Angela - Cagliari - Bakecaincontrii

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NOME INSERZIONISTA: Angela
RIFERIMENTO INTERNET: http://cagliari.bakecaincontrii.com/donna-cerca-uomo/due-splendide-ragazze-vi-9zqw41751971
CITTA DELL'INCONTRO: Cagliari
NAZIONALITA': Rumena
ETA': 20/25
CONFORMITA' ALL'ANNUNCIO: è lei
SERVIZI OFFERTI : tutto coperto tranne cim e fk
SERVIZI USUFRUITI: idem
COMPENSO RICHIESTO: 150
COMPENSO CONCORDATO: 150
DURATA DELL'INCONTRO: 30 minuti
DESCRIZIONE FISICA: alta, longilinea, bionda tinta, chiara di carnagione, bello anche il viso
ATTITUDINE: professionale, inizialmente distaccata poi partecipe
REPERIBILITA': facile
PRESENZA DI BARRIERE ARCHITETTONICHE: scale
INDEX RICERCHE: 34881604xx

LA MIA RECENSIONE:

Amici, sono andato contro ogni regola del buon senso, aprire il culo di questa qua mi è costato una sbancata di cazzo. 150 fiorini per un culino talmente piccolo da stare in una mano possono sembrare troppi se ragioniamo a peso, in realtà è stata una bella soddisfazione e le dimensioni ridotte mi hanno regalato per una volta la sensazione di sentirmi un superdotato di quelli seri. Lei è come nelle foto, gran fisico, veramente bello, alta, slanciata, magra e sinuosa, sembra una mannequin; la pelle è meravigliosa e curatissima. E’ proprio il caso di dirlo: nemmeno un pelo fuori posto. Niente sugna sudamericana, niente odore di stalla e sugo inguinale, niente cosce cellulitiche e niente peli in ricrescita con tutto il condominio di schifezze. Igiene ai massimi livelli, ero finalmente tranquillo, anche se dentro di me ho pensato con fastidio a quanto sia complicato trovare una puttana che si lavi e si curi e quanto questo te lo facciano pagare.
Il culo forse è leggermente fuori allenamento ma è pur sempre un culo superbo, roba da mettere in una teca del Madame Tussauds. Per lei prevedo un gran futuro a pecorina, ce l’ha scritto nelle chiappe. Ma andiamo con ordine.
Questa Angela rientrava nel gruppo d’elite delle inculabili ma finora la tariffa eccessiva aveva deviato le mie luride intenzioni verso altri orizzonti. Il problema non era solo di natura economica infatti si era sempre dimostrata molto indecisa ed enigmatica sui servizi. Tuttavia, come ho già detto, ogni tanto il fascino dell’est ha su di me effetti taumaturgici, così ho ritelefonato confidando in non so quali novità. Ho fatto un ulteriore tentativo e alla rinnovata proposta di incularla ha risposto va bene, sebbene non ne fosse molto convinta. La cifra era di tutto rispetto e poteva significare una cosa: non era un abituè delle pratiche anali (cosa per me eccitantissima) ma voleva diversificare i servizi per ampliare la fetta di mercato. Ed io in quella fetta ci stavo alla grande. Mi illusi perfino di essere uno dei pochi fortunati; in buona sostanza mi aveva concesso uno spiraglio che non vedevo l’ora di aprire a colpi di mazza.
In realtà durante la telefonata si premurò di chiedermi le dimensioni del birillo e ciò avvalorò la mia ipotesi, si stava cagando addosso. Piccolo, le dissi, come quello di un cinese. Tentai di fare lo spiritoso perché la tipa sembrava un pezzo di legno. Ma io non sono mai stata con un cinese, rispose con una risatina annoiata. Vabbè tesoro è piccolo e non fa male, non preoccuparti andrà tutto bene.
Mi sono sentito come uno di quei mitomani che godono nello sfregiare le opere d’arte. Profanare il suo culo mi avrebbe dato la stessa emozione che provano gli esaltati quando rovinano un quadro, ma non tanto per il valore estetico di Angela, quanto per quello psicologico. Volevo deturpare quest’icona a modo mio per affrancarmi dalla sindrome di Stendhal in cui mi aveva inebetito.
