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Ospite
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RIFERIMENTO INTERNET: http://roma.bakekaincontri.com/donna-ce ... is13256171
CITTA DELL'INCONTRO: Roma - Prati
NOME INSERZIONISTA: Ariele
NAZIONALITA': Brasile - Bahia
ETA': 24
CONFORMITA' ALL'ANNUNCIO: Si
SERVIZI OFFERTI: I soliti (anal con sovraprezzo)
RATE DI PARTENZA: 100
RATE CONCORDATO: 100
DESCRIZIONE FISICA: Piccolina, bel culetto, tette rifatte
ATTITUDINE: Simpatica e ridanciana
REPERIBILITA': Ottima
PRESENZA DI BARRIERE ARCHITETTONICHE: Scale
VOTO PERSONALE: 6 e mezzo
RECENSIONE:
Alcuni giorni or sono, mentre percorrevo col mio destriero il quotidiano tragitto serale dall’uffizzio alla mia magione, ho telefonato alla benemerita emarginata per verificare la sua disponibilità ad un incontro nei termini ed alle condizioni indicate nell’annuncio di che trattasi.
Ricevuta una solerte e consenziente risposta, mi sono recato in quel dei Prati, sulle pendici del Colle Mario, dove ho potuto ricevere il servizio convenuto.
Guadagnato il borghese condominio indicatomi, scesa un breve rampa di scale, ho avuto accesso al di lei studio.
Lo stesso, sito al piano interrato, mi è sembrato sobrio e spartano ma non troppo male in arnese e dunque idoneo alla consumazione premeditata ancorché non certo confacente al mio rango e abitudine.
L’uso dei servizi igienici mi è risultato purtroppo interdetto a causa della presenza di una collega della signorina che, ad ogni buon bisogno, e con modico sovrapprezzo, mi è stato riferito sarebbe stata disponibile ad una triplice risoluzione sensuale.
Tuttavia, conscio dei miei limiti e delle pregresse esperienze in tema di incontri triangolari, tenuto conto che, come recitava la nota reclam’, a scatola chiusa compro solo Arrigoni, ho cortesemente declinato. Scoprendo poi che il destino mi ha sorriso.
Al mio arrivo, assai correttamente, la padrona di casa ha atteso che il mio sguardo la percorresse con la necessaria perizia al fin di concludere se fosse o meno il caso di concludere il contratto.
Lei mi ha accolto in pagliaccetto nero attillato, decolté tacco 15 e scaldamuscolo, o calzettino corto, un tantino demodé. L’immagine mi ha ispirato il ricordo di una ballerina di carillon. Di quelle intarsiate nello scuro legno dell’amazzonia. Data la sua corta statura, il suo colorito eburneo e i tratti del viso tipici delle indie occidentali. Infatti, non può certo dirsi che la damigella sia aitante. Ma devo ammettere che le proporzioni auree sono rispettate e, a dispetto della gamba corta, le terga verdeoro, il fianco sottile e le mammelle procaci (peraltro dotate di gustosi corbezzoli), ancorché, si badi, difficilmente riscontrabili in natura, mi hanno arrecato una piacevole sensazione di calore alle pudenda.
Mi sono allora denudato e dedicato alla cura del corpo.
Di entrambi.
E lei mi ha sorriso leggera e un po’ infantile.
La dama mi ha però negato il bacio. Argomentando un mio presunto maschio sentore di fumo. Probabilmente dovuto ai sigari cubani che mi faccio confezionare all’Avana col tabacco delle mie tenute.
A parte la fastidiosa negazione a sfondo tabagista, le reciproche temperature hanno comunque guadagnato il punto di fusione in tempi brevi. Le effusioni si sono alternate alle di lei argentine risate, inframezzate a mormorate frasi di gradimento, estatici sospiri di approvazione e sospirate estasi d’amor… Al punto da chiedermi perplesso se per ventura il mio arnese si fosse improvvisamente destato di un buon palmo al di sopra della consuetudine.
Ma la risposta più verosimile che mi son dato è stata piuttosto quella che la Signorina fosse piuttosto intenzionata a liberare tosto l’amica dall’ingiusta clausura balneare.
