato davanti allo schermo, distrattamente sfogliava le pagine del forum, aspettando qualche news che non arrivava… “solo dannati lurker in questo forum…” pensò e lì maledì eternamente.
“Ancora richieste per Micol? E che avrà tanto di speciale questa… ok carina e simpatica… ma nulla più”.
L’aveva schivata diverse volte in favore della sorella Ada, più giovane di qualche anno.
Proprio non ci arrivava che se lui aveva perso la testa per quella fica, c’era chi l’aveva persa per la sorella… ma a lui proprio non lo faceva tirare, non era mai stato con lei e dire che ne dicevano un gran bene… una gran scopata… una gran succhiatrice… dicevano, ma non ci andò mai, nemmeno quando Ada decise di appendere la passera al chiodo.
Solo una volta stava per cedere, ma intervenne sapientemente il destino a risolvere la situazione… cosa c’è di più triste e bieco di non riuscire a scoparsi una donna e ripiegare sulla sorella, quando poi si tratta di puttane diventa addirittura tragico.
Quella sera di novembre si fermò per chiedere di Ada, Micol, gentilmente, disse che la sorella aveva “da fare” e che aveva smesso il mestiere… “seee” pensò “avrà trovato il coglione di turno da spennare…”
“Chiamala, se vuoi!” il suo cuore sorrise, ma Micol non potè vederlo e rilanciò per 30 rose.
Accettò più per riconoscenza che per la voglia di fottere… ma era a corto di grana e si allontanò in cerca di un bancomat.
Quando tornò lei non c’era… non ci sarebbe più stata per lui quella sera… Dannato destino…. Beato destino…

“Vediamo chi abbiamo in rubrica…” pensò.
ALINA via Fruttivendoli
ALESSIA PHERA
ALEXANDRA LA TALPA
ALEXIA via Kubilhai Khan
ADA Via Cozza
ANA via Ragusa
ANNA CRETA
CARMEN L’ACROBATA
DANIELA porta Spade
DIANA via A.Vespucci
GIULIA rotonda Emiliani
JENNY/MONICA STUDENTESSA COLOGNA
KRYSTINA AMICA DELLA TALPA
MARY CRETA
MONICA LETTONE
MICOL SORELLA ADA
ROXANA VIA POMA
SARA via Leningrado
TANIA CRETA

