Miscellanea - riflessioni, pensieri e promemoria, seduti in poltrona nel mio studio

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AXL00 :
Credo che dopo l'azzeramento dei contatori il suo lavoro Professore aumenterà.


:lol:
 
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Ma voi come vi approcciate con Tinder?

Non lo utilizzo, non saprei dirti. Ma penso che se avessi un negozio, ed andassi in palestra, non ricorrerei granchè ai social per trovare figa.

Credo che dopo l'azzeramento dei contatori il suo lavoro Professore aumenterà.
Dici? Utenti in crisi? O c'è qualche nesso di causa - effetto che mi sfugge?
 
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Per quanto possibile, tra le gambe di una 22enne!
"Ma voi come vi approcciate con Tinder?"

Tinder e', nella mia esperienza, una TOTALE perdita di tempo, serve solo a qualche sfigatA per sentirsi importante e per accrescere la propria autostima, a questo punto si fa prima a mettere un annuncio per cercare la sugar-baby (aka mezza-pay).

my two cents
 
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Si,utenti in crisi.
Professore ma che forum era quello da lei citato LSDB?

Di norma non si parla di forum 'concorrenti', ma trattandosi di un forum 'estinto', ritengo possiamo farlo senza problemi.
LSDB era l'acronimo di La Strega Da Bruciare, forum realizzato da una pay romana (inizialmente in attività, poi ritiratasi) e collegato ad un movimento per i diritti delle prostitute.
Era, per così dire, una via di mezzo tra la gestione alla bimbominkia (stile GF) e quella militarizzata :sarcastic_hand: stile PF. personalmente mi ci trovavo abbastanza bene. Poi iniziai a contribuire qui su PF perchè da una certa data su LSDB vennero soppresse le sezioni dedicate alle OTR; mi venne chiesto di operare in qualità di moderatore; infine il forum fu chiuso, essendo venuto meno l'interesse della sua proprietaria a tenerlo aperto (dovendo onestamente dire che non esisteva neanche un microscopico banner pubblicitario).

Con calma devo aggiornarvi su una serie di sviluppi (su altri argomenti).
 
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Caro Rettore,
sono in attesa e tanto incuriosito da quella risposta che lei stesso ha detto mi avrebbe dato.
Comprendo il prolungarsi dell'attesa come una meticolosa ricerca documentale volta a fornire una esaustiva spiegazione riguardo al bizzarro atteggiamento affettivo dell'uomo verso una particolare specie animale che in nome dell'amore, della longevità, del miglioramento della qualità di vita e, per ultimo, il contenimento del proliferare incontrollato, debbono subire limitazioni della libertà di movimento e interventi mutilatori come la orchiectomia.
Spero che lei riesca a farmi dubitare della mia posizione o, quantomeno, che possa razionalmente spiegare come un comportamento che in una società bipede risulta ingiustificabile e crudele possa invece essere di routine, dovuto e consigliato se applicato alla specie animale.
Nell'attesa le invio i miei più sinceri saluti.
 
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Sono in ritardo, perchè applico la celerità nelle risposte in modo inversamente proporzionale all'importanza dell'argomento.
Ho qualche libercolo in casa, eventuali ricerche sugli aspetti sanitari non saranno difficili.

Spero che lei riesca a farmi dubitare della mia posizione

A te? Mi hai scambiato per Dio? :sarcastic_hand:
 
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Tempo coperto da queste parti, meglio stare seduti in studio. Musica rilassante ed un liquorino.

Dunque Leo http://community.punterforum.com/showthread.php?t=79928&p=1994347&viewfull=1#post1994347

