Stavo buttando giù due righe per recensire l’ultimo periodo passato nel locale, giusto le solite cose, le banali argomentazioni che fanno sorridere il Punter medio, dovevo solo pubblicare la recensione, poi un avvenimento mi ha fatto passare completamente la voglia, ho proprio buttato via il file…
Si tratta di fatto inaspettato e drammatico che fa riflettere, oltre che sul senso di andare in un Fkk, anche sul chi frequenta i locali.
Ovviamente un Fkk non ha colpa se il mondo sta diventando un luogo di barbari, però al suo interno si ritrova di tutto, si ritrova una varia disumanità che, a ben pensare, non si capisce se sia lì più per arricchirci di esperienze, o se non sia lì ad impoverirci di empatia, è un luogo dove le ragazze sono davvero l’ultimo ingranaggio di un macchinario insensibile tritura sassi.
Ma non voglio fare discorsi moralistici, dato che sono l’ultimo che deve insegnare agli altri come comportarsi, ma posso dare l’esempio su come si rispetta il prossimo e su come si debba dare memoria a chi si è perso.
Purtroppo nei giorni scorsi abbiamo perduto @Kahaba, un bravo ragazzetto che ho conosciuto quasi per sbaglio al bancone del bar mentre nominavo un kebab, e lui credeva parlassi del Punter, ero sempre contento di vederlo ogni volta che salivo, era come trovare una costante matematica, forse era un ragazzo troppo delicato per un ambiente adatto a persone più corazzate di lui.
Ultimamente lo sentivo meno spesso, anche perché il mio tempo è sempre tiranno, e forse anche per egoismo personale preferisco stare sulle mie, perché più si invecchia e più si diventa misantropi, ma ora, che ci penso, ho il rimorso di colui che avrebbe dovuto sentirlo di più, non tanto per scambiarsi opinioni sui locali, ma per sapere semplicemente come stava.
Io non so per quale motivo si sia innalzato in un vortice autodistruttivo, ogni tanto cercavo di dirgli, in modo simpatico, “Ma non è ora che ti trovi una morosa seria? Vieni nei locali di meno…tu non sei obbligato come me e come altri, tu sei giovane…”, probabilmente in quei momenti gli stavo anche sulle balle e sbottava “Le morose costano troppo…”, mai una volta che quando parlavamo mi guardasse negli occhi, sempre attento a guardare il culo di tutte, roba che mi pareva di essere poco interessante negli argomenti, e forse ai suoi occhi lo ero… Una volta gli dissi la mia teoria sulla vita che è fatta di “tempo e di respiro” e che servono entrambe, adesso io ho il tempo di riflettere e lui non ha più il respiro, e questo mi strugge.
Io non so cosa possa aver pensato nei suoi ultimi istanti, ma cosa avesse in testa non conta, ormai non importa, la cosa fondamentale è che era solo. No, non fraintendetemi, secondo me lui era solo anche nella moltitudine del locale, ma era una solitudine amara che non lo faceva stare bene, ed infatti negli ultimi tempi lo vedevo eccedere in molti aspetti che qui non voglio sottolineare.
Lui era una persona di buon cuore, tendeva ad affezionarsi molto alle ragazze, non so poi come queste ragazze lo percepissero, perché tendono a mettere nel sacco chi vedono che le esalta troppo, forse aveva confuso il mondo reale con il mondo patinato degli Fkk e cercava di scambiare per alcuni soldi, degli affetti che gli mancavano. Sicuramente aveva dei buoni sentimenti, perché era sempre gentile, ed a quanto ne so rispettava molto le ragazze. Negli anni abbiamo avuto modo di apprezzarci reciprocamente, e mi vien da dire che se mi avesse frequentato di più a livello umano (ossia di meno nei locali) non so se avrei potuto spiegargli alcune cose sul mondo (no, dico, non il mondo balordo, in quel caso era lui ad insegnare a me, ma sulle molteplici esperienze fatte…).
La sua perdita sarà una ferita per la sua Famiglia, ma lo sarà molto anche per me che ero uno sconosciuto.
Non voglio che si perda nel nulla la sua esistenza, nonostante gli errori era una brava persona e questo deve essere un monito per coloro che restano. Rammentate che la sala di un locale è un amplificatore di solitudine, ma anche in quel luogo possono nascondersi brave persone con cui vale la pena parlare, e non discutere di due ragazze con il culo di fuori, ma proprio parlare della vita e come viverla, senza stare in silenzio. Perché il silenzio dell’anima fa spegnere il cuore, e quando quello si spegne, si cerca disperatamente di riaccenderlo, facendo anche grandissime sciocchezze.
Non spegnete il cuore, ascoltate chi avete accanto, e rispettate chi avete vicino, perché ancora non lo sapete, ma potrebbe essere la migliore persona del mondo, ecco il buon @Kahaba era una di quelle, e adesso che non c’è più l’ho capito.
Scusate le brutte parole, si sarebbe meritato un relatore migliore di me, ma questa tragedia mi ha segnato tanto che tremano le mani anche nello scrivere, da domani la sala del locale sarà ancora più deserta di umanità…
Addio caro ragazzo, spero tu abbia trovato una nuova dimensione dove placare la tua ricerca di felicità.
