Entrata in Svizzera

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Ok perfetto e ce qualche disposizione che esenta l obbligo di tampone in qualche caso per esempio permanenza di poche ore in Svizzera o se uno è completamente vaccinato? Perché il Green pass dicevano che si aveva anche con il vaccino
 
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Come ti ho già detto puoi tornare dalla Svizzera senza nessun impedimento se sei andato in una località che dista meno di 60km dal tuo comune di residenza per meno di 24 ore.

Al momento essere vaccinati non cambia nulla.
 
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Spero di caricare il file giusto, altrimenti esce una porcata.
 

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Cambia qualcosa questa settimana con le restrizioni per entrare/uscire? Grazie
O
 
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Nulla è cambiato, l'ultimo decreto valido è quello del 2/06/2021 che parla dei 60 km.

CIAO
 
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Settimana scorsa ho fatto un blitz a Lugano (vedi thread Oceano) e di controlli sul treno a me non ne hanno fatti (non sono né vaccinato, ne guarito dal Covid e non ho nemmeno fatto tamponi per entrare)
 
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Un saluto agli amici del Forum.
Ho fatto una trasferta di lavoro a Luino e sono andato in Svizzera sia da Ponte Tresa che dal confine sul Lago.
Controlli molto superficiali se non assenti. Alcuni passaggi di frontiera addirittura sguarniti (Cremenaga - Fornasette).
Anche quando hanno guardato i documenti non hanno chiesto nulla relativamente al COVID (Tamponi - Green Pass - Certificato vaccinale o altro) né per entrare in Svizzera né, tantomeno, per rientrare in Italia.
Mi è anche sembrato che in giro ci fossero molte meno mascherine che in Italia.
SALUTI DAL LANDO
 
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Si,così come è stata confermata la zona franca di 60km. dalla propria residenza.
 
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La proposta di Berna: Certificato Covid anche per l'interno di bar e ristoranti​

Toccate anche attività al chiuso come cinema, palestre, musei, teatri, manifestazioni sportive e matrimoni.​

La decisione definitiva sarà presa dopo la consultazione con i Cantoni, lunedì 30 agosto. Confermata la revoca della gratuità dei test rapidi per gli asintomatici a partire dal primo ottobre.​


BERNA - Ristoranti e bar. Anche con il freddo, un classico intramontabile nel tempo libero degli svizzeri. Ma presto, verosimilmente, gli interni degli esercizi pubblici diventeranno accessibili solo a guariti, vaccinati o testati. L'ha deciso e annunciato oggi il Consiglio Federale in vista del «forte aumento del numero di ricoveri di pazienti affetti da Covid-19». La misura, che concerne anche attività al chiuso come concerti, teatri, cinema, musei, palestre, piscine coperte, parchi acquatici, case da gioco, manifestazioni sportive e matrimoni, sarà ora messa in consultazione, e un verdetto definitivo sarà dato già il prossimo lunedì 30 agosto.

Quando - L'entrata in vigore della misura, se dovesse essere approvata in consultazione, sarà definita in base all'evoluzione della situazione epidemiologica, specifica il Ministro della sanità Alain Berset. Lo scopo della disposizione è quello di evitare la chiusura delle attività e permettere la continuità economica.

Dove e a chi non serve - Faranno eccezione, con un massimo di 30 persone, le manifestazioni religiose, i funerali e le manifestazioni per la formazione dell’opinione politica. Come finora, non è previsto di estendere l’obbligo del certificato ai bambini e ai giovani al di sotto dei 16 anni, né al personale impiegato in queste attività.

I test - Il Governo federale conferma inoltre, come già preannunciato due settimane fa, che il costo dei test antigenici rapidi per gli asintomatici non sarà più coperto dalla Confederazione a partire dal primo di ottobre. Per le persone che presentano sintomi di un’infezione da Coronavirus, i test rimangono gratuiti, ma non danno diritto al Certificato Covid. Berna continuerà a rimborsare i test anche per le persone che, per motivi medici, non possono essere vaccinate, oltre che per gli under 16.

Discoteche e sale da ballo - Per quel che riguarda i locali notturni, nei quali vige già l'obbligo del Certificato Covid, verrà introdotto come provvedimento supplementare l'obbligo di registrare i dati di contatto.