Quello a cui non pensi o non dai importanza (e che io ho fatto presente come dato di fatto) è che i gatti non sono animali domestici. Considerarli tali è un atto di egoismo misto all'ignoranza.
Con questo devi fare i conti con la tua coscienza, le opportunità o limitazioni non dovrebbero neanche esistere.
.
Chi ti dice che io non lo consideri? Posto che il confine tra domestico, parzialmente addomesticato e selvatico è labile (potendo lo stesso animale per esempio giungere a ri-inselvatichirsi), convengo comunque che il gatto non è considerabile tale. Tuttavia, a stretto rigore e pari metro d'analisi, non lo sono neanche i pesci degli acquari, le iguane, i serpenti, e praticamente buona parte - se non tutti, cani esclusi - i cosiddetti animali da compagnia.
Ciò non toglie che cambiamo le loro vite, li mettiamo in casa, e ci viviamo insieme.
Non ho dubbi che nè il mio gatto, e nè il mio cane, lasciati a se stessi avrebbe deliberatamente deciso di castrarsi, però la decisione io l'ho assunta per entrambe le specie, dunque il loro essere domestici o meno cambia ben poco.
Ritengo che il problema vada in realtà inquadrato e ricompreso in una più ampia ottica: quali diritti abbiamo sulle altre specie? E qui si apre un vaso di Pandora.... non basterebbero tutti i server del mondo per esaurire l'argomento.
Volendo essere sintetici, io non mi sento più crudele, nello sterilizzare il mio gatto, di quanto non mi senta quando con soddisfazione mangio una bella bistecca al sangue, o meglio ancora un carpaccio od una tartare, piatti di cui sono ghiotto.
Solo che alle due bestie che si sono immolate per soddisfare il mio palato, non ho dato nulla. Al gatto (credo, penso, mi illudo) di aver dato tanto.

Mi piace credere che sia così; o almeno me lo ha fatto credere fino a cinque/sei giorni fa, quando ogni sacrosanta sera, appena mi stendevo nel letto, si accucciava nella posizione della sfinge sul mio petto, con la sua testa davanti la mia, il suo muso così attaccato alla mia faccia da farmi il solletico con i baffi. E mi fissava intensamente.....non credo che la zoosemiotica abbia una sicura risposta per questo comportamento (e non credo intendesse rimproverarmi per la sua sterilizzazione, dopo oltre 15 anni...). Più semplicemente credo che stesse bene, si sentisse a suo agio, al sicuro, sereno.
E' morto tre giorni fa.
 
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@Infizz:
Sarebbe stato quindi interessante leggere una sua riflessione, sempre da credente, su un'esortazione lanciata da un utente, anch'egli credente, in un vecchio thread di qualche tempo fa; l'esortazione era la seguente ( cito testualmente):
Il sesso non è qualcosa che il buon Dio ha reso necessario per lucrarci su, riflettici e torna nella realtà.
.

Caro Lafayette, che dirti, se non pochissime parole: mi sembra una considerazione più che condivisibile. Sicuramente la riproduzione sessuale non è stata pensata per renderla un mercimonio.... come neanche il Paradiso terrestre....
 
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Non mi ritengo soddisfatto, più che una spiegazione la tua sembra una giustificazione su intenti e azioni.
In più mi hai dato spunto per altre considerazioni che però farò dopo, con calma, a mente lucida perché farle ora vorrebbe dire farle d'impeto e sicuramente risulterei orticante. Preferisco ponderare bene per non ledere la sensibilità di nessuno.

Una cosa è d'obbligo farla subito:
E' morto tre giorni fa.
mi dispiace tanto, so bene cosa si prova.
 
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Caro Lafayette, che dirti, se non pochissime parole: mi sembra una considerazione più che condivisibile. Sicuramente la riproduzione sessuale non è stata pensata per renderla un mercimonio.... come neanche il Paradiso terrestre....

Caro Professore, La ringrazio per la risposta.
Pensi che pure un non credente come me la trova interessante e stimolante.
:wink:
Un saluto.
Lafayette
 
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Eccoci qua Rettore, ti faccio visita nel tuo studio per riprendere la questione in sospeso.
Sia chiaro che siamo di fronte solo per due chiacchiere, chiacchiere leggere senza pretesa di voler trovare la verità assoluta. Anzi senza nessuna pretesa, neanche quella di ricevere una risposta; se è quello che gradisci.
Scusa il soprabito bagnato, ma quella cazzo di pioggia è scesa dalle mie parti e io odio gli ombrelli.
Mi sono permesso di portare un'ottimo brandy, un Vecchio Rovere delle cantine del Trentino dell'azienda Giori, spero sia di tuo gradimento.
Allora... mi hai chiesto:
Chi ti dice che io non lo consideri?
E’ unasemplice deduzione estrapolata, per esempio, dalla convinzione che si ritieneun atto coscienzioso quello di “trarre in salvo” dei gatti dal ciglio dellastrada per poi tenerli segregati tra quattro mura domestiche anziché liberarliin un luogo più sicuro o in un ambiente più consono.
{ E per questo che poi misorgono domande come: per quale motivo ai gatti, a differenza dei cani, èpreclusa la possibilità di una passeggiata giornaliera all’aria aperta? magari affronteremo il tema più in la..**
Avevoanche scritto però “o non dai importanza”.
Ma il punto non era questo; ero certo della tua consapevolezza che i gattinon possono essere definiti animali domestici, quindi, escludendo l’ignoranza,cosa hai da dirmi su quello che definisco egoismoconsapevole che induce all’illusione di far del bene all’animale facendonedi lui un compagno casalingo?
E come, senon egoismo, si può definire la decisione di sterilizzare l’animale?
Perché iopenso che alla base di tale decisione c’è la volontà di essere sicuri chel’animale non rechi fastidio nella per lui forzata convivenza, come i piantinel periodo d’accoppiamento, il rimarcare il territorio con spruzzi di urinache poi risultano mal odorosi o il contenimento dell’istinto di voler uscirefuori.

