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CITTA DELL'INCONTRO: Parma
NOME INSERZIONISTA: Anita
NAZIONALITA': Brasiliana
ETA': 22
CONFORMITA' ALL'ANNUNCIO: foto reali
SERVIZI OFFERTI: BJ, Fuck, daty, 69
RATE DI PARTENZA: 100
RATE CONCORDATO: 100
DESCRIZIONE FISICA: vedi rece
ATTITUDINE: nella norma
REPERIBILITA': penso buona
In missione per conto di IO (vedi Belushi e socio nel grande “Animal house”) mi ero appuntato mentalmente questa splendida garotinha al tempo della sua militanza modenese (dove fu recensita col nome di Bruna, se non erro): solo un contatto telefonico, senza dar corso alla conoscenza ahimè (sul finire dell’anno passato), e poi ella dolorosamente scomparve. La ritrovo a Parma, e mi determino ad approfondire la chiacchierata. Non posso parlare appieno di missione mia in avanscoperta: anche se i vecchi pareri modenesi erano parecchio discordanti (più negativi che altro). Anita al telefono l’ho trovata un tantinello scazzata, confermo; e sono stato dubbioso quasi fino all’ultimo. Ma poi crediamoci, mi dico. E Vado. Sesto continente… caldi oceani della giovine topa brasilera.
Quartiere: strade degli umili campioni, palazzina decorosa e poco appariscente. Privacy: sembra ben tutelata. Da umile peone mi approssimo col cuore appeso ai tasti del telefono. O chi intravvedo dietro quella porta? Bella, molto bella; è giovane, molto giovane.
Dice: ventidueanni. Verosimile. Cortese, modi educati carini. Non sono nato ieri, e so al volo cosa mi aspetta: poco safada, e pochissimo teatro. Però mi acchiappa: comincia a ridere per una serie di mie asinate (come mi vengano, così a raffica, dopo me lo chiedo sempre: credo però mi prendano, molte fanciulle, per un imbecille… e fanno bene! :sarcastic_hand: ). Dice son proprio simpatico, e intanto si accomoda morbidamente su una specie di cassettone con specchiera. Da lì contrattiamo (per modo di dire: mi arrendo senza opporre resistenza), mentre mi gusto lo spettacolo di un decoltè quasi sontuoso.
Accarezzo e languidamente sfioro la bruna pelle profumata e soda, tentatrice e musicale sotto la vestaglietta nera che nulla copre. Fase del mercanteggiamento e del prepartita: tutto già visto, un dejà 50, le docce fredde e calde di queste veneri brasileirinhas bianche, sirene di ulisse, jamine di un porto incantato in cui perdere estasiati la ragione e la bussola (la citazione, questa volta, dovuta a deandrè). “Il mio regalo è cento, li voglio in anticipo”. E come no, simpatica… Eppure sto al gioco, sto al gancio: tettocentrico gancio del majale (“sono oggettivamente un maiale!!”). [voce di danton:] “Senti tesoruccio, considerato che dobbiamo stare tranquilli, divertirci con giudizio, e che facciamo tutto coperto…”, insomma le rilancio per ottanta copechi. [Anita beddissima garotinha] “E tu per venti in più o in meno? Dai, che sono venti denari… Non sono niente, venti in più…”. E c’hai ragione, figlia mia: non facciamo miserie e ignobiltà. [voce di Anita:] “Ah ah ah, guarda… c’hai pure il portafoglio gonfio!!!”. [nota a margine: no, è semplicemente che erano tutti in taglio da dieci… è come quella storiella da bambini… pesa più un kilo di ferro o un kilo di piume…
vabbè, lei ride, mi offre il bagno, sparisce a sicurizzare la refurtiva e subito ritorna
].
Quadro, interno notte. Chiacchierano, ridono, si studiano: ma quando scopano?? È che questo danton, vile meccanico anzichenò, c’ha proprio la fissa della pissicologia. Così, chiedi, interroga, domanda… oh ma che sei, un inviato di Tettorama? Meno male che, mentre indugia a NON farsi mai i cazzi suoi, almeno spalpazza carezza tocca, la sbaciucchia la assapora e la onora, improvvisa anche uno sciànco poema in endecasillabi sciolti, versi tutti sbilenchi da ritardo mentale serio, incorniciati dalla formula di rito: “oh suadentissima venere in verdeoro (la bandiera del presidente Lula)”. Cosa non farei per te? Fra latinos ci si intende, a volte: anche se un povero urugiagio, di fronte a una giovane favolosa procace paulista ventiduenne… son come un un diseredato in cerca di fregna, con la valigia di cartone. Non me lo fa pesare: anzi si dimostra discretamente collaborativa, una discreta sacerdotessa dell’ammore. Non bacia, ecco dimenticavo: e me lo schiaffa lì sui denti, un’altra bella bastonata sul termometro, prima lo scaldi e poi lo raggeli, a me quella bocca ispira pensieri lubrichi senzameno, e vorrei suggerla e mordicchiarla e sucarla. Verboten: “son fedele al mio ragazzo”. Raschiando il fondo del barile, cerco di convincermi che il suo alito sa un po’ di fumo: classico metodo denominato “la volpe e l’uva”. Altri difettucci fisici dell'Anitona? Beh, uno solo (se vogliamo): una puntina di pancetta, le latine e le brasìu son fatte così. Si è decorata l’ombelico con un gioiellino da danzatrice del ventre, le sta che è una dolcezza. Oh, sta Anita è tanta: è carnosa come una pesca nettarina. Maniaci delle veline pelle e ossa si astengano senza rimpianti. Info per i tettomani: quinta naturale, ALL NATURAL. Prelibatezza, e sfida la gravità. Mi ci perdo come un tipico (edipico) inviato del settimanale Tettorama (vedi sopra): mi accascio come un bambino nella poppata, sotto di lei, romolo o remo accudito dalla lupa (forza lupaaaa!!
