CARATTERISTICHE GENERALI
NOME INSERZIONISTA: ?
RIFERIMENTO INTERNET:http://www.sessoescort.com/Veneto/Padova/3801525829.html
CITTA DELL'INCONTRO: Padova Est
NAZIONALITA': Brasiliana
ETA': 25-30?
CONFORMITA' ALL'ANNUNCIO: fake
SERVIZI OFFERTI (vedi DIZIONARIO):
SERVIZI USUFRUITI: rai1, hj
COMPENSO RICHIESTO: 100
COMPENSO CONCORDATO: 50
DURATA DELL'INCONTRO: 10
DESCRIZIONE FISICA: piccola energumena
ATTITUDINE: nessuna
REPERIBILITA': buona purtroppo
PRESENZA DI BARRIERE ARCHITETTONICHE:
INDEX RICERCHE (numero telefonico nel formato 1234567xx):38015258xx
Preso da quella languida noia esistenziale che dà l'insonnia, più che da un'impellenza ormonale da estinguere, mi applico alla ricerca di un numero da comporre. Seleziono, nella stringa di ricerca di bakeka, le zone della città che intendo battere: centro, ospedali, portello, eccetera per trovarne le poche battone che conosco e le, ancora meno, recensite. Deplorando il fatto che fra le categorie donnacercauomo, uomocercadonna, coppie, eccetera i trans non godano di un loro specifico campo di ricerca. In verità mi pare evidente che questa linea editoriale sia un effetto della political correctness in una temperie culturale dove impera la teoria gender. Qualunque sia l'opinione e l'inclinazione dell'utente rimane tuttavia il fatto che c'è una certa differenza fra cercare una figa e trovare un cazzo, e che la mia vita sarebbe più semplice se un povero maschietto, dominato dal più banale degli istinti, non fosse costretto a disintegrarsi le palle degli occhi fra una miriade di inserzioni che non gli interessano ma che è impossibilitato a discriminare. Vabbè, alla fine, dopo svariati sondaggi telefonici e con il dito anchilosato dallo scroll del mouse trovo quella che mi risponde e che è disposta ad un incontro "cinquantacosatranquilla". E' un missile, si capisce da tutto che è un missile, ma esiste sempre la speranza di sbagliarsi e poi sono troppamente solleticato da una snobbistica smania di avventura bohemien. Parto in missione, in veste di osservatore partecipante il fenomeno degli emarginati sociali della notte.
LA MIA RECENSIONE:
Venti minuti e sono in Viale veneto, zona industriale di Villatora di Saonara. Un lungo e largo rettilineo che sembra volersi perdere nel deserto del nulla partendo da un luogo fuori mano da tutto. Nessun movimento nel raggio di chilometri, c'è solo un'automobile in sosta sul lato della carreggiata. Mi fermo dietro a questa e spengo il motore. Un ronzare sommesso di impianti si leva dai capannoni che costeggiano la strada in tutta la sua lunghezza, fondendosi nell'aria di quella che mi sembra la prima notte calda della stagione. Ronza pure, per un istante, il cancelletto di ferro zincato che mi trovo di lato, invitandomi ad entrare in una palazzina di cemento, recente e disadorna, che definire squallida è un complimento all'ingegnere che l'ha tirata su. Chissà quali artifici burocratici, o vizi di forma, hanno fatto sì che si edificasse una scatola ad uso residenziale in mezzo a delle altre scatole che sono tutte ad uso produttivo. O forse è stato invece un colpo di genio dell'amministrazione comunale addetta al piano regolatore per significare un'allegoria della razionalizzazione dell'imponderabile, di un black swan event, si potrebbe dire in termini britannici.
Chissà poi perchè le mignotte si nascondono sempre dietro la porta nel ricevere i clienti, anche quando non se ne vede alcun motivo. Questa è brasiliana e reciterà tutti i comportamenti stereotipati delle sue colleghe e connazionali in maniera, si potrebbe dire, affettata e sorprendendomi, in più, con ulteriori condotte di una stupidità disarmante. La contrattazione, tanto per cominciare. Prende i cinquanta che le porgo, in base a nostri accordi telefonici, e comincia a farfugliare che ne vuole cento, tenendo il biglietto in mano davanti al mio naso. Mi ripiglio in mano il biglietto spiegandole che così non andiamo bene e faccio per prendere la porta . A questo punto capisce che le cose, in effetti, non vanno bene e, dopo qualche istante di smarrimento, si convince ad accogliere di buon grado, il mio invito a cambiare atteggiamento e a prendere il biglietto che le porgo.
