Figlie di un dio minore

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ALTOPASCIO. Il suo cuore ha smesso di battere ieri mattina alle 10,30, al Centro ustioni dell’ospedale di Cisanello. Troppo gravi le ferite, su circa l’ottanta per cento del corpo, riportate nell’incendio che ella stessa, secondo le prime ricostruzioni, avrebbe causato. Un gesto folle, disperato, l’epilogo di una vita difficile, segnata da esperienze molto amare.

All’anagrafe Edson Pinheiro Da Silva Filho, Eduarda era nata a Recife, in Brasile, quarantuno anni fa. Da anni, nessuno riesce a ricostruire quanti, era in Italia, viveva ad Altopascio in un condominio in via Torino. Era una ragazza transessuale. Una ragazza schiva, che conduceva la sua vita in modo molto riservato. Altre ragazze trans che vivono nella stessa zona la conoscevano, ma in modo superficiale, proprio per il suo carattere e la sua scelta di vita. Schiva, forse, anche per le difficoltà cui doveva far fronte ogni giorno, anche economiche. A marzo del 2019 aveva ricevuto l’avviso di sfratto: chissà se era riuscita a comprendere appieno quanto era riportato nel documento, scritto coi termini del gergo giudiziario.

]Non aveva mai chiesto aiuto, però. Né ai servizi dell’amministrazione comunale di Altopascio, né al Consultorio Transgenere di Viareggio, il punto di riferimento di tante ragazze come lei. Aveva cercato, disperatamente, di farcela da sola. Fino alla tarda mattinata di lunedì 13 gennaio, poco prima che l’ufficiale giudiziario suonasse alla sua porta con l’ordinanza esecutiva di sfratto. In quegli ultimi momenti, nella consapevolezza che avrebbe perduto anche l’unico rifugio sicuro, Eduarda è stata sopraffatta dalla disperazione. «Un solo modo per ammazzare una strega» è il suo ultimo messaggio, alle 12,39, su Facebook. Ha aperto i tubi del gas, si è scatenato il fuoco, che ha minato la sua vita e messo a repentaglio quella di altri inquilini. Altre ventiquattro ore di agonia, poi è finito tutto.

]Regina Satariano, fondatrice del Consultorio Transgenere di Viareggio, è amareggiata quando apprende la storia di Eduarda. «Il suo non è un caso isolato - spiega -, succede spesso purtroppo. Molte transessuali vivono in grande disagio, a cui per molte si aggiunge la clandestinità. Alcune che vengono cacciate di casa dalle famiglie che non riconoscono la ragazza nel figlio che avevano, scelgono la vita del clochard. Lo abbiamo fatto presente alla Regione Toscana anche di recente: è necessario costruire una casa di accoglienza. Se ci dessero un immobile, anche tra quelli sequestrati alla mafia, potremmo utilizzarlo per dare sostegno a queste persone».[/COLOR]

)]«Chiedo a tutti di aprire gli occhi - aggiunge Regina - la situazione sarà sempre più critica. Queste ragazze hanno bisogno di assistenza. Il nostro consultorio va in questa direzione: se investiamo una quantità minima di soldi per creare una condizione minima di benessere, risparmieremo vite umane e risorse per la collettività».


Fonte:
[/COLOR]https://iltirreno.gelocal.it/lucca/...opo-un-giorno-di-agonia-1.38331804?refresh_ce


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Eduarda Pinheiro, trans ad Altopascio: un'esotica bellezza!