Posto che il confine tra domestico, parzialmente addomesticato e selvatico è labile (potendo lo stesso animale per esempio giungere a ri-inselvatichirsi)
Tutt’altro{ N.B.: Non è un’affermazione derivata da un mio modo di pensare ma unasemplice constatazione che chiunque può verificare mettendo a paragone un gattoin cattività con un gatto “domestico” **, mi sorprende una tale affermazione.
Unesempio concreto è dato dalla differenza di comportamento, sempre a titolo diesempio, dal gatto a cui è data possibilità di entrare ed uscire a piacimentoda casa e dal gatto al quale quella possibilità è totalmente preclusa. Il primoa differenza del secondo impara a riconoscere i pericoli dell’ambiente che locirconda (sempre a patto che gli sia data sin da subito la possibilità ), adelinearsi un’operatività motoria sicura, a soddisfare l’impulsodell’auto-procacciamento del cibo, ad accoppiarsi; insomma si integra conl’ambiente che lo circonda. Per il secondo, poverino, il suo mondo è tutto li,tra quelle quattro mura per cui, in alcuni casi, l’unico riferimento vivo certoche ha è il suo padroncino al quale dimostra tutto l’affetto e riconoscenzapossibile solo perché è ignaro dell’esistenza di un qualcos’altro all’esterno eperché da lui dipende la sua vita. E tieni presente che la razza felina, incondizioni normali, non dimostra affetto o, quanto meno, non in maniera troppoevidente; se si è consapevoli di questo, trovo sciocco pensare che il gatto stabene o illudersi che si stia facendo tanto per lui. E’ solo la conseguenza diuna forzatura. Se quel gatto, per un qualsiasi motivo, viene tolto dal suohabitat, molto probabilmente significherebbe per lui morte certa.
Ricordi cheti chiesi se credi nel destino?
Il racconto che seguiva non era inventato, queigatti sono morti perché non erano abituati a distinguere il pericolo.

convengo comunque che il gatto non è considerabile tale. Tuttavia, a stretto rigore e pari metro d'analisi, non lo sono neanche i pesci degli acquari, le iguane, i serpenti, e praticamente buona parte - se non tutti, cani esclusi - i cosiddetti animali da compagnia.
Non posso che essere sostanzialmente d’accordo, non capisco però il motivo per il quale hai tenuto a fare questa precisazione.
Mai detto il contrario e, se permetti, è fuori dal discorso che stiamo affrontando.
Mi vengono in mente due cose: gli zoo e quei poveri animali del circo. Potrei fare un discorso a parte su questo argomento, ma parlerei con disprezzo assoluto e col sangue agli occhi, meglio di no, almeno per ora.

Ciò nontoglie che cambiamo le loro vite, li mettiamo in casa, e ci viviamo insieme.
Questo èun dato di fatto ma mi piacerebbe sapere un tuo sincero pensiero di come sipossa giustificare una tale decisione.
In più leggo in queste parole un po' di autocritica e anche un po' di rimorso. Il fatto che la decisione venga da una sola delle due parti e che lo si ammetta è già di per se indice di un dubbio coscienzioso.
Correggimi se sbaglio.

Non ho dubbi che nè il mio gatto, e nè il mio cane, lasciati a se stessi avrebbe deliberatamente deciso di castrarsi, però la decisione io l'ho assunta per entrambe le specie, dunque il loro essere domestici o meno cambia ben poco.
Anche questo è un dato di fatto, e anche qui mi interessa sapere il perché.
Una ulteriore considerazione alla quale mi piacerebbe seguisse altrettanta sincera risposta:
pur non giustificandolo, posso capire il motivo di castrare un gatto che si vuol far rimanere vitanaturaldurante in casa; mi riesce molto meno a comprendere il motivo della castrazione del cane, ti prego, dammi delucidazioni.

