Che fare ?

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Il freddo esterno quasi mi scalda, rispetto al gelo che ho dentro. Sono giorni di confusione totale. Non so cosa mi sia accaduto. Ma soffro, perché ho davanti una montagna che anche se scalata, successivamente non avrà sbocchi. Non avrà strade. Forse ho preso coscienza di questo. Ed è questa la paura che mi attanaglia. Arrivato a fine giornata la stanchezza mentale prende talmente il sopravvento che mi addormento come un sasso. Inutile dire che questo mio sfogo può essere solo anonimo. Sono avviluppato in un gorgo che mi fa percepire l’assenza di domani, che tutto debba essere fatto oggi. L’ho vista l’ultima volta ad inizio settimana siamo stati un’ora insieme, ma non è successo nulla, avevo solo voglia di vederla, non mi è riuscito altro. Abbiamo parlato. Anzi ho parlato. Ho pianto. Mi sento solo, ma ho tanto da dare alla mia famiglia. Lei mi ascolta. Mi racconta qualcosa del suo vissuto. Ma oltre ciò non si può andare. Mi sembra di rivivere la mia prima vera cotta. Ma cazzo adesso no. Ho sempre evitato le amanti proprio per evitare bugie, sotterfugi e disonestà totale. Per anni ho optato sempre per le pay, come esercizio fisico alla noia o alla dieta imposte dalla vita coniugale.



Adesso mi sento male per una pay, non che non si possa star male per una pay. Anzi mi ritenevo fortunato ad non esserci mai del tutto incappato dentro. Ma non sapevo facesse cosi male. Perché lei lavora al confine con l’amore. Lavora in una zona grigia, che non il suo lavoro non farà mai diventare bianca. E qualche volta, anzi molte volte può diventare nera.



Spero finisca al più presto. Ho la consapevolezza che non sarà facile uscirne. O forse bastera analizzare la faccenda dentro di me ancora più a fondo.

Ho forse una sola certezza difficilmente potrò tornare da lei. E me ne dispiace.
 
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Che fare, non saprei proprio. Non si sa mai che fare, in questi casi.
Forse la cosa migliore sarebbe stata lasciare intonso il tuo post.
Ma tanto lo sapevi già, scrivendo il titolo, che al massimo ci avresti ritrovato le solite, inutili, mille cazzate, che non si applicano mai alla nostra storia.
Devo ammettere però che quella lei che lavora ai confini con l'amore, è un bel personaggio.
Per cui mi piacerebbe che tu ci ritornassi, per leggere altre pagine di questa storia.
Sono forse un po sadico, ma le belle letture mi prendono.
 
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L'unico consiglio che ti posso dare al contrario del collega qui sopra e di troncare non ci andare piu da lei, ti fara solo soffrire questa cosa di rivederla, quindi dai tempo al tempo e la cotta passerà, ho imparato che non c'è tempo per queste cose puoi prendere una sbandata a 20 come a 80 anni purtroppo.
 
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  • #4
Vivere da solo in una bolla di sapone non è bello. Non è bello avere la consapevolezza che non vedrai mai il suo viso alla luce del sole, sempre illuminato da una luce che nasce da una lampadina appesa al soffitto. Attenti a non ridere troppo rumorosamente. Attenti ad uscire dalla porta. Attenti a non sbattere il portone. Appoggerai il suo sostentamento su un tavolo di formica ed appoggerai i tuoi vestiti su di una sedia vecchia di 30 anni.


Spero a breve di dire "pensavo fosse amore invece era uno skate". Oppure dei pattini. Anche un acquascooter. Ma non è amore perchè l'amore è per due. L'amore unilaterale è solo un esercizio di autodistruzione. L'amore verso di lei può esistere. Ma deve essere vero e profondo. Quella che lavora al confine con l'amore è cosi. E' allegra, ma seria. I suoi occhi profondi nascondono le sofferenze della sua vita. Ma della sua vita non so quasi niente. E' sposata. Non c’è rapporto tra noi.

Ci sono sorrisi, amicizia, ma il suo tempo è prezioso e io non sono nessuno per poter pretendere il suo tempo solo per me. E' un qualcosa che mi deve vedere sconfitto. Il mio corpo è più maturo del mio cuore. I segnali di una resa me li ha mandati. La cosa non mi preoccupa. Perchè non succede più niente solo con lei. Devo chiudere. Per me. E basta. Il suo cuore soffre. Non per me. Lei lavora al confine con l'amore. E di stupidi ne ha visti tanti, ma il suo cuore è profondo.
 
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Forse il mio pensiero non sara' gradito ai piu' ma letto quanto sopra mi sento di dirti di investire su te stesso le energie che ti si muovono dentro.

Spesso preferiamo infatti dare la colpa agli altri e cercare delle scuse esterne ai problemi che ci fanno star male perche' e' piu' facile lamentarsi proiettando i problemi fuori che affrontare i problemi dentro.

E quindi la colpa e' della moglie, la colpa e' dell'amante, la colpa e' della pay. Come se queste figure avessero un potere magico e noi fossimo le vittime incapaci di reagire.

Forse siamo solo bambini incantati dall'ennesimo teatrino che ci affascina, ci trasporta e non capiamo fino in fondo.

A volte le persone sono solo vettori di stimoli che dobbiamo capire.

Se par facile mettere a confronto sensazioni istantanee che viviamo e paragonarle con cose simili accadute, spesso ci dimentichiamo del peso e dello spesso delle vere relazioni in cui siamo reali investitori.

E rimaniamo bambini inermi incantati a guardare cosa accade con la bocca spalancata.

Non mi permetterei mai di entrare nel privato, ma se una pay ti ha scatenato dentro questa confusione forse non e' a lei, che conosci da poco o nulla, che dovresti pensare, ma a te stesso, ai tuoi bisogni e alle tue necessita interiori, che evidentemente non trovano piu' nella tua compagna di vita un solido e spontaneo riferimento.

Mi e' piaciuta molto la netta distinzione che hai fatto in premessa tra relazione affettiva familiare e necessita' fisiologica come motivazione delle frequentazioni pay.

Fossi in te proverei a cercare di forzare uno step superiore della tua relazione familiare come necessaria e primaria soluzione alle tue necessita' emotive attuali, qualora, nonostante i tentativi, le cose non dovessero andare come vorresti dovrai affrontare la presa di consapevolezza che la realta' che vivi e' ben diversa da come vorresti o come ti aspettavi e forse sara' ben piu' complicato che un semplice smettere di vedere la pay che in questo contesto, a mio modesto parere, e' solo un incidentale quanto imprevisto pretesto di riflessione interiore.
 
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  • #6
Lo step superiore dovrebbe essere una vita sessuale appagante e condivisa.
Non uno sporadico sacrificio, con paletti e negazioni che ne conseguono. Paradossalmente in questo periodo ho ancora più voglia della mia partner. Anzi la cosa paradossale è che se penso alle ormai lontane evoluzioni sessuali con la mia lei sento un certo effetto...

Mentre invece le ultime volte che sono andato "dall'incidentale quanto imprevisto pretesto di riflessione interiore" non è successo niente...

Comunque sto analizzando dentro me stesso e so bene che la problematica nasce da li. Ma le "melanzane" ormai sono donne diverse. Da quelle che abbiamo conosciuto da quando siamo nati. Sono esseri perennemente insoddisfatti. Incapaci di regalarti una carezza. Incapaci di regalarti un sorriso. Tutto l'affetto, l'amore ed il rispetto sono commisurate grandemente alla soddisfazione delle loro aspettative e necessità.
 
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