SERVIZI OFFERTI (vedi DIZIONARIO): GFE/FK/DATY/BBJ/69/STRAIGHT SEX/ANAL
SERVIZI USUFRUITI: GFE/FK/DATY/BBJ/69/STRAIGHT SEX/ANAL
COMPENSO RICHIESTO: 100 (ALL INCLUSIVE)
COMPENSO CONCORDATO: 100
DURATA DELL'INCONTRO: 30 MINUTI
DESCRIZIONE FISICA: 1,60 (anche meno), magra, abbastanza tonica, seno non bellissimo, fica ben depilata, buco del culo rosato
ATTITUDINE: GFE
REPERIBILITA': ottima. Risponde subito di mattina alle 10.30, alle 11.10 la sto già trombando
PAGELLA: Fisico 7.5/Sex 8.5/Social time 6.5
E’ sulla piazza da qualche mese questa Evelin, slovacca di Bratislava, italiano stentatissimo, inglese zero, fisico minuto, GFE-style. Non è quello che si dice: il mio tipo, ma alle 10.30 è l’unica a rispondere e io non posso attendere, alle 13.30 ho un aereo da Malpensa. E così rompo gli indugi e alle 11 mi intrufolo nel suo piccolo alloggio.
La sua presenza scenica, abbastanza dimessa, mi lascia perplesso, ma non ci penso proprio ad abbandonare il campo. Non che le foto lasciassero presagire una cavalla di razza, ma non mi aspettavo nemmeno cotanto minimalismo dal punto di vista fisico.
Fortunatamente e come di solito succede quando non ti trovi di fronte ad arrapanti premesse, già dai primi contatti si capisce subito che la slovacchina ci metterà tutto l’impegno di cui è capace per archiviare velocemente la sua irrilevanza fisica
Lingua in bocca molto spinto, delicata tastatine di palle, leggeri morsetti sui capezzoli e in pochi minuti mi attrezza a dovere.
Poi si siede sul letto e parte di pompa, lasciandomi impalato e rinvigorito di fiducia. Con azioni lente e misurate avvolge il mio cazzo e se lo ficca in gola, gorgogliando fuori tutta la nicotina rappresa sulle pareti dell’esofago.
Non avevo mai pensato che un pompino potesse essere un espediente per l’autopulizia del cavo orale. Ma perché limitare il trattamento alle prime vie respiratorie? Prendo la sua testolina tra le mani e comincio a stantuffare d’imperioso slancio, convinto di aver diritto ad un risarcimento per la carente fisicità della donzella di turno.
Evelin non solo vede l’apertura, ma rilancia, bloccandomi sovente dentro la bocca, a contatto con le sue tonsille, per interminabili sprazzi di tempo. Lodevole.
Dopo questo irruente preambolo, le concedo qualche istante di pausa e vado a sistemarmi supino sul letto. Le mimo il 69 e lei esegue, porgendomi due chiappette sbaffate da irresistibili chiazze rosse. Il tempo di raccogliere i capelli in uno chignon e la slovacchina, foggiando le sottili labbra nel modo più confacente allo scopo, riprende a pompare, alternando momenti in cui voracemente ingolla tutto, a momenti di ritirata strategica, utili a gestire la repentina irrumatio a cui la sottopongo muovendo il bacino dall’alto in basso.
Che tempra questa signorina, e che bel culetto, tutto sommato. Mi perdo in un succhiello perforante e riscontro una certa predisposizione per le operazioni di chiusura che sto programmando per annichilire la tenace signorina di Bratislava.
Gommato rosso carminio, mi infilo tra le sue terga con impetuoso ardore, con il dichiarato obiettivo di sentirla implorare la fine anticipata di quella straziante mezz’ora.
Il laido fragore del mio pube sbattuto violentemente sulle sue natiche irrompe nel silenzio della stanza, mentre la mia mente vaga alla ricerca di frammenti dell’estasi che, ancora non molti anni fa, si impadroniva di me non appena la mia cappella cominciava ad impossessarsi del culo di una puttana.
