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MI LIBRE CANCION
L’ultimo incontro si potrebbe archiviare come tanti, non esaltante. Ma sei ancora lì che ci pensi. Perché non è stato, propriamente, il “solitoâ€. Quando a passo di danza hai salito le scale, e ti ha aperto la porta, hai capito subito che c’era qualcosa di strano. Non era solo una portatrice sana di buchi e tette. Certo, anche quello; ma il viso lo conoscevi, l’avevi avuto accanto quattro anni sul banco del liceo; poi, mai più visto. Gli anni sono passati anche per lei, ma ad un ritmo molto più lento, sarà che la sua astronave ha viaggiato più veloce? Ma te la saresti aspettata proprio così, se l’avessi rivista sposata dopo l’università , elegante e perbene, un po’ di stipsi congenita ormai cronica. E che ti dicesse quant’eran belli i nostri giorni. Invece ti ha detto un tanto all’ora, e dov’era il bagno.
Ora è il momento della verità . Vedrai se è cambiata. Ma quando ti fissa mentre ti spogli, e ti interroga, con quella sua voce misurata, e finge di ascoltare le tue risposte di circostanza ostentando il sorrisino un po’ asimmetrico da gioconda, sei sempre più convinto. E’ lei.
Un déja 50 che ti lascia interdetto. Anche il corpo te lo saresti aspettato così, da una cutrettola adolescente fiorita in signora perbene. Perfettamente epilata, pelle di alcantara da chi è attenta alla linea e alla dieta, forse qualche marron glacé di troppo finito sulla pancia. Ma vederla o non vederla tutta nuda, ai vostri giorni, non era dipeso da te. Ti aveva filato, ti aveva tenuto in scacco, ma più che qualche fiocco in gola e manate nel buio non ti aveva concesso.
Ora che si può - e si deve - concedere, finalmente saprai cosa ti sei perso.
La pelle di velluto si lascia guidare, ma non senza fatica. Pare che il servosterzo ogni tanti si indurisca, come a motore spento. Le cedi il volante, è la cosa migliore.
Il tempo scorre lento, nella stanza piena di lettone rosso, e cagnone di pezza, e foto di bambini. Saranno i suoi? Cosa sarà successo nell’astronave lanciata quasi a velocità della luce per annullare il tempo, mentre tu stavi quaggiù ad invecchiare? E quell’abat-jour impietoso che fa le ombre cinesi coi vostri profili, si può spegnere? Perché? Perché il cliente ha sempre ragione, non servono spiegazioni.
E quello stereo. Quella musica. Quel CD che ti avvolge in pezzi vintage, trintage, quarantage. Sono i tuoi, ne avevi comprato i diritti, li avevi chiusi in testa in cassaforte, non credevi che nessuno avrebbe compiuto il sacrilegio di remixarli in spagnolo. Ma è successo, sono lì che suonano.
E tu ritorni a sedici anni, quando ballavi con l’astronauta a luci spente allo Sporting, come due ubriachi appoggiati allo stesso lampione, e le facevi sentire cos’avevi nelle mutande, non era la bottiglia di cocacola di Benigni, e lei non si tirava indietro, non era maleducata.
La malinconia non è uno stato d’animo. E’ un gladiatore.
Sei arrivato nell’arena allenato e teso, con daga e scudo, pronto a dare e parare fendenti.
Il reziario ti arriva alle spalle. Ti getta addosso la sua cappa di corda. Con la daga puoi farci poco. Puoi solo sperare nella clemenza del pubblico.
Il CD tagliato su misura per ammalinconire continua implacabile. Ma il peggio è ormai passato, la tua astronauta conosce le manovre per riportare il velivolo alla quota di crociera, Si vede che ha fatto tanta pratica, dai sedici anni in poi. Anche se non con te. Quand’è il momento ti restituisce i comandi e i galloni da comandante, in qualche modo l’aereo giunge a destinazione.
Vi rivedrete? Chissà ….. Mai dire mai. La prossima volta, però, la compilation portala tu. Mettici i Police.
http://it.youtube.com/watch?v=x7EaQhTzoSM
Attenzione: non è un medicinale, ma può avere gravi effetti collaterali sui puttanieri old-fashion. Si suggerisce l’ascolto davanti al caminetto, una sera in cui la vostra compagna ha mal di testa.
