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Cara Tiziana,
Circa otto anni fa, sul sito di Filippo, fosti la prima persona a rispondere a un mio post.
Fui onorato della tua attenzione.
Era la prima volta che avevo trovato il coraggio di scrivere qualcosa sul web. Ero un po’ intimidito. Si parlava di raid della polizia postale che chiudevano i siti a tema come il toptransexcafè di Tony. Leggende metropolitane volevano pattuglie della polizia postale che contattavano e perquisivano i PC degli iscritti al forum…. Tutte cazzate.
Pur non dandogli troppo peso, ero però titubante. Non sapevo se sarebbe stato facile o meno entrare nella community. Temevo comunque che qualche Grande fratello, nell’ombra, tenesse i records dei transputtanieri. Non so perché… Ed anche dopo qualche mese, ormai certo del mio diritto e della assoluta normalità e legalità della cosa, Filippo se lo ricorderà, volevo cambiare nick, proprio perché mi sembrava di essermi esposto sin troppo sul web…
Quelle tue due righe, non ricordo esattamente, ma sicuramente una battuta spiritosa, mi diedero fiducia e mi fecero sentire già un po’ più integrato e ascoltato nelle stupidaggini che scrivevo.
Chissà se lo facesti apposta.
Oppure era solo un commento come tanti.
Per ingannare il tempo e non chiudere il PC senza aver detto qualcosa.
Più avanti, ci trovammo a discutere di varie cose. A confrontarci. A prenderci in giro. Ricordo impossibili appuntamenti a incroci autostradali della Padania… Qualcuno, più vicino di me, riuscì anche a partecipare e godere un po’ della tua presenza. Mi spiace non aver potuto.
Ma, per qualche motivo, ti sentivo comunque amica. Molto più di quanto non lo sentissi per persone che avevo conosciuto assai meglio.
Essendo porco dentro, non ti nascondo di essere stato inizialmente attratto da te per il tuo sesso. Ma, allo stesso tempo, sapevo bene che non eri il mio tipo. E il tuo modo di scrivere, la tua immensa ironia, la tua infinita vena poetica cancellarono, giorno dopo giorno ogni mio sentimento appena meno che pulito.
Quante ne hai scritte. Quante ne ho lette. Quante ce ne siamo dette sui forum che sono passati in questi anni.
Che penna acuta che sei (ora, scopro senza stupore che hai scritto un libro che mi premurerò di leggere).
Le ultime volte che ti ho letto eri però un po’ amara, pessimista, cinica… E pure un po’ incazzata. Capisco che ne avevi ben d’onde. Spero ora sia passata.
Ma questa cosa di volerci conoscere, a noi cazzeggiatori e puttanieri, di volerci vedere per quello che siamo, di trattarci con normalità e rispetto, almeno quelli di noi che hanno la capacità, possibilmente senza troppi sforzi, di fare altrettanto.
E quella lunga telefonata che abbiamo avuto… Quando era?
Cinque anni fa forse.
Si parlava che saresti venuta a Roma con Giulia, a fare un po’ di casino al gay village.
Poi non sei più venuta per vari motivi. E mi è dispiaciuto molto.
Chissà fossimo stati un po’ più vicini.
Quella tua toscanità, la tua parlata (magari, sì, con una vocina non proprio da fata) quel tuo prendere per i fondelli, quel tuo mettere a nudo le miserie umane. Le nostre: palesi. Quelle delle tue colleghe: spesso interessate a crearsi un piccolo harem virtuale… Laddove, nel mondo reale, sai bene tu, prima di tutti, che per noi borghesucci, scese le scale dell’alcova, o usciti dal ristorante nei casi più “evoluti” “ma chi te conosce???”. Altro che fan club. Altro che audience. Leccaculi e ipocriti ecco che cosa rimediano le dive del web.
Adesso è parecchio che non ho tue notizie.
Ho appena scoperto che sei stata al gay pride di Genova. E non hai mancato di attirare un po’ di attenzione su di te.
Strano però!
Non mi sei mai sembrata il tipo della Vamp!
Concedimi quest’ultima ironia.
Ammetto, un filo amara e forse fuori luogo.
Ma tu non mancherai di capirla.
Vabbè.
Volevo scriverti per dirti che sei e resterai nel mio cuore.
Nel mio e di quelli come me che ti stimano e ti vogliono, ciascuno a suo modo e con i suoi umani limiti, bene.
Spero che adesso vada finalmente tutto bene. Che tu sia serena e che non senta né il caldo che c’è adesso, né il freddo che è sempre in agguato. Che il telefono ti lasci tranquilla. Che tu non abbia più lo stress della casa, dei clienti, dei vicini. Che dove sei sia veramente un posto bellissimo.
Che non sia più necessario lottare per la tua libertà. Per ottenere il rispetto che meriti.
Che tu, finalmente, te la goda.
Fanculo tutto il resto.
Ciao Tizzi. Ho l’unica certezza che un giorno ci becchiamo davanti a una birra ghiacciata nel posto più bello, quello che la nostra immaginazione neanche riesce a immaginare.