Vaccino gratis anche per frontalieri e svizzeri all'estero - Il Consiglio federale ha deciso anche una modifica dell’ordinanza sulle epidemie. In futuro potranno farsi vaccinare nel nostro Paese anche gli svizzeri residenti all’estero e i membri del loro nucleo familiare (coniugi/partner, figli, genitori e suoceri che vivono nella stessa economia domestica) che non hanno l’assicurazione malattie obbligatoria in Svizzera e i frontalieri che si trovano nella stessa situazione. Come richiesto dai Cantoni, i costi saranno a carico della Confederazione.

La crisi sanitaria - Il recente drastico peggioramento della situazione epidemiologica, viene specificato, è «verosimilmente da ricondurre soprattutto al basso tasso di copertura vaccinale». Da qui il confronto con i nostri vicini: «In Svizzera, si è sottoposto almeno alla prima vaccinazione il 56 per cento della popolazione, contro il 63 per cento nell’Unione europea». Dieci giorni fa c'è stato un raddoppio del numero dei casi, sottolinea Berset. La maggior parte dei ricoverati ha tra i 30 e i 60 anni. «Sapendo che c'è sempre un ritardo di ricoveri e decessi dall'esplosione dei casi vogliamo essere pronti ed evitare il sovraccarico del sistema ospedaliero». «Non c'è una scorciatoia in questa pandemia. Bisognerà percorrere tutta la strada finché non si arriverà a un'immunizzazione sufficiente della popolazione», queste le parole del consigliere federale.

È il momento delle domande dei media

Fino a poco tempo fa la Confederazione aveva detto di non avere intenzione di introdurre il Certificato Covid negli esercizi pubblici. Ora proponete questo. Non è il caso di essere più cauti nella comunicazione?

Berset: La situazione muta ogni giorno e gli sviluppi sono difficilmente prevedibili. Noi adattiamo le misure in maniera proporzionale e progressiva.

Ora che i test non saranno più gratuiti ci sarà una divisione della società non solo tra vaccinati e non vaccinati ma anche tra chi si può permettere i test e chi non può.
Berset: Farsi vaccinare è gratuito. Ciascun individuo può scegliere se approfittare di questa offerta o meno. I test per i sintomatici, gli under 16 e le persone che non possono vaccinarsi continueranno a essere presi a carico dalla Confederazione.

Se la consultazione inizia ora e si decide per una messa in vigore tra due mesi la posizione presa ora dai Cantoni non è prematura?
Berset: Noi cerchiamo di fare una consultazione preventiva per anticipare la messa in vigore. Adesso noi non vogliamo più farci sorprendere. Potremmo però anche in un secondo tempo fare una seconda consultazione. I Cantoni sanno come funziona tutto questo processo e possono dirsi pro o contro specificando in funzione di quali condizioni.

Si prevede un'estensione del Certificato Covid anche alle università?
Michael Gerber, esperto legale dell'UFSP: Abbiamo fatto una riflessione in questo senso, ma per il momento non abbiamo ancora nessuna proposta.

Quanti sono attualmente i contagi riconducibili al rientro dalle vacanze?
Circa il 40% del totale.
 
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Alla fine anche la Svizzera sembra piegarsi alla imposizione vaccinale al pari di Italia e Francia.
Io anche se proprio non avevo voglia il mese scorso mi sono fatto la pera dato che era oramai evidente,come con la forza e col ricatto,alla fine saremmo arrivati a questa situazione...purtroppo che ci piaccia o no è e sarà così chissà per quanti anni a venire.
 
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Berna estenderà l'utilizzo del certificato Covid-19 mercoledì
La decisione è stata comunicata da Alain Berset ai partiti durante l'ultima riunione.
Il Consigliere federale ha inoltre scritto una lettera ai cantoni chiedendo un maggior sforzo per garantire «sufficienti» letti nelle terapie intensive e dare «ulteriore vigore» alla campagna vaccinale.


BERNA - Mercoledì scorso il Consiglio federale aveva deciso di non decidere. Aveva temporeggiato nella speranza che il numero delle infezioni scendesse. Ma così non è stato. E ora pare che la decisione di estendere l'uso del certificato Covid-19 anche nei luoghi al chiuso (bar, ristoranti, cinema, ecc.) sia ormai stata presa. E che verrà comunicata al popolo il prossimo mercoledì.

Tutti i partiti d'accordo, tranne l'Udc - Ad anticipare la notizia è stata la SonntagsZeitung (SZ) sulla base di quanto emerso da una riunione tra il Consiglio federale e i rappresentanti dei partiti svizzeri svoltasi venerdì. Partiti che, Udc a parte, sono tutti d'accordo su «una rapida espansione» nel campo di applicazione del certificato Covid-19. Anzi alcuni di essi hanno pure rimproverato Alain Berset di agire con colpevole ritardo. «La situazione è critica e probabilmente ci troviamo già nel mezzo della quarta ondata», ha precisato al domenicale il co-presidente socialista Cédric Wermuth, presente all'incontro. «È molto probabile che mercoledì il Consiglio federale estenda l'obbligo del certificato».

