Luciana

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Sicilia

Valutazione sintetica della mia esperienza:
(5/5) ★★★★★

NOME INSERZIONISTA: Luciana
RIFERIMENTO INTERNET: https://www.escortforumit.xxx/accompagnatrici/Luciana-87169?from=regular_list
RIFERIMENTO INTERNET: http://www.candyshopagency.com/luciana
CITTA' DELL'INCONTRO: Catania
NAZIONALITA': Russa
ETA': Sui venticinque
CONFORMITA' ALL'ANNUNCIO: Conforme
SERVIZI OFFERTI (vedi DIZIONARIO): BJ o BBJ, Leccata di palle, FK, Rai1 e Rai2 eccetera
SERVIZI USUFRUITI: BBJ, Leccata di palle, FK e Rai2
COMPENSO RICHIESTO: 300 (200 un'ora più l'extra del Rai2)
COMPENSO CONCORDATO: 300
DURATA DELL'INCONTRO: Un'ora
DESCRIZIONE FISICA: Bella ragazza, alta, labbra carnose, tette perfette, bel culo
ATTITUDINE: Ottima
REPERIBILITA': Facile (messaggistica tramite whatsapp)
PRESENZA DI BARRIERE ARCHITETTONICHE: Terzo piano con ascensore
TELEFONO:
+79291006447

Ogni volta che lecco la fica mi rimane un pelo trai denti, ma io uso lo stuzzicadenti e la fica continuo a leccar...

LA MIA RECENSIONE: Come altre volte prima di questa, la storia comincia con me che aspetto in auto. La tedmobile ferma sul ciglio della strada, è pomeriggio tardi, quasi sera, e in testa, non so perché, mi frullano senza sosta le immortali parole del poeta.
Che la fica sia cosa buona è giusta, è un dato di fatto, inutile dirlo. Lapalissiano. La famosa massima “Dio ha fatto i tramonti pieni di colori. Dio ha fatto i cavalli da corsa che vanno come spade. Dio ha fatto le arance, ha fatto le mele, ha fatto le fragole. Ma la più grande creazione di Dio è la fica” è di valenza imperitura. Vangelo direi! Ed era questo che pensavo... o meglio... pensavo al fatto che una spelonca pelosa non è proprio cosa che fa per il qui presente! mi rincresce dirlo. M’aggrada mica! E non pensate male... Sono da sempre un semper fidelis della bernarda, ma la bernarda l’ho sempre preferita ben rasata... a limite un ciuffettino sul monte di venere... un filo appena di pelo, ma una brughiera anni ottanta lì sotto non è proprio di mio gusto. Che ci posso fare: Gustibus!
Mi divagavo nei miei pensieri, dicevo. Torniamo a noi. Ero arrivato con una buona mezz’ora di anticipo, quindi, metti il caldo fottuto, metti la vorfreude, metti che avevo pure fame, che non avevo mangiato nulla per tutta la giornata, scrivo all’agenzia chiedendo se, dato che ero già lì, potevo salire prima. Entro venti minuti prima, esco venti minuti prima, nulla di che. Sono d’accordo. Mi mandano la conferma e le foto del relativo portone, corridoio, scala, porta. Ci sono pure le frecce ben disegnate, a prova proprio di idiota, penso. Non l’avessi detto! Arrivato al pianerottolo le porte mi sembrano tutte uguali, solo due hanno dei vasi di fiori accanto. Ovviamente vado in quella sbagliata, faccio per bussare quando sento aprire un uscio alle mie spalle. È lei.
Indossa un abito da sera nero, i tacchi alti. È simpatica, un viso grazioso, le labbra carnose. Ha le spalle larghe, un filo appena di pancia (che la rende non in carne, ma bella morbida. C’è un enorme differenza), due tette perfette, alla vista, al tatto, al gusto, a ognuno dei cinque sensi. Come sempre pattuiamo i servizi e il cucuzzario, mi dà un telo da bagno, mi c’accompagna.

Una volta spogliati si comincia a limonare. Lei, senza tacchi, va sul metro e ottanta. Mi siedo sulla poltrona che è accanto al letto, lei s’inginocchia. Il pompino è famelico, tutto senza mani, con la tecnica sopraffina della famigerata scuola russa. Una sorta di Sacra Scuola di Hokuto dedita non al far esplodere le persone ma... beh, cioè... insomma... di esplodere si esplode, ma non in quel senso...
Ci spostiamo sul letto, dove il pompino continua imperturbabile. Ogni tanto alza lo sguardo, mi guarda dritto negli occhi mentre mi bruca le maracas. M’incappuccia. Scopiamo solo in Rai2, prima lei messa a pecora, poi sdraiata sulla pancia, culo all’aria, dove finisco.

Stiamo sdraiati sul letto, il condizionatore proprio sopra le nostre cucuzze. Parlicchia un discreto italiano, capisce e si fa capire. Parliamo del più e del meno, la sua testa poggiata sul mio petto. La stanza è avvolta nella luce rossa delle abat-jour. La zona non è delle migliori, ma l’appartamento è elegante, grande, con molte stanze. È comunque da sola. L’altra ragazza dell’agenzia credo fosse andata via al suo arrivo.

Finito il secondo round mi vesto e vado via, con la promessa di tornarla a trovare se mai ricapiterà in città. C’è un forno davanti il trombodomo. Mi compro qualcosa perché davvero sto morendo di fame. Mangio mentre guido - cosa che adoro - solo che arrivato in piazza San Placido sto quasi per mettere sotto un tizio che attraversava la strada proprio nell’angolo morto del parabrezza del tedmobile. L’ho visto mica il povero stronzo, lì, nero sul nero, sulle strisce. Quello mi maledice in non so che lingua, io mi scuso mandandolo buddhisticamente a cagare. Tutto scorre...

 

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