[RECE] Alina "a roscia" - OTR notturna - Mariano C.se (CO) / Lentate s.S (MI)

Registrato
26 Maggio 2012
Messaggi
3.476
Reaction score
9.886
[RECE] Alina "a roscia" - OTR notturna - Mariano C.se (CO) / Lentate s.S (MI)

SCHEDA TECNICA

CITTA DELL'INCONTRO: Mariano Comense (CO), ma vista più recentemente a Lentate s.S. (MI)
ZONA: 45.708852,9.171375, ma vista più recentemente qui: 45.692052,9.103483
NOME: Alina
NAZIONALITA': Rumena di Craiova
ETA': 24 dichiarati
SERVIZI OFFERTI (vedi DIZIONARIO): BJ + HJ finale
COMPENSO RICHIESTO: 20
COMPENSO CONCORDATO: 20
DURATA DELL'INCONTRO: circa 15'
DESCRIZIONE FISICA: alta ca. 1,65, capelli rossi raccolti in codino, viso abbastanza anonimo, occhi azzurri, fisico non veliniforme ma neppure grasso, buon seno
ATTITUDINE: BJ effettuato con impegno e buona tecnica, spogliandosi anche ; un po' rustica, ma alla mano e simpatica

LA MIA RECENSIONE:

Premetto che l'incontro è avvenuto una decina di giorni fa, quando Alina e la sua "amica" stavano presso il cavalcavia di Mariano Comense. Un paio di sere più tardi, le ragazze erano addirittura tre: Alina sulla rampa che sale verso Carugo/Arosio, la moretta meno carina su quella opposta e una mora - che è senz'altro la più bella del lotto - proprio sotto il ponte. In quest'ultimo weekend, durante un rapido transito in quel di Lentate, ho invece visto le prime due magicamente riapparire in prossimità del parcheggio del centro commerciale Bennet, per cui ho inserito queste ultime coordinate come probabile riferimento attuale. Smontano comunque abbastanza presto: anche questa volta, tra le 2:30-3:00, erano già in abiti civili davanti al McDonald's del Bennet, in attesa del loro passaggio.

Dopo avere esplorato la zona di Lomazzo, dove un nuovo gruppetto di presunte albanesi è comparso al distributore TotalErg, mi spingo dapprima a Lentate e quindi sino all'estremità orientale della provinciale dell'amore. Poco prima di arrivare a Mariano, un automobilista (probabilmente distratto dallo smartphone) è partito per la tangente a un curvone ed è finito dritto nei campi, cosicché ben due pattuglie dei CC sono parcheggiate nelle vicinanze e stanno regolando il traffico, intralciato dai mezzi di soccorso parcheggiati lungo la corsia est. Considerato che non devono essercene molte di più in forza alla vicina stazione dei CC, per almeno una mezz'oretta le condizioni sono propizie per fare la conoscenza di qualche nuova fanciulla operativa nei paraggi. Fatto il giro di boa ad Arosio, nell'avvicinarmi al cavalcavia di Mariano Comense, intravedo un paio di sagome sulla destra, nella corsia che conduce verso Cantù. Abbandono il tracciato principale e compio un volo radente a bassa velocità, per scrutarle meglio. Non sono certo delle top model (soprattutto la mora più piccolina), ma la rossa col codino stuzzica il mio appetito. Sarà perché è assai poco vestita, sarà perché il motto "rossa de cavei, golosa de osei" rimbomba nella mia mente, ma non faccio in tempo ad arrivare alla successiva rotonda (quella sotto il cavalcavia, per intendersi) e ho già fatto inversione di marcia, per passare a farne la conoscenza. Svolto nella vietta laterale (dovrebbe chiamarsi "del Radizzone", secondo Google Maps) e mi affianco alle due fanciulle, per l'intervista di rito. Mi assicuro che stiano ancora lavorando, dato che sono già le 2 di notte, e poi mi informo sul rate per il BJ conoscitivo, che scopro piacevolmente essere quello di base. Visto che tutto congiura favorevolmente, invito la rossa ad accomodarsi sulla mia vettura.

