CARATTERISTICHE GENERALI
NOME INSERZIONISTA: CRINA/MELISA
RIFERIMENTO INTERNET: http://www.escortforumit.xxx/accompagnatrici/CRINA TOP-65246?from=regular_list
https://www.rosa-rossa.com/annunci/girls/milano/melisa-girls-accompagnatrice--MTkyNzQtNzEwNzE4.html
CITTA DELL'INCONTRO: MILANO
NAZIONALITA': RUMENA/MOLDAVA
ETA': 24-25
CONFORMITA' ALL'ANNUNCIO: è lei al 100 %.
SERVIZI OFFERTI (vedi DIZIONARIO): FK/BBJ/69/STRAIGHT SEX/ANAL SEX/GFE
SERVIZI USUFRUITI: BBJ/69/ANAL SEX
COMPENSO RICHIESTO: 100 1/2h (+50 per lato B)
COMPENSO CONCORDATO: 150 1/2h
DURATA DELL'INCONTRO: 30 MINUTI
DESCRIZIONE FISICA: come da foto, eccezionale bambolona
ATTITUDINE: sorridente, si lascia condurre,
REPERIBILITA': qualche problema con la centralinista, ma niente di che
PRESENZA DI BARRIERE ARCHITETTONICHE: sì
TELEFONO: 3807739049
INDEX RICERCHE: 38077390XX
PAGELLA: Fisico 10/Sex 9/Social time 6
LA MIA RECENSIONE:
Che la fisicità di questa figlia di Dracula, che si dichiara moldava, fosse imponente, lo dicevano le foto. Ma dal vivo, trovarsela davanti, è quasi imbarazzante, se non sei alto almeno uno e novanta.
E perciò, al cospetto di questa eccezionale bambolona, mentre i suoi occhi grigio-azzurri mi trafiggevano con sguardi inevitabilmente gelidi, mi sono sentito piccolo piccolo. Per fortuna un perenne mezzo sorriso stampato sulle labbra, ha addolcito la sua presenza glaciale, altrimenti sarei stato intimidito oltremodo da tutta quella algidità (apparente, come scoprirò dopo).
L’ennesimo pomeriggio torrido sta per lasciare il posto al tepore serale, quando decido di andare a verificare di persona le fattezze della donzella. Arrivo in zona dopo una ventina di minuti, aria condizionata a palla: mi seccherebbe molto arrivare sudaticcio. E invece il parcheggio lo trovo in culo al mondo. Arrivo al civico indicatomi, trafelato e bagnato fino alle mutande. In aggiunta, scopro che la telefonista non mi ha messo in agenda, nonostante le avessi detto perentorio: “Tra mezz’ora sono lì”. Mi tocca attendere maledizione. Trascorro non so quanto sul marciapiede, spalle al muro, a bombardarla di sms ogni cinque minuti: “Siamo pronti?”, ma le sue risposte sono evasive. Ho capito: qualcuno se la sta trombando al posto mio la bambolona dagli occhi di ghiaccio.
Il sole è ancora alto ed Eolo sembra che abbia mandato tutti i venti in vacanza, anche quelli di brezza. Finisce che mi faccio una sauna e, quando finalmente arrivano le istruzioni per coprire gli ultimi cento passi, sono accaldato e incacchiato di brutto. Talmente incacchiato che, una volta dentro al cortile interno, non riesco a vedere il portone della scala C. “Le biziclete, zi sono le biziclete … di fronte z’è una porta grigia con la letera zi … zitofona, poi secondo piano …”. Mi aggiro nel cortile con il telefono incollato all’orecchio, dieci porte grigie tutte attorno a me, ma non vedo questa maledetta C. “Aspetta … vengo a prenderti!”. Chiudo la telefonata e la vedo la maledetta C, finalmente. E dire che era bella grande, porca puttana. Citofono, sperando di bloccare su la mia soccorritrice. Il portone si apre e una ragazzetta finto bionda mi sta già ciabattando incontro.