Resto per qualche minuto appeso ai ricordi più esaltanti e con il pilota automatico inserito, continuo ad abusare della malcapitata, perfettamente prona e appecorata. Un sorriso forzato verga il suo volto aguzzo mentre gli occhi vigili mal dissimulano la speranza che dal sottoscritto arrivino presto segnali di cedimento, segnali che il martirio sta volgendo al termine. Non sa la poveretta che procedo con infima risonanza emotiva e che sto setacciando il baule della memoria per ridestare uno straccio di erotica sensazione, qualcosa in più dell’osceno e banale disegno di fare strame di quel corpo insignificante e anonimo che il destino ha messo sulla mia strada.
Mi chino alla ricerca della sua bocca, intercetto la sua lingua guizzante e generosa e, chissà perché, le sinapsi scrotali, come una argano arrugginito, ricominciano improvvisamente a girare. Cosi mi fermo per ricaricare le pile e prepararmi al rush finale. Ne approfitto per buttare l’occhio sul centro delle operazioni, vorrei valutare i danni del mio sodomizzante incedere, asciutto quanto furibondo e inflessibile, ma non posso: il preservativo è incagliato da qualche parte sul fondo, meglio non rischiare l’estrazione.
Con un contorsionismo delle braccia e delle mani inizio invece a titillare la fica di Evelin nel vano tentativo di strapparle un vocalizzo, un lamento, un sospiro, ma non ottengo nulla: la slovacca strabuzza gli occhi ma resta immobile, concentrata sulla agognata fine delle ostilità che ormai sente vicina. E la slovacca ha ragione ovviamente. Stringo le chiappe, irrigidisco il perineo, ma non faccio in tempo a riorganizzare l’offensiva che devo lasciare il campo ad un orgasmo silente e spietato. Evelin sorride ad occhi finalmente chiusi, gli zigomi rilassati. Probabilmente starà pensando: “E anche questa è andata”.
SERVIZI USUFRUITI: GFE/FK/DATY/BBJ/69/STRAIGHT SEX/ANAL
COMPENSO RICHIESTO: 100 (ALL INCLUSIVE)
COMPENSO CONCORDATO: 100
DURATA DELL'INCONTRO: 30 MINUTI
DESCRIZIONE FISICA: 1,60 (anche meno), magra, abbastanza tonica, seno non bellissimo, fica ben depilata, buco del culo rosato
ATTITUDINE: GFE
REPERIBILITA': ottima. Risponde subito di mattina alle 10.30, alle 11.10 la sto già trombando
PAGELLA: Fisico 7.5/Sex 8.5/Social time 6.5
E’ sulla piazza da qualche mese questa Evelin, slovacca di Bratislava, italiano stentatissimo, inglese zero, fisico minuto, GFE-style. Non è quello che si dice: il mio tipo, ma alle 10.30 è l’unica a rispondere e io non posso attendere, alle 13.30 ho un aereo da Malpensa. E così rompo gli indugi e alle 11 mi intrufolo nel suo piccolo alloggio.
La sua presenza scenica, abbastanza dimessa, mi lascia perplesso, ma non ci penso proprio ad abbandonare il campo. Non che le foto lasciassero presagire una cavalla di razza, ma non mi aspettavo nemmeno cotanto minimalismo dal punto di vista fisico.
Fortunatamente e come di solito succede quando non ti trovi di fronte ad arrapanti premesse, già dai primi contatti si capisce subito che la slovacchina ci metterà tutto l’impegno di cui è capace per archiviare velocemente la sua irrilevanza fisica
Lingua in bocca molto spinto, delicata tastatine di palle, leggeri morsetti sui capezzoli e in pochi minuti mi attrezza a dovere.