Ignorando le di lei ragioni, mi son comunque tratto d’impaccio argomentando repente una serie di novelle a sfondo prettamentA linguisticO, recitate direttamente sulle sue seconde e più trepide labbra. Con l’atteso effetto che le argentine risate si son alfin ridotte a umidi bisbigli e, finalmente, a ben più credibili e convinti sospiri.
Peccato che il figaro della Signora non si fosse recato alla magione in giornata. Giacchè il mio profumato e umido pasto sarebbe risultato assai più gustoso se non fosse stato condito da un incipiente vello pelvico.
Solo dopo essermi goduto a lungo l’avido pasto, e sol quando lo stesso cominciava ad essere un po’ troppo umido anche per la mia voluttà, l’ho fatta mia.
E l’ho fatto in più guise.
Godendo, egoista, del nettare che sprigionava dal suo ventre e dalla ridotta capienza del suo antro femminino che, a ben vedere, è forse stata la nota più felice di questa aulica storia che vi sottopongo.
Amici miei.
Un fiotto caldo promanato dal vendicatore calvo nello stretto e vinilico vestito, chiuso al buio delle fauci tra le sue corte ma vellutatissime cosce ha suggellato il duello.
E anche lei, voluttuosa selvaggia, ha voluto fingere, o chissà anche no, una estasi conclusiva.
Triste è lucidare l’arma dei padri con fazzoletti di vile cellulosa olezzanti di essenza consone piuttosto alle pubbliche latrine.
Ma, tant’è.
La nobiltà è perduta.
E più che l’onor poté il digiuno.
Dischiusa la porta delle terme ne è infine uscita l’oscura amica rinchiusa.
Tonde le sue forme e il suo viso.
Bianche le sue carni.
Cadenti le grandi mammelle.
Elefantino il suo peso.
Bassa la statura.
Vi invito ad affrontarla solo dopo digiuni ben prolungati e con membra forti e coraggiose.
Oppure ad evitarla, salvo ne vogliate apprezzare la sua tanto giovale quanto poco comprensibile favella. Che comunque poco può fare per compensare una probabile dedizione a copiose libagioni.
Tanto vi dovevo, confratelli
Janjulio julio dei juli junior, III conte della julia
CITTA DELL'INCONTRO: Roma - Prati
NOME INSERZIONISTA: Ariele
NAZIONALITA': Brasile - Bahia
ETA': 24
CONFORMITA' ALL'ANNUNCIO: Si
SERVIZI OFFERTI: I soliti (anal con sovraprezzo)
RATE DI PARTENZA: 100
RATE CONCORDATO: 100
DESCRIZIONE FISICA: Piccolina, bel culetto, tette rifatte
ATTITUDINE: Simpatica e ridanciana
REPERIBILITA': Ottima
PRESENZA DI BARRIERE ARCHITETTONICHE: Scale
VOTO PERSONALE: 6 e mezzo
RECENSIONE:
Alcuni giorni or sono, mentre percorrevo col mio destriero il quotidiano tragitto serale dall’uffizzio alla mia magione, ho telefonato alla benemerita emarginata per verificare la sua disponibilità ad un incontro nei termini ed alle condizioni indicate nell’annuncio di che trattasi.
Ricevuta una solerte e consenziente risposta, mi sono recato in quel dei Prati, sulle pendici del Colle Mario, dove ho potuto ricevere il servizio convenuto.
Guadagnato il borghese condominio indicatomi, scesa un breve rampa di scale, ho avuto accesso al di lei studio.
Lo stesso, sito al piano interrato, mi è sembrato sobrio e spartano ma non troppo male in arnese e dunque idoneo alla consumazione premeditata ancorché non certo confacente al mio rango e abitudine.
L’uso dei servizi igienici mi è risultato purtroppo interdetto a causa della presenza di una collega della signorina che, ad ogni buon bisogno, e con modico sovrapprezzo, mi è stato riferito sarebbe stata disponibile ad una triplice risoluzione sensuale.
Tuttavia, conscio dei miei limiti e delle pregresse esperienze in tema di incontri triangolari, tenuto conto che, come recitava la nota reclam’, a scatola chiusa compro solo Arrigoni, ho cortesemente declinato. Scoprendo poi che il destino mi ha sorriso.
