Daniela - Cagliari