Balbetto qualcosa tipo: “Ah, eccoci …”. Lei abbozza un sorriso, entriamo in ascensore, mi assale l’atroce dubbio che sia lei la tipa. E per questo, usciti dall’ascensore, le guardo il culo. Mah … mi sa che stavolta l’ho preso diritto nel cranio il missilone. Entro nell’appartamento in penombra. Il tempo di abituare gli occhi allo stacco di luce e la ragazzetta finto bionda è ciabattata via, dileguandosi chissà dove. Intravedo una figura massiccia che mi si avvicina e mi ritrovo al cospetto di una bambolona bruna, che mi guarda dall’alto in basso. Mamma mia! E quanto sei alta?
Sudato, accaldato, sorpreso, annaspante, davanti a cotanta esuberanza fisica, faccio fatica a rimettere in ordine le idee. Cerco di dissimulare il mio imbarazzo (per cosa poi …), dando fiato a tutto quello che mi gira per la testa. Straparlo di svariati argomenti, con la velocità di un radiocronista di “Tutto il calcio minuto per minuto”, mentre lei mi fissa con i suoi occhi indecifrabili e un mezzo sorriso sulla bocca. Poi, finalmente mi dice: “Io non parla italiano …” Ma certo. Che coglione! E continua: “Acqua?” – “Sissì … grazie”. E ancora: “Bagno?” – “Sissì … grazie”.
Ci rimango un bel po’ in bagno, a rinfrescarmi le palle, più che altro a normalizzare battito e sudorazione. Rientro nella stanza quasi rilassato e me la ritrovo davanti, ancora incartata nel suo babydoll di pizzo nero, le gambe tornite e interminabili, i seni pieni e prorompenti. E questo sorrisetto, non so se ironico o di circostanza, sempre sulla bocca. Ma quanto sei bona?!
Me la rimiro tutta mentre estraggo le tre banconote che avevo preparato. Mi accorgo solo ora di essere in soggiorno-cucina e che il giaciglio destinato all’amplesso è un divano letto. Poi non capisco più nulla. Inizio a toccarle il culo sotto il babydoll, a sfiorarle le labbra, a ciucciarle i seni, scoperti all’occorrenza. E sono già in tiro come un cavallo inebriato di feromoni.
Crina si avvede subito della novità. Si siede sul divano letto e un minuto dopo si ingolla tutto l’arnese. Procede con pacatezza e perizia, alzando di tanto in tanto i suoi occhi impenetrabili verso di me. Non so se qualcuno le ha detto che l’irruenza e la fretta sono i peggior nemici di un bel pompino. Fatto sta che la sua lentezza d’esecuzione, la sua cadenza, sembra studiata, addirittura dettata da un metronomo mentale. E tuttavia, quando provo a forzare il ritmo, Crina non si sottrae. Anzi, mi accoglie con prontezza e un lampo negli occhi, uno dei pochi, che segnala un certo autocompiacimento.
Potrei continuare all’infinito a gloriarmi il cazzo nelle sua boccuccia placida e avvolgente, ma ora bramo la sua fica. Crina si libera del babydoll finalmente e scopre una vulva con ricrescita non bellissima da vedere. Poco male, ci acconciamo alla meno peggio sul divano letto e partiamo in 69. Il giaciglio è quello che è, ma Crina assume una posizione che non capisco: non so quanto dettata da necessità e quanto voluta. Fatto sta che quella posizione non è proprio il mio ideale. Riesco ad avere un incontro ravvicinato con il clitoride, ma mi perdo tutto il resto, soprattutto mi perdo l’agognato buco di culo.