). [voce di Anita:] “Ti piacciono le mie tette?”. Domanda scontata, come la risposta affermativa. Metà della serata se ne va in questa incombenza, l'allattamento. Meno persuasiva, francamente, Anita garotinha si rivela per converso all’atto del blowjobbe: va bene che non siamo a teatro e non ci candidiamo per una chiamata di Ronconi… Però, probabilmente, si può fare leggermente meglio. [voce di Anita:] “Incappucciamo? Te lo ciuccio un pochino?”. Beh, sul piano del dialogo errotico e del sex-appeal mi ricordo pagine più effervescenti…
mettiamo sia una fase di stanca nell’economia dell’incontro. Gli è che la vorrei più GFE; e la sua fondamentale onestade la limita (è una brava ragazza, candida, leale); la vorrei più intraprendente (invece si muove elegante ma senza metterci il cuore). Così – fai conto che mi riparte la para del bacio mancato – mi smonto un po’, perdo decisamente il vigore. Non si scompone, meno male; rianimarsi è questione di poco, ritrovo se non il vigore la giusta decenza! Poche evoluzioni ginniche, ma per mio difetto di estro momentaneo: mi fisso in una panoramica sixtynine-style, e da lì ho trovato che il mondo era bello a mio gusto e misura. In fondo mi lascia anche il ricordo più vivido della serata: quando intravvedo quella passerina dolcissima e segreta, fra le gambe semichiuse di lei un po’timida, e le chiedo senz troppa convinzione di poterla… ehm, non trovo il verbo esatto! Però mi accontenta, ha capito il dramma umano, non può e non vuole farmi ancora soffrire. [Anita:] “Certo che puoi, volentieri!”. Così la faccio accomodare sulla mia faccia, anche questo fondamentale del kamasuca è assolto con letizia, a me il gusto di affondare naso e lingua in una delle più rosee e musicali topine a mia memoria. Oh perfezione della vulva e del creato!
Cosa dire, ricapitolando: è una ragazza pulita dentro e fuori. È il suo limite e il suo pregio: direi, paradossalmente, soprattutto il suo limite. Il pregio esplicito sta nella bellezza: le foto (schermate e non recentissime) danno un’idea approssimativa e un po’ anonima. Se con gli anni andrà sfiorendo, non lo so perché non ho la sfera di cristallo. Può essere una parabola tipica specialmente per le latine di fisico generoso. Per ora è tanta ma soda e quasi scandalosamente bbona. Continuava a schermirsi (“certo non sono brutta, ma la bellezza vera è un’altra cosa”). Però il Paride con la mela, ieri sera, ero io: e ho dato il mio verdetto. Bonissima: belle gambe, curve proporzionate, tette da applausi. Viso intenso e pieno, bocca generosa. Direi, per dare un’idea, uno splendido viso da popolana degli anni cinquanta (un’Anna Magnani immaginiFICAmente bonazza, trapiantata negli altopiani di San Paolo). Non equivocate: non voglio esagerare, non è Manuela Arcuri e forse non rischiate l’incidente a incontrarla per strada… Però è senz’altro nel novero delle strapiacevolissime). Ha girato abbastanza per città italiane: mi ha raccontato con misura un po’ del suo privato. Ormai, a forza di raccogliere loft-confidenze, Crepet mi fa una pippa: mi fa piacere per un lato, però diventa un limite per la torridità degli incontri (“il cazzo non vuole penzieri”). Le auguro ogni serenità, se la merita. Per mio costume, difficilmente bisso: potrei impazzire e fare un’eccezione per un eventuale threesome con coinvolgimento dell’amica compagna di stanze (sempre che rientri nei miei canoni: ne ignoro le sembianze e l'identità, chi sa eventualmente parli).
