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https://it.notizie.yahoo.com/cosleeping-farsi-pagare-per-dormire-con-qualcuno-091541900.html
Cosleeping: farsi pagare per dormire con qualcuno
L’ultima frontiera della “lotta” contro la solitudine urbana è il cosleeping ovvero pagare per dormire con qualcuno. Niente prestazioni sessuali, né trasgressioni, in quelli che inizialmente venivano chiamati “cosleeping shop” (negozi del sonno condiviso) e ora sono diventati “cuddle café”, il sesso è vietato. Questa pratica che si sta diffondendo sempre di più nelle affollatissime metropoli nipponiche non ha nulla a che vedere con la prostituzione, ma, come il sesso a pagamento, ha un tariffario ben preciso relazionato alle prestazioni e al tempo trascorso a letto.
Il primo negozio a tema è stato aperto a Tokyo da Masashi Coda e si chiama Soineya. Si trova nel distretto di Akihabara, il regno degli appassionati di manga e anime e della subcultura Otaku. I clienti sono persone che lavorano 12-13 ore al giorno e non hanno nessuno con cui condividere la loro giornata: uomini d’affari, viaggiatori in trasferta, qualche turista, ma anche giovani timidi, desiderosi di avere un contatto fisico con una donna.
Il tariffario del Soineya è molto rigido: l’iscrizione al club costa 2800 yen (20 euro) e ogni frazione da trenta minuti di sonno costa 3000 yen (21 euro). Se si decide di passare l’intera notte con una cosleeper si paga un forfait di 50000 yen (355 euro). Il tariffario del cosleeping include anche isupplementi: per carezze sulla schiena, abbracci o anche solo per poter appoggiare la testa sulle ginocchia delle ragazze, per far cambiare d’abito alle ragazze e per fare e ricevere massaggi ai piedi bisogna sborsare cifre aggiuntive che vanno dai 10 ai 20 euro a seconda della tipologia della richiesta.
Il conto, dunque, è un mix di prestazioni e minutaggi e, per i più dormiglioni, il tassametro “corre” senza che i clienti se ne accorgano.
Le stanze sono piccole, coperte da tende colorate e addobbate con gadget giapponesi, come pupazzi o luci colorate. A inventare questo tipo di locali, però, non sono stati i giapponesi, ma uno statunitense, Jackie Samuel che a New York ha aperto The Snuggery, letteralmente “la coccoleria”. Perché la formula abbia successo, quindi, ci vogliono grandi agglomerati urbani: è proprio quando ci si muove in mezzo a milioni di persone che ci si sente più soli
Cosleeping: farsi pagare per dormire con qualcuno
Il primo negozio a tema è stato aperto a Tokyo da Masashi Coda e si chiama Soineya. Si trova nel distretto di Akihabara, il regno degli appassionati di manga e anime e della subcultura Otaku. I clienti sono persone che lavorano 12-13 ore al giorno e non hanno nessuno con cui condividere la loro giornata: uomini d’affari, viaggiatori in trasferta, qualche turista, ma anche giovani timidi, desiderosi di avere un contatto fisico con una donna.
Il tariffario del Soineya è molto rigido: l’iscrizione al club costa 2800 yen (20 euro) e ogni frazione da trenta minuti di sonno costa 3000 yen (21 euro). Se si decide di passare l’intera notte con una cosleeper si paga un forfait di 50000 yen (355 euro). Il tariffario del cosleeping include anche isupplementi: per carezze sulla schiena, abbracci o anche solo per poter appoggiare la testa sulle ginocchia delle ragazze, per far cambiare d’abito alle ragazze e per fare e ricevere massaggi ai piedi bisogna sborsare cifre aggiuntive che vanno dai 10 ai 20 euro a seconda della tipologia della richiesta.
Il conto, dunque, è un mix di prestazioni e minutaggi e, per i più dormiglioni, il tassametro “corre” senza che i clienti se ne accorgano.
Le stanze sono piccole, coperte da tende colorate e addobbate con gadget giapponesi, come pupazzi o luci colorate. A inventare questo tipo di locali, però, non sono stati i giapponesi, ma uno statunitense, Jackie Samuel che a New York ha aperto The Snuggery, letteralmente “la coccoleria”. Perché la formula abbia successo, quindi, ci vogliono grandi agglomerati urbani: è proprio quando ci si muove in mezzo a milioni di persone che ci si sente più soli