In camera c'è una tv che trasmette in streaming musica brasiliana. Se mi avesse detto che era musica ghanese avrei fatto meno fatica a crederle. Anche lei più africana che amerindia, figlia di una deportazione e di una violenza antica. Si spoglia e appaiono le fattezze grossolane di una mezza energumena. Neanche il viso è particolarmente aggraziato anche se ha occhi sprezzanti piuttosto belli che a tratti sembrano esprimere una genetica di sottomissione e paura. Mi ha detto anche il suo nome, che non ricordo. Il nome inutile di un'esistenza inutile gettata nel mondo. Mi calza il preservativo (tutto coperto avevamo concordato) e senza nemmeno accennare ad una fellatio si mette in posizione missionaria e il coito ha inizio. Tempo una manciata di secondi e smette di mugolare per uscirsene con la domanda più scontata che una puttana da quattro soldi può fare al cliente: allora, vieni? Vengo cosa, bambina santa, se mi dici così. Rispondo io interrompendo la rumba. La riprendo, al ritmo dei percussionisti ghanesi, e lei che ricomincia a mugolare come prima, come se stesse interpretando uno sketch surrealista. Dopo un'altra manciata di secondi decido che mi sono rotto i coglioni, fuoriesco e mi appoggio sul cuscino per vedere che cosa succede. Per prima cosa mi sfila il goldone, sancendo così irreversibilmente la fine della copula, e comincia a menarlo senza convinzione, finchè ad un certo punto mi guarda e mi fa: fai tu.,, fai tu... Fai tu cosa!?! Insiste: fai tu... fai tu...
Se fino a questo punto i miei tentativi di instaurare un dialogo si erano abbattuti in un invalicabile muro di gomma di ottusità, adesso entriamo nella fase social vera e propria, in cui si palesa il fatto che da questa non uscirebbe un ragionamento sensato neanche tirandolo fuori con il forcipe. Le domando se ha un fidanzato (pensando io a un qualche magnaccia che la gestisca) e parte a lagnarsi che non ha nessuno che la aiuta a pagare le bollette (pensando lei ad un minchione fidelizzato). Già sei un mezzo cesso, se in più non ti degni nemmeno di fare un bocchino al cliente che ti si approccia con le migliori intenzioni, hai voglia a trovarlo il fidanzato. Puoi pregare tutti i santi della Quinbanda.
Mentre mi sto vestendo con calma sembra quasi che le si affacci alla mente un dubbio deontologico: non è colpa mia... mi dispiace... mi comunica assumendo un tono partecipato in un momento che suppone essere di mia afflizione. In effetti sto pensando al Conte De Gobineau che se la ride sotto i baffi del fatto che non mi sono ancora convinto che le brasiliane devo lasciarle perdere. Non ti preoccupare e non fartene una colpa, non è nemmeno mia la colpa, se mai è esistita una colpa per quello che succede. E' andata così, poteva andare meglio. Non ho sborato oggi, sborerò domani, a Dio piacendo.
Gli autoarticolati si stanno incolonnando all'ingresso dei Mercati Generali e le ultime otr in circolazione si ciondolano stancamente sui marciapiedi. Una di queste, una negrona, si sporge al mio passaggio e, col braccio teso, mi grida qualcosa. Tiro diritto imperterrito sulla strada di casa. Va bene lo spirito di avventura ma c'é un limite a tutto. Non l'avrà caricata nessuno questa notte e, a breve, le spetteranno, in osservanza del codice bantu, le reprimente del suo uomo scontento. Per oggi ho già dato e comunque non credo di poter fare niente per rimediare al suo agghiacciante destino.
Appena arrivato a casa il puntercell fa uno squillo. Richiamo, è una nota otr veneta del piovese che avevo tentato di contattare prima. Già recensita in questo forum e descritta come un caso umano. Chiacchieriamo garbatamente per una decina di minuti finchè ci salutiamo ringraziandoci reciprocamente per la piacevole conversazione. Dopo un'esperienza così ai minimi termini forse un messaggio di speranza.
