CARATTERISTICHE GENERALI
NOME INSERZIONISTA: Sophia
RIFERIMENTO INTERNET: http://cagliari.bakecaincontrii.com/donna-cerca-uomo/new-new-primissima-volta-72ag125536035
CITTA DELL'INCONTRO: Cagliari
NAZIONALITA': Brasile
ETA': 24
CONFORMITA' ALL'ANNUNCIO: 100 % al netto di una leggera patina
SERVIZI OFFERTI (vedi DIZIONARIO): tutto tranne cim (fk leggeri)
SERVIZI USUFRUITI: tutto tranne cim (fk leggeri)
COMPENSO RICHIESTO: 70/100
COMPENSO CONCORDATO: 100
DURATA DELL'INCONTRO: 45 minuti
DESCRIZIONE FISICA: 1,60, seno rifatto maluccio, fisoco non proprio slanciato, un po' robusta ma morbida, bel culo rotondo, viso grazioso tendente al normale
ATTITUDINE: porcella slave
REPERIBILITA': facile
PRESENZA DI BARRIERE ARCHITETTONICHE: scale
INDEX RICERCHE: 3425569857
LA MIA RECENSIONE:
Ci sono dei giorni che mi capita di sorprendermi catatonico mentre fisso il vuoto. La mente inizia a divagare, pensieri assillanti inceppano le sinapsi, preoccupazioni ed incombenze si affastellano nella mia testa.
Con espressione severa mi osservo fare ordine tra le idee e dalla fronte corrucciata vedo emergere il vero pensiero dominante, la causa di questo lungo periodo di affaticamento mentale: il rimming.
Ormai è diventato un chiodo fisso, ma è anche una pratica che sta semplificando la mia vita sessuale e non finirò mai di benedirne l’esistenza.
Mai scelta è stata più semplice da quando “lui” ha preso il sopravvento; niente più selezioni in base a rigidi canoni estetici, niente più interrogazioni sui servizi o test sulla disponibilità della ragazza di turno. Macché, niente di tutto questo. Bastano due belle chiappe, un buon detergente intimo e quei pochi anni necessari a rendere la zona di aspetto gradevole. Ma non si creda che quest’ultimo requisito sia stato ossessivamente preteso. Purtroppo qualche volta si è dovuto fare di necessità virtù. Difficile trovare una donna che neghi tale servizio e quando accade spesso dipende non dalla timidezza, ma dal fatto di nascondere qualcosa. E non è certo il caso di scoprirlo, meglio fidarsi.
Credo che in ogni pagina di bakeca ci siano almeno due culi di mia conoscenza. Eh sì, mi sono dato da fare in queste settimane, ma purtroppo il tempo e la voglia di recensire sono mancati. Mi accompagno ultimamente ad una specie di Mrs Murple dotata di sensibilità criminologica e lucidità mentale fuori dalla norma. Inoltre per me ormai organizzare una trombata richiede molte meno difficoltà che scrivere la relativa recensione.
Per svicolare ai sospetti di Mrs Murple ho infatti escogitato uno stratagemma, ne trombo due a serata. Una delle due possibilmente la devo inculare. Con l’altra invece sono più indulgente, sempre che non sia possibile inculare anch’ella. Una volta fatto il pieno di culi sono a posto per qualche giorno.
Generalmente mi faccio convincere dagli amici ad andare a bere un aperitivo. Esco un’ora prima e faccio fuori il primo culo. Poi, dopo l’aperitivo, solitamente vado a finire in un pub del centro storico che quest’inverno ha beneficiato dei miei rutti da Champions League. E’ una specie di circolo per disadattati e reietti dove se al primo fallo laterale contestato non rovesci mezza pinta di birra sullo sconosciuto che ti siede accanto passi per un sociopatico. E così, corroborato finalmente da una cena a base di salsiccia di maiale morto di vecchiaia, emergo dalla nebbia di frittura e flatulenze per dirigermi verso il secondo culo da scannare.
E’ sempre sorprendente osservare i processi mentali che portano alla selezione di una prostituta. Detto del rimming, ci sono altre considerazioni da fare. Innanzitutto frequentando questi forum ho scoperto a mie spese che, contrariamente a quanto fino a poco prima credessi, il concetto di femminilità oltre a essere estremamente soggettivo, è pure estremamente labile. E’ poi interessante notare come il valore che attribuiamo ai soldi insieme a quello che diamo alle marchette dipendano dal proprio vissuto e, perché no, anche dalle donne che siamo abituati a frequentare. Perciò quella che a qualcuno può sembrare una milady su cui giocarsi un intero stipendio, per un altro è semplicemente una coatta che cerca di darsi un tono. Questo per dire che le recensioni, o meglio, le descrizioni che emergono dai racconti di altri punter se paragonate alle proprie impressioni possono essere spesso motivo di delusione.