Si tratta di fatto inaspettato e drammatico che fa riflettere, oltre che sul senso di andare in un Fkk, anche sul chi frequenta i locali.
Ovviamente un Fkk non ha colpa se il mondo sta diventando un luogo di barbari, però al suo interno si ritrova di tutto, si ritrova una varia disumanità che, a ben pensare, non si capisce se sia lì più per arricchirci di esperienze, o se non sia lì ad impoverirci di empatia, è un luogo dove le ragazze sono davvero l’ultimo ingranaggio di un macchinario insensibile tritura sassi.
Ma non voglio fare discorsi moralistici, dato che sono l’ultimo che deve insegnare agli altri come comportarsi, ma posso dare l’esempio su come si rispetta il prossimo e su come si debba dare memoria a chi si è perso.
Purtroppo nei giorni scorsi abbiamo perduto @Kahaba, un bravo ragazzetto che ho conosciuto quasi per sbaglio al bancone del bar mentre nominavo un kebab, e lui credeva parlassi del Punter, ero sempre contento di vederlo ogni volta che salivo, era come trovare una costante matematica, forse era un ragazzo troppo delicato per un ambiente adatto a persone più corazzate di lui.
Ultimamente lo sentivo meno spesso, anche perché il mio tempo è sempre tiranno, e forse anche per egoismo personale preferisco stare sulle mie, perché più si invecchia e più si diventa misantropi, ma ora, che ci penso, ho il rimorso di colui che avrebbe dovuto sentirlo di più, non tanto per scambiarsi opinioni sui locali, ma per sapere semplicemente come stava.
Io non so per quale motivo si sia innalzato in un vortice autodistruttivo, ogni tanto cercavo di dirgli, in modo simpatico, “Ma non è ora che ti trovi una morosa seria? Vieni nei locali di meno…tu non sei obbligato come me e come altri, tu sei giovane…”, probabilmente in quei momenti gli stavo anche sulle balle e sbottava “Le morose costano troppo…”, mai una volta che quando parlavamo mi guardasse negli occhi, sempre attento a guardare il culo di tutte, roba che mi pareva di essere poco interessante negli argomenti, e forse ai suoi occhi lo ero… Una volta gli dissi la mia teoria sulla vita che è fatta di “tempo e di respiro” e che servono entrambe, adesso io ho il tempo di riflettere e lui non ha più il respiro, e questo mi strugge.
Io non so cosa possa aver pensato nei suoi ultimi istanti, ma cosa avesse in testa non conta, ormai non importa, la cosa fondamentale è che era solo. No, non fraintendetemi, secondo me lui era solo anche nella moltitudine del locale, ma era una solitudine amara che non lo faceva stare bene, ed infatti negli ultimi tempi lo vedevo eccedere in molti aspetti che qui non voglio sottolineare.
Lui era una persona di buon cuore, tendeva ad affezionarsi molto alle ragazze, non so poi come queste ragazze lo percepissero, perché tendono a mettere nel sacco chi vedono che le esalta troppo, forse aveva confuso il mondo reale con il mondo patinato degli Fkk e cercava di scambiare per alcuni soldi, degli affetti che gli mancavano. Sicuramente aveva dei buoni sentimenti, perché era sempre gentile, ed a quanto ne so rispettava molto le ragazze. Negli anni abbiamo avuto modo di apprezzarci reciprocamente, e mi vien da dire che se mi avesse frequentato di più a livello umano (ossia di meno nei locali) non so se avrei potuto spiegargli alcune cose sul mondo (no, dico, non il mondo balordo, in quel caso era lui ad insegnare a me, ma sulle molteplici esperienze fatte…).
La sua perdita sarà una ferita per la sua Famiglia, ma lo sarà molto anche per me che ero uno sconosciuto.
Non voglio che si perda nel nulla la sua esistenza, nonostante gli errori era una brava persona e questo deve essere un monito per coloro che restano. Rammentate che la sala di un locale è un amplificatore di solitudine, ma anche in quel luogo possono nascondersi brave persone con cui vale la pena parlare, e non discutere di due ragazze con il culo di fuori, ma proprio parlare della vita e come viverla, senza stare in silenzio. Perché il silenzio dell’anima fa spegnere il cuore, e quando quello si spegne, si cerca disperatamente di riaccenderlo, facendo anche grandissime sciocchezze.
Non spegnete il cuore, ascoltate chi avete accanto, e rispettate chi avete vicino, perché ancora non lo sapete, ma potrebbe essere la migliore persona del mondo, ecco il buon @Kahaba era una di quelle, e adesso che non c’è più l’ho capito.
Scusate le brutte parole, si sarebbe meritato un relatore migliore di me, ma questa tragedia mi ha segnato tanto che tremano le mani anche nello scrivere, da domani la sala del locale sarà ancora più deserta di umanità…
Addio caro ragazzo, spero tu abbia trovato una nuova dimensione dove placare la tua ricerca di felicità.
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