NOME INSERZIONISTA: ?
RIFERIMENTO INTERNET:http://www.sessoescort.com/Veneto/Padova/3801525829.html
CITTA DELL'INCONTRO: Padova Est
NAZIONALITA': Brasiliana
ETA': 25-30?
CONFORMITA' ALL'ANNUNCIO: fake
SERVIZI OFFERTI (vedi DIZIONARIO):
SERVIZI USUFRUITI: rai1, hj
COMPENSO RICHIESTO: 100
COMPENSO CONCORDATO: 50
DURATA DELL'INCONTRO: 10
DESCRIZIONE FISICA: piccola energumena
ATTITUDINE: nessuna
REPERIBILITA': buona purtroppo
PRESENZA DI BARRIERE ARCHITETTONICHE:
INDEX RICERCHE (numero telefonico nel formato 1234567xx):38015258xx
Preso da quella languida noia esistenziale che dà l'insonnia, più che da un'impellenza ormonale da estinguere, mi applico alla ricerca di un numero da comporre. Seleziono, nella stringa di ricerca di bakeka, le zone della città che intendo battere: centro, ospedali, portello, eccetera per trovarne le poche battone che conosco e le, ancora meno, recensite. Deplorando il fatto che fra le categorie donnacercauomo, uomocercadonna, coppie, eccetera i trans non godano di un loro specifico campo di ricerca. In verità mi pare evidente che questa linea editoriale sia un effetto della political correctness in una temperie culturale dove impera la teoria gender. Qualunque sia l'opinione e l'inclinazione dell'utente rimane tuttavia il fatto che c'è una certa differenza fra cercare una figa e trovare un cazzo, e che la mia vita sarebbe più semplice se un povero maschietto, dominato dal più banale degli istinti, non fosse costretto a disintegrarsi le palle degli occhi fra una miriade di inserzioni che non gli interessano ma che è impossibilitato a discriminare. Vabbè, alla fine, dopo svariati sondaggi telefonici e con il dito anchilosato dallo scroll del mouse trovo quella che mi risponde e che è disposta ad un incontro "cinquantacosatranquilla". E' un missile, si capisce da tutto che è un missile, ma esiste sempre la speranza di sbagliarsi e poi sono troppamente solleticato da una snobbistica smania di avventura bohemien. Parto in missione, in veste di osservatore partecipante il fenomeno degli emarginati sociali della notte.
LA MIA RECENSIONE:
Venti minuti e sono in Viale veneto, zona industriale di Villatora di Saonara. Un lungo e largo rettilineo che sembra volersi perdere nel deserto del nulla partendo da un luogo fuori mano da tutto. Nessun movimento nel raggio di chilometri, c'è solo un'automobile in sosta sul lato della carreggiata. Mi fermo dietro a questa e spengo il motore. Un ronzare sommesso di impianti si leva dai capannoni che costeggiano la strada in tutta la sua lunghezza, fondendosi nell'aria di quella che mi sembra la prima notte calda della stagione. Ronza pure, per un istante, il cancelletto di ferro zincato che mi trovo di lato, invitandomi ad entrare in una palazzina di cemento, recente e disadorna, che definire squallida è un complimento all'ingegnere che l'ha tirata su. Chissà quali artifici burocratici, o vizi di forma, hanno fatto sì che si edificasse una scatola ad uso residenziale in mezzo a delle altre scatole che sono tutte ad uso produttivo. O forse è stato invece un colpo di genio dell'amministrazione comunale addetta al piano regolatore per significare un'allegoria della razionalizzazione dell'imponderabile, di un black swan event, si potrebbe dire in termini britannici.
Chissà poi perchè le mignotte si nascondono sempre dietro la porta nel ricevere i clienti, anche quando non se ne vede alcun motivo. Questa è brasiliana e reciterà tutti i comportamenti stereotipati delle sue colleghe e connazionali in maniera, si potrebbe dire, affettata e sorprendendomi, in più, con ulteriori condotte di una stupidità disarmante. La contrattazione, tanto per cominciare. Prende i cinquanta che le porgo, in base a nostri accordi telefonici, e comincia a farfugliare che ne vuole cento, tenendo il biglietto in mano davanti al mio naso. Mi ripiglio in mano il biglietto spiegandole che così non andiamo bene e faccio per prendere la porta . A questo punto capisce che le cose, in effetti, non vanno bene e, dopo qualche istante di smarrimento, si convince ad accogliere di buon grado, il mio invito a cambiare atteggiamento e a prendere il biglietto che le porgo.