Al mio arrivo, assai correttamente, la padrona di casa ha atteso che il mio sguardo la percorresse con la necessaria perizia al fin di concludere se fosse o meno il caso di concludere il contratto.
Lei mi ha accolto in pagliaccetto nero attillato, decolté tacco 15 e scaldamuscolo, o calzettino corto, un tantino demodé. L’immagine mi ha ispirato il ricordo di una ballerina di carillon. Di quelle intarsiate nello scuro legno dell’amazzonia. Data la sua corta statura, il suo colorito eburneo e i tratti del viso tipici delle indie occidentali. Infatti, non può certo dirsi che la damigella sia aitante. Ma devo ammettere che le proporzioni auree sono rispettate e, a dispetto della gamba corta, le terga verdeoro, il fianco sottile e le mammelle procaci (peraltro dotate di gustosi corbezzoli), ancorché, si badi, difficilmente riscontrabili in natura, mi hanno arrecato una piacevole sensazione di calore alle pudenda.
Mi sono allora denudato e dedicato alla cura del corpo.
Di entrambi.
E lei mi ha sorriso leggera e un po’ infantile.
La dama mi ha però negato il bacio. Argomentando un mio presunto maschio sentore di fumo. Probabilmente dovuto ai sigari cubani che mi faccio confezionare all’Avana col tabacco delle mie tenute.
A parte la fastidiosa negazione a sfondo tabagista, le reciproche temperature hanno comunque guadagnato il punto di fusione in tempi brevi. Le effusioni si sono alternate alle di lei argentine risate, inframezzate a mormorate frasi di gradimento, estatici sospiri di approvazione e sospirate estasi d’amor… Al punto da chiedermi perplesso se per ventura il mio arnese si fosse improvvisamente destato di un buon palmo al di sopra della consuetudine.
Ma la risposta più verosimile che mi son dato è stata piuttosto quella che la Signorina fosse piuttosto intenzionata a liberare tosto l’amica dall’ingiusta clausura balneare.
Ignorando le di lei ragioni, mi son comunque tratto d’impaccio argomentando repente una serie di novelle a sfondo prettamentA linguisticO, recitate direttamente sulle sue seconde e più trepide labbra. Con l’atteso effetto che le argentine risate si son alfin ridotte a umidi bisbigli e, finalmente, a ben più credibili e convinti sospiri.
Peccato che il figaro della Signora non si fosse recato alla magione in giornata. Giacchè il mio profumato e umido pasto sarebbe risultato assai più gustoso se non fosse stato condito da un incipiente vello pelvico.
Solo dopo essermi goduto a lungo l’avido pasto, e sol quando lo stesso cominciava ad essere un po’ troppo umido anche per la mia voluttà, l’ho fatta mia.
E l’ho fatto in più guise.
Godendo, egoista, del nettare che sprigionava dal suo ventre e dalla ridotta capienza del suo antro femminino che, a ben vedere, è forse stata la nota più felice di questa aulica storia che vi sottopongo.
Amici miei.
Un fiotto caldo promanato dal vendicatore calvo nello stretto e vinilico vestito, chiuso al buio delle fauci tra le sue corte ma vellutatissime cosce ha suggellato il duello.
E anche lei, voluttuosa selvaggia, ha voluto fingere, o chissà anche no, una estasi conclusiva.
Triste è lucidare l’arma dei padri con fazzoletti di vile cellulosa olezzanti di essenza consone piuttosto alle pubbliche latrine.
Ma, tant’è.
La nobiltà è perduta.
E più che l’onor poté il digiuno.
Dischiusa la porta delle terme ne è infine uscita l’oscura amica rinchiusa.
Tonde le sue forme e il suo viso.
Bianche le sue carni.
Cadenti le grandi mammelle.
Elefantino il suo peso.
Bassa la statura.
Vi invito ad affrontarla solo dopo digiuni ben prolungati e con membra forti e coraggiose.
Oppure ad evitarla, salvo ne vogliate apprezzare la sua tanto giovale quanto poco comprensibile favella. Che comunque poco può fare per compensare una probabile dedizione a copiose libagioni.
Tanto vi dovevo, confratelli
Janjulio julio dei juli junior, III conte della julia