LAURA NON C'E' (PERCHE' E' IN APPARTAMENTO
)
SCHEDA TECNICA
Integro solo con i dettagli sui servizi loft, tutto il resto è uguale:
SERVIZI OFFERTI (vedi DIZIONARIO): BJ + RAI1 (smorza, mission, pecos) + BJ + HJ finale
COMPENSO RICHIESTO: 90
COMPENSO CONCORDATO: 90+10 di mancia finale per l'impegno
DURATA DELL'INCONTRO: ca. 60', compresi ca. 15' di viaggio A/R dal loft
ATTITUDINE: potrebbe essere un po' più partecipativa nella copulazione, ma l'impegno è quasi da encomio ; si conferma spigliata e ciarliera
LA MIA RECENSIONE:
Dato che il racconto è alquanto lungo, evito di dilungarmi eccessivamente in preamboli. L'obiettivo conclamato è Laura, che stasera indossa dei fuseaux e delle ballerine basse con tanto di fiocchetto, per cui senza troppe esitazioni mi fiondo all'ambasciata albanese. Mi faccio confermare la disponibilità di un appartamento, parto da 70, lei rilancia a 100 (con tanto di
double shot gentilmente offerto), tento 80 e lei non cede per meno di 90. Dato che un macchinone sta arrivandomi da dietro, le dico che ci penso un attimo e abbandono la postazione. Il possente SUV che mi si è accodato ha targa svizzera e dunque il suo proprietario ha certamente maggiori disponibilità finanziarie di noi sudditi della Repubblica delle Banane, per cui non ha difficoltà a trovare un accordo con Laura e a rapirla per tre quarti d'ora abbondanti. Nel frattempo, vago un po' a zonzo tra Appiano e Lomazzo, alla ricerca di improbabili alternative. L'unica che forse merita una menzione per il suo aspetto aggraziato è la nuova compagna mora dell'
Anna da me incontrata un paio di settimane fa, alla postazione che storicamente è sempre stata di Christine.
La tentazione di incontrare questa nuova fanciulla dai lunghi capelli corvini è decisamente forte, ma ancora più forte è la curiosità di esplorare il mio primo loft lungo la provinciale dell'amore. Rivoltata un po' di volte la clessidra, mi ripresento all'ambasciata albanese e Laura è finalmente tornata in postazione.
- Come eravamo rimasti d'accordo. 80, giusto? - tento l'ultimo mercanteggiamento
- No, 90 - mi corregge Laura, che ha memoria ben migliore della mia
- E' che il tuo appartamento mi sembra davvero lontano... Non è che poi rimaniamo in giro mezz'ora per andare e mezz'ora per tornare? - è la mia ultima perplessità
- No, ci vogliono solo 5 minuti - mi rassicura Laura, probabilmente un po' troppo ottimista sulle mie doti di pilota
- Va be', allora andiamo - le do il placet a salire a bordo
- Posso fumare? - mi domanda la fanciulla, visto che è più o meno a metà della sigaretta
- Assolutamente no! Se vuoi, te la faccio finire, faccio un giro e torno tra 5 minuti - le propongo
Devo avere un fascino particolare

, perché non ho ancora visto un'OTR preferire due boccate di fumo a un passaggio in macchina col sottoscritto. Laura non è l'eccezione alla regola e, in men che non si dica, la sigaretta è ridotta a mozzicone sull'asfalto e la fanciulla è accomodata accanto a me, con tanto di cintura allacciata. "Ma sei davvero bravissima!", devo complimentarmi con lei, prima ancora che possa entrare in modalità Tom Tom.
ARRIVA DAI MONTI COME HEIDI
Mentre mi fa strada (e ci vorranno 7-8 minuti per raggiungere il suo appartamento), si dimostra spigliata e abbastanza ciarliera, cosicché il viaggio risulterà tutt'altro che tedioso. Tra le altre cose, scopro che è una pastorella cresciuta tra i monti dell'Albania, tra pecore, maiali e cavalli. Di decisamente positivo, in previsione del successivo smorzacandela, c'è il fatto che era anche cavallerizza. Di negativo, il che mi lascia qualche dubbio sulla sua perizia, che da piccola cadde rovinosamente dalla sella. Avrebbe potuto fare la maestrina, ma il suo sogno è quello di aprire una propria attività commerciale e quindi è qui sulla provinciale dell'Amore a raccogliere rapidamente il capitale necessario. Forse un anno, forse due e dovrebbe sparire dalla circolazione.