Ciao Tizzi
________________________jul
Circa otto anni fa, sul sito di Filippo, fosti la prima persona a rispondere a un mio post.
Fui onorato della tua attenzione.
Era la prima volta che avevo trovato il coraggio di scrivere qualcosa sul web. Ero un po’ intimidito. Si parlava di raid della polizia postale che chiudevano i siti a tema come il toptransexcafè di Tony. Leggende metropolitane volevano pattuglie della polizia postale che contattavano e perquisivano i PC degli iscritti al forum…. Tutte cazzate.
Pur non dandogli troppo peso, ero però titubante. Non sapevo se sarebbe stato facile o meno entrare nella community. Temevo comunque che qualche Grande fratello, nell’ombra, tenesse i records dei transputtanieri. Non so perché… Ed anche dopo qualche mese, ormai certo del mio diritto e della assoluta normalità e legalità della cosa, Filippo se lo ricorderà, volevo cambiare nick, proprio perché mi sembrava di essermi esposto sin troppo sul web…
Quelle tue due righe, non ricordo esattamente, ma sicuramente una battuta spiritosa, mi diedero fiducia e mi fecero sentire già un po’ più integrato e ascoltato nelle stupidaggini che scrivevo.
Chissà se lo facesti apposta.
Oppure era solo un commento come tanti.
Per ingannare il tempo e non chiudere il PC senza aver detto qualcosa.
Più avanti, ci trovammo a discutere di varie cose. A confrontarci. A prenderci in giro. Ricordo impossibili appuntamenti a incroci autostradali della Padania… Qualcuno, più vicino di me, riuscì anche a partecipare e godere un po’ della tua presenza. Mi spiace non aver potuto.
Ma, per qualche motivo, ti sentivo comunque amica. Molto più di quanto non lo sentissi per persone che avevo conosciuto assai meglio.
Essendo porco dentro, non ti nascondo di essere stato inizialmente attratto da te per il tuo sesso. Ma, allo stesso tempo, sapevo bene che non eri il mio tipo. E il tuo modo di scrivere, la tua immensa ironia, la tua infinita vena poetica cancellarono, giorno dopo giorno ogni mio sentimento appena meno che pulito.
Quante ne hai scritte. Quante ne ho lette. Quante ce ne siamo dette sui forum che sono passati in questi anni.
Che penna acuta che sei (ora, scopro senza stupore che hai scritto un libro che mi premurerò di leggere).
Le ultime volte che ti ho letto eri però un po’ amara, pessimista, cinica… E pure un po’ incazzata. Capisco che ne avevi ben d’onde. Spero ora sia passata.
Ma questa cosa di volerci conoscere, a noi cazzeggiatori e puttanieri, di volerci vedere per quello che siamo, di trattarci con normalità e rispetto, almeno quelli di noi che hanno la capacità, possibilmente senza troppi sforzi, di fare altrettanto.
E quella lunga telefonata che abbiamo avuto… Quando era?
Cinque anni fa forse.
Si parlava che saresti venuta a Roma con Giulia, a fare un po’ di casino al gay village.
Poi non sei più venuta per vari motivi. E mi è dispiaciuto molto.
Chissà fossimo stati un po’ più vicini.
Quella tua toscanità, la tua parlata (magari, sì, con una vocina non proprio da fata) quel tuo prendere per i fondelli, quel tuo mettere a nudo le miserie umane. Le nostre: palesi. Quelle delle tue colleghe: spesso interessate a crearsi un piccolo harem virtuale… Laddove, nel mondo reale, sai bene tu, prima di tutti, che per noi borghesucci, scese le scale dell’alcova, o usciti dal ristorante nei casi più “evoluti” “ma chi te conosce???”. Altro che fan club. Altro che audience. Leccaculi e ipocriti ecco che cosa rimediano le dive del web.
Adesso è parecchio che non ho tue notizie.
Ho appena scoperto che sei stata al gay pride di Genova. E non hai mancato di attirare un po’ di attenzione su di te.
Strano però!
Non mi sei mai sembrata il tipo della Vamp!
Concedimi quest’ultima ironia.
Ammetto, un filo amara e forse fuori luogo.
Ma tu non mancherai di capirla.
Vabbè.
Volevo scriverti per dirti che sei e resterai nel mio cuore.
Nel mio e di quelli come me che ti stimano e ti vogliono, ciascuno a suo modo e con i suoi umani limiti, bene.
Spero che adesso vada finalmente tutto bene. Che tu sia serena e che non senta né il caldo che c’è adesso, né il freddo che è sempre in agguato. Che il telefono ti lasci tranquilla. Che tu non abbia più lo stress della casa, dei clienti, dei vicini. Che dove sei sia veramente un posto bellissimo.
Che non sia più necessario lottare per la tua libertà. Per ottenere il rispetto che meriti.
Che tu, finalmente, te la goda.
Fanculo tutto il resto.
Ciao Tizzi. Ho l’unica certezza che un giorno ci becchiamo davanti a una birra ghiacciata nel posto più bello, quello che la nostra immaginazione neanche riesce a immaginare.
Ciao Tizzi
________________________jul