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positcor
Ospite
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Negli anni '80, gli ultimi senza cellulari e internet, gli ultimi dalle grandi certezze, quando si trattava di sesso qui a Padova si sapeva dove andare.
Bastava dirigersi in zona stazione per trovare tutto ciò che fosse legato al vizio e alla trasgressione mercenaria.
Certo, anche in altri punti della città non mancavano i loschi traffici e i piaceri a pagamento.
Ma era la zona che gravitava intorno alla stazione il vero fulcro di tutto.
In particolare, il triangolo del peccato era costituito da tre punti ben precisi, poco distanti l'uno dall'altro, una vera summa del proibito ben circoscritta.
Uno dei vertici era l'edicola fuori dalla stazione, tempio di tutte le riviste pornografiche possibili e immaginabili, una vera mecca per noi sbarbatelli in pellegrinaggio con l'autobus per comprare qualche sogno di carta e ammazzarsi di seghe fino al giro successivo e ai nuovi acquisti, rigorosamente da passarsi fra compagni di classe come reliquie segretissime.
Il secondo vertice era il marciapiede esterno della stazione, luogo di sosta delle varie meretrici nostrane in attesa di clienti, prima che arrivasse il crollo del muro a Berlino e la conseguente invasione di albanesi e rumene. Bruttotte e un po' avanti con l'età per lo più, non negavano mai qualche parola e anzi ti ci potevi intrattenere a chiacchierare fumando qualche sigaretta nelle calde serate estive durante i puttan tour mitici sul finire degli anni '80.
Il terzo e ultimo vertice, ma non certo in ordine di importanza era costituito dal bar Alla Cappa, giusto sotto il cavalcavia Borgomagno. Mitico luogo di traffici loschissimi, chiuso ormai da anni, fungeva da crocevia malfamatissimo per droga, alcool e prostituzione. Ci si passava davanti con timore reverenziale, temendo che potesse accadere qualsiasi cosa da un momento all'altro. Le facce che vi entravano, d'altra parte, non facevano che confermare quest'aura maligna. Soprattutto di notte, con quelle luci giallastre e fioche accanto al tunnel del sottopassaggio.
Non ho mai conosciuto nessuno che vi sia entrato.
Bastava dirigersi in zona stazione per trovare tutto ciò che fosse legato al vizio e alla trasgressione mercenaria.
Certo, anche in altri punti della città non mancavano i loschi traffici e i piaceri a pagamento.
Ma era la zona che gravitava intorno alla stazione il vero fulcro di tutto.
In particolare, il triangolo del peccato era costituito da tre punti ben precisi, poco distanti l'uno dall'altro, una vera summa del proibito ben circoscritta.
Uno dei vertici era l'edicola fuori dalla stazione, tempio di tutte le riviste pornografiche possibili e immaginabili, una vera mecca per noi sbarbatelli in pellegrinaggio con l'autobus per comprare qualche sogno di carta e ammazzarsi di seghe fino al giro successivo e ai nuovi acquisti, rigorosamente da passarsi fra compagni di classe come reliquie segretissime.
Il secondo vertice era il marciapiede esterno della stazione, luogo di sosta delle varie meretrici nostrane in attesa di clienti, prima che arrivasse il crollo del muro a Berlino e la conseguente invasione di albanesi e rumene. Bruttotte e un po' avanti con l'età per lo più, non negavano mai qualche parola e anzi ti ci potevi intrattenere a chiacchierare fumando qualche sigaretta nelle calde serate estive durante i puttan tour mitici sul finire degli anni '80.
Il terzo e ultimo vertice, ma non certo in ordine di importanza era costituito dal bar Alla Cappa, giusto sotto il cavalcavia Borgomagno. Mitico luogo di traffici loschissimi, chiuso ormai da anni, fungeva da crocevia malfamatissimo per droga, alcool e prostituzione. Ci si passava davanti con timore reverenziale, temendo che potesse accadere qualsiasi cosa da un momento all'altro. Le facce che vi entravano, d'altra parte, non facevano che confermare quest'aura maligna. Soprattutto di notte, con quelle luci giallastre e fioche accanto al tunnel del sottopassaggio.
Non ho mai conosciuto nessuno che vi sia entrato.