Poi si siede sul letto e parte di pompa, lasciandomi impalato e rinvigorito di fiducia. Con azioni lente e misurate avvolge il mio cazzo e se lo ficca in gola, gorgogliando fuori tutta la nicotina rappresa sulle pareti dell’esofago.
Non avevo mai pensato che un pompino potesse essere un espediente per l’autopulizia del cavo orale. Ma perché limitare il trattamento alle prime vie respiratorie? Prendo la sua testolina tra le mani e comincio a stantuffare d’imperioso slancio, convinto di aver diritto ad un risarcimento per la carente fisicità della donzella di turno.
Evelin non solo vede l’apertura, ma rilancia, bloccandomi sovente dentro la bocca, a contatto con le sue tonsille, per interminabili sprazzi di tempo. Lodevole.
Dopo questo irruente preambolo, le concedo qualche istante di pausa e vado a sistemarmi supino sul letto. Le mimo il 69 e lei esegue, porgendomi due chiappette sbaffate da irresistibili chiazze rosse. Il tempo di raccogliere i capelli in uno chignon e la slovacchina, foggiando le sottili labbra nel modo più confacente allo scopo, riprende a pompare, alternando momenti in cui voracemente ingolla tutto, a momenti di ritirata strategica, utili a gestire la repentina irrumatio a cui la sottopongo muovendo il bacino dall’alto in basso.
Che tempra questa signorina, e che bel culetto, tutto sommato. Mi perdo in un succhiello perforante e riscontro una certa predisposizione per le operazioni di chiusura che sto programmando per annichilire la tenace signorina di Bratislava.
Gommato rosso carminio, mi infilo tra le sue terga con impetuoso ardore, con il dichiarato obiettivo di sentirla implorare la fine anticipata di quella straziante mezz’ora.
Il laido fragore del mio pube sbattuto violentemente sulle sue natiche irrompe nel silenzio della stanza, mentre la mia mente vaga alla ricerca di frammenti dell’estasi che, ancora non molti anni fa, si impadroniva di me non appena la mia cappella cominciava ad impossessarsi del culo di una puttana.
Resto per qualche minuto appeso ai ricordi più esaltanti e con il pilota automatico inserito, continuo ad abusare della malcapitata, perfettamente prona e appecorata. Un sorriso forzato verga il suo volto aguzzo mentre gli occhi vigili mal dissimulano la speranza che dal sottoscritto arrivino presto segnali di cedimento, segnali che il martirio sta volgendo al termine. Non sa la poveretta che procedo con infima risonanza emotiva e che sto setacciando il baule della memoria per ridestare uno straccio di erotica sensazione, qualcosa in più dell’osceno e banale disegno di fare strame di quel corpo insignificante e anonimo che il destino ha messo sulla mia strada.
Mi chino alla ricerca della sua bocca, intercetto la sua lingua guizzante e generosa e, chissà perché, le sinapsi scrotali, come una argano arrugginito, ricominciano improvvisamente a girare. Cosi mi fermo per ricaricare le pile e prepararmi al rush finale. Ne approfitto per buttare l’occhio sul centro delle operazioni, vorrei valutare i danni del mio sodomizzante incedere, asciutto quanto furibondo e inflessibile, ma non posso: il preservativo è incagliato da qualche parte sul fondo, meglio non rischiare l’estrazione.
Con un contorsionismo delle braccia e delle mani inizio invece a titillare la fica di Evelin nel vano tentativo di strapparle un vocalizzo, un lamento, un sospiro, ma non ottengo nulla: la slovacca strabuzza gli occhi ma resta immobile, concentrata sulla agognata fine delle ostilità che ormai sente vicina. E la slovacca ha ragione ovviamente. Stringo le chiappe, irrigidisco il perineo, ma non faccio in tempo a riorganizzare l’offensiva che devo lasciare il campo ad un orgasmo silente e spietato. Evelin sorride ad occhi finalmente chiusi, gli zigomi rilassati. Probabilmente starà pensando: “E anche questa è andata”.
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