In altre occasioni avrei preteso il tutto, ma in questo caso il pompino è così godurioso che decido di accontentarmi del clitoride. A onore del vero, tormentare con la lingua il suo clitoride, poco dopo si rivela ben altro che un contentino: nel corso di quello strano 69, Crina mi gratificherà di effluvi e umori in profusione tale che raramente mi è successo di riscontrare in un incontro di sesso a pagamento. Mollo io per primo, perché devo proprio, ma se fossi riuscito ad andare avanti, chissà …
E siamo all’ultimo atto. Cappuccio e partiamo subito alla pecorina, anche perché mi sa che è davvero l’unica combinazione possibile in quella angustia di spazi. Lei è molto brava a puntare le ginocchia e ad alzare il culo. Io dovrei solo afferrarla per i fianchi e provare ad andare fino in fondo alla vicenda che ho poc’anzi interrotto. Ma per quanto il mio animo poetico sia fortemente tentato di portare la fica di Crina al giusto capolinea, il mio cazzo nel frattempo ha avvertito l’afrore di quel buco di culo, finalmente dischiuso e disponibile, e ha intimato una drastica e subitanea revisione delle priorità. E non lo si può certo biasimare il cazzo, se di fronte a un culo così ben fatto e in postura idonea, le sue prime istruzioni operative siano quelle di affondare la lingua e poi un dito per accertarsi che sia effettiva la clemenza verso l’atto contro natura che a un primo giudizio la cavità anale di Crina sembrerebbe mostrare.
Sfuma forse così la possibilità di verificare se erano effluvi e umori sinceri quelli che la fica di Crina mi aveva regalato nel corso di un singolare 69, ma in certe circostanze, si sa, è il cazzo a prendere il sopravvento e a condurre le operazioni. In compenso, il culo di Crina si comporta da par suo, concedendosi con naturalezza, senza opporre eccessiva resistenza, ma neanche con troppa faciloneria. E soprattutto senza l’ausilio di nulla oltre a una buona dose di saliva.
Una bella preda Crina. Un vero peccato non avere avuto un talamo più consono alla ghiotta occasione. L’avrei volentieri divaricata, ribaltata, roteata e sbatacchiata fino a sconvolgerla, la vampira Crina. E invece ogni posizione è stato un compromesso, un equilibrismo. Insomma, trombarsi una così su un divano letto può essere molto frustrante, se si pretende troppo. Ma se si arriva con le idee chiare, magari… ecco perché avrei molto volentieri rifatto un giro. Purtroppo, se non ho capito male, Crina è di partenza questa domenica.
NOME INSERZIONISTA: CRINA/MELISA
RIFERIMENTO INTERNET: http://www.escortforumit.xxx/accompagnatrici/CRINA TOP-65246?from=regular_list
https://www.rosa-rossa.com/annunci/girls/milano/melisa-girls-accompagnatrice--MTkyNzQtNzEwNzE4.html
CITTA DELL'INCONTRO: MILANO
NAZIONALITA': RUMENA/MOLDAVA
ETA': 24-25
CONFORMITA' ALL'ANNUNCIO: è lei al 100 %.
SERVIZI OFFERTI (vedi DIZIONARIO): FK/BBJ/69/STRAIGHT SEX/ANAL SEX/GFE
SERVIZI USUFRUITI: BBJ/69/ANAL SEX
COMPENSO RICHIESTO: 100 1/2h (+50 per lato B)
COMPENSO CONCORDATO: 150 1/2h
DURATA DELL'INCONTRO: 30 MINUTI
DESCRIZIONE FISICA: come da foto, eccezionale bambolona
ATTITUDINE: sorridente, si lascia condurre,
REPERIBILITA': qualche problema con la centralinista, ma niente di che
PRESENZA DI BARRIERE ARCHITETTONICHE: sì
TELEFONO: 3807739049
INDEX RICERCHE: 38077390XX
PAGELLA: Fisico 10/Sex 9/Social time 6
LA MIA RECENSIONE:
Che la fisicità di questa figlia di Dracula, che si dichiara moldava, fosse imponente, lo dicevano le foto. Ma dal vivo, trovarsela davanti, è quasi imbarazzante, se non sei alto almeno uno e novanta.
E perciò, al cospetto di questa eccezionale bambolona, mentre i suoi occhi grigio-azzurri mi trafiggevano con sguardi inevitabilmente gelidi, mi sono sentito piccolo piccolo. Per fortuna un perenne mezzo sorriso stampato sulle labbra, ha addolcito la sua presenza glaciale, altrimenti sarei stato intimidito oltremodo da tutta quella algidità (apparente, come scoprirò dopo).