Cominciò a cercare i numeri di telefono in Buuble, una pratica abbastanza consueta tra i punter, per i primi numeri nulla, o nulla di nuovo, arrivato al numero di Ada la sorpresa fu grande nello scoprire annunci pubblicati tra il 23 e il 25 di gennaio.
Si ricompose sulla poltrona e cominciò a cliccare i vari siti.
“Cazzo! Sei proprio tu piccola mia! Bentornata amore!”
Nelle foto Ada aveva abbandonato il suo colore castano per un rosso prugna e aveva preso qualche chilo sul culo, ma era ancora la bella fica che ricordava.
Cercò anche Micol, o Mikol come si chiama negli annunci di incontri…
Stesso annuncio… solo numero diverso…
“SESSO NO STOP
Sono innamorata del sesso, sono pronta a esaudire ogni tuo desiderio, chiamami, ti aspetto dalle 12 alle 24”
Recitavano circa così gli annunci.
Le sorelle poi avevano fatto un gran casino, avevo mescolato le foto, in alcuni annunci compariva la foto di Ada e il numero di Micol e viceversa… ma lui non si poteva sbagliare la castana era Micol e la rossiccia Ada, a confermare la tesi, la castana aveva un tribale sul fondo schiena… e PinocchioGionny lo aveva descritto perfettamente nella recensione del suo incontro con Micol.
Ligio al suo intento informò il forum che le sorelle erano di nuovo all’opera!
Salvò le foto e gli annunci sul notebook, mentre con un gesto incondizionato si sfregava la patta per dar un minimo di pace alla sua voglia.
Ci pensò, in realtà ci pensò poco, e la chiamò.
Lei rispose… e lui nel contraccambiare il saluto, scoprì di avere un nodo in gola, e il salutò gli morì strozzato.
“Cazzo, emozionato per una troia no” pensò cercando di giustificarsi con se stesso.
“Pronto, pronto… non sento”
“Pronto, Ada… ciao, sono Roberto”
“Ciao Roberto…”
Ada aveva quella vocina squillate e simpatica che te la faceva immaginare tutta sorridente…e poi solite frasi di rito, le chiese come stava, e lei dal canto suo chiese se davvero si fossero conosciuti…
Ci rimase di merda… non tanto perché non l’avesse riconosciuto… non era così stupido, e non era la prima zoccola con cui aveva avuto a che fare… ma semplicemente perché non aveva più il suo numero memorizzato…
A novembre quando la sorella gli disse che poteva chiamarla, non se lo fece dire due volte, la chiamò il giorno dopo e appena risposto Ada lo aveva chiamato per nome, segno che aveva il suo cell. dalla prima volta che erano stati insieme ad agosto…
Ada gli chiese se davvero si conoscevano e di descriverla… no problem… e con ritrovata sicurezza, lui le disse com’era quest’estate, cosa indossava le volte che erano stati insieme, in che cosa differiva dalla sorella… dove “passeggiava” e dove lei lo aveva portato per consumare… ”ok ok” lo interruppe, convinta ormai che la conoscesse bene…
Chiese di vederla la sera stessa.
“Ada, Ada ci sei?”
“Fanculo” pensò
Richiamò, ma quella puttana insolente della Yodafone gli sembrò lo trattasse come un pezzente nel dirgli che non aveva più credito”
“Fottiti troia” gridò con stizza
Sos ricarica…e di nuova la richiama…
“Pronto Ada, scusa è caduta la linea”
“Sì, sì, non preoccuparti”
“Posso vederti stasera?”
“Si va bene, ci vogliono 70 rose però…”
“Azz… mi costi qualcosa bimba…”
“Ero abituato a 30 al massimo a 50”
“Lo so, ma adesso è così…”
“E dove abiti, dove ti vengo a trovare?”
“A Trattoria Piccola…. Vicino a Rocca San Paolo” si aspettava di trovarla a Cologna.
“Ma dove vuoi andare?”
“Cioè?”
“Io non posso a casa mia… possiamo andare in albergo… o a casa tua… o in car…”
Pensò: “Casa mia decisamente lontana… Albergo… 1 mi vergogno come un cane… 2 mi costa troppo sta trombata”
“Dai Facciamo car…” pensò di essere proprio di ultima a scoparla in macchina.
A lei comunque stava bene… si accordarono per le dieci e mezza e gli diede appuntamento nel parcheggio del Ristorante Danese di Trattoria Piccola.
Si salutarono e lui fu preso da una forte erezione.
Dieci minuti e il suo telefono squillò… solo uno squillo…
“che palle” pensò “ se è Anna la fanculo, sa che odio quando mi squilla”
Non era Anna ma Ada.
Lui docilmente la richiamò.
“Dimmi Ada”
“Io voglio essere sincera…”
“Ok”
“Io esco solo per te… non ho altri”