E’ giovane e alta, un viso non bellissimo ma gradevole ed interessante. ll corpo è sinuoso e sottile, invitante come una fetta d’anguria. Ha le gambe lunghe e bellissime, sono magre e toniche, terminano stranamente in un culo chiuso, ostile, in cui si intravede appena un buchino piccino picciò. Con un colpo d’occhio ho capito subito che non sarebbe stata una passeggiata, il suo volto e le chiappe lanciavano messaggi eloquenti. Bene mia cara, sfida accettata, eccoti la parcella, il primo passo verso il tuo culo mignon.
Io faccio così e cosà, amore mettiti qui, amore mettiti là. La sua cantilena era cordiale, come lei del resto, ma molto formale e distaccata. Per carità, gentilissima ed educata ma con quell’atteggiamento freddo che certo non aiuta a creare la necessaria atmosfera per una faccenda facile ed al tempo stesso complessa come il sesso. Tutto della sua persona risultava elevato e superbo, l’avevo già intuito dalla telefonata e la cosa invece che smontarmi stava accrescendo l’ambizione: non solo dovevo riuscire ad incularla, ma doveva pure piacerle.
In realtà avevo intuito nel timbro della voce un’indole giocosa e così dopo averla seppellita di scemenze Angela mi ha deliziato col suo enigmatico sorriso. Ha un modo di ridere affascinante, è infantile e sexy al tempo stesso. Ha una dentatura simpatica che le dona un’aria sbarazzina. E’ molto molto sexy ed in modo del tutto naturale. Mi piace molto.
A quel punto l’atmosfera era diventata amichevole ma ancora non mi fidavo.
Sapevo che la difficoltà maggiore sarebbe stata quella di mantenere un’erezione consistente, perché lei probabilmente non avrebbe remato in quella direzione visto che al suo culo ci teneva, eccome. Ed infatti così è successo. Timida, poco collaborativa, sgusciante, forse era già pronta ad eseguire una pompa mortifera per lasciarmi barzotto il più a lungo possibile: stava per mettere in atto una sorta di catenaccio sessuale. Ho provato con qualche bacio che però è risultato molto tiepido. Le cose non stavano andando bene e così ho preso in mano la situazione.
Scusa, posso? Le ho detto.
L’ho fatta girare a pancia in giù col culo proteso in alto. Il buco era bene in vista, ci mancherebbe, rosa e chiuso: il massimo. Dovevo leccarla ed ammansirla, questo era il mio primo compito; abituarla ad una presenza estranea e per iniziare la lingua sarebbe andata benissimo. Per la pompa invece ci sarebbe stato tempo.
La sua faccia nascosta tra i cuscini ed il culo nelle mie mani, situazione perfetta ho pensato, si è finalmente rassegnata all’inesorabile fluire delle cose. Era significativo che nascondesse il viso, forse voleva estraniarsi dal contesto, delegare, deresponsabilizzarsi. Lo colsi come un invito a prendere il controllo, perché lei se ne era già andata, volata via, non sarebbe stata capace di trovare complicità in una circostanza che per carattere e timore non voleva vivere in prima persona. Sembrava volesse dirmi, tieni Oblo questo è il mio culo, fai tu perché io non saprei come aiutarti e se solo ci tentassi potrei perfino cambiare idea.