L’ennesimo pomeriggio torrido sta per lasciare il posto al tepore serale, quando decido di andare a verificare di persona le fattezze della donzella. Arrivo in zona dopo una ventina di minuti, aria condizionata a palla: mi seccherebbe molto arrivare sudaticcio. E invece il parcheggio lo trovo in culo al mondo. Arrivo al civico indicatomi, trafelato e bagnato fino alle mutande. In aggiunta, scopro che la telefonista non mi ha messo in agenda, nonostante le avessi detto perentorio: “Tra mezz’ora sono lì”. Mi tocca attendere maledizione. Trascorro non so quanto sul marciapiede, spalle al muro, a bombardarla di sms ogni cinque minuti: “Siamo pronti?”, ma le sue risposte sono evasive. Ho capito: qualcuno se la sta trombando al posto mio la bambolona dagli occhi di ghiaccio.
Il sole è ancora alto ed Eolo sembra che abbia mandato tutti i venti in vacanza, anche quelli di brezza. Finisce che mi faccio una sauna e, quando finalmente arrivano le istruzioni per coprire gli ultimi cento passi, sono accaldato e incacchiato di brutto. Talmente incacchiato che, una volta dentro al cortile interno, non riesco a vedere il portone della scala C. “Le biziclete, zi sono le biziclete … di fronte z’è una porta grigia con la letera zi … zitofona, poi secondo piano …”. Mi aggiro nel cortile con il telefono incollato all’orecchio, dieci porte grigie tutte attorno a me, ma non vedo questa maledetta C. “Aspetta … vengo a prenderti!”. Chiudo la telefonata e la vedo la maledetta C, finalmente. E dire che era bella grande, porca puttana. Citofono, sperando di bloccare su la mia soccorritrice. Il portone si apre e una ragazzetta finto bionda mi sta già ciabattando incontro.
Balbetto qualcosa tipo: “Ah, eccoci …”. Lei abbozza un sorriso, entriamo in ascensore, mi assale l’atroce dubbio che sia lei la tipa. E per questo, usciti dall’ascensore, le guardo il culo. Mah … mi sa che stavolta l’ho preso diritto nel cranio il missilone. Entro nell’appartamento in penombra. Il tempo di abituare gli occhi allo stacco di luce e la ragazzetta finto bionda è ciabattata via, dileguandosi chissà dove. Intravedo una figura massiccia che mi si avvicina e mi ritrovo al cospetto di una bambolona bruna, che mi guarda dall’alto in basso. Mamma mia! E quanto sei alta?
Sudato, accaldato, sorpreso, annaspante, davanti a cotanta esuberanza fisica, faccio fatica a rimettere in ordine le idee. Cerco di dissimulare il mio imbarazzo (per cosa poi …), dando fiato a tutto quello che mi gira per la testa. Straparlo di svariati argomenti, con la velocità di un radiocronista di “Tutto il calcio minuto per minuto”, mentre lei mi fissa con i suoi occhi indecifrabili e un mezzo sorriso sulla bocca. Poi, finalmente mi dice: “Io non parla italiano …” Ma certo. Che coglione! E continua: “Acqua?” – “Sissì … grazie”. E ancora: “Bagno?” – “Sissì … grazie”.
Ci rimango un bel po’ in bagno, a rinfrescarmi le palle, più che altro a normalizzare battito e sudorazione. Rientro nella stanza quasi rilassato e me la ritrovo davanti, ancora incartata nel suo babydoll di pizzo nero, le gambe tornite e interminabili, i seni pieni e prorompenti. E questo sorrisetto, non so se ironico o di circostanza, sempre sulla bocca. Ma quanto sei bona?!
Me la rimiro tutta mentre estraggo le tre banconote che avevo preparato. Mi accorgo solo ora di essere in soggiorno-cucina e che il giaciglio destinato all’amplesso è un divano letto. Poi non capisco più nulla. Inizio a toccarle il culo sotto il babydoll, a sfiorarle le labbra, a ciucciarle i seni, scoperti all’occorrenza. E sono già in tiro come un cavallo inebriato di feromoni.
