A mio parere c'è una pluralità di fattori che scoraggia molti a salire oltre Chiasso. Non c’è solo il problema dell'operatore telefonico. Quello è il meno e si può ovviare mettendo off-line il telefono quando si è in Italia. Un altro aspetto è la vignetta giacché, per arrivare a Lugano, fare la cantonale non è proprio comodissimo e, ormai, giustificarla in famiglia -per chi ha famiglia- grazie anche a questi servizi televisivi non è proprio semplicissimo, anzi. A questi aspetti si aggiunge il fatto che negli ultimi 6-8 mesi, durante la settimana, per chi è nottambulo come Hilts, l'autostrada Milano-Como viene chiusa dopo le 22.00 a Como centro e per arrivare a Chiasso bisogna passare o per Como città, o inerpicarsi per San Fermo della Battaglia. Quando si arriva a Chiasso, più di una volta, ho avuto la tentazione di fermarmi e non proseguire oltre. Il ritorno, poi, diventa un'odissea. Infine, i controlli della polizia svizzera. Non contiamo gli autovelox che, ormai, li piazzano ovunque (a volte ho persino paura che li mettano anche in stanza per controllare la velocità di scopata), ma quest'anno mi avranno fermato almeno una decina di volte tra controllo auto, etilometro, o semplice controllo documenti. Il bello è che chiedono pure: "scusi, dove sta andando?". Ora, va bene la sicurezza, che sicuramente è importante e apprezzo, ma ho trovato più posti di blocco in 1 anno tra Chiasso e Lugano che in 20 anni in tutta Italia. Anche questo, alla fine, un po' scoraggia a spingersi oltre la frontiera per chi arriva da Milano.
Un saluto a tutti,
Hilts
Un saluto a tutti,
Hilts