Ho letto l'articolo (ben scritto) con molto coinvolgimento personale...ritrovandomi su alcuni aspetti.
In realtà, da quando ho cambiato lavoro 3 anni fa, ho una frequentazione del mondo pay molto limitata e riuscire ad organizzare incontri è diventato complicatissimo per motivi logistici, a questo si aggiunge il problema di godere di una qualche "visibilità e rispettabilità" in paese e quindi della impossibilità di frequentare le "locali e limitrofe".
Eppure con elevatissima frequenza controllo i siti di annunci. Strano a dirsi, ma anche per me il piacere sta nel cercare...nel guardare... sono poche le trombate pay memorabili....ricordo com molta più lucidità il percorso, le scale, la porta, la stanza, il batticuore, la botta di adrenalina... ma la trombata molto poco...fatto casi eccezionali.
Quando vado a mignotte le cerco belle (ho una moglie che mi piace molto), ma la mignotta deve essere bellissima, è così che prediligo simil modelle, ragazze russe e veline.... ma allo stesso tempo soffro di curiosità, così non è mancata la tardona, quella con le tette giganti, la cicciona, ecc... Negli anni ho capito però che all'amico di giochi piacciono belle, diversamente partecipa con svogliatezza.
Suscitano curiosità anche le autoctone...ma per i motivi sopra menzionati mi sono sostanzialmente precluse.
Non vado a mignotte solo per fare sesso, ma anche per scambiarci due chiacchiere... e in tantissime situazioni ho riscontrato storie tristi al pari di quelle descritte, una volta su tutte ricordo un pezzo di figliola dell'est che sarebbe potuta essere sulle copertine delle meglio riviste di moda..una delle mie trombate migliori in un albergo di lusso..le chiesi se facesse anale, mi rispose in modo titubante, dopo molte insistenze mi disse che lo aveva fatto due sole volte in vita sua e che non le era piaciuto, che le faceva male...mi guardava il pene e scuoteva la testa (sono assolutamente normodotato)...poi dietro la promessa di ulteriore compenso accettò..ora scritta così non rende..ma ricordo che avevo l'eccitazione alle stelle e lei era una gattina molto stile gfe...era un pò come convincere la propria lei....l'esperienza mi aiutò nell'impresa..ma mentre la pompavo lei si dimenava e mordeva il cuscino...ricordo di aver infierito in quella cavalcata come poche altre volte. Nel social time successivo mi mostro le foto del figlio rimasto in Lituania...mi disse di averlo fatto per lui. Mi sentii una merda.
Una volta in un bordello tedesco conobbi una portoricana (che non trombai poichè non mi piaceva) anche lei con storia tristissima alle spalle, eravamo su dei divanetti e lei guardava la sua collega che aveva una faccia da funerale... mi racconto anche la sua storia..che non era meno facile..ma si incazzava poichè diceva che doveva sorridere... fu così che mi convinse della funzione sociale della prostituta.
Secondo lei l'uomo non andava a puttane per sesso (o principalmente per quello) ma per svago, per evadere dal suo mondo fatto di impegni, pensieri, routine. Diceva che tutti i guai devono scomparire in quei momenti, e la prostituta doveva essere proprio quella persona che fa scomparire tutti i pensieri. Ritrovai in quelle parole qualcosa di poetico, mi venne in mente la canzone "ridi pagliaccio". Poi le chiesi perchè, se quello era il suo pensiero, mi avesse comunque raccontato la sua storia privata, mi rispose perchè sapeva che con me non avrebbe fatto sesso e che quindi non sarebbe stata lei a cancellare i miei pensieri. Rimasi stupito.