Crina si avvede subito della novità. Si siede sul divano letto e un minuto dopo si ingolla tutto l’arnese. Procede con pacatezza e perizia, alzando di tanto in tanto i suoi occhi impenetrabili verso di me. Non so se qualcuno le ha detto che l’irruenza e la fretta sono i peggior nemici di un bel pompino. Fatto sta che la sua lentezza d’esecuzione, la sua cadenza, sembra studiata, addirittura dettata da un metronomo mentale. E tuttavia, quando provo a forzare il ritmo, Crina non si sottrae. Anzi, mi accoglie con prontezza e un lampo negli occhi, uno dei pochi, che segnala un certo autocompiacimento.
Potrei continuare all’infinito a gloriarmi il cazzo nelle sua boccuccia placida e avvolgente, ma ora bramo la sua fica. Crina si libera del babydoll finalmente e scopre una vulva con ricrescita non bellissima da vedere. Poco male, ci acconciamo alla meno peggio sul divano letto e partiamo in 69. Il giaciglio è quello che è, ma Crina assume una posizione che non capisco: non so quanto dettata da necessità e quanto voluta. Fatto sta che quella posizione non è proprio il mio ideale. Riesco ad avere un incontro ravvicinato con il clitoride, ma mi perdo tutto il resto, soprattutto mi perdo l’agognato buco di culo.
In altre occasioni avrei preteso il tutto, ma in questo caso il pompino è così godurioso che decido di accontentarmi del clitoride. A onore del vero, tormentare con la lingua il suo clitoride, poco dopo si rivela ben altro che un contentino: nel corso di quello strano 69, Crina mi gratificherà di effluvi e umori in profusione tale che raramente mi è successo di riscontrare in un incontro di sesso a pagamento. Mollo io per primo, perché devo proprio, ma se fossi riuscito ad andare avanti, chissà …
E siamo all’ultimo atto. Cappuccio e partiamo subito alla pecorina, anche perché mi sa che è davvero l’unica combinazione possibile in quella angustia di spazi. Lei è molto brava a puntare le ginocchia e ad alzare il culo. Io dovrei solo afferrarla per i fianchi e provare ad andare fino in fondo alla vicenda che ho poc’anzi interrotto. Ma per quanto il mio animo poetico sia fortemente tentato di portare la fica di Crina al giusto capolinea, il mio cazzo nel frattempo ha avvertito l’afrore di quel buco di culo, finalmente dischiuso e disponibile, e ha intimato una drastica e subitanea revisione delle priorità. E non lo si può certo biasimare il cazzo, se di fronte a un culo così ben fatto e in postura idonea, le sue prime istruzioni operative siano quelle di affondare la lingua e poi un dito per accertarsi che sia effettiva la clemenza verso l’atto contro natura che a un primo giudizio la cavità anale di Crina sembrerebbe mostrare.
Sfuma forse così la possibilità di verificare se erano effluvi e umori sinceri quelli che la fica di Crina mi aveva regalato nel corso di un singolare 69, ma in certe circostanze, si sa, è il cazzo a prendere il sopravvento e a condurre le operazioni. In compenso, il culo di Crina si comporta da par suo, concedendosi con naturalezza, senza opporre eccessiva resistenza, ma neanche con troppa faciloneria. E soprattutto senza l’ausilio di nulla oltre a una buona dose di saliva.
Una bella preda Crina. Un vero peccato non avere avuto un talamo più consono alla ghiotta occasione. L’avrei volentieri divaricata, ribaltata, roteata e sbatacchiata fino a sconvolgerla, la vampira Crina. E invece ogni posizione è stato un compromesso, un equilibrismo. Insomma, trombarsi una così su un divano letto può essere molto frustrante, se si pretende troppo. Ma se si arriva con le idee chiare, magari… ecco perché avrei molto volentieri rifatto un giro. Purtroppo, se non ho capito male, Crina è di partenza questa domenica.