RIFERIMENTO INTERNET ALMA
CITTA DELL'INCONTRO: Milano
NOME INSERZIONISTA: Alma
NAZIONALITA': rumena
ETA': 20-22
CONFORMITA' ALL'ANNUNCIO: sì
SERVIZI OFFERTI: bbj/normal/anal
RATE DI PARTENZA: 150
RATE CONCORDATO: 150
DESCRIZIONE FISICA: bambolina
ATTITUDINE: poco scafata
REPERIBILITA': ok
LA MIA ESPERIENZA:
(Ven, 03/12/2010)
Da qualche giorno ho una insana voglia di quella categoria di meretrici che nell’ovattato ma poco immediato gergo degli acronimi dedotti dalla terminologia dirty di matrice anglosassone viene identificate come “BBW”: Big Beautyful Women. Con terminologia meno elegante, ma forse meno astrattamente connessa alla realtà fattuale, definirei ogni esponente di questa categoria semplicemente con il noto appellativo d’origine partenopea: “Chiavatone”. Trattasi, insomma, di creature abbondanti, particolarmente per dotazione pettorale, che sebbene siano indiscutibilmente alle estremità dei canoni estetici convenzionali possono risultare particolarmente armoniche e appetibili, va a sapere davvero in base a quale corto circuito della psiche maschile. E’ la voglia di un Chiavatone che mi perseguita e mi irrora le ghiandole salivari da qualche settimana, da quando ho adocchiato sul web quattro o cinque degne rappresentanti della categoria.
E’ venerdì, ho la mattinata praticamente sgombra da impegni, comincio a sondare il terreno con qualche distratta telefonata. Al solito il risveglio del troiame è lento, sebbene in quasi tutti gli annunci campeggi una disponibilità a partire dalle 10:00. E così le quattro o cinque papabili rispondono con la voce distaccata dell’operatore mobile che per conto dell’utente dichiara: “… il telefono chiamato potrebbe essere spento o non raggiungibile…”. E te pareva!
Armato di santa pazienza, ma con il mio compagno di merende ormai allertato, sfoglio e ri-sfoglio il quotidiano che mi sono portato su in camera dalla reception. Miracolosamente arrivo alle 11:30 senza toccare il telefono. Mi trastullo un altro quarto d’ora e poi rifaccio il giro di telefonate, bavoso di speranza. Porca la puttana troia: le papabili sono tutte ancora fuori servizio. Faccio un rapido conto aritmetico e devo convenire che un ulteriore rinvio potrebbe interferire con il pomeriggio denso di impegni di lavoro. E poi il mio miserabile compagno mi richiama ad onorare la promessa mattutina, minacciando di turbare il mio equilibrio psico – fisico se non gli darò una qualche subitanea soddisfazione. Andarsene a lavorare, sedersi magari a qualche riunione, senza poter controllare il volume della patta dei pantaloni non è il massimo: intralcia sia i movimenti che la concentrazione, oltre al fatto che potrebbe creare spiacevoli fraintesi. Meglio evitare.
E così recupero qualche riferimento di pronta beva nei dintorni e mi riattacco al telefono. La più pronta si chiama Alma, c’entra una mazza con il chiavatone che avevo in mente, ma riceve a cinque-seicento metri da dove sono io. C’è poco da fare: mi tocca l’ennesima velina, che si dichiara ungherese, ma che in realtà è rumena (come da copione scritto non so da quale imbecille).
Più che una velina, Alma è una bambolina, come del resto dice il suo annuncio. Appena me la trovo davanti non posso fare a meno di notare quanto la sorte sia stata beffarda: bramavo un chiavatone e mi ritrovo con uno scricchiolo che peserà sì e no 40 chili. Apriamo i giochi, lo scricchiolo viene giù da tacchi alti una spanna ed io sempre più preoccupato: “Mah… speriamo di non romperla”. Lo scricchiolo è modellato mica male e vorrei insalivarla da capo a piedi, ma con gesto fulmineo prima di venire a letto ha spalmato una dose abbondante di crema lubrificante in ogni dove. Me ne accorgo quando ormai è troppo tardi, vorrei intimarle il ripristino della verginità della sua epidermide, ma preferisco dedicarmi alle tettine, scampate alla colata impomatante. Due leccate e la delusione si riaffaccia: sognavo tette in grado di schiaffeggiarmi e mi ritrovo con due etti di roba. Passiamo ad altro.
