casa chiusa a siena

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LOTTA ALLA MICROCRIMINALITA'
Casa a luci rosse vicino al tribunale
In manette una donna 36enne dell'Est
I carabinieri hanno arrestato una donna di 36 anni proveniente dell'est europeo con l’accusa di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. A due passi dal tribunale aveva intrapreso un'intensa attività lavorativa, dove la clientela non mancava

Siena, 29 agosto 2009 - Casa a luci rosse nel centro storico di Siena. Si trovava dentro le mura, a due passi dal tribunale, ed era frequentata soprattutto da quarantenni della nostra città in cerca di «svago» a pagamento nelle calde notti estive. A tirare le fila di mini-giro di lucciole, secondo la procura, sarebbe stata una 36enne dell’est europeo, H.I., arrestata qualche giorno fa (la notizia si è appresa però solo nelle ultime ore) con l’accusa di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione.

La vicenda è stata tratteggiata in modo nitido dal pm Mario Formisano, che coordina l’inchiesta insieme ai carabinieri del nucleo operativo della Compagnia di Siena, diretto dal tenente Giuseppe Manichino. Appostamenti, verifiche sui clienti, poi il controllo nell’appartamento dove il via vai di uomini aveva subito insospettito gli altri abitanti del palazzo sono gli ingredienti di questa storia destinata a far parlare a lungo.
Siena è piccola, ci si conosce (più o meno) tutti. Quando qualcosa cambia nelle abitudini di una strada (sarebbe meglio dire di un condominio) è facile destare sospetti.

Aveva dato nell’occhio l’entra-esci di quelli che, a seguito degli accertamenti dei carabinieri, sono risultati clienti. Si concentrava soprattutto la sera, fino a tarda ora. Così erano iniziate le lamentele, ben presto giunte all’orecchio dell’Arma. Di qui gli appostamenti, le verifiche sulla proprietaria della casa (tutto è risultato in regola, nessun addebito a suo carico). Non era molto che andava avanti il «giro», alimentato (sembra) da un’inserzione sulla stampa. Diceva che lì si facevano massaggi, questa la ricostruzione dei militari, in realtà le prestazioni erano di tipo diverso. Sessuale. E per esse si pagavano — stando alle verifiche incrociate effettuate con i clienti prima della perquisizione e dell’arresto — cifre relativamente modeste: 50 euro, al massimo 80 o 100. Insomma, prezzi da tempi di crisi per reggere la concorrenza.

Era mattina quando i carabinieri in borghese hanno bussato alla porta dell’abitazione, a due passi dal tribunale. C’era H.I. ed un’altra giovane connazionale. Tutto è iniziato con il controllo dei documenti (sono comunitarie), ecco saltare fuori 5mila euro poi sequestrati perché si ipotizza siano frutto della fiorente attività, bloccato anche un cellulare usato come utenza per i contatti di carattere commerciale. Gli uomini del nucleo operativo avrebbero rinvenuto anche un foglio dove sarebbero stati annotati gli incassi, anch’esso ora al vaglio della procura.

La donna, arrestata e poi accompagnata in carcere a Sollicciano, ha rigettato l’accusa. Eppure i carabinieri sono convinti che fosse proprio lei a smistare gli appuntamenti e gestire la situazione, percependo addirittura parte del compenso dell’altra che si prostituiva. Particolari su cui si continua a indagare. Ieri mattina si è svolta davanti al gip Angela Annese l’udienza di convalida dell’arresto che ha visto la difesa effettuare le prime mosse. L’ipotesi sostenuta è che potrebbe trattarsi di un banale divertimento di ragazze che si trovavano in vacanza o, al massimo, di prostituzione personale, ovviamente non punibile sotto il profilo penale. Non costituisce reato.

Laura Valdesi

:big_boss:
 
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A prof. bastava che indicavi il link e non trascrivere il tutto o l'hai fatto per ammazzare il tempo tra due incontri con loftgirl
 

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