In camera c'è una tv che trasmette in streaming musica brasiliana. Se mi avesse detto che era musica ghanese avrei fatto meno fatica a crederle. Anche lei più africana che amerindia, figlia di una deportazione e di una violenza antica. Si spoglia e appaiono le fattezze grossolane di una mezza energumena. Neanche il viso è particolarmente aggraziato anche se ha occhi sprezzanti piuttosto belli che a tratti sembrano esprimere una genetica di sottomissione e paura. Mi ha detto anche il suo nome, che non ricordo. Il nome inutile di un'esistenza inutile gettata nel mondo. Mi calza il preservativo (tutto coperto avevamo concordato) e senza nemmeno accennare ad una fellatio si mette in posizione missionaria e il coito ha inizio. Tempo una manciata di secondi e smette di mugolare per uscirsene con la domanda più scontata che una puttana da quattro soldi può fare al cliente: allora, vieni? Vengo cosa, bambina santa, se mi dici così. Rispondo io interrompendo la rumba. La riprendo, al ritmo dei percussionisti ghanesi, e lei che ricomincia a mugolare come prima, come se stesse interpretando uno sketch surrealista. Dopo un'altra manciata di secondi decido che mi sono rotto i coglioni, fuoriesco e mi appoggio sul cuscino per vedere che cosa succede. Per prima cosa mi sfila il goldone, sancendo così irreversibilmente la fine della copula, e comincia a menarlo senza convinzione, finchè ad un certo punto mi guarda e mi fa: fai tu.,, fai tu... Fai tu cosa!?! Insiste: fai tu... fai tu...
Se fino a questo punto i miei tentativi di instaurare un dialogo si erano abbattuti in un invalicabile muro di gomma di ottusità, adesso entriamo nella fase social vera e propria, in cui si palesa il fatto che da questa non uscirebbe un ragionamento sensato neanche tirandolo fuori con il forcipe. Le domando se ha un fidanzato (pensando io a un qualche magnaccia che la gestisca) e parte a lagnarsi che non ha nessuno che la aiuta a pagare le bollette (pensando lei ad un minchione fidelizzato). Già sei un mezzo cesso, se in più non ti degni nemmeno di fare un bocchino al cliente che ti si approccia con le migliori intenzioni, hai voglia a trovarlo il fidanzato. Puoi pregare tutti i santi della Quinbanda.
Mentre mi sto vestendo con calma sembra quasi che le si affacci alla mente un dubbio deontologico: non è colpa mia... mi dispiace... mi comunica assumendo un tono partecipato in un momento che suppone essere di mia afflizione. In effetti sto pensando al Conte De Gobineau che se la ride sotto i baffi del fatto che non mi sono ancora convinto che le brasiliane devo lasciarle perdere. Non ti preoccupare e non fartene una colpa, non è nemmeno mia la colpa, se mai è esistita una colpa per quello che succede. E' andata così, poteva andare meglio. Non ho sborato oggi, sborerò domani, a Dio piacendo.
Gli autoarticolati si stanno incolonnando all'ingresso dei Mercati Generali e le ultime otr in circolazione si ciondolano stancamente sui marciapiedi. Una di queste, una negrona, si sporge al mio passaggio e, col braccio teso, mi grida qualcosa. Tiro diritto imperterrito sulla strada di casa. Va bene lo spirito di avventura ma c'é un limite a tutto. Non l'avrà caricata nessuno questa notte e, a breve, le spetteranno, in osservanza del codice bantu, le reprimente del suo uomo scontento. Per oggi ho già dato e comunque non credo di poter fare niente per rimediare al suo agghiacciante destino.
Appena arrivato a casa il puntercell fa uno squillo. Richiamo, è una nota otr veneta del piovese che avevo tentato di contattare prima. Già recensita in questo forum e descritta come un caso umano. Chiacchieriamo garbatamente per una decina di minuti finchè ci salutiamo ringraziandoci reciprocamente per la piacevole conversazione. Dopo un'esperienza così ai minimi termini forse un messaggio di speranza.