In questo periodo storico la mia puttana ideale deve avere determinati requisiti minimi. Deve essere dotata di un culo importante ovviamente, solido e carnoso, meglio se leggermente sproporzionato rispetto al resto del corpo. La pelle dev’essere perfetta e, incrociando le dita, priva di tatuaggi. Ma questo al giorno d’oggi equivale a vincere al Superenalotto.
Non adoro i colori esageratamente chiari, anzi se abbronzata, di carnagione scura o mulatta sarebbe perfetta. Il viso preferibilmente dolce e semplice, in combinazione con la procacità dei fianchi e dei glutei crea una miscela irresistibile per i miei corpi cavernosi; il contrasto tra i lineamenti delicati e un culo rozzo infatti mi fa impazzire, ma di certo non mi formalizzerei davanti ad un volto un po’ volgare, da popolana diciamo. Sul culo però non transigo, dev’essere così grande che sopra quella pecorina non tramonti mai il sole. Si scherza ovviamente, ma per rimming e sodomia ci vuole un po’ di grandeur.
Il modo di fare della mia puttana preferisco che sia calmo e rilassato, anch’esso in contrasto con l’esuberanza corporea da cui invece ci si aspetterebbe aggressività, intraprendenza ed iniziative a go go, atteggiamento che odio. No, meglio i toni soft di una personalità passiva ed accomodante tra le lenzuola. Fisicamente si sarà capito che mi eccita un po’ rozza, ecco, non di certo un’indossatrice. E’ come se nell’andare a puttane in me avvenisse una scissione, una delle tante a dire il vero. Una separazione tra estetica e sessualità che si ricongiungeranno una volta eiaculato per poi tornare ciclicamente a dividersi e congiungersi.
Andare a puttane rappresenta per me una trasgressione totale, una vacanza da me stesso e dalle mie abitudini e la scelta ricade su quanto di più lontano mio malgrado sono solito avere intorno. Anche la mia personalità cambia e divento molto più rozzo e animalesco di quanto sia nella vita di tutti i giorni, salvo ritornare a reincarnare dopo aver eiaculato l’animale metafisico tanto caro a Schopenhauer.
Mi si perdoni il parallelo blasfemo di cui mi vergogno solo a pensarlo ma così come Fellini, pur vivendo con quello scricciolo della Masina, riempiva le sue opere del suo immaginario erotico e di personaggi alla Gradisca, così anch’io cerco una puttana che interpreti le mie fantasie sessuali per fare di una scopata un momento creativo, riversando su di essa l’unico talento che il buon Dio m’ha dato: sono il Mariolino Corso dell’anolictus, il McEnroe del rimming, l’Eddy Merckx della leccata di culo, il rombo di tuono… vabbè meglio di no.
La puttana che preferisco è l’opposto delle donne che in qualche modo frequento e non so nemmeno io perché accada questo. Voglio dire, non so perché scelgo o vengo scelto da partner che poi non rappresentano ciò che sessualmente desidero. Eppure è pieno di queste ragazzotte tutta salute, un po’ tozze e straripanti nei loro jeans corti e striminziti. Mai nessuna che mi faccia gli occhi dolci o capiti a portata di chiacchiera. Poi osservo come passino il tempo, i loro interessi o chi frequentino e tutto diventa chiaro: tamarri palestrati in tuta e scarpe da ginnastica, tatuaggi ovunque e ovunque depilati, qualche figlio nel cassetto, reggaeton, licenza media raggiunta a fatica, ultimo libro letto il sussidiario e allora capisco che le nostre strade difficilmente si incroceranno.
In queste ore però è maturata la mia rivincita. E’ comparsa su bakeca una mulatta, brasiliana per fortuna, con un unico annuncio seppellito tra le decine di femminilissime trans a cazzo sguainato. Ho preso subito in seria considerazione la meravigliosa combinazione mulatta/brasiliana visto che, una volta superata la mia naturale diffidenza verso un passato cazzuto abbastanza frequente in quel continente, tale mistura mi ha regalato nel tempo almeno un paio di sessioni sessuali e anali da incorniciare.
