Quella volta che son stato un pistola. Che poi, volendo, l'elenco sarebbe anche lungo. :sarcastic_hand:
Non so se questa sezione è quella appropriata, ma in ogni caso mi sovveniva una pagina della mia esimia pirlaggine trascorsa e presente. Per quella volta che una giovine ceka di bohemia, ma di tratto (come dire?) fortemente occhieggiante verso il Mar Nero, mi dice, con una certa sovrabbondanza di riferimenti geografici, sono "ceka di bohemia". Dopo si aprano le danze, basta sovrabbondanza (odio la geografia!) e soltanto abbondanza. Ma anche il cà stomer satisfècsion resta lì un po' perplesso. Con l'alchimia sperata e non sbocciata. Dialogo a mozziconi, ma bisogna sempre aprire crediti, c'è vita anche dopo la vita, e speranza anche dopo la speranza, e volontà di dialogo anche dopo una copula. Dico: "dai, suvvia ... sei romena... non c'è mica niente di strano". "No, sono ceka, te l'ho detto, della città di ics-ypsilon-zeta". Va bene, se me lo garantisce con tanto puntiglio... Dovrà per forza essere vero. E ci credo. Ma poi, ripensandoci, mi dice anche: "sono in Italia da due mesi". Avrà vent'anni, posso credere alla freschezza di recenti trascorsi. Ma il fatto è che in due mesi, vi assicuro, ha appreso un itagliano più fluente della Moldava di Boris Smetana, sgargiantino e solenne a un tempo. L'impresa, secondo voi, è umana? Secondo me, no. Non credo una persona di madrelingua slava possa impadronirsi del nostro idioma in questo tempo supersonico e con cotale brillantezza di risultati. Vuoi vedere che era ceka di documenti, ma rumena per etnia?? Diciamo così... come un nostro connazionale di vipiteno, o uno spagnolo di bilbao, o un tedesco di danzica.
Peraltro mi ci è voluto un anno per confermarmi in questa tresc-riflessione, peraltro assai oziosa. Morale (se morale c'è): ragazze, dichiarate con tranquilla fiducia la vostra nazionalità , son tutti dubbi amletici in meno per chi non ha di meglio a cui pensare, tanto non cambia niente. Seconda morale: mi confermo che non vincerò il nobel. Terza morale: questo thread è un picco di delirio inutile, non se ne sentiva tutto il bisogno...

Non so se questa sezione è quella appropriata, ma in ogni caso mi sovveniva una pagina della mia esimia pirlaggine trascorsa e presente. Per quella volta che una giovine ceka di bohemia, ma di tratto (come dire?) fortemente occhieggiante verso il Mar Nero, mi dice, con una certa sovrabbondanza di riferimenti geografici, sono "ceka di bohemia". Dopo si aprano le danze, basta sovrabbondanza (odio la geografia!) e soltanto abbondanza. Ma anche il cà stomer satisfècsion resta lì un po' perplesso. Con l'alchimia sperata e non sbocciata. Dialogo a mozziconi, ma bisogna sempre aprire crediti, c'è vita anche dopo la vita, e speranza anche dopo la speranza, e volontà di dialogo anche dopo una copula. Dico: "dai, suvvia ... sei romena... non c'è mica niente di strano". "No, sono ceka, te l'ho detto, della città di ics-ypsilon-zeta". Va bene, se me lo garantisce con tanto puntiglio... Dovrà per forza essere vero. E ci credo. Ma poi, ripensandoci, mi dice anche: "sono in Italia da due mesi". Avrà vent'anni, posso credere alla freschezza di recenti trascorsi. Ma il fatto è che in due mesi, vi assicuro, ha appreso un itagliano più fluente della Moldava di Boris Smetana, sgargiantino e solenne a un tempo. L'impresa, secondo voi, è umana? Secondo me, no. Non credo una persona di madrelingua slava possa impadronirsi del nostro idioma in questo tempo supersonico e con cotale brillantezza di risultati. Vuoi vedere che era ceka di documenti, ma rumena per etnia?? Diciamo così... come un nostro connazionale di vipiteno, o uno spagnolo di bilbao, o un tedesco di danzica.

Peraltro mi ci è voluto un anno per confermarmi in questa tresc-riflessione, peraltro assai oziosa. Morale (se morale c'è): ragazze, dichiarate con tranquilla fiducia la vostra nazionalità , son tutti dubbi amletici in meno per chi non ha di meglio a cui pensare, tanto non cambia niente. Seconda morale: mi confermo che non vincerò il nobel. Terza morale: questo thread è un picco di delirio inutile, non se ne sentiva tutto il bisogno...