“Tu vieni veramente stasera?”
“Si certo…”
“Io mi preparo solo per te”
“Tranquilla ci sarò”
“Ok allora quando arrivi squillami”
“Va bene…”
“Sono contenta…Ciao”
“Ciao”
“e ci credo che sei contenta, 70 eurini non fanno schifo a nessuno” pensò.
Il resto della giornata passò sonnacchiosa, lui fece finta di niente, di non pensare a quell’incontro che aspettava da mesi, ma una sottile linea tesa gli attraversò il cervello…e non concesse distrazioni.
Rilesse la recensione che ne aveva fatto sul forum:
“…Lei veramente carina, bassettina, magrolina, molto curata nel look orecchini e collana. No otr style, piuttosto una ragazzina normale. Castana capello corto mosso.
…Segni particolari: pericolosissima, rischio coinvolgimento elevatissimo. Gran social time, più che divertente e' proprio piacevole.
…Lei si spoglia e mostra ‘ste due tettine all'insù come il suo nasino.
…L'abbraccio la lecco la bacio e lei ricambia. Provo a infilarle la lingua e lei ricambia. Abbracciati a baciarci come fidanzatini. Io sono già in tiro…
…Occhio che la ragazzina è furbetta.”
Furbetta… se la rise, poi si fece serio… Ada era la scolaretta per bene della fermata dell’autobus, che insieme alla sorella Micol, alla porno segretaria Tatiana e alla velina Pristina avevano animato di caldo GFE via G. Cozza nell’estate colognese 2009 eppure tra tutte solo Lei, lo aveva preso così…
“Ricordati che prima di tutto sono ragazzine” così diceva sempre il caro Fatdar… durante quelle cene in cui tra anedotti e prosaica deontologia prostatica dispensava pillole di saggezza punteristica… puttanologia applicata.
Con la sua voce bassa, sornione, tenendo tra le mani l’ennesima sigaretta… ricordava di stare attenti e di non farsi prendere dalle ragazze… troppo devastanti le loro storie… e il rischio di rimanerne schiacciati era troppo alto… non lo confessò mai apertamente, ma più che dirlo a quei giovani punter, quello era un mantra che il buon vecchio puttaniere si ripeteva poco convinto.
Poco prima di cena Ada richiamò nuovamente… chiese di anticipare… non le piaceva incontrarsi così tardi… lui le spiegò che non era possibile, veniva da fuori Cologna… temette che lei si tirasse indietro… ma fu comunque cortese… le disse che se non se la sentiva, la capiva, anche se con lui non c’era nulla da temere… ma lei confermò l’appuntamento… sembrava agitata… adesso era lui a chiederle conferma… e lei disse di sì… con un cliente abituale non c’erano problemi.
Gasato come Fonzie, alle nove e mezza era già in auto.
Ci voleva la giusta musica per caricarsi, sì, la compilation di DocX era quello che ci voleva.
Alle dieci Ada richiamò… disse che si stava preparando per lui… e chiese se era già partito… e lui la rassicurò nuovamente, le disse che aveva appena preso la tange in zona Parco Sud…
Cambiò luogo d’incontro… non più il Ristorante Danese ma il parcheggio del Super…sempre sulla Via Romagna… e di mettere le 4 freccie all’arrivo.
Ok..no problem.
Più che una prostituta gli parve una fidanzatina opprimente.
Non sgarrò, alle dieci e venti era a Trattoria Piccola.
Passò il Ristorante Danese ma del Super nessuna traccia… solamente banche e pompe funebri…proseguendo arrivò alla fine del paese…cominciò con una serie di improperi che con un toscano quella sera avrebbe vinto due a zero…
Finalmente sul lato opposto al Ristorante Danese e senza nessuna insegna che gli venisse in aiuto trovò il Super.
Poté chiamarla e Lei contenta disse che usciva e arrivava… in sottofondo tv e voce di bimbo (il figlio di Micol?)
Ingannò il tempo giochicchiando con la radio, con il cellulare e intanto nel parcheggio, dal bar vicino gestito da danesi, arrivò a piedi un ragazzo, salì sulla sua auto accese la radio, accese una paglia… reclinò la testa all’indietro e beatamente stette a fumarsela…
La tensione emotiva cresceva, dall’auto osservava la via Romagna, a sinistra Rocca San Paolo, a destra Cologna, finalmente una vecchia station wagon, una Honda Thx, entrò nel parcheggio, Ada era accompagnata da un ragazzo, forse rumeno, più probabilmente un albanese.