Parcheggiata la vettura alla bell'e meglio, la seguo verso il suo loft. Nonostante indossi delle semplici ballerine e un paio di fuseaux, è proprio un bel vedere: è sicuramente più alta della media (direi appena sopra l'1,70) e ha la giusta costituzione, né anoressica né troppo in carne.
IL BACIO DI BENVENUTO
Attraversiamo la solita corte e infine siamo all'ingresso dell'altrettanto consueto pied-a-terre. "Ma non è che mi trovo un armadio a quattro ante albanese o rumeno dietro la porta? Non c'è nessun altro, vero?", le domando. "Tranquillo, abito qua con la mia amica, ma adesso non c'è nessuno". Varchiamo così la soglia ed entriamo nell'appartamento, che è più spazioso di quanto mi aspettassi. Appena dentro, mi spetta subito il bacio del benvenuto, che Laura cercherebbe di schioccarmi sulle labbra (ah ... queste perfide tecniche di fidelizzazione!). Non siamo ancora così amici intimi, per cui mi scosto leggermente e ci scambiamo solo un bacetto sulla guancia
Attraversiamo un primo ampio locale, che funge da soggiorno e da cucina (e dove probabilmente dorme la sua collega, sul divano-letto), e poi entriamo nella seconda stanza, che sarà sicuramente la nostra alcova d'amore. Sulla sinistra, incuneato tra i due locali principali, immagino che ci sia il bagno. Tutto trasmette un'idea di precarietà: sembra abbastanza evidente che le fanciulle non abbiano fatto progetti di trasferirsi qui in modo permanente e dunque l'arredamento è davvero ridotto all'osso e tutt'altro che curato. Nella stanza di Laura c'è un armadio, un letto (che ha più l'aspetto di una maxi-branda) e l'angolo del trucco e parrucco, ossia una seggiola, un tavolino con un'infinità di prodotti cosmetici e uno specchio. "Scusa se è un po' in disordine - mi dice, mentre stende meglio il copriletto, che era un po' stropicciato - ma ci avevo appena dormito". Sarà, ma sono proprio accanto al cestino dei rifiuti e, a parte la scatoletta dei fuseaux di pregiata fattura cinese che ha indosso, mi sembra proprio di riconoscere profilattici e fazzolettini ...
UN WONDERBRA ARTIGIANALE
"Appoggia pure dove vuoi le tue cose", mi dice, mentre sistema la sua borsa per terra. Deposito così le suppellettili su una mensola e mi accomodo sul lettone, iniziando la mia svestizione, mentre pure lei comincia a spogliarsi. Il momento più interessante è sicuramente quando si toglie la maglia che ha indosso: i suoi seni non sono coperti dalle coppe del reggipetto come ci si potrebbe attendere, ma sono strizzati e sostenuti dalle stesse, risvoltate più volte a formare una sorta di cornice. Non appena scompare l'effetto Wonderbra, le sue mammelle - che prima sembravano sfidare tutte le leggi di Newton e che mi avevano alquanto distratto durante la guida

- non perdono tanto di volume (rimangono sempre di una 3° taglia) quanto di turgore, adagiandosi verso il basso.
Quando siamo entrambi nudi, si procede in bagno per i lavaggi. Anche qui, lo stato di manutenzione e ordine non raggiunge esattamente le 7 stelle del Jumeirah Beach Resort. Mentre lei si dà una sciacquata nel bidet, mi propone di usare il lavandino per le mie abluzioni. Dato che non sono ancora alto 2 metri e 30 (e probabilmente non lo sarò mai ...), il lavabo non mi sembra esattamente adatto all'uopo e quindi le dico che aspetterò volentieri il mio turno dopo di lei. "Stai attento, perché tengo sempre l'acqua molto calda per lavarmi", mi mette sul chi va là, non appena abbandona la postazione. Avessi seguito la sua raccomandazione(!), perché riapro impunemente il getto d'acqua e una specie di geyser fuoriesce dal rubinetto, portando quasi istantaneamente il mio fratellino a una tonalità violacea. "Ma questa non è calda: qui ci si può bollire la pasta!", esclamo, mentre devo immediatamente girare il miscelatore sulla posizione dell'acqua gelata, per evitare che il mio compare del piano di sotto vada incontro al raro quanto scientificamente interessante fenomeno della sublimazione.