Lo scricchiolo mette tutto l’impegno e la diligenza di cui è capace nell’attacco di pompa, ma si capisce che non è attrezzata, c’è poco da fare. Meglio proseguire: cappuccio, a cavallo, pronti … e via.
Lo scricchiolo diventa paonazzo dopo due minuti, ma sembra reggere bene le sollecitazioni della cavalcata. Del resto sto mantenendo un’andatura moderata. Poi decido di osare e accelero: lo scricchiolo si dimena e guaisce, ma rimane in sella. Forse l’avevo sottovalutata.
Passiamo allora alla cosa più suggestiva: il culetto dello scricchiolo è davvero ben fatto, ma poco aduso. Nel corso della cavalcata ho provato a sditalinarlo, il dito medio si è solamente riempito di crema, rimanendo praticamente sull’uscio. In effetti non è una passeggiata per lo scricchiolo, autenticamente sofferente per tutta l’indesiderata somministrazione, e ci vuole tutta la silenziosa caparbietà degli scricchioli per portare a casa il risultato. La sproporzione tra i valori in gioco, cazzo contro culo, propone questa volta un’equazione in apparenza senza soluzione. Quell’appetitoso culetto si governa con una mano sola e quando le meravigliose chiappettine cedono definitivamente sembra di sentire il rumore sinistro di una rottura incipiente. Invece non succede niente, niente di anomalo. Succede solo che il rossore divampa sul visino sempre più contratto dello scricchiolo. E io mi godo il mio capolavoro.
Poi, mi avvedo che la posa che lo scricchiolo sta intrepidamente tenendo non sfocerà mai in una postura più rilassata, neanche se la pistonassi per un’altra mezz’ora. Mi intenerisco e tiro lo scarico, ponendo la parola fine alle sue sofferenze. Lo scricchiolo si ricompone, tutta felice per il pericolo scampato e mi chiede anche scusa: “Non lo faccio quasi mai … “. E’ troppo, anche per un bastardo come me. Mi catapulto fuori e vado ad espiare con il lavoro pomeridiano tutte le mie colpe.
CITTA DELL'INCONTRO: Milano
NOME INSERZIONISTA: Alma
NAZIONALITA': rumena
ETA': 20-22
CONFORMITA' ALL'ANNUNCIO: sì
SERVIZI OFFERTI: bbj/normal/anal
RATE DI PARTENZA: 150
RATE CONCORDATO: 150
DESCRIZIONE FISICA: bambolina
ATTITUDINE: poco scafata
REPERIBILITA': ok
LA MIA ESPERIENZA:
(Ven, 03/12/2010)
Da qualche giorno ho una insana voglia di quella categoria di meretrici che nell’ovattato ma poco immediato gergo degli acronimi dedotti dalla terminologia dirty di matrice anglosassone viene identificate come “BBW”: Big Beautyful Women. Con terminologia meno elegante, ma forse meno astrattamente connessa alla realtà fattuale, definirei ogni esponente di questa categoria semplicemente con il noto appellativo d’origine partenopea: “Chiavatone”. Trattasi, insomma, di creature abbondanti, particolarmente per dotazione pettorale, che sebbene siano indiscutibilmente alle estremità dei canoni estetici convenzionali possono risultare particolarmente armoniche e appetibili, va a sapere davvero in base a quale corto circuito della psiche maschile. E’ la voglia di un Chiavatone che mi perseguita e mi irrora le ghiandole salivari da qualche settimana, da quando ho adocchiato sul web quattro o cinque degne rappresentanti della categoria.
E’ venerdì, ho la mattinata praticamente sgombra da impegni, comincio a sondare il terreno con qualche distratta telefonata. Al solito il risveglio del troiame è lento, sebbene in quasi tutti gli annunci campeggi una disponibilità a partire dalle 10:00. E così le quattro o cinque papabili rispondono con la voce distaccata dell’operatore mobile che per conto dell’utente dichiara: “… il telefono chiamato potrebbe essere spento o non raggiungibile…”. E te pareva!