Ritengo che il problema vada in realtà inquadrato e ricompreso in una più ampia ottica: quali diritti abbiamo sulle altre specie? E qui si apre un vaso di Pandora.... non basterebbero tutti i server del mondo per esaurire l'argomento.
Volendo essere sintetici, io non mi sento più crudele, nello sterilizzare il mio gatto, di quanto non mi senta quando con soddisfazione mangio una bella bistecca al sangue, o meglio ancora un carpaccio od una tartare, piatti di cui sono ghiotto.
Solo che alle due bestie che si sono immolate per soddisfare il mio palato, non ho dato nulla. Al gatto (credo, penso, mi illudo) di aver dato tanto.
Due cose:

-Non credo che tu voglia mettere la discussione su questo piano, mi rifiuto di pensare che si possa paragonare, in termini di crudeltà, il castrare un animale con il gustare la carne di un animale. Ti ritengo troppo intelligente per non considerarla una provocazione quindi non affronterò questo discorso. Magari lo faremo più in la, quando parleremo di onnivori, vegetariani, vegani, crudisti ecc...

-Si usa dire, riferendosi all’animale, che gli si vuole bene come ad un figlio; in considerazione di questo, ritieni, quando dici di aver dato tanto al gatto, che sia un’affermazione coerente o solo un modo di dire che non rispecchia la realtà?
Intendo dire, siamo sicuri che tutto quello che si fa per l’animale sia un gesto d’affetto incondizionato e unicamente rivolto a migliorare la sua qualità di vita?
Non sarebbe forse meglio considerare un gesto d’amore il rispetto e l’osservazione delle naturali condizioni di vita dell’animale?

Ti passo la parola, io intanto mi accendo un bel sigaro e mi gusto un bicchiere di Vecchio Rovere.
 
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Grazie per il brandy... e, caxxo, spegni quel sigaro, che io ho smesso di fumare da tanti anni e ora non sopporto più il fumo......
Domani pomeriggio torno con calma....domattina mi tocca una levataccia....
E poi magari nel frattempo viene a trovarci qualche altro amico.
 
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Bari
Di cani e gatti capisco poco.
Potrei essere utile per i pesci tropicali d'acquario.
comunque,
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Originariamente Scritto da Infizz


E' morto tre giorni fa.""

mi associo al sentimento di "vuoto interiore", non volendo definirlo "dolore"
 
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Ovunque c'è profumo di donna
.... Non sarebbe forse meglio considerare un gesto d’amore il rispetto e l’osservazione delle naturali condizioni di vita dell’animale? ....
Chiedo scusa a Lor Signori, sono un frequentatore dello studio che ha origliato alla porta e che, sentita la frase sopracitata, non ha potuto fare a meno d'intervenire per raccontare la propria esperienza.

Perfettamente d'accordo con Leo ma, mi chiedo: è giusto e ragionevole lasciare libertà di procreazione agli animali che decidiamo di tenere?

Avevo tre gatti, due femmine ed un maschio, lasciati completamente liberi di entrare ed uscire da casa in qualsiasi momento attraverso un apposito sportello. (Vivo in campagna con molto terreno d'attorno).
Giustamente, come affermato da Leo, il comportamento dei gatti lasciati liberi è molto più naturale, sono felini veri. Riconoscono i pericoli e sanno cacciare. Mantengono un comportamento caratteriale che a volte sfocia in un distacco anche altezzoso nei confronti del "padrone". Ma sano anche dimostrare affetto, come quando torno la sera e incontro sempre l'una o l'altra gatta che mi aspettano e mi vengono incontro per farsi accarezzare.