Il pensiero dei Cantoni - L'estensione dell'utilizzo del certificato Covid è richiesta a gran voce anche da molti cantoni. «È arrivato il momento di farlo», afferma il presidente della Conferenza delle direttrici e dei direttori cantonali della sanità Lukas Engelberger, ricordando che il tasso di occupazione delle cure intense svizzere ha superato l'80% (siamo tra i peggiori d'Europa). La situazione - come noto - è particolarmente preoccupante negli ospedali di Argovia, Lucerna, Sciaffusa, Basilea Città e Vaud. Ma anche a Zurigo le cose non vanno benissimo. «Venerdì c'erano solo nove posti letto liberi», precisa un portavoce dell'ospedale universitario. «Nel complesso i reparti di terapia intensiva sono molto pieni».

I ristoranti possono attendere - La penuria di letti nelle terapie intensive elvetiche provoca di riflesso contraccolpi sull'intero sistema sanitario. «È preoccupante che alcune operazioni debbano essere rinviate», afferma alla SonntagsZeitung Ruth Humbel, presidente della Commissione sanitaria del Consiglio nazionale. La politica del Centro auspica «l'immediata» estensione dell'obbligo di certificato nei bar, nei centri fitness, e più in generale negli spazi al chiuso in cui non è possibile utilizzare le mascherine e mantenere le distanze. Per ora, la consigliera nazionale argoviese escluderebbe dalla lista i ristoranti. «Lì ci sono buoni concetti di protezione e il requisito di certificato obbligatorio andrebbe introdotto solo se le altre misure si rivelassero insufficienti».

La lettera di Berset - Prima di annunciare il nuovo inasprimento, però, Berset intende responsabilizzare i cantoni. In una lettera il ministro della salute richiede infatti che vengano garantiti «sufficienti» posti letto nelle terapie intensive, rimandando le operazioni ritenute non urgenti. Nella sua missiva il ministro della salute invita pure i cantoni a ingegnarsi per dare ulteriore vigore a una campagna vaccinale «troppo statica», seguendo l'esempio del Ticino con le vaccinazioni "on the road". Da parte sua Cédric Wermuth punta il dito proprio contro i cantoni, ritenuti «i principali responsabili» dell'attuale situazione. «In diversi hanno dormito, ancora una volta», sottolinea sulle pagine della SZ.
 
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Coronavirus: il Consiglio federale estende l’obbligo del certificato e pone in consultazione nuove disposizioni per l’entrata in Svizzera​



Berna, 08.09.2021 - Da lunedì 13 settembre 2021, il certificato sarà obbligatorio all’interno dei ristoranti, delle strutture culturali e per il tempo libero e alle manifestazioni al chiuso. I datori di lavoro potranno inoltre inserire il suo impiego nelle misure di protezione. Questo è quanto ha deciso il Consiglio federale nella sua seduta dell’8 settembre per far fronte alla difficile situazione negli ospedali, che non accenna a migliorare. Il provvedimento è limitato al 24 gennaio 2022. Il Consiglio federale ha inoltre posto in consultazione due progetti: uno sull’entrata in Svizzera di persone non guarite o non vaccinate e uno sull’accessibilità del certificato COVID svizzero alle persone vaccinate all’estero.


La situazione negli ospedali resta tesa e i reparti di terapia intensiva stanno raggiungendo i propri limiti. In alcuni Cantoni vengono rinviati interventi e in diversi casi sono stati trasferiti pazienti in altri ospedali. Con l’abbassamento delle temperature nei mesi autunnali non può essere escluso un rapido aumento dei ricoveri con conseguente sovraccarico degli ospedali. Il numero dei contagi permane alto e negli ultimi giorni si sono intravisti segnali di una diffusione lievemente più rapida del virus.

La percentuale della popolazione non immunizzata è ancora troppo alta per prevenire una nuova ondata di contagi. Anche se l’interesse è lievemente aumentato, il ritmo di vaccinazione resta basso. Il vaccino offre una buona protezione sia contro l’infezione sia contro un decorso grave della malattia. Inoltre chi è vaccinato trasmette molto meno il virus ad altri.

