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complice un evento incidentale che mi vede soccorritore, mi ritrovo con la mai dimenticata camminata sghemba, bellissima e morbida, pervasa da una serenità e una familiarità fino a allora mai manifestata
parliamo del più e del meno mentre il carro attrezzi svolge il suo sporco lavoro, e davvero non ci sono barriere, solo lineare fluire di pensieri senza sovrapposizioni di voci
dopo aver accompagnato alla sua magione lo sciagurato cliente mancato e scosso autiere, la riporto a casa, non prima di esserci fermati a comprare cornetti caldi e bibite
colazione antelucana, golosa nella sua semplicità, mentre lei si racconta, mi informa, mi ragguaglia sulle vicende della sua vita
e l’ascolto, colpito dalle sue parole, incuriosito dalle sue scelte
quante volte ne ho letto sui forum senza che il brusio di fondo mi consentisse di cogliere tutte le sfumature
finalmente, mentre la città è ancora silenziosa e dormiente, e tra di noi scorre la complicità delle sale d’attesa, motiva la sua ricerca di normalità, lontano dalle luci e dalle paillettes, con la voglia, anche a scapito della comodità economica, di una vita, di un’identità diversamente dispersa, un voler agguantare quell’essere donna che la natura le ha negato
farfuglio imbarazzato ma colpito mentre argomento sulle problematiche delle trans
“le trans???” mi fulmina, “ i trans!” mi corregge, ribaltando così una convenzione per me acquisita
la notte passa, il giorno avanza, e la città si fa sentire cogliendoci ancora infervorati, e solo l’urgenza del volo mi obbliga al caloroso saluto
P.S. camminata sghemba non esercita più, e questo ricordo mi serve solo per riflettere sui formalismi filologici che spesso ci imprigionano
parliamo del più e del meno mentre il carro attrezzi svolge il suo sporco lavoro, e davvero non ci sono barriere, solo lineare fluire di pensieri senza sovrapposizioni di voci
dopo aver accompagnato alla sua magione lo sciagurato cliente mancato e scosso autiere, la riporto a casa, non prima di esserci fermati a comprare cornetti caldi e bibite
colazione antelucana, golosa nella sua semplicità, mentre lei si racconta, mi informa, mi ragguaglia sulle vicende della sua vita
e l’ascolto, colpito dalle sue parole, incuriosito dalle sue scelte
quante volte ne ho letto sui forum senza che il brusio di fondo mi consentisse di cogliere tutte le sfumature
finalmente, mentre la città è ancora silenziosa e dormiente, e tra di noi scorre la complicità delle sale d’attesa, motiva la sua ricerca di normalità, lontano dalle luci e dalle paillettes, con la voglia, anche a scapito della comodità economica, di una vita, di un’identità diversamente dispersa, un voler agguantare quell’essere donna che la natura le ha negato
farfuglio imbarazzato ma colpito mentre argomento sulle problematiche delle trans
“le trans???” mi fulmina, “ i trans!” mi corregge, ribaltando così una convenzione per me acquisita
la notte passa, il giorno avanza, e la città si fa sentire cogliendoci ancora infervorati, e solo l’urgenza del volo mi obbliga al caloroso saluto
P.S. camminata sghemba non esercita più, e questo ricordo mi serve solo per riflettere sui formalismi filologici che spesso ci imprigionano