Non gli piaceva… non gli piaceva per un cazzo, chi era questo… il pappa, il fidanzato, sì magari era solo il fidanzato della sorella… l’autista indicava il tipo che sfumacchiava, ma Ada scosse la testa e indicò il nostro… lo aveva riconosciuto (anche senza le 4 freccie).
Uscì dall’auto… ed era uno schianto.
Pellicciotto bianco corto, alla vita.
Pantaloncino grigio che gli fasciava il culotto.
Calza a rete.
Stivale nero con tacco a spillo.
Lui esterrefatto, per un attimo temette che il suo cuore di vecchio porco potesse fermarsi… dimenticò anche il disagio provocato dalla presenza dell’autista, per un attimo il suo pensiero non fu quello di farsi una sana scopata, ma di portarsela a braccetto per via indipendenza… allora sì che si sarebbe sentito Fonzie, allora sì che si sarebbe sentito vivo.
Salì in auto, si salutarono e subito lo baciò sulle labbra, sorridente con quegli occhi vispi, i capelli corti e rossicci, sfoggiava per l’occasione due codini; il nasino all’insù, qualche imperfezione della pelle, che non corrompeva la sua bellezza, un trucco viola e nero, non volgare, ma decisamente pesante… che riprendeva – ma questo lo scoprì in seguito - il colore del suo intimo.
Lui voleva togliersi da lì, chiese dove andare, ma nemmeno Ada ne aveva un’idea.
Riprese la via Romagna e tornò verso Cologna, appena uscito da Trattoria Piccola, svoltò a sinistra verso le colline.
Girarono per 10 minuti buoni seguendo una lunga e stretta via… solo poche case sparse, a gruppi di 3 - 4, come se si volessero fare compagnia… trovare una viuzza o un passo era un’impresa, soprattutto per colpa della neve… Ada comunque era tranquilla, decisamente più rilassata rispetto al pomeriggio, non aveva e non faceva fretta… lo accarezzava, appoggiava la testa al suo petto, proprio come una fidanzatina… parlava e teneva banco, disse che la strada non le mancava… lui non se ne stupiva affatto, ma non raccontò molto di sé, non spiegò perché era sparita e cosa aveva fatto in questi mesi, ripeteva ossessivamente che era contenta che era lui… perché sapeva che era dolce…che si poteva fidare… Lui se la ghignava per quelle semplici bugie…
La ragazzina già era furbetta quando lavorava in strada, con il suo gfe e i suoi fk… riusciva quasi sempre a evitare di fare bj e passare così direttamente al trombo… ora era proprio sgamata e navigata.
Lui guidava cercando un posto per fermarsi… lei nel mentre chiedeva se era di suo gradimento… si aprì il pellicciotto…fortuna che il cuore era ancora buono…non una maglia, o camicetta, e nemmeno il reggiseno…
Sotto al pellicciotto portava solo l’intimo, una canotta bianca semitrasparente, con inserti leopardati e rifiniture nere e viola. Il suo seno ancora più abbondante di quello di quest’estate, propendeva decisamente per una quarta.
Finalmente un passo, portava a una casa su in collina, erano sul ciglio della strada, ma chi se ne fregava, i due amanti erano persi nel buco del culo del mondo…
Scese dall’auto per sistemarsi dietro, si fermò un attimo a guardare un limpidissimo cielo stellato, colline imbiancate, in sottofondo lo scrosciare impetuoso di un giovane ruscello, e una brezza fredda lo accarezzava… se solo ci fosse stato l’ululare dei lupi si sarebbe sentito Jack London.
L’osservava spogliarsi attraverso il finestrino e pensava a quanto era fortunato.
Ma anche la fortuna ha un prezzo, salì dietro e una volta spogliato della tuta, gli allungò i 7 decioni e lei come una consumata bancaria li contò e ne controllò la bontà.
“Ti piacciono i soldi, eh, piccola?”
“Beh, ti dico la verità, a chi non piacciono”
“A me, per esempio! Io i soldi me li sputtano”… non capì o non volle capire, quella triste battuta, triste come la realtà.
Spense la luce e lo raggiunse vestita solo del completino intimo e delle autoreggenti.
L’abbracciava, la toccava… giocava con i suoi seni, li palpava, li baciava, li succhiava… lei lasciava fare…
Le sfilò la canottiera e lei gli sfilò la maglietta… lo baciò sul viso, sul petto, sul collo…
Lui giocava con la lingua e il suo piercing….
Finalmente si baciarono… turbinio di lingue.