L’identikit che emerge dalle foto sul web si avvicina alla puttana che ultimamente vado cercando. E’ anche tozza il giusto direi. Perfino la voce, dolce ed infantile, certifica il contrasto che prediligo. E’ allegra e si capisce che parla con il sorriso, è addirittura completa.
Bene!
“Vado tesoro, le Olimpiadi mi chiamano” strillo a Mrs Murple.
Sophia non sa che mentre si sta lavando i denti Oblo scalpita dietro la sua porta.
Incurante continua una meticolosa pulizia e dopo qualche minuto si presenta in vestaglia davanti a me. Ha l’espressione un po’ assonnata, diciamo estremamente rilassata. Dice di essere stanca perché appena arrivata, fingo di crederle divertito dalla sua espressione e dalla voce dolce. Il sorriso è incantevole, la cosa migliore del viso che comunque rimane abbastanza grazioso. Ha i capelli lisci castano scuro con striature ramate, di una consistenza strana che paiono quasi una parrucca.
Il corpo è morbido, è piccola e rotonda. La gambe sono un po’ grosse, il culo fa una curva interessante e da sotto le bretelline scorgo il profilo del seno innaturale, rifatto. Poco male, il resto mi pare di mio gradimento.
Ci abbracciamo e baciamo sulle labbra, parliamo un po’. La parola “completo” la fa sogghignare e dopo pochi secondi si abbandona stancamente sul letto. Mi invita a spogliarmi e la raggiungo. Dopo averle aperto le gambe inizio una lunghissima leccata inebriandomi dei suoi profumi che mi accompagneranno per tutta la notte. Ha una leggera peluria sul monte di Venere, un vello meravigliosamente morbido e molto più piacevole di quelle fastidiose ricrescite urticanti. Presto il clitoride si inturgidisce ed io accompagno il mio lavoro con le dita giocando dentro entrambi gli orifizi.
Dieci minuti dopo me la ritrovo prona davanti al mio viso, pronta per essere leccata come un gelato gigante, dal basso verso l’alto e viceversa. Si lascia aprire e forzare in entrambe le entrate ma, neanche a dirlo, mi dedico soprattutto ad una. Poi arriva il momento del fingering contemporaneo, profondo e partecipato senza alcuna preclusione.
Sono io a stancarmi per primo, le cose stanno andando davvero per le lunghe e così Sophia decide di restituirmi le attenzioni. Parte con un pompino lento e salivato, gioca con tutto il pezzo sia con le labbra che con la lingua ed io mi sento sempre più bagnato e pronto ad esplodere.
Le chiedo di leccarmi le palle, mia ancora di salvezza in moltissimi frangenti. In quel momento poteva solamente leccarmi le palle, cosa che peraltro ha fatto egregiamente e con umidissima tecnica, perché se solo mi avesse sfiorato il cazzo con la bocca o con la mano, avrei abbattuto il lampadario con una fucilata di sperma. Anche qua i tempi sono lunghissimi e non sarà certo lei a stancarsi. Dopo svariati minuti mi sale sopra senza staccarsi le palle di bocca e riprendo a leccarla e a penetrarla con le dita in entrambi i buchi, senza risparmio in quello del culo. Nel mentre il suo pasto consisteva esclusivamente di coglioni. Consegne rispettate alla lettera direi.
Decido di procedere con la penetrazione e Sophia autonomamente si posiziona a pecorina. La allargo per l’ennesima volta e riprendo a leccare e penetrare il culo con la lingua. Dopo un breve scambio di parole passo subito a metterlo nel culo, sempre più fradicio e ridotto ormai come un tenerissimo gnocco a bagnomaria. Piccola resistenza e sono dentro. Mi muovo a piacimento privilegiando un ritmo lento, nel mentre gioco con le morbide chiappe di Sophia che da sotto si masturba languidamente.
Vengo così, dentro di lei perdendomi la venuta sul viso senza grandi rimpianti.
A fine sessione ci siamo seduti attorno ad un tavolo e come Sivori e Tosatti abbiamo commentato davanti ad un immaginario moviolone i momenti salienti del nostro incontro: le mie leccate, i suoi orgasmi veri o presunti, i piaceri anali elargiti ad entrambi dal suo fantastico culo all’interno del quale ho scovato il sesto anello olimpico.
A distanza di qualche ora l’ho richiamata, l’odore di piscio, saliva e umori mi tormentava, ero inebetito dal profumo di figa che proveniva dal mio corpo.