Armato di santa pazienza, ma con il mio compagno di merende ormai allertato, sfoglio e ri-sfoglio il quotidiano che mi sono portato su in camera dalla reception. Miracolosamente arrivo alle 11:30 senza toccare il telefono. Mi trastullo un altro quarto d’ora e poi rifaccio il giro di telefonate, bavoso di speranza. Porca la puttana troia: le papabili sono tutte ancora fuori servizio. Faccio un rapido conto aritmetico e devo convenire che un ulteriore rinvio potrebbe interferire con il pomeriggio denso di impegni di lavoro. E poi il mio miserabile compagno mi richiama ad onorare la promessa mattutina, minacciando di turbare il mio equilibrio psico – fisico se non gli darò una qualche subitanea soddisfazione. Andarsene a lavorare, sedersi magari a qualche riunione, senza poter controllare il volume della patta dei pantaloni non è il massimo: intralcia sia i movimenti che la concentrazione, oltre al fatto che potrebbe creare spiacevoli fraintesi. Meglio evitare.
E così recupero qualche riferimento di pronta beva nei dintorni e mi riattacco al telefono. La più pronta si chiama Alma, c’entra una mazza con il chiavatone che avevo in mente, ma riceve a cinque-seicento metri da dove sono io. C’è poco da fare: mi tocca l’ennesima velina, che si dichiara ungherese, ma che in realtà è rumena (come da copione scritto non so da quale imbecille).
Più che una velina, Alma è una bambolina, come del resto dice il suo annuncio. Appena me la trovo davanti non posso fare a meno di notare quanto la sorte sia stata beffarda: bramavo un chiavatone e mi ritrovo con uno scricchiolo che peserà sì e no 40 chili. Apriamo i giochi, lo scricchiolo viene giù da tacchi alti una spanna ed io sempre più preoccupato: “Mah… speriamo di non romperla”. Lo scricchiolo è modellato mica male e vorrei insalivarla da capo a piedi, ma con gesto fulmineo prima di venire a letto ha spalmato una dose abbondante di crema lubrificante in ogni dove. Me ne accorgo quando ormai è troppo tardi, vorrei intimarle il ripristino della verginità della sua epidermide, ma preferisco dedicarmi alle tettine, scampate alla colata impomatante. Due leccate e la delusione si riaffaccia: sognavo tette in grado di schiaffeggiarmi e mi ritrovo con due etti di roba. Passiamo ad altro.
Lo scricchiolo mette tutto l’impegno e la diligenza di cui è capace nell’attacco di pompa, ma si capisce che non è attrezzata, c’è poco da fare. Meglio proseguire: cappuccio, a cavallo, pronti … e via.
Lo scricchiolo diventa paonazzo dopo due minuti, ma sembra reggere bene le sollecitazioni della cavalcata. Del resto sto mantenendo un’andatura moderata. Poi decido di osare e accelero: lo scricchiolo si dimena e guaisce, ma rimane in sella. Forse l’avevo sottovalutata.
Passiamo allora alla cosa più suggestiva: il culetto dello scricchiolo è davvero ben fatto, ma poco aduso. Nel corso della cavalcata ho provato a sditalinarlo, il dito medio si è solamente riempito di crema, rimanendo praticamente sull’uscio. In effetti non è una passeggiata per lo scricchiolo, autenticamente sofferente per tutta l’indesiderata somministrazione, e ci vuole tutta la silenziosa caparbietà degli scricchioli per portare a casa il risultato. La sproporzione tra i valori in gioco, cazzo contro culo, propone questa volta un’equazione in apparenza senza soluzione. Quell’appetitoso culetto si governa con una mano sola e quando le meravigliose chiappettine cedono definitivamente sembra di sentire il rumore sinistro di una rottura incipiente. Invece non succede niente, niente di anomalo. Succede solo che il rossore divampa sul visino sempre più contratto dello scricchiolo. E io mi godo il mio capolavoro.
Poi, mi avvedo che la posa che lo scricchiolo sta intrepidamente tenendo non sfocerà mai in una postura più rilassata, neanche se la pistonassi per un’altra mezz’ora. Mi intenerisco e tiro lo scarico, ponendo la parola fine alle sue sofferenze. Lo scricchiolo si ricompone, tutta felice per il pericolo scampato e mi chiede anche scusa: “Non lo faccio quasi mai … “. E’ troppo, anche per un bastardo come me. Mi catapulto fuori e vado ad espiare con il lavoro pomeridiano tutte le mie colpe.