AL FRATELLINO PIACE LA COMPAGNIA
Quando torno in camera, Laura sta aspettandomi semi-coricata sul letto. Mi adagio anch'io su un fianco, accanto a lei, e inizio a carezzarla un po', mentre continuiamo a chiacchierare. Non so se sia il suo fisico tonico ma procace (solo i seni, come detto poc'anzi, non hanno la consistenza marmorea di quelli siliconici) o gli ammiccanti sguardi che ci scambiamo, ma il mio fratellino sembra gradire alquanto la sua vicina, dato che abbastanza rapidamente inizia ad acquisire turgore, senza neppure bisogno di essere manipolato. Per un breve istante, Laura divarica delicatamente le labbra della sua vulva e mette allo scoperto il clitoride, iniziando a stuzzicarselo. E' però davvero un attimo, perché poi la sua mano si sposta da lì. Mi sembra naturale darle il cambio e la titillo un po', ma pare non gradire troppo la cosa, perché poco dopo si rigira leggermente sul bacino e mi obbliga a spostare altrove le mie attenzioni, cosicché risalgo (o scendo, a seconda dei punti di vista), a carezzarle le gambe.
In questa fase preliminare di
petting, i nostri scambi di sguardi sono alquanto strani. Per un po' Laura mi osserva con fare finto-voglioso, come ha probabilmente imparato a fare per provocare i suoi clienti, ma quando la fisso anch'io si mette prima a ridere e poi distoglie lo sguardo, come se si sentisse in imbarazzo. Il tempo che mi mostri orgogliosamente la sua manicure di un'improbabile tonalità ciclamino (non mi è però ben chiaro perché le unghie dei piedi siano invece tinte di verde) e sono davvero pronto per le danze.
LA RECE VERA E PROPRIA
Laura procede così a incappucciare la mia asta, non prima di avere portato il glande completamente allo scoperto. Il giudizio sul suo BJ sarebbe decisamente non obiettivo, perché il mio compare era già pronto per passare al livello successivo, prima ancora di fare la conoscenza della boccuccia di Laura. In ogni caso, la stimolazione è piacevole e dopo un paio minuti la fanciulla ha ben chiaro che è il momento di mostrarmi quanto era brava nell'arte dell'equitazione. Dato che io giaccio supino e lei è già inginocchiata accanto a me, deve solo strisciare con le ginocchia sul materasso e mettersi a cavallo del mio basso ventre. Rapida insalivata della vulva e si cala su di me, iniziando a galoppare ginocchioni. Il ritmo non è forsennato, ma l'escursione è decisamente ampia e posso approfittarne per carezzarle le gambe e manipolare un po' i suoi seni.
Dopo non più di un minuto, Laura si ferma e si china verso di me, baciandomi sulle palpebre. "Te li strapperei a morsi, quegli occhi!", esclama con una certa enfasi la fanciulla. "Lasciameli almeno finché non ti ho riaccompagnata alla piazzola. Senza, non riesco a guidare

- la stoppo e le butto lì una controproposta - Se vuoi, però, la facciamo più semplice e ti regalo un paio di lenti a contatto colorate ..." Il suo istinto di cannibalismo sembra per il momento placato, perché inizia a raccontarmi del colore del crine e degli occhi di tutto il suo parentado. Poi, da brava cavallerizza, decide di mostrarmi un'altra variante dello smorzacandela: si puntella sulle braccia tese verticalmente e tira avanti le gambe una alla volta, appoggiando saldamente la pianta dei piedi sul materasso, proprio di fianco al mio tronco. Anche se l'immagine non è molto poetica, ha più o meno assunto la posizione di una fanciulla che sia stata colta dall'impellente necessità di urinare e che non abbia trovato posto migliore per farlo che dietro un cespuglio. Molleggiandosi sia sulle gambe che sulle braccia, ricomincia a muoversi su e giù lungo la mia asta, il che risulta di nuovo alquanto gradevole. Il suo equilibrio mi sembra però così precario che non ho il coraggio di toccarla, perché sono letteralmente terrorizzato che anche un semplice battito di ciglia possa far crollare il delicatissimo castello di carte. E, in effetti, non mi sbagliavo, perché non trascorre più di un altro minuto, prima che si adagi per riprendere fiato.