NOME INSERZIONISTA: Sophia
RIFERIMENTO INTERNET: http://cagliari.bakecaincontrii.com/donna-cerca-uomo/new-new-primissima-volta-72ag125536035
CITTA DELL'INCONTRO: Cagliari
NAZIONALITA': Brasile
ETA': 24
CONFORMITA' ALL'ANNUNCIO: 100 % al netto di una leggera patina
SERVIZI OFFERTI (vedi DIZIONARIO): tutto tranne cim (fk leggeri)
SERVIZI USUFRUITI: tutto tranne cim (fk leggeri)
COMPENSO RICHIESTO: 70/100
COMPENSO CONCORDATO: 100
DURATA DELL'INCONTRO: 45 minuti
DESCRIZIONE FISICA: 1,60, seno rifatto maluccio, fisoco non proprio slanciato, un po' robusta ma morbida, bel culo rotondo, viso grazioso tendente al normale
ATTITUDINE: porcella slave
REPERIBILITA': facile
PRESENZA DI BARRIERE ARCHITETTONICHE: scale
INDEX RICERCHE: 3425569857
LA MIA RECENSIONE:
Ci sono dei giorni che mi capita di sorprendermi catatonico mentre fisso il vuoto. La mente inizia a divagare, pensieri assillanti inceppano le sinapsi, preoccupazioni ed incombenze si affastellano nella mia testa.
Con espressione severa mi osservo fare ordine tra le idee e dalla fronte corrucciata vedo emergere il vero pensiero dominante, la causa di questo lungo periodo di affaticamento mentale: il rimming.
Ormai è diventato un chiodo fisso, ma è anche una pratica che sta semplificando la mia vita sessuale e non finirò mai di benedirne l’esistenza.
Mai scelta è stata più semplice da quando “lui” ha preso il sopravvento; niente più selezioni in base a rigidi canoni estetici, niente più interrogazioni sui servizi o test sulla disponibilità della ragazza di turno. Macché, niente di tutto questo. Bastano due belle chiappe, un buon detergente intimo e quei pochi anni necessari a rendere la zona di aspetto gradevole. Ma non si creda che quest’ultimo requisito sia stato ossessivamente preteso. Purtroppo qualche volta si è dovuto fare di necessità virtù. Difficile trovare una donna che neghi tale servizio e quando accade spesso dipende non dalla timidezza, ma dal fatto di nascondere qualcosa. E non è certo il caso di scoprirlo, meglio fidarsi.
Credo che in ogni pagina di bakeca ci siano almeno due culi di mia conoscenza. Eh sì, mi sono dato da fare in queste settimane, ma purtroppo il tempo e la voglia di recensire sono mancati. Mi accompagno ultimamente ad una specie di Mrs Murple dotata di sensibilità criminologica e lucidità mentale fuori dalla norma. Inoltre per me ormai organizzare una trombata richiede molte meno difficoltà che scrivere la relativa recensione.
Per svicolare ai sospetti di Mrs Murple ho infatti escogitato uno stratagemma, ne trombo due a serata. Una delle due possibilmente la devo inculare. Con l’altra invece sono più indulgente, sempre che non sia possibile inculare anch’ella. Una volta fatto il pieno di culi sono a posto per qualche giorno.
Generalmente mi faccio convincere dagli amici ad andare a bere un aperitivo. Esco un’ora prima e faccio fuori il primo culo. Poi, dopo l’aperitivo, solitamente vado a finire in un pub del centro storico che quest’inverno ha beneficiato dei miei rutti da Champions League. E’ una specie di circolo per disadattati e reietti dove se al primo fallo laterale contestato non rovesci mezza pinta di birra sullo sconosciuto che ti siede accanto passi per un sociopatico. E così, corroborato finalmente da una cena a base di salsiccia di maiale morto di vecchiaia, emergo dalla nebbia di frittura e flatulenze per dirigermi verso il secondo culo da scannare.
E’ sempre sorprendente osservare i processi mentali che portano alla selezione di una prostituta. Detto del rimming, ci sono altre considerazioni da fare. Innanzitutto frequentando questi forum ho scoperto a mie spese che, contrariamente a quanto fino a poco prima credessi, il concetto di femminilità oltre a essere estremamente soggettivo, è pure estremamente labile. E’ poi interessante notare come il valore che attribuiamo ai soldi insieme a quello che diamo alle marchette dipendano dal proprio vissuto e, perché no, anche dalle donne che siamo abituati a frequentare. Perciò quella che a qualcuno può sembrare una milady su cui giocarsi un intero stipendio, per un altro è semplicemente una coatta che cerca di darsi un tono. Questo per dire che le recensioni, o meglio, le descrizioni che emergono dai racconti di altri punter se paragonate alle proprie impressioni possono essere spesso motivo di delusione.