Quando le gatte avevano un anno, dopo il primo parto e dopo una tribolazione infinita per trovare qualcuno a cui dare i gattini, decisi di sterilizzarle.
Il maschio invece no, ero indeciso se sterilizzarlo o meno. Avevo letto che i maschi sterilizzati vanno più facilmente incontro a malattie dell'apparato urinario. Così passo del tempo e non riuscii più a farlo castrare, mi sembrava troppo crudele.
Nel periodo degli amori il maschio si allontanava e non lo vedevo più per per intere giornate, a volte spariva anche più di una settimana. Fino a quando un giorno non è più tornato.
Mi è dispiaciuto molto, se lo avessi fatto castrare probabilmente ci sarebbe ancora. Ma forse avrebbe problemi urinari e si sarebbe gonfiato come un pallone, ma sopratutto non avrebbe vissuto i pochi anni della sua vita in modo libero. Ora sono contento di non averlo fatto castrare.
Per le femmine, che ancora ci sono e mi vengono incontro la sera, invece mi sembra diverso.
Prima cosa non so cosa avrei fatto in tutti questi anni se non le avessi sterilizzate. E' vero che i gatti, come tutti i felini, hanno un loro particolare controllo delle nascite. Ma credo che questo avvenga solamente se il cibo scarseggia e il territorio di caccia è limitato.
Nel mio caso non riuscirei mai a lasciare i gatti senza mangiare, e di territorio ce ne in sovrabbondanza. Se non avessi fatto sterilizzare le femmine, ora mi ritroverei con 50, o forse più gatti attorno a casa, con tutte le conseguenze del caso, non ultima la scomparsa di altri piccoli animali e uccelli selvatici che hanno il loro habitat nella campagna d'attorno.
In definitiva mi sono assunto, razionalmente, il controllo delle nascite di animali che io stesso ho immesso in questo territorio, e che, se non opportunamente controllati, contribuirebbero ad aumentare il degrado dell'ambiente, anche se è un ambiente già di per sé degradato dall'uomo (Caccia; coltivazione intensiva e uso di pesticidi; raccolta incondizionata di prodotti del sottobosco, asparagi, funghi ecc).
Per quanto riguarda invece l'aspetto "emozionale" delle due femmine sterilizzare, ovvero se abbiano sofferto il fatto di non poter procreare (più), ho la vaga sensazione che non glie ne freghi un cazzo.
Loro si divertono a cacciare. Nonostante abbiano 10 anni, giocano ancora tra di loro, qualche volta litigano anche, ma poi fanno subito pace.
Una, quando c'è il vento forte e/o piove, mi gira d'attorno e si lamenta, ho come l'impressione che si sia convinta che io possa far smettere tali fenomeni atmosferici. Non so da dove le derivi tale convinzione, forse perché una volta le ho salvato la vita ... ma questa è una storia che racconterò un'altra volta. L'altra invece non dice mai niente, è molto sorniona, silenziosa... e furba, proprio come un gatta...:biggrin:
 
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Dunque Leo, andando con ordine. Sarebbe bello poter prendere i randagi e liberarli in un luogo più sicuro o più consono, ma almeno dalle mie parti, non esiste (se escludiamo andarli a sperdere in qualche campagna).Poi tu parli di 'illusione di fare del bene' rendendo casalingo un gatto. Posto che certezze del contrario non se ne hanno, io mi limito a dirti che non ho mai fatto diventare casalingo un gatto randagio che chiaramente volesse rimanere tale. Ho avuto molti gatti che si facevano vedere più o meno saltuariamente, ai quali non ho mai fatto mancare del buon mangiare, ma che non accettavano la vicinanza dell'uomo: li ho sempre lasciati alla loro vita.
A volte qualche randagio è stato diffidente all'inizio, poi ha iniziato ad entrare in casa, poi è stato il primo a non volerne più uscire, e sono rimasti.

Per quanto concerne la sterilizzazione, non la effettuo per nessuno dei motivi da te citati:i divani scarificati sono inevitabili, e l'odore pure. Non ho mai ritenuto insopportabile una gatta in calore, non vivo in condominio e quindi possono piangere quanto vogliono (in verità, in tanti anni, pochissime gatte hanno pianto durante il calore). Sterilizzo i miei animali (gatti e cani) per due motivi: il primo è evitarne la riproduzione. Ciò non inibisce la loro sessualità, in particolare dei maschi, i quali continuano a montare le femmine in calore (in entrambe le specie). Il secondo motivo è la prevenzioni delle malattie (incurabili) che spesso affliggono cani e gatti, motivo per cui ad esempio ho sterilizzato la mia cagna per quanto non vene fosse altra necessità (il maschio è già sterilizzato e lei non può accedere ad altri cani maschi).