L’ultimo incontro si potrebbe archiviare come tanti, non esaltante. Ma sei ancora lì che ci pensi. Perché non è stato, propriamente, il “solitoâ€. Quando a passo di danza hai salito le scale, e ti ha aperto la porta, hai capito subito che c’era qualcosa di strano. Non era solo una portatrice sana di buchi e tette. Certo, anche quello; ma il viso lo conoscevi, l’avevi avuto accanto quattro anni sul banco del liceo; poi, mai più visto. Gli anni sono passati anche per lei, ma ad un ritmo molto più lento, sarà che la sua astronave ha viaggiato più veloce? Ma te la saresti aspettata proprio così, se l’avessi rivista sposata dopo l’università , elegante e perbene, un po’ di stipsi congenita ormai cronica. E che ti dicesse quant’eran belli i nostri giorni. Invece ti ha detto un tanto all’ora, e dov’era il bagno.
Ora è il momento della verità . Vedrai se è cambiata. Ma quando ti fissa mentre ti spogli, e ti interroga, con quella sua voce misurata, e finge di ascoltare le tue risposte di circostanza ostentando il sorrisino un po’ asimmetrico da gioconda, sei sempre più convinto. E’ lei.
Un déja 50 che ti lascia interdetto. Anche il corpo te lo saresti aspettato così, da una cutrettola adolescente fiorita in signora perbene. Perfettamente epilata, pelle di alcantara da chi è attenta alla linea e alla dieta, forse qualche marron glacé di troppo finito sulla pancia. Ma vederla o non vederla tutta nuda, ai vostri giorni, non era dipeso da te. Ti aveva filato, ti aveva tenuto in scacco, ma più che qualche fiocco in gola e manate nel buio non ti aveva concesso.
Ora che si può - e si deve - concedere, finalmente saprai cosa ti sei perso.
La pelle di velluto si lascia guidare, ma non senza fatica. Pare che il servosterzo ogni tanti si indurisca, come a motore spento. Le cedi il volante, è la cosa migliore.
Il tempo scorre lento, nella stanza piena di lettone rosso, e cagnone di pezza, e foto di bambini. Saranno i suoi? Cosa sarà successo nell’astronave lanciata quasi a velocità della luce per annullare il tempo, mentre tu stavi quaggiù ad invecchiare? E quell’abat-jour impietoso che fa le ombre cinesi coi vostri profili, si può spegnere? Perché? Perché il cliente ha sempre ragione, non servono spiegazioni.
E quello stereo. Quella musica. Quel CD che ti avvolge in pezzi vintage, trintage, quarantage. Sono i tuoi, ne avevi comprato i diritti, li avevi chiusi in testa in cassaforte, non credevi che nessuno avrebbe compiuto il sacrilegio di remixarli in spagnolo. Ma è successo, sono lì che suonano.
E tu ritorni a sedici anni, quando ballavi con l’astronauta a luci spente allo Sporting, come due ubriachi appoggiati allo stesso lampione, e le facevi sentire cos’avevi nelle mutande, non era la bottiglia di cocacola di Benigni, e lei non si tirava indietro, non era maleducata.
La malinconia non è uno stato d’animo. E’ un gladiatore.
Sei arrivato nell’arena allenato e teso, con daga e scudo, pronto a dare e parare fendenti.
Il reziario ti arriva alle spalle. Ti getta addosso la sua cappa di corda. Con la daga puoi farci poco. Puoi solo sperare nella clemenza del pubblico.
Il CD tagliato su misura per ammalinconire continua implacabile. Ma il peggio è ormai passato, la tua astronauta conosce le manovre per riportare il velivolo alla quota di crociera, Si vede che ha fatto tanta pratica, dai sedici anni in poi. Anche se non con te. Quand’è il momento ti restituisce i comandi e i galloni da comandante, in qualche modo l’aereo giunge a destinazione.
Vi rivedrete? Chissà ….. Mai dire mai. La prossima volta, però, la compilation portala tu. Mettici i Police.
http://it.youtube.com/watch?v=x7EaQhTzoSM
Attenzione: non è un medicinale, ma può avere gravi effetti collaterali sui puttanieri old-fashion. Si suggerisce l’ascolto davanti al caminetto, una sera in cui la vostra compagna ha mal di testa.