In questo periodo storico la mia puttana ideale deve avere determinati requisiti minimi. Deve essere dotata di un culo importante ovviamente, solido e carnoso, meglio se leggermente sproporzionato rispetto al resto del corpo. La pelle dev’essere perfetta e, incrociando le dita, priva di tatuaggi. Ma questo al giorno d’oggi equivale a vincere al Superenalotto.
Non adoro i colori esageratamente chiari, anzi se abbronzata, di carnagione scura o mulatta sarebbe perfetta. Il viso preferibilmente dolce e semplice, in combinazione con la procacità dei fianchi e dei glutei crea una miscela irresistibile per i miei corpi cavernosi; il contrasto tra i lineamenti delicati e un culo rozzo infatti mi fa impazzire, ma di certo non mi formalizzerei davanti ad un volto un po’ volgare, da popolana diciamo. Sul culo però non transigo, dev’essere così grande che sopra quella pecorina non tramonti mai il sole. Si scherza ovviamente, ma per rimming e sodomia ci vuole un po’ di grandeur.
Il modo di fare della mia puttana preferisco che sia calmo e rilassato, anch’esso in contrasto con l’esuberanza corporea da cui invece ci si aspetterebbe aggressività, intraprendenza ed iniziative a go go, atteggiamento che odio. No, meglio i toni soft di una personalità passiva ed accomodante tra le lenzuola. Fisicamente si sarà capito che mi eccita un po’ rozza, ecco, non di certo un’indossatrice. E’ come se nell’andare a puttane in me avvenisse una scissione, una delle tante a dire il vero. Una separazione tra estetica e sessualità che si ricongiungeranno una volta eiaculato per poi tornare ciclicamente a dividersi e congiungersi.
Andare a puttane rappresenta per me una trasgressione totale, una vacanza da me stesso e dalle mie abitudini e la scelta ricade su quanto di più lontano mio malgrado sono solito avere intorno. Anche la mia personalità cambia e divento molto più rozzo e animalesco di quanto sia nella vita di tutti i giorni, salvo ritornare a reincarnare dopo aver eiaculato l’animale metafisico tanto caro a Schopenhauer.
Mi si perdoni il parallelo blasfemo di cui mi vergogno solo a pensarlo ma così come Fellini, pur vivendo con quello scricciolo della Masina, riempiva le sue opere del suo immaginario erotico e di personaggi alla Gradisca, così anch’io cerco una puttana che interpreti le mie fantasie sessuali per fare di una scopata un momento creativo, riversando su di essa l’unico talento che il buon Dio m’ha dato: sono il Mariolino Corso dell’anolictus, il McEnroe del rimming, l’Eddy Merckx della leccata di culo, il rombo di tuono… vabbè meglio di no.
La puttana che preferisco è l’opposto delle donne che in qualche modo frequento e non so nemmeno io perché accada questo. Voglio dire, non so perché scelgo o vengo scelto da partner che poi non rappresentano ciò che sessualmente desidero. Eppure è pieno di queste ragazzotte tutta salute, un po’ tozze e straripanti nei loro jeans corti e striminziti. Mai nessuna che mi faccia gli occhi dolci o capiti a portata di chiacchiera. Poi osservo come passino il tempo, i loro interessi o chi frequentino e tutto diventa chiaro: tamarri palestrati in tuta e scarpe da ginnastica, tatuaggi ovunque e ovunque depilati, qualche figlio nel cassetto, reggaeton, licenza media raggiunta a fatica, ultimo libro letto il sussidiario e allora capisco che le nostre strade difficilmente si incroceranno.
In queste ore però è maturata la mia rivincita. E’ comparsa su bakeca una mulatta, brasiliana per fortuna, con un unico annuncio seppellito tra le decine di femminilissime trans a cazzo sguainato. Ho preso subito in seria considerazione la meravigliosa combinazione mulatta/brasiliana visto che, una volta superata la mia naturale diffidenza verso un passato cazzuto abbastanza frequente in quel continente, tale mistura mi ha regalato nel tempo almeno un paio di sessioni sessuali e anali da incorniciare.