Si levò i boxer e le sfilò il perry, cominciando a toccarle la sorca… prima esternamente e lei lasciava fare, poi tintillando il clito… e decisamente apprezzava, a questo punto infilò un dito nella sua fighetta stretta ma considerevolmente bagnata…
Accennò pure l’inserimento di un secondo dito ma lo fermò… allora continuò il suo lavoro di medio e pollice, col medio penetrava e con pollice stuzzicava il clito... nel mentre non smetterono mai di baciarsi…
Ansimando, ma tornando in sé, Ada chiese che cosa volesse fare, chiese se se la voleva scopare o se preferiva un pompino… fino alla fine.
Beh, un pompa con sburrata in bocca era decisamente allettante, con quel visino poi… ma una come Ada andava posseduta… uno doveva farsela, per sentirsela veramente… altrimenti sarebbe stato come andare all’oktober fest e bere una cola… andare al raduno degli Alpini e non bere la sgnappa… andare alle corse dei cavalli e non puntare.
L’abbracciava, la baciava ovunque e le strusciava il cazzo tra le cosce… poi scese a baciarle nuovamente i seni e infine arrivò alla patatina…
“Fermati!”
“Sono una ragazza pulita, credimi, ma voglio essere perfetta” prese una salvietta per bimbi, quelle per pulire i culi merdi dei cinni merdi e se la passò sulla fregna… era oscenamente spalacancata, e lui non se stette mani in mano, ma cominciò a tirarsi una sega, la più bella sega della sua vita.
“Vieni qui” gli ordinò.
Si rituffò in quel giardino segreto, leccava, succhiava, tintillava, spatolava… apprezzava, si dimenava, guaiva…gli cacciò le mani in testa, lo spettinò, lo sconvolse, gli levò lo scalpo.
Intanto come nelle migliori tradizioni, ripassava l’intero alfabeto sul suo clito… lei lo ricompensava con i suoi umori che gli riempirono la bocca… quando finalmente finì di togliergli la terza ciocca di capelli, lui si staccò.
Lei ripeté lo stesso tragitto… baci in bocca… collo… petto… e “zack”! lo ingoiò… partì con un lento pompino, forse troppo vellutato… ma molto piacevole… lo guardava negli occhi mentre stava a gattoni e succhiava, il suo culo per aria sembrava un grande cuore… in fondo anche sotto pompa lui riusciva a essere romantico.
Sì, decisamente leggero come tocco… gli leccava l’asta come una gatta e roteava la lingua attorno a quella cappella rossa come un giaggiolo, non lo avrebbe mai portato all’orgasmo, ma poco male visto che se la voleva montare.
“Scopami”
“Certo tesoro” e prese dalla borsetta un preservativo, lo scartò con la bocca, e glielo srotolò sopra il membro, lo segò per verificare che fosse a posto e poi si ripulì le mani unte nella salvietta.
Salì a cavalcioni, sbattendo il seno sulla sua faccia, non ebbe nemmeno bisogno di inumidirsi la fica con la saliva che se lo infilò e cominciò a pompare, lui afferrò i seni come a cercare un appiglio, cavalcava furente quella troia e lui appeso alle tette, la guardava, lei restituiva un sorriso beffardo, soddisfatta del sul lavoro, era davvero una gran chiavata… un bel ritmo, nulla da ridire… ma lui non era da meno, dava dei gran colpi di reni, e lei a ogni colpo sorrideva vogliosa, godendo di quelle stantuffate.
I seni sobbalzavano, ma ben piantati non davano segni di cedimento alla forza di gravità, e i capezzoli fieramente puntavano verso l’alto, li cercava con la bocca, li agognava come un alcolizzato agogna il collo della bottiglia.
Mentre ancora pompavano e stantuffavano, lei si riversò suo petto di lui come per riposarsi.
“Basta non ce la faccio più, scopami tu” e si sfilò.
“Agl’ordini! Cara!”
“Che gran culo che hai” disse mentre glielo sculacciava.
“ Sì, ma non lo do!”
“Peccato, vorrà dire che la prossima volta andrò con tua sorella, anzi sai che faccio? La prossima volta lo facciamo in tre” Le si illuminarono gli occhi, fece un sorriso, si girò verso di lui e disse: “Perché no, sarà divertente”, lui non fu troppo sorpreso della risposta, ormai ne aveva viste di tutte i colori, e farlo con due busone non era certo il massimo della perversione, ma farlo con due sorelle, beh aveva comunque il suo perché, cazzo se c’aveva il suo perché!