Non fa in tempo a salire e attacca subito a conversare per telefono con la sua collega, con tono di voce più che adeguato al mercato del pesce. Il colloquio dura una ventina di secondi e, finalmente, la mia momentanea accompagnatrice riattacca ed è tutta per me. "Quasi quasi non serviva che le telefonassi", commento ironicamente. "Perché?", mi domanda un po' stupita. "Hai parlato così forte che ti avrebbe sentita anche senza bisogno del telefono. Bastava che abbassassi il finestrino :)", le spiego. "Ah ... - risponde ridacchiando - E' che sta per arrivare il nostro passaggio e lei stava per mettersi dall'altra parte della strada. Dopo, come fa a trovarci?". "Ma, non è che sei di fretta, se stai aspettando il taxi?", le chiedo un po' preoccupato. "Tranquillo, facciamo tutto con calma", mi rassicura. "Quindi non avete una macchina?", le domando, giusto per tenere viva la conversazione. "No, passa a prenderci una nostra amiga", mi stupisce la rossa, perché davo invece per scontato che il tassista fosse un "amico".

UN IMBOSCO NON PROPRIO TRANQUILLO

Preso dalla conversazione, manco l'ingresso principale della sua sede operativa. "Non fa niente - mi tranquillizza - entra pure alla prossima, ché va bene lo stesso". Procediamo ancora per qualche centinaio di metri e quindi mi fa immettere in una stradina agreste, che mi immagino non meno isolata di quella in cui Pacciani ammazzava le sue vittime. Prima di arrestare definitivamente la vettura, le chiedo conforto: "Ma sei sicura che posso fermarmi qui? Sono proprio in mezzo alla stradina ... Non arriva mai nessuno dall'altra parte?". "Tranquillo, tranquillo ...", mi rassicura. "Forse è meglio che blocchi le portiere", commento, dopo avere parcheggiato la macchina. "Come vuoi", non sembra più di tanto preoccupata.

Mentre arretro il sedile, Alina solleva la minigonna, si abbassa collant e mutandine e scopre il seno, che sembra discretamente abbondante. E' praticamente pronta per dare inizio alle operazioni, ma la arresto con un ultimo quesito: "Non mi hai ancora detto come ti chiami ...". "Alina", scopro finalmente il suo nome. "Alina ... mmm ... sei rumena, giusto?", è la facile conclusione, che non richiede certo l'ingegno di Sherlock Holmes e che riceve una scontata risposta. "E di dove?", è d'obbligo chiederle, per potere compilare accuratamente la scheda tecnica. "Di Romania", mi replica la fanciulla. "Questo l'avevo capito :) Ma di che città?", riformulo il quesito. "Di Craiova", mi risponde la rossa. "Come le ginnaste di Osio :)", penso io e spengo la luce di cortesia.

"Perché l'hai spenta? Così non vedi niente!", mi redarguisce Alina. "Hai ragione ...", non posso darle torto e l'interno della mia vettura s'illumina di nuovo. Calzato il profilattico sul mio fratellino, Alina si china su di lui e dà inizio a un BJ discretamente energico, effettuato con pressione sull'asta e con notevole frequenza delle oscillazioni. Mentre lei procede, do un'occhiata intorno e mi rendo conto che, con le luci interne accese, i dintorni sembrano immersi nell'oscurità più assoluta e non riesco a tenere d'occhio i paraggi, per essere pronto a reagire all'eventuale atterraggio di astronavi aliene. "Spegno la luce, perché così diamo troppo nell'occhio", dico ad Alina e il buio quasi completo cala di nuovo nell'abitacolo. Per contro, non appena le mie pupille si sono riabituate all'oscurità, riesco a vedere meglio i dintorni, che sono debolmente illuminati dalla notte tersa e da qualche luce in lontananza.