Scala Gomez: 100/40’/7più
CITTA DELL'INCONTRO: Parma
NOME INSERZIONISTA: Anita
NAZIONALITA': Brasiliana
ETA': 22
CONFORMITA' ALL'ANNUNCIO: foto reali
SERVIZI OFFERTI: BJ, Fuck, daty, 69
RATE DI PARTENZA: 100
RATE CONCORDATO: 100
DESCRIZIONE FISICA: vedi rece
ATTITUDINE: nella norma
REPERIBILITA': penso buona
In missione per conto di IO (vedi Belushi e socio nel grande “Animal house”) mi ero appuntato mentalmente questa splendida garotinha al tempo della sua militanza modenese (dove fu recensita col nome di Bruna, se non erro): solo un contatto telefonico, senza dar corso alla conoscenza ahimè (sul finire dell’anno passato), e poi ella dolorosamente scomparve. La ritrovo a Parma, e mi determino ad approfondire la chiacchierata. Non posso parlare appieno di missione mia in avanscoperta: anche se i vecchi pareri modenesi erano parecchio discordanti (più negativi che altro). Anita al telefono l’ho trovata un tantinello scazzata, confermo; e sono stato dubbioso quasi fino all’ultimo. Ma poi crediamoci, mi dico. E Vado. Sesto continente… caldi oceani della giovine topa brasilera.
Quartiere: strade degli umili campioni, palazzina decorosa e poco appariscente. Privacy: sembra ben tutelata. Da umile peone mi approssimo col cuore appeso ai tasti del telefono. O chi intravvedo dietro quella porta? Bella, molto bella; è giovane, molto giovane.




Quadro, interno notte. Chiacchierano, ridono, si studiano: ma quando scopano?? È che questo danton, vile meccanico anzichenò, c’ha proprio la fissa della pissicologia. Così, chiedi, interroga, domanda… oh ma che sei, un inviato di Tettorama? Meno male che, mentre indugia a NON farsi mai i cazzi suoi, almeno spalpazza carezza tocca, la sbaciucchia la assapora e la onora, improvvisa anche uno sciànco poema in endecasillabi sciolti, versi tutti sbilenchi da ritardo mentale serio, incorniciati dalla formula di rito: “oh suadentissima venere in verdeoro (la bandiera del presidente Lula)”. Cosa non farei per te? Fra latinos ci si intende, a volte: anche se un povero urugiagio, di fronte a una giovane favolosa procace paulista ventiduenne… son come un un diseredato in cerca di fregna, con la valigia di cartone. Non me lo fa pesare: anzi si dimostra discretamente collaborativa, una discreta sacerdotessa dell’ammore. Non bacia, ecco dimenticavo: e me lo schiaffa lì sui denti, un’altra bella bastonata sul termometro, prima lo scaldi e poi lo raggeli, a me quella bocca ispira pensieri lubrichi senzameno, e vorrei suggerla e mordicchiarla e sucarla. Verboten: “son fedele al mio ragazzo”. Raschiando il fondo del barile, cerco di convincermi che il suo alito sa un po’ di fumo: classico metodo denominato “la volpe e l’uva”. Altri difettucci fisici dell'Anitona? Beh, uno solo (se vogliamo): una puntina di pancetta, le latine e le brasìu son fatte così. Si è decorata l’ombelico con un gioiellino da danzatrice del ventre, le sta che è una dolcezza. Oh, sta Anita è tanta: è carnosa come una pesca nettarina. Maniaci delle veline pelle e ossa si astengano senza rimpianti. Info per i tettomani: quinta naturale, ALL NATURAL. Prelibatezza, e sfida la gravità. Mi ci perdo come un tipico (edipico) inviato del settimanale Tettorama (vedi sopra): mi accascio come un bambino nella poppata, sotto di lei, romolo o remo accudito dalla lupa (forza lupaaaa!!


Cosa dire, ricapitolando: è una ragazza pulita dentro e fuori. È il suo limite e il suo pregio: direi, paradossalmente, soprattutto il suo limite. Il pregio esplicito sta nella bellezza: le foto (schermate e non recentissime) danno un’idea approssimativa e un po’ anonima. Se con gli anni andrà sfiorendo, non lo so perché non ho la sfera di cristallo. Può essere una parabola tipica specialmente per le latine di fisico generoso. Per ora è tanta ma soda e quasi scandalosamente bbona. Continuava a schermirsi (“certo non sono brutta, ma la bellezza vera è un’altra cosa”). Però il Paride con la mela, ieri sera, ero io: e ho dato il mio verdetto. Bonissima: belle gambe, curve proporzionate, tette da applausi. Viso intenso e pieno, bocca generosa. Direi, per dare un’idea, uno splendido viso da popolana degli anni cinquanta (un’Anna Magnani immaginiFICAmente bonazza, trapiantata negli altopiani di San Paolo). Non equivocate: non voglio esagerare, non è Manuela Arcuri e forse non rischiate l’incidente a incontrarla per strada… Però è senz’altro nel novero delle strapiacevolissime). Ha girato abbastanza per città italiane: mi ha raccontato con misura un po’ del suo privato. Ormai, a forza di raccogliere loft-confidenze, Crepet mi fa una pippa: mi fa piacere per un lato, però diventa un limite per la torridità degli incontri (“il cazzo non vuole penzieri”). Le auguro ogni serenità, se la merita. Per mio costume, difficilmente bisso: potrei impazzire e fare un’eccezione per un eventuale threesome con coinvolgimento dell’amica compagna di stanze (sempre che rientri nei miei canoni: ne ignoro le sembianze e l'identità, chi sa eventualmente parli).
Scala Gomez: 100/40’/7più