Sul fatto che un gatto lasciato libero impari a riconoscere i pericoli dell'ambiente che lo circonda, mi induce a ritenere che per un raggio di venti chilometri da casa tua ci sia il nulla, e che tu arrivi in casa su una strada sterrata. La prima causa di morte di un randagio è spiaccicato dal traffico. Quando un cane od un gatto incrocia un'auto, la prima cosa che fa un automobilista è alzare i fari, accecandolo. Poi suona il clackson, come se il gatto potesse capire che il suono del clackson significa 'levati dai coglioni', anche perchè notoriamente i gatti vanno a scuola guida. ed è bello che spalmato. Se hai dubbi, prova a sentire cosa ne pensa il veterinario più vicino.
Mi chiedi come giustificare la decisione di prendere con sè un gatto: per me è la stessa motivazione per la quale ne prendiamo anche altri: siamo la specie temporaneamente dominante su questo pianeta, e facciamo con le altre specie ciò che meglio riteniamo. Usiamo antiparassitari per sterminare gli insetti che rovinerebbero la frutta, mangiamo i polli, alleviamo le galline per le uova e poi ci facciamo il brodo, non penso che neanche al maiale piacerebbe sapere che morirà presto, e non di vecchiaia, per diventare nduja.

Infine, non sono d'accordo sul fatto che la sterilizzazione sia peggiore dell'allevamento intensivo a fini alimentari. O della mattanza dei tonni. O della corrida. Ti ripeto, siamo la specie dominante, e ci arroghiamo il diritto di fare ciò che vogliamo, in sintonia con ciò che la morale ci dice nelle varie culture e nei vari periodi storici.
 
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Potrei essere utile per i pesci tropicali d'acquario.

Ho avuto un acquario un paio di volte. La prima, un trenta litri con i classici guppy.
La seconda, un 100 litri con santaphilomene, botia, ed altri vari. Piante e CO2.
Guardando da lontano (molto lontano) lui, il sommo Takashi Amano.

Prima o poi riattivo l'acquario.
 
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@ Roby: chi ti ha detto che la steriliaazione aumenta le malattie dell'apparato urinario' l'unica seria concatenazione può essere: gatto castrato-> eccesso di cibo da parte del padrone-> struvite
 
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... non vivo in condominio ..

Già solo questo cambia notevolmente la situazione.
Devo fare una precisazione.
Il fatto che io sia contrario alla sterilizzazione dell'animali non significa che condanno chi lo fa. Come giustamente hai detto, l'uomo è la razza dominante su questo pianeta e, quando decide di alterare l'habitat che lo circonda, deve anche intervenire sulle possibili cause negative che quell'alterazione comporta. Vale per ogni cosa, anche quindi il limitare la proliferazione del gatto o del cane (in maniera molto minore) in un ambiente non adatto ad ospitarlo come quello cittadino. E i motivi, senza entrare nello specifico, sono abbastanza intuibili.
Però, quando ho parlato di egoismo, io mi riferivo a tutte quelle situazioni che obbiettivamente sono lontanissime da poterle definire vantaggiose riferendosi alla convivenza casalinga con un animale come il gatto. Sono in pochi a non subire il fascino del gatto, è un animale stupefacente per grazia, agilità, bellezza, eleganza, intelligenza; ma bisogna poter permetterselo, o meglio, bisognerebbe permettere al gatto di vivere a pieno quello che la genetica gli ha dato, altrimenti è come tenere un uccello in gabbia, una bestemmia.
Meglio allora orientarsi su un cagnolino, sono incredibilmente affettuosi e fedeli e morirebbero pur di non staccarsi dal loro padroncino.
Mi son trovato tante volte a dovermi prendere cura di gatti presi (intendo comprati e anche molto) solo per un capriccio di un figlio o per "moda del momento" perché tutti i contatti di FB ne mettevano in bella mostra uno, poi nascono i problemi quando devi assentarti da casa, per le ferie, per allergie varie... non si tratta di amore verso il cucciolo, è egoismo, insano per di più.
Ecco, mi chiedevo come si può essere così crudeli.

Sul fatto che un gatto lasciato libero impari a riconoscere i pericoli dell'ambiente che lo circonda, mi induce a ritenere che per un raggio di venti chilometri da casa tua ci sia il nulla, e che tu arrivi in casa su una strada sterrata.