17 MAGGIO 2018
|IN INTERVISTE, INTERVISTE ESCORT






Conosciamo meglio Eduarda, meravigliosa trans brasiliana. Eduarda è biondissima, giovane, superfemminile ed è un vero vulcano di simpatia e passionalità, pronta a realizzare ogni fantasia più proibita!Ciao Eduarda, piacere di conoscerti!
Ciao a tutti, mi chiamo Eduarda e vengo da Recife, la Venezia Brasiliana, chiamata così per i molti fiumi e ponti, così come per i suoi monumenti storici. Sono del segno del leone e mi descriverei come una persona forte…diciamo che il mio carattere serve a tenere lontano chi non ne ha! (ride)Che cosa fai nel tempo libero?
Ho l’hobby del motociclismo e del ciclismo ma francamente mi sento più al sicuro se guida qualcun’altro, sono appassionata di velocità e perciò spericolata (ride).Da quanto sei in Italia?
Sono arrivata nel 2008 ed ho iniziato a lavorare come escort a fine gennaio 2009. Non ho deciso di venire qui per scelta, ma da quando è venuta a mancare la mamma, che tra l’altro è sempre stata la mia miglior amica, avevo difficoltà a socializzare e tramite due care amiche è venuta fuori l’occasione di cambiare aria e venire qui e l’ho presa al volo.
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Parliamo un momento del tuo percorso di transizione se ti va.
E’ stato un momento magico: ho fatto in una sola “botta” rinoplastica e mastoplastica additiva e mi ricordo bene dalla prima doccia dopo l’operazione. Ho chiuso gli occhi mentre mi cospargevo di doccia schiuma ed è stata la prima volta che ho toccato il seno che avevo sempre desiderato. Dunque nessuna difficoltà, al contrario credo che “essere” trans sia il mix di virilità e femminilità in parte uguali e sono contenta del risultato, mi sento molto più sicura.Come mai la decisione di entrare a far parte del mondo delle escort?
Credo che in qualche modo sono sempre stata “escort“, solo non lo sapevo. Gli uomini ci guardano comunque in un certo modo, l’unica differenza è che dal 2009 lo faccio di mestiere.Un pregio e un difetto del tuo lavoro?
Il pregio è che ho puntato sulla eccellenza sul lavoro: da escort mi dono al massimo e cerco di fare sentire al sicuro da ogni punto di vista i miei amici. Ho detto proprio AMICI, visto che so di loro più di quanto altre persone a loro vicini sapranno mai (con la differenza di non saper il loro nome ne che fanno di mestiere etc). Il difetto è che sono esageratamente disordinata ma alla fine solo nel caos riesco a portare la creatività all’estremo. Una volta ero l’esatto opposto e mi stava portando alla pazzia (ride).Cosa cercano in te le persone che ti contattano?
Cercano della trasgressione a tutti livelli ma non solo: anche compagnia, una persona con cui parlare senza essere giudicati e a volte perfino un abbraccio! Poi mi vogliono anche per le battute che faccio e di cui non riesco a fare a meno! (ride)Qual’è la richiesta che ti fanno più spesso?
Nessuna in particolare ma una domanda frequente la posso dire: “una volta che ho fatto sesso da passivo sono gay?”. Io rispondo che a mio vedere le persone devono smettere di cercare di dare nome ad ogni fantasia o trasgressione che fanno: siamo ciò che siamo.
La prova è che mi sento me stessa sia da attiva che da passiva e credo di far entrambe le cose molto bene visto quanto mi cercano!
Hai un sogno nel cassetto da realizzare?
Si, diciamo che il 50% femminile prende il sopravvento e il mio sogno nel cassetto è quello di ogni ragazza come me…a voi indovinare quale! Per ora puntare su una macchina nuova credo mi convenga (ride).Infine, esprimi un tuo pensiero libero su quello che vuoi.
Più che un pensiero, vi parlo del mio stile di vita, che consiglio: pensare positivo e usare molto spesso la fantasia e soprattutto, fare molta attenzione a che cosa seminate perchè alla fine la raccolta è inevitabile. Per come la vedo io la vita non è che “agricoltura”. Per concludere, voglio ringraziare lo staff di Piccole Magazine per l’opportunità e ovviamente mando un bacio a tutti gli amici che mi vengono a trovare da tutta Italia!
E’ stato un piacere Eduarda Pinheiro, a presto!


Fonte: https://www.ilpiccolemagazine.it/eduarda-pinheiro-unesotica-bellezza/


 
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Coronavirus, trans chiedono aiuto al Papa e lui manda l'Elemosiniere


https://www.adnkronos.com/fatti/cronaca/2020/04/29/coronavirus-trans-chiedono-aiuto-papa-lui-manda-elemosiniere_TIkMrItxjrWVvMeQDk5KcO.html

Un gruppo di transessuali, aiutati quotidianamente dal parroco di Torvaianica, piccolo centro del litorale romano, ha chiesto aiuto al Papa e la generosità di Bergoglio si è materializzata attraverso il braccio caritativo, l'Elemosiniere Konrad Krajewski, che ha portato gli aiuti. La comunità trans ha fatto arrivare a Bergoglio tramite il cardinale Krajewski un audio nel quale, in spagnolo, ognuno ringrazia Francesco a modo suo. "Molte grazie a Papa Francesco", dice uno. "Che Dio la benedica, grazie per tutto", "Mille benedizioni. Che la Vergine ti protegga".
La storia, raccontata all’Adnkronos dal parroco di Torvaianica, don Andrea Conocchia, è carica di umanità. "Nel colmo dell'emergenza coronavirus- racconta il parroco della Beata Vergine dell’Immacolata - con stupore e meraviglia sono arrivati in chiesa un gruppo di transessuali, quasi tutti latinoamericani. Chiedevano aiuti perché con il Covid non avevano più clienti sulla strada". Don Andrea, superato lo stupore iniziale, è stato catturato dalla solidarietà di questa comunità trans che divide le spese di affitto e si aiuta come può. E li ha aiutati sostenendoli non solo economicamente ma anche spiritualmente.
Racconta il sacerdote di Torvaianica: "In questa comunità trans, la voce poi si è sparsa, ora ci sono circa una ventina di persone. Sono trans che arrivano per lo più dall’America Latina, vogliono molto bene a Bergoglio. Hanno anche fede. Sono rimasto commosso per l’immagine di uno di loro che si è messo a pregare in ginocchio davanti alla Vergine. Qualcuno mi ha anche chiesto di benedire oggetti cari". Il parroco, giorno dopo giorno ha continuato ad aiutare: "Sono persone molto sole, con storie di solitudine alle spalle, le famiglie lontane. C’è una di questi trans che ha iniziato a lavorare in strada a 14 anni. Da allora sono passati trent’anni".
Don Andrea aiuta tante famiglie nel bisogno a Torvaianica, esasperato ancora di più dalla pandemia, e gli aiuti hanno cominciato a scarseggiare. Da qui l'sos che la comunità trans ha fatto arrivare al Papa attraverso L’Elemosiniere. Immediato il soccorso di Bergoglio al quale è arrivato il ringraziamento audio dei trans. "Come Chiesa - dice il parroco - abbiamo l’occasione con il coronavirus di tornare all’essenziale". Un concetto che il sacerdote allarga anche alla celebrazione delle messe ancora a porte chiuse: "Ogni mattina alle 7 abbiamo la messa del Papa. Io ai miei parrocchiani ho spiegato che è questione di vita o di morte. Che Dio e la scienza ci aiutino, quest’ultima dicendo una parola certa sul coronavirus. Poi facciamo quel che è possibile".

 
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