CAMILA - ROMAESCORT - ROMA

DM67

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RIFERIMENTO INTERNET http://www.romaescort.biz/girl/camilla_prati.html
CITTA DELL'INCONTRO: Roma, Prati
NOME INSERZIONISTA: Camila
NAZIONALITA': Brasiliana, ma mi è sembrata ispanica, forse cubana
ETA': 30-32
CONFORMITA' ALL'ANNUNCIO: sì, ma più snella rispetto alle foto
SERVIZI OFFERTI: bbj/69/straight sex/anal
RATE DI PARTENZA: 150
RATE CONCORDATO: 150
DESCRIZIONE FISICA: brunetta curve morbide, pelle ambrata
ATTITUDINE: a suo modo magnetica
REPERIBILITA': semplice
TEL. 32997859XX
TIME: 30’
PAGELLA:
Fisico: 8.0
BJ : 7
69: 8.0
ANAL: 8.5
Social time: 7

LA MIA ESPERIENZA
(SAB 09/02/2011)

Incontro questo bell’esemplare di gattina ambrata e flessuosa in un pomeriggio di febbraio, appartamento multiproprietà nel quartiere Prati, di quelli, probabilmente usati come transito, abitati da grasse risate corali che risuonano dalla cucina, l’ambiente in cui tra una marchetta e l’altra, la squadra di turno (mensile?) si rifocilla e si rilassa.

Mi accoglie con il suo kimono nero e mi ipnotizza subito con la sua preparazione teatralizzata dell'atto, i suoi respiri profondi, di quelli che gonfiano la cassa toracica fino ad esplodere, i suoi sguardi diritti al centro delle mie pupille.
Non è una ninfa, anzi, la prima impressione è di trovarmi davanti all’archetipo puttanografico di etnia ispanica sulla piazza da una ventina d’anni o più. Non gradisco il genere, ma abbozzo, rapito dai suoi occhioni allusivi. Dice di essere brasiliana. Ssseee … mia nonna in carriola, come se non lo sentissi che il suo portoghese annaspa un bel po’. “E’ perché ho vissuto tanti anni a Madrid …” dice. Mah!

Si libera del kimono con le movenze di una danzatrice del ventre. Il suo corpo sinuoso risplende nella penombra della stanzuccia in cui ci tocca riparare, che quella grande è occupata. La sua figura è snella e morbida, ma non c’è traccia del culone delle foto - cazz… ero venuto per quello - Poco importa: il culone delle foto era un incantesimo, ma quello vero ha tutti i numeri per proporsi come il boccone più ambito dell’incontro.
Scambiamo qualche languida carezza inginocchiati sul letto a due piazze che occupa quasi tutta la “stanza”: rimane giusto una fessura tra la parete laterale e il letto, e un paio di metri quadridi spazio dalla porta. Mi lascio stordire dall’intenso profumo di femmina che ha saturato l’angusto spazio e mi godo in silenzio un tenerissimo quanto insperato pompino. Non avrei dato due lire a quella bocca contornata da labbra sottili e vermiglie. E invece …

E invece questa qui se lo caccia in gola con disinvoltura, senza rumoreggiare (che cosa odiosa tutti quei risucchi …), senza strafare, mi cuoce in quattro o cinque minuti, come un piatto di linguine. La fermo, anche se è difficile ritrarsi da cotanta performance al clarinetto, ma lo scroto ha cominciato a lanciarmi segnali inequivocabili: è già tempo di fare un giro sulle giostre più ambite, quelle in Viale Culo e in Piazza Fica. La manovra è complicata in così poco spazio, ma la tipa, tacchi a spillo incollati ai piedi, riesce ugualmente a girarsi, a darmi le terga e poi a raggomitolarsi per ricominciare a pompare, anche se ora il lattice filtra le sensazioni più intense.

E’ un culo pieno di salute quello che mi ritrovo a due dita dal naso. Mi sistemo il cuscino e vado a sbafarmi direttamente la pietanza più prelibata, senza l’contorno di natica, peraltro succolento. La gnocca reagisce da par suo con guaiti da cagna colta in flagrante. Un specie di martello ha nel frattempo cominciato a percuotermi le tempie, come un tamburo, a ritmo insostenibile, non resisto più: devo farmi questo culo, penso...

Scavallo la tipa, destandola bruscamente dalla sua sceneggiata di guaiti e mugolii, e mi alzo in piedi, sistemandomi nell’intercapedine libera tra il letto e la parete. Mai scelta fu tanto sprovveduta.
La tipa intanto si mette a novanta, traducendo senza esito il mio cattivo pensiero. Mi conficco abbastanza facilmente tra le sue chiappe e mi illudo. Comincio ad aggredire gli spazi con spirito eccessivamente bellicoso. Forse sorpresa da tanto precoce veemenza la tipa mugolando comincia a inclinarsi in avanti sul letto. E lì realizzo quanto mi sono fottuto.

Con le gambe incastrate tra il muro e il letto non posso fare altro che accompagnarla nei suoi movimenti in avanti, sprofondando sempre di più tra le sue natiche. Sono tutto dentro, cerco di rifare all’indietro tutto il percorso, ma ho le gambe incastrate e non riesco a fare leva. Provo allora a strattonare quel culo che mi sta fagocitando come una mentina, ma la tipa è posseduta da una smania lamentosa che sfocia in dodicimila tipi di guaiti e latrati: non riesco a farla ragionare.

Rido di me stesso, della situazione in cui mi sono messo, sembro uno di quei cani che dopo aver trombato non riescono a sbrogliarsi dalla cagna in cui sono dentro e non possono fare altro che camminare a due zampe attaccati alle terga, fino a che l’intreccio non si snoda per fisiologico ripiegamento del perno che ha creato l’incastro.

E così non posso evitare un orgasmo violento, attaccato a due natiche che mi portano a spasso per il letto. Avrei voluto avere un maggior controllo delle operazioni, ma in definitiva, va bene così.

DM67
 
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