Estensione temporanea dell’obbligo del certificato

Alla luce della situazione attuale e per prevenire un sovraccarico degli ospedali, il Consiglio federale ha deciso di estendere l’obbligo del certificato alle persone a partire dai 16 anni. Per vedere gli effetti del provvedimento sull’occupazione dei letti nei reparti di terapia intensiva ci vorranno dalle due alle tre settimane. L’estensione dell’obbligo del certificato è limitata al 24 gennaio 2022. Il Consiglio federale ha tuttavia la possibilità di revocare il provvedimento anzitempo se la situazione negli ospedali dovesse distendersi.

Evitare le chiusure grazie al certificato

Accessibile a tutti, il certificato attesta l’avvenuta vaccinazione, la guarigione dalla COVID-19 o il risultato negativo di un test e si è già dimostrato utile per le discoteche e le grandi manifestazioni. Grazie ad esso sono possibili manifestazioni e attività altrimenti troppo pericolose. Poiché con il suo impiego s’incontrano fra loro soltanto persone non contagiose o a bassa contagiosità, il rischio di trasmissione si riduce notevolmente. Il certificato consente inoltre di adottare provvedimenti contro la diffusione del virus senza dover passare subito alla chiusura di strutture o al divieto di determinate attività. Alle manifestazioni in cui è obbligatorio vengono per altro a cadere altre misure di protezione quali l’obbligo della mascherina.

Obbligo del certificato negli spazi interni

Da lunedì 13 settembre, il certificato sarà obbligatorio all’interno di ristoranti e bar. Non è per contro richiesto sulle terrazze, nelle mense per i poveri e nelle strutture della ristorazione nelle aree di transito degli aeroporti. Anche l’accesso alle strutture culturali e per il tempo libero, quali musei, biblioteche, giardini zoologici, centri fitness, palestre di arrampicata, piscine coperte, parchi acquatici, sale da biliardo o da gioco sarà limitato alle persone in possesso di un certificato.

Obbligo del certificato per le manifestazioni al chiuso

L’obbligo del certificato varrà anche per le manifestazioni al chiuso (concerti, teatro, cinema, manifestazioni sportive, eventi privati come le feste di matrimonio in locali accessibili al pubblico). A tutela dei diritti fondamentali, faranno eccezione le manifestazioni religiose e le manifestazioni per la formazione dell’opinione politica con un massimo di 50 persone. Esclusi dall’obbligo anche i gruppi di auto-aiuto. Per le manifestazioni all’aperto continueranno a valere le regole vigenti: obbligo del certificato per le manifestazioni con più di 1000 persone e libertà di scelta degli organizzatori per eventi di minori dimensioni.

Obbligo del certificato per le attività sportive e culturali

Anche per le attività sportive e culturali al chiuso come allenamenti o prove musicali o teatrali l’accesso sarà limitato a chi è in possesso del certificato COVID. Questa restrizione non varrà per i gruppi a composizione stabile di al massimo 30 persone che si allenano o si esercitano regolarmente insieme in locali separati.

Sanzioni in caso di inosservanza dell’obbligo

Gli ospiti senza certificato di strutture o manifestazioni per le quali il certificato è obbligatorio saranno passibili di una multa di 100 franchi. Alle strutture e alle manifestazioni che non osservano l’obbligo potranno essere applicate sanzioni che vanno dalla multa alla chiusura dell’esercizio. Per il controllo sono responsabili i Cantoni.

Consentito l’impiego del certificato nel mondo del lavoro

I datori di lavoro potranno verificare se i loro dipendenti sono in possesso di un certificato soltanto se necessario per l’attuazione di misure di protezione adeguate o di strategie di test. Inoltre, le informazioni sullo stato di immunità o sul risultato del test non potranno essere utilizzate per alcun altro scopo. Se chiederanno ai loro dipendenti di sottoporsi al test, i datori di lavoro dovranno coprirne i costi. Soltanto i test ripetuti saranno assunti dalla Confederazione. L’impiego del certificato e le misure che se ne intendono trarre andranno discussi con i dipendenti e documentati per scritto. Per ragioni di protezione dei dati, i datori di lavoro dovranno utilizzare, nel limite del possibile, il certificato light.

Obbligo del certificato possibile nelle scuole universitarie

I Cantoni o le scuole universitarie potranno prescrivere l’obbligo del certificato per i corsi di livello bachelor e master. In questo caso saranno revocati l’obbligo della mascherina e la limitazione a due terzi della capienza. Per altre attività universitarie, quali lo svolgimento di corsi di formazione continua, continueranno a valere le regole previste per le manifestazioni.