E' L'UOMO CHE DEVE STARE SOPRA!
"Ma come! Ti sei già arresa?", avanzo ridendo le mie rimostranze. "E' l'uomo che deve stare sopra, quando si fa sesso", è la risposta lapidaria di Laura, che probabilmente rispecchia il sentire comune delle sperdute valli albanesi, tramandato di generazione in generazione dai vegliardi del villaggio. Per continuare il viaggio nel folklore, sarei a questo punto curioso di vederla in uno di quegli abiti da contadinella che le fanciulle sono solite indossare per le feste di paese, ma per il momento mi limito ad obbedire al suo diktat: "Va be', allora girati, ché ti vengo sopra ...". Laura prontamente esegue e ben presto siamo pronti a copulare in ossequio alle antiche tradizioni rurali. Si dà un'altra piccola insalivata alla vulva e poi si sistema comoda sui cuscini, ripiegando il braccio destro all'indietro e appoggiando il palmo della stessa mano dietro la nuca, forse per trattenersi i capelli.
Vista la sua posizione un po' strana, parto rimanendo puntellato sugli avambracci tesi e compiendo pendolamenti più ampi con l'intero busto, con le mie spalle a fungere da perno. Non reggo però molto a lungo così e quindi inizio ad avvicinarmi a lei, appoggiandomi sugli avambracci distesi. Dopo un altro po', sono completamente coricato su di lei e la cingo a me col braccio sinistro, iniziando a massaggiarle la parte alta della schiena. Il mio tentacolo destro va invece a posizionarsi dietro la sua testa, a carezzare un po' la sua mano - che è sempre lì a fare non so cosa - e un po' la sua chioma corvina. Mentre le mie percussioni si fanno meno ampie ma più serrate, Laura finalmente capisce che ci sono modi migliori per impiegare le sue manine e inizia a sua volta a carezzarmi la schiena e a strizzarmi un po' i glutei. Devo dire che, in questa fase, è stata davvero molto paziente e, a parte qualche "Mamma mia!" esclamato qua e là, non ha mai invocato il cambio di posizione, nonostante i nostri corpi iniziassero a perlarsi di sudore. Probabilmente, il vecchio detto albanese recita che l'uomo deve stare sopra e che è lui a decidere quando scendere ... Sempre ligio alla saggezza popolare, sono dunque io a invocare il time out e il passaggio alla pecorina.
COME UN PASTORE AL PASCOLO
Laura si dispone gattoni sul ciglio del materasso, indirizzando le sue terga verso l'esterno. "Ma sei proprio sicura che dobbiamo farlo così?", mostro qualche perplessità, già prefigurando il famigerato colpo della strega da lì a un paio di minuti. La saggezza dei monti non sembra avere una risposta alla mia domanda, probabilmente perché è una questione che riguarda più i pastori e le loro pecorelle dal folto vello di lana, quando vi sono lunghe e tediose ore da trascorrere al pascolo. E lì, si sa, non ci sono materassi stesi in mezzo al prato, per cui scegliere l'orientamento migliore per copulare alla pecorina diventa piuttosto una questione di lana caprina. Che è meglio non affrontare ad ora così tarda della notte e con la mente annebbiata dallo sforzo, per cui obbedisco di nuovo al suo diktat e mi dispongo in piedi accanto al letto. Infilato il pene nella sua vagina e serrati i suoi fianchi, si riparte. Come temevo, dopo un paio di minuti scarsi di stantuffamento, sento delle pericolose fitte provenire dalla parte bassa della schiena e dai glutei, per cui mi fermo prima che Laura debba chiamare il 118. E' pur vero che non sono con un trans, come accadde a Lapo, ma sarebbe comunque alquanto imbarazzante vedere gli infermieri entrare nella stanza a soccorrermi. "Ma perché non vuoi farlo sul materasso? Hai paura che cigoli troppo?", le domando. "Va be', proviamo", accetta la mia proposta ancora un po' perplessa, mentre mi mostra che i materassi sotto le lenzuola sono in realtà due e dunque mi raccomanda di non inabissarmi nella profonda voragine che potrebbe aprirsi proprio nel mezzo, sotto le nostre oscillazioni.