Era pulitissima e così ho iniziato a leccarle il culo in tutti i modi possibili. Ho usato la lingua per disegnarle nel buco l’intero alfabeto, divertendomi con i puntini sulle “i”, la mia lettera preferita. Poi ho cominciato a scrivere i numeri da uno a cento e da cento a uno, finché non ha ceduto. Si è ammorbidita come mollica nell’acqua, le natiche si sono aperte, i muscoli si sono decontratti e finalmente potevo allargarla. Ho provato ad usare le dita, piccole obiezioni. Nel mentre il mio cazzo rispondeva alla grande ma era ancora presto per passare all’orale perché l’eventualità di una bocca scazzata poteva rovinare tutto e dopo sarebbe stato impossibile recuperare. Ancora qualche giochino poi siamo passati alla pompa. Coperta ma ben eseguita, niente da dire. Il suo viso era serio e concentrato in quel che faceva, sembrava una scolaretta intenta negli esercizi di solfeggio nel mentre che mi accarezzava l’hinterland ed il petto. O forse era solamente pensierosa.
Fortunatamente non ho perso consistenza grazie anche al fatto che sono riuscito a toccarla senza altolà, anzi constatando un certo suo piacere avevo libero accesso a tutti i pertugi.
L’atmosfera era decisamente cambiata.
Pensai di sfruttare ancora una volta il bordo del letto. Era là che doveva acquattarsi ed abbassarsi al livello del mio cazzo ormai talmente duro da rimanere verticale. Ogni volta che provavo a piegarlo verso il suo buco tornava come una molla nella posizione iniziale sbattendomi sulla pancia. Ho deciso di inginocchiarmi per leccarla ancora. Doveva essere un tentativo invece dopo una breve scopata talmente bagnata da lasciarmi sbigottito, abbiamo dato vita ad una sessione anale di una dozzina di minuti. All’inizio sembrava un agnellino da scannare poi si è quietata, si è spalmata completamente sul letto e mi ha lasciato fare. Le prime manovre sono abortite subito, come iniziavo a spingere mi sputava fuori. Lentamente la situazione è migliorata, sono entrato piano per pochi centimetri che con dei micromovimenti sono aumentati sempre di più. Arrivato a metà cazzo ho dato una botta secca e sono caduto dentro, totalmente e senza alcuna resistenza. Avevo il completo controllo del suo culo, ero il padrone di casa, l’inquilino del terzo piano, il nuovo capufficio che poteva permettersi i piedi sulla scrivania e la lettura del giornale: tesoro, un caffè grazie.
Come sono cambiate le cose da quando ho suonato alla tua porta, eh cara Angela?
Scorreva che era una meraviglia, dal primo all’ultimo millimetro, tutto dentro e tutto fuori. Lei emetteva dei lamenti sconsolati, lunghe vocali alternate, hii hiii hiiiiiii, hoo hoo hoooo, una vera pena. Il sangue ha iniziato a pulsarmi forte sulla tempia, molto forte. Haa haaa haaaaa, hoo hooo hooooo. Ho accelerato ed Angela è sembrata piagnucolare; la vena sulla tempia pompava vigorosa ed il mio sudore gocciolava sui suoi lombi. Ho continuato sempre più in fondo dentro di lei, più veloce fino a sbucciarmi il cazzo. Poi ho sentito una vampata di calore arrivare dal basso e brividi lungo la schiena, i testicoli si sono sollevati di tre centimetri tendendosi come una fionda e poi via, ho sborrato anche l’anima. Ho lasciato andare una raffica di fiotti, uno spasmo dietro l’altro dentro il suo culo, senza respiro, senza più vita, libero. Lei gemeva sommessamente, la figa irrorata di piacere. Missione compiuta.
Una volta terminato, sarà stato per pudore, vergogna o chissà che altro, ho notato che Angela era tornata la macchina fredda di prima, stava per riprendersi dal torpore del sesso e dirigere il suo gelo verso di me. Ma ormai, finalmente svuotato, non avevo più alcun interesse per la lei e per i suoi scatti ciclotimici, poteva pure andarsene a quel paese.
Ed invece all’improvviso mi ha sorpreso dicendomi: “Sono stata bene, e tu?”
 
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  • #3
Grazie biglucky, non sapevo come fare con quelle foto.
:wink:
 
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