Modifiche successive alla consultazione

L’estensione dell’obbligo del certificato è stata accolta positivamente dalla grande maggioranza dei partecipanti alla consultazione. Rispetto alle proposte poste in consultazione, il Consiglio federale ha proceduto ad alcune modifiche, prevedendo per esempio deroghe per le mense per i poveri e i ristoranti nelle aree di transito degli aeroporti, la possibilità della multa disciplinare, l’innalzamento a 50 persone del limite per le manifestazioni religiose e l’obbligo di consultazione e documentazione nel mondo del lavoro.

Nuove disposizioni per l’entrata: identificare e isolare velocemente le persone contagiate

Nella sua seduta il Consiglio federale ha discusso anche delle disposizioni per l’entrata in Svizzera, nell’intento di definire una normativa efficace in vista delle vacanze autunnali. L’obiettivo è identificare e isolare velocemente le persone che hanno contratto il virus. Il Consiglio federale pone in consultazione due varianti. Entrambe considerano che la popolazione adulta ha la possibilità di farsi vaccinare e integrano il certificato COVID come documento riconosciuto a livello internazionale.

Due varianti in consultazione

La prima variante si basa su test ripetuti: per entrare in Svizzera, le persone che non sono mai state contagiate o che non sono vaccinate dovranno presentare il risultato negativo di un test, indipendentemente dal Paese di provenienza. Dai quattro ai sette giorni dopo l’arrivo in Svizzera dovranno quindi sottoporsi a un ulteriore test nel nostro Paese, il cui risultato dovrà essere trasmesso al Cantone. I costi di entrambi i test saranno a carico dei viaggiatori.

Anche la seconda variante prevede l’obbligo di presentare il risultato negativo di un test per le persone che non sono mai state contagiate o che non sono vaccinate. Invece di sottoporsi a un secondo test, dovranno però mettersi in quarantena per dieci giorni. La quarantena potrà essere ridotta dopo sette giorni sottoponendosi a un test e ottenendo un risultato negativo.

Entrambe le varianti prevedono la compilazione del modulo d’entrata elettronico (Passenger Locator Form) e le regole si applicheranno a tutte le persone, indipendentemente da come sono entrate (a piedi, in bicicletta, in aereo, in treno, in battello, in autobus o in automobile). I controlli saranno intensificati e, se necessario, saranno inflitte multe. Esclusi da queste disposizioni saranno, tra l’altro, i frontalieri, i bambini sotto i 16 anni, i passeggeri in transito e i trasporti di merci attraverso la Svizzera.

La consultazione durerà fino al 14 settembre. Il Consiglio federale deciderà presumibilmente il 17 settembre. L’entrata in vigore è prevista il 20 settembre.

Elenco dei Paesi a rischio non più adeguato per provvedimenti sanitari di confine

L’elenco dei Paesi in cui circolano varianti preoccupanti del virus precedentemente utilizzato dall’Ufficio federale della sanità pubblica è ormai superato. In molti Paesi, la variante Delta, altamente contagiosa, ha causato un forte aumento dei casi nel giro di pochi giorni. Una dinamica tanto rapida non può essere registrata in elenchi di questo tipo. Inoltre, rinunciando ad aggiornare costantemente l’elenco, si agevola in una certa misura la pianificazione del settore dei viaggi. Resta invece in vigore l’elenco dei Paesi a rischio della Segreteria di Stato della migrazione, che stabilisce da quale Paese si può entrare in Svizzera.

Certificato COVID per persone vaccinate all’estero

Il Consiglio federale ha discusso anche del certificato COVID per persone vaccinate all’estero. Attualmente, soltanto i certificati rilasciati da Paesi che hanno adottato il certificato COVID digitale dell’UE sono tecnicamente compatibili con il sistema svizzero. In futuro tutte le persone a cui è stato somministrato all’estero un vaccino omologato dall’Agenzia europea per i medicinali che risiedono o desiderano entrare in Svizzera potranno ottenere il certificato COVID svizzero. Come nei Paesi limitrofi, l’accesso al certificato non sarà esteso a tutti i vaccini approvati dall’Organizzazione mondiale della sanità. Ciascun Cantone dovrà definire un organo di contatto cui potranno rivolgersi le persone vaccinate all’estero. L’elenco di tutti gli organi di contatto cantonali dovrà essere pubblicato su un sito Internet della Confederazione. La proposta del Consiglio federale è posta in consultazione fino al 14 settembre.
 
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c'è qualche uova restrizione ad entrare in svizzera? scusate ma non sono molto aggiornato...
 
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