Da bambino ho imparato ad amare e rispettare gli animali grazie ad una mia cugina, 10 anni più grande di me.
Lei abitava in una cittadina di poco più di 15 mila abitanti, piccola ma comunque trafficata. La sua casa era su due livelli, indipendente ma in un contesto di semi periferia densamente abitato, aveva un piccolo cortile avanti. Si prendeva cura, senza esagerazione, di almeno 40 gatti, tutti lasciati liberi per strada. Non che lei chiudesse le porte di casa sua, solo che ai gatti poco importava di esplorare quello che c'era dentro. Erano gatti abbandonati o nati per la strada. Dava da mangiare a tutti e, all'occorrenza, li portava dal veterinario per le cure del caso. Ad ognuno aveva dato un nome, incredibile, se li ricordava tutti. Non nego che qualcuno di quei gatti a volte spariva, probabilmente investito. Il problema non son tanto le vetture che circolano, sono le persone che guidano quei veicoli, perché basta veramente un minimo di attenzione per evitare di prenderne sotto un gatto.
Con questo voglio dire che il gatto riesce ad ambientarsi e riconoscere i pericoli anche in un contesto cittadino, sono animali estremamente adattabili, se muoiono investiti è anche (o soprattutto) colpa dell'indifferenza dell'uomo. D'altronde la frenesia dei giorni nostri ci fa non tener conto neanche dei pedoni o dei ciclisti, figuriamoci di un animale.
Comunque ci hai preso, ho la fortuna di abitare in campagna a soli 10 minuti d'auto dal centro abitato. Ho tre cani e non so quanti gatti che gironzolano nella proprietà.
Ne approfitto per una considerazione anche su quello che ha scritto Roby:
Se non avessi fatto sterilizzare le femmine, ora mi ritroverei con 50, o forse più gatti attorno a casa, con tutte le conseguenze del caso, non ultima la scomparsa di altri piccoli animali e uccelli selvatici che hanno il loro habitat nella campagna d'attorno.
In definitiva mi sono assunto, razionalmente, il controllo delle nascite di animali che io stesso ho immesso in questo territorio, e che, se non opportunamente controllati, contribuirebbero ad aumentare il degrado dell'ambiente, anche se è un ambiente già di per sé degradato dall'uomo

Io non ho sterilizzato mai né i maschi né le femmine.
Non so bene quello che avviene in natura, ma i nuovi nascituri, dopo essere stati svezzati, cercano un proprio territorio o, forse, vengono costretti a cercarsene uno, sono pochi quelli che rimangono con "mamma e papà", è come una regola di sopravvivenza naturale. Di tanto in tanto si riaffaccia qualcuno ma non rimane a lungo.
Non so i tuoi ma i miei sono rufianissimi, è vero, vengono a salutarti quando rientri a casa, poi si strusciano fra le gambe perché vogliono da me qualcosa o si ritirano dentro casa quando fuori piove o fa freddo o solo perché si sono impadroniti del cuscino letto e dormono su quello. Io adoro il gatto proprio per la sua indipendenza e, parrà strano, anche perché sono opportunisti.
I cani invece dipendono letteralmente da me o da mia moglie o dai miei figli. Sono abituati a convivere con i gatti, è uno spettacolo vedere come giocano insieme, a dire la verità sono i gatti che rompono i maroni ai cani, ma alla fine si vogliono bene.

Se hai dubbi, prova a sentire cosa ne pensa il veterinario più vicino.

Quello del veterinario è un discorso che affronteremo dopo. Non ne ho uno amico, però vado sempre dalla stessa dottoressa e, in tanti anni, non mi ha mai "consigliato" di sterilizzarne uno. Penso sia questione di etica, se vuoi sterilizzare un animale non ti chiede il perché, ma non si permette di sponsorizzarla.


Infine, non sono d'accordo sul fatto che la sterilizzazione sia peggiore dell'allevamento intensivo a fini alimentari.

Punti di vista.
Però sono due cose opposte.
Con la sterilizzazione vogliamo ridurre o controllare il proliferare di una specie per motivi principalmente di nostra convenienza, con l'allevamento facciamo il giusto opposto per accontentare la sempre crescente richiesta di cibo. E' chiaro che mi si stringe il cuore vedere le condizioni in cui vengono tenuti quei poveri animali, ma l'obbiettivo è un tantino differente, è un bisogno primario e senza quegli allevamenti bisognerebbe tornare ad impugnare un'arma per andare a procurarseli.
Funziona da sempre così, l'uomo ha sempre allevato specie animali per un discorso di necessità, l'unica cosa che è cambiata è il legame affettivo che prima univa l'uomo alla bestia.

S'è fatto tardi, mi aspettano per pranzo.
 
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