Lei diede due colpi di mano per assicurarsi che l’erezione fosse ancora buona, poi si stese come poteva sul sedile, la testa appoggiata alla maniglia della portiera. Lui la raggiunse e la penetrò piano, dolcemente, non sapeva perché, ma quella posizione gli creava una forte intimità, guardava quel viso, gli occhi da cerbiatta, cominciò a muoversi lentamente dentro di lei, con la premura che la testa non battesse forte contro la portiera, poi scese a baciarla, erano baci caldi su labbra fresche, andò avanti baciandola profondamente, mentre lei da una parte gli accarezzava il viso, dall’altra la schiena, quei baci sciolsero le briglie di un orgasmo fin troppo a lungo domato, e più lui gemeva, più lei lo stringeva a sé!
Spossato si sollevò rapidamente, sfilandosi da quella calda tana, non sopportava quando la pay di turno appena terminato il rapporto gli faceva fretta, riportandolo alla cruda realtà del sesso a pagamento, per questo solitamente era lui ad anticiparle con la più banale delle scuse, l’ora tarda e la sveglia mattutina.
Taluni, ingannandosi, dicevano che pagavano le donne non per far sesso, ma per poterle scaricare subito dopo. Lui avrebbe raddoppiato quanto pattuito pur di rimanere abbracciato a lei ancora qualche minuto.
Si ripulirono e l’odore delle salviette cancellò in fretta quello dell’amplesso, lei si accertò che lui stesse bene, che gli fosse piaciuto, poi gli prese il viso tra le mani e lo baciò di nuovo, almeno sulle labbra permaneva il gusto di lei.
Nel parcheggio, l’autista stava aspettando, sulla via del ritorno Ada non si comportò molto diversamente che all’andata, si stringeva a lui, gli sorrideva, e continuava a dire che lo sapeva, che non si era sbagliata, che con lui era stata bene e che era contenta.
Memorizzò il numero di cellulare: ROBERTO DOLCE, così lo memorizzò, dolce, tutto si poteva aspettare tranne che l’appellativo dolce, a memoria nemmeno sua madre glielo aveva mai detto.
Arrivarono nel parcheggio, si salutarono, e lui fissandole il seno le chiese di farlo di nuovo, lei apri il pellicciotto e lui si tuffò tra le mammelle, si riempì le narici del suo odore. Si baciarono e lei si allontanò.
Nel ritorno, attraversò paesini che placidamente giacevano ai lati della Via Romagna, ma lo sguardo era assente e la mente altrove, anzi la mente già si riguardava il film del loro incontro, solo il basso ventre era vigile, la scopata gli aveva smosso una notevole cacata.
Attraversò Cologna, percorse i Viali, la compilation di DocX lasciò spazio a Lucianone, ma il pensiero era solo per lei, ora l’incontro che per mesi aveva desiderato, e che a un certo punto sembrava irrealizzabile, era già parte della memoria, quell’incontro lo aveva lasciato svutato, e non si parla certo delle sue palle, di Ada rimaneva solo l’odore sul viso, ma tanto bastava perché il suo pezzo d’artiglieria da 6 pollici si riarmasse.
Fermo ad un semaforo, una puttana bionda si offrì per un pompino.
“Come ti chiami?”
“Ada”
Era trascorso solo un breve attimo tra quella semplice domanda di cortesia e quell’altrettanto semplice risposta che lo aveva spiazzato, ma cos’era un attimo se non la breve frazione di tempo che passa da quando il semaforo diventa verde a quando l’imbecille di dietro comincia a strombazzare?
Guardò il retrovisore, guardò la ragazza, e poi:
“Sali, svelta!”
Voi non avreste fatto altrettanto?[/justify:zq87l8n9]

[center:zq87l8n9]F I N E[/center:zq87l8n9]



Indegnamente dedicato a Fevdar
 
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Eh, sì...avrei fatto lo stesso...anzi, mi sa che HO fatto lo stesso! :biggrin:

Bellissimo racconto, barile! :yes:

Un saluto da Cologna. :bye:
 
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thx

OTR warrior
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"SALA" BOLOGNESE.
barile ha scritto:
“finalmente una vecchia station wagon, una Honda Thx, entrò nel parcheggio, Ada era accompagnata da un ragazzo, forse rumeno, più probabilmente un albanese.

E figurati se non ci saltavo dentro anche io...

Precisiamo che l' associamento del nome nome della vettura al mio nick e' puramente casuale....
ME A SON BULGNAIS....

Bel racconto. :good:
 
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