MAMMA MIA! MAMMA MIA!
Reinfilata l'asta per l'ennesima volta, si riparte in modo a me più comodo e familiare, cioè messo ginocchioni dietro le sue terga. Giuro di non sapere quanto sia durata la pecorina, ma non dev'essere stata molto breve, perché copiosi rivoli di sudore hanno cominciato a scendere dalla mia fronte e lo sguardo si è fatto sempre più appannato per lo sforzo. Un indice senz'altro più attendibile del trascorrere del tempo è il progressivo scivolamento del busto di Laura verso il basso: partita col tronco orizzontale, dopo un po' ha cominciato a puntellarsi sugli avambracci perfettamente distesi e infine si è distesa del tutto in avanti, appoggiando la testa sui cuscini. Trascorso qualche minuto, ha cominciato ad ansimare in modo più evidente e a profondersi in una lunga sequenza di "Mamma mia!". Non le ho poi chiesto se sia una fan degli Abba, ma credo che le regalerò dei biglietti per andare a vedere il musical, quando dovesse arrivare anche in Italia.
Non scoprirò mai se le sue invocazioni fossero di piacere o di disperazione ma, scommettendo più sulle seconde, decido di porre fine al suo tormento. Che, un po', è anche il mio, perché comincio ad essere sudato come un cammello che ha appena completato la traversata del Sahara. "Cosa vuoi fare, adesso?", mi domanda Laura, che probabilmente è più vogliosa di accalappiare un nuovo cliente di quanto sia esausta. "Ti va di cambiare il profilattico e di finire con la bocca?", le butto lì la mia proposta, che era di solito il modo per concludere gli incontri con la mia prediletta. Laura acconsente e prova anzi ad alzare la posta in gioco, proponendo un'integrazione di 30 per un BBJ conclusivo. Le spiego però che non svolgo alcuna pratica sessuale scoperta, per cui procede al rimpiazzo del condom, si accovaccia alla mia sinistra e si rimette diligentemente all'opera.
UN COB COME EPILOGO
Laura insiste per un po' col suo lavoretto orale, dandomi così l'opportunità di continuare a carezzarla in lungo e in largo, ma stasera sembra proprio che il mio fratellino non abbia fretta di tagliare il traguardo. Preso dalla compassione, le propongo persino di fermarsi, dato che la parte strettamente erotica dell'incontro sta ormai avvicinandosi alla mezz'ora. Laura, però, dev'essere terrorizzata di perdere un prezioso cliente, rimandandolo a casa parzialmente insoddisfatto. Per questo, seppure esausta, propone di passare alla falegnameria: "Facciamo così: ti tolgo il profilattico e continuo con la mano". "Come vuoi - le do il placet a proseguire - ma quando sei stanca, fermati pure".
Un fazzolettino umidificato per rottamare l'ennesimo profilattico, un altro per togliere l'eccesso di lubrificante dal fratellino e si riparte, stavolta con vigorose manipolazioni dell'asta. Laura un po' osserva perplessa quello strano vulcano che non vuole saperne di eruttare e un po' volge a me il suo sguardo ammiccante, nell'ormai disperato tentativo di condurmi oltre la linea del traguardo. Quando mi guarda, la fisso a mia volta negli occhi e un attimo dopo ritrae il suo sguardo e le sue labbra si aprono in un sorriso. "Ti senti in imbarazzo, se ti guardo?", le domando. "No, no, non sono imbarazzata", mi rassicura, continuando il suo energico lavoro di pialla. Ora non ne sono più così certo, avendo incontrato un altro paio di ragazze nelle sere immediatamente successive, ma credo proprio che abbia fatto ricorso anche alla tecnica dei pizzicotti ai miei capezzoli, che non sperimentavo dagli ormai lontani tempi della leggendaria
Katia di Osio Sotto, quasi due anni fa. Non esattamente una pratica piacevole, ma che non manca di far correre un brivido lungo la schiena ...
Ancora un paio di suoi "mamma mia!" sparsi a casaccio qua e là e la capitolazione si fa imminente. Sento che i gioielli di famiglia iniziano a pulsare, faccio appena in tempo ad avvisare Laura che manca davvero pochissimo e, sapientemente manovrata, l'artiglieria spara la sua raffica di colpi, il primo dei quali mi centra direttamente sotto la spalla. Gli altri si arenano sul mio addome, sancendo così la fine della parte strettamente erotica dell'incontro. "E adesso il secondo giro, giusto?

", le butto lì ridendo. Laura mi fulmina con lo sguardo e, a scanso di equivoci, mi passa un bel po' di di fazzolettini per le pulizie di rito. Serviranno decisamente tutti, sia per rimuovere le tracce dell'eruzione finale che per asciugarmi dal sudore, che è sgorgato copioso da tutti i miei pori. Ancora quattro chiacchiere mentre ci rivestiamo, procedo al versamento dell'obolo (le lascerò 10 di mancia per l'impegno) e giunge infine il momento di abbandonare il suo appartamento.
NOLEGGIO DEL CONDUCENTE
Durante il viaggio di ritorno, mi racconta che lei e la sua amica dividono tutte le spese a metà, compresa quella della macchina, che avrebbero acquistato e immatricolato in Albania, ma che al momento non possono guidare perché prive di patente. "E che l'avete presa a fare?", sono un po' perplesso. "Abbiamo un autista italiano che ce la guida. Gli diamo 10 Euro a viaggio. Un giorno lo pago io, un giorno la mia amica", mi spiega Laura. Quindi né taxi, né NCC (noleggio con conducente), ma noleggio DEL conducente. "Quindi avete lo chaffeur! - esclamo davvero stupito dall'ingegnosità albanese, immaginando l'Ambrogio in smoking e con la tuba in testa, pronto ad azionare il vassoio mobile dei Ferrero Rocher, per propinare qualcosa di sfizioso alle sue passeggere. "Chaffeur

- si mette a ridere Laura - E' una parola albanese!". "Be', in realtà è francese - devo correggerla - ma probabilmente la usate anche voi in Albania". Per il momento, l'Ambrogio di turno è l'unico lusso che può concedersi e la vettura di servizio è una piccola utilitaria, ma il suo sogno è una macchina di ben altro lignaggio.
Prima di arrivare a destinazione, c'è ancora il tempo di scoprire che, salvo la breve pausa mestruale, lavora 7 giorni su 7. "Ma non ti concedi neanche un giorno di riposo? Neppure la domenica sera?", le domando un po' stupito. "Siamo qui per lavorare ...", mi risponde Laura. "Tutti siamo qui per lavorare, ma almeno un giorno alla settimana dovresti staccare ...", sono le mie successive parole, ma ho l'impressione che le entrino da un orecchio e le escano direttamente dall'altro. Anzi, è più di un'impressione, perché poi mi racconta che, nonostante sia una serata infra-settimanale, si tratterrà sino alle 5 del mattino, perché l'indomani dovrà pagare l'affitto e le varie bollette, che questo mese saranno tutti a suo carico, essendo la sua collega in vacanza. Ho ben pochi dubbi che la fanciulla non riesca a coprire tutte le spese del mese con gli introiti di stanotte e mi sento un po' il buon samaritano di Samarate, avendo contribuito a pagare gran parte dei costi vivi di agosto.
Arrivati all'ambasciata albanese, ci scambiamo un paio di bacetti e poi è davvero il momento del commiato. Lascio che passino un paio di vetture e mi immetto nella rotonda, che è rimasta una delle poche a non essere "alla francese". Do l'ennesima precedenza e prendo la direzione di Lomazzo, non prima di avere scambiato un ultimo "ciao ciao" col fazzoletto in mano. C'è ancora il tempo per passare rapidamente in rassegna tutte le fanciulle in servizio tra Lurago e Lentate (nulla di memorabile da segnalare, se non l'ormai classico giro delle 2-2:30 dei CC di quest'ultima località, probabilmente a caccia di taxisti abusivi) e poi bisogna proprio andare a dormire, perché fra qualche ora la sveglia suonerà impietosa.