L’identikit che emerge dalle foto sul web si avvicina alla puttana che ultimamente vado cercando. E’ anche tozza il giusto direi. Perfino la voce, dolce ed infantile, certifica il contrasto che prediligo. E’ allegra e si capisce che parla con il sorriso, è addirittura completa.
Bene!
“Vado tesoro, le Olimpiadi mi chiamano” strillo a Mrs Murple.
Oblo e il sesto cerchio olimpico
Sophia non sa che mentre si sta lavando i denti Oblo scalpita dietro la sua porta.
Incurante continua una meticolosa pulizia e dopo qualche minuto si presenta in vestaglia davanti a me. Ha l’espressione un po’ assonnata, diciamo estremamente rilassata. Dice di essere stanca perché appena arrivata, fingo di crederle divertito dalla sua espressione e dalla voce dolce. Il sorriso è incantevole, la cosa migliore del viso che comunque rimane abbastanza grazioso. Ha i capelli lisci castano scuro con striature ramate, di una consistenza strana che paiono quasi una parrucca.
Il corpo è morbido, è piccola e rotonda. La gambe sono un po’ grosse, il culo fa una curva interessante e da sotto le bretelline scorgo il profilo del seno innaturale, rifatto. Poco male, il resto mi pare di mio gradimento.
Ci abbracciamo e baciamo sulle labbra, parliamo un po’. La parola “completo” la fa sogghignare e dopo pochi secondi si abbandona stancamente sul letto. Mi invita a spogliarmi e la raggiungo. Dopo averle aperto le gambe inizio una lunghissima leccata inebriandomi dei suoi profumi che mi accompagneranno per tutta la notte. Ha una leggera peluria sul monte di Venere, un vello meravigliosamente morbido e molto più piacevole di quelle fastidiose ricrescite urticanti. Presto il clitoride si inturgidisce ed io accompagno il mio lavoro con le dita giocando dentro entrambi gli orifizi.
Dieci minuti dopo me la ritrovo prona davanti al mio viso, pronta per essere leccata come un gelato gigante, dal basso verso l’alto e viceversa. Si lascia aprire e forzare in entrambe le entrate ma, neanche a dirlo, mi dedico soprattutto ad una. Poi arriva il momento del fingering contemporaneo, profondo e partecipato senza alcuna preclusione.
Sono io a stancarmi per primo, le cose stanno andando davvero per le lunghe e così Sophia decide di restituirmi le attenzioni. Parte con un pompino lento e salivato, gioca con tutto il pezzo sia con le labbra che con la lingua ed io mi sento sempre più bagnato e pronto ad esplodere.
Le chiedo di leccarmi le palle, mia ancora di salvezza in moltissimi frangenti. In quel momento poteva solamente leccarmi le palle, cosa che peraltro ha fatto egregiamente e con umidissima tecnica, perché se solo mi avesse sfiorato il cazzo con la bocca o con la mano, avrei abbattuto il lampadario con una fucilata di sperma. Anche qua i tempi sono lunghissimi e non sarà certo lei a stancarsi. Dopo svariati minuti mi sale sopra senza staccarsi le palle di bocca e riprendo a leccarla e a penetrarla con le dita in entrambi i buchi, senza risparmio in quello del culo. Nel mentre il suo pasto consisteva esclusivamente di coglioni. Consegne rispettate alla lettera direi.
Decido di procedere con la penetrazione e Sophia autonomamente si posiziona a pecorina. La allargo per l’ennesima volta e riprendo a leccare e penetrare il culo con la lingua. Dopo un breve scambio di parole passo subito a metterlo nel culo, sempre più fradicio e ridotto ormai come un tenerissimo gnocco a bagnomaria. Piccola resistenza e sono dentro. Mi muovo a piacimento privilegiando un ritmo lento, nel mentre gioco con le morbide chiappe di Sophia che da sotto si masturba languidamente.
Vengo così, dentro di lei perdendomi la venuta sul viso senza grandi rimpianti.
A fine sessione ci siamo seduti attorno ad un tavolo e come Sivori e Tosatti abbiamo commentato davanti ad un immaginario moviolone i momenti salienti del nostro incontro: le mie leccate, i suoi orgasmi veri o presunti, i piaceri anali elargiti ad entrambi dal suo fantastico culo all’interno del quale ho scovato il sesto anello olimpico.
A distanza di qualche ora l’ho richiamata, l’odore di piscio, saliva e umori mi tormentava, ero inebetito dal profumo di figa che proveniva dal mio corpo.