L'imbosco è assai meno tranquillo di quanto Alina avesse cercato di vendermi, perché a un certo punto vedo un paio di fari comparire da dietro la curva. Fortunatamente, le luci sono bianche e non blu, il che evita quantomeno ad Alina di dover chiamare il 118 per prestare soccorso al suo giovane accompagnatore colpito da precoce infarto :) Ma la strada è comunque troppo stretta perché il probabile collega possa passarci senza che io mi sposti e dunque mi rassetto alla bell'e meglio, riavvicino il sedile al volante e - spianati i retronebbia - cerco di uscire in retromarcia dal budello in cui mi sono appena cacciato. Prestando la massima attenzione a non finire nel fosso che corre sul fianco, perché sarebbe alquanto imbarazzante dover chiamare un carro attrezzi per esserne tirato fuori ... E poi, chi la sentirebbe Alina, per avere perso l'ultimo treno :)

LA RECE VERA E PROPRIA

Parcheggiata di nuovo la vettura, si ripetono le operazioni preparatorie e Alina si rimette finalmente al lavoro. Considerato che sono reduce da un incontro conoscitivo con un'altra ragazza della provinciale dell'amore e che la fonderia ha bisogno di un po' di tempo per rifornire di munizioni l'artiglieria, potrei definire l'impegno di Alina quasi da encomio. Credo che la parte strettamente erotica dell'incontro sia durata una buona dozzina di minuti, nel corso dei quali la rossa è rimasta quasi continuamente in immersione, cimentandosi in un BJ energico (al punto che, nelle fasi finali, mi è parso persino di sentire il contatto coi suoi denti) e supportato anche da un po' di massaggi ai gioielli di famiglia. Nelle brevi fasi di pausa che intercala qua e là, per riprendere il fiato, si aiuta con un po' di lavoro di falegnameria, che i puristi potrebbero non trovare del tutto ortodosso, ma che nel mio caso è di solito indispensabile per avvicinarsi alla linea del traguardo. L'alternarsi di posizioni da parte sua mi permette di prendere confidenza con quanto ha voluto gentilmente mettermi a disposizione: dapprima le massaggio la schiena e i glutei, che sono molto levigati e piacevolmente morbidi; quando si risolleva, le manipolo un po' i seni e poi scendo a carezzarle l'interno delle cosce, sino a risalire verso la fessura del piacere.

Mentre sto godendomi il tutto, una melodia non troppo piacevole si leva dal suo telefonino, preannunciando l'arrivo del taxi. Alina non sembra badarci granché, cosicché la sua amica prova a richiamarla un minuto più tardi. Stavolta la rossa si interrompe e ci scambia due parole, probabilmente per spiegare che c'è da aspettare ancora un po'. "Finisci pure con la mano. Non vorrei farti perdere il taxi! Anche perché abiterai sicuramente a Milano e io non posso certo riportarti a casa!", acconsento a una rapida conclusione delle operazioni. La rossa non è certo dispiaciuta di poter prendere la scorciatoia e si rimette al lavoro con raddoppiata energia: dopo un altro buon minuto di intensa manipolazione del mio fratellino, vedo finalmente la bandiera a scacchi. "Sei stata proprio brava!", devo complimentarmi con lei per l'impegno, mentre effettuiamo le operazioni finali di pulizia e rivestizione.

NON E' LA ROSSA, MA 'A ROSCIA

Durante il viaggio di rientro alla base, mi racconta di avere 24 anni, di essere nel nostro Paese da 6 e di avere lavorato sinora nei paraggi di Roma. Lei e la sua amica sarebbero comparse lungo la Novedratese da circa 3 settimane, dopo avere abbandonato la capitale per carenza di lavoro. Come tutte le ragazze del circondario, anche loro sono sprovviste di un appartamento e si appoggiano, eventualmente, sul motel di riferimento della zona. Anche se non parla con accento romanesco, sui suoi trascorsi giù in centro Italia non mi ha certo mentito, perché una vecchia utilitaria con targa RM la sta aspettando, col motore e con le luci accese, in uno spiazzo poco prima del suo showroom. Mi fa accostare poco più avanti, ci salutiamo e poi ognuno prende la sua strada: lei verso il suo taxi e io alla volta di Lentate, dove però - per l'ennesima volta - non riuscirò a concretizzare il mio desiderio di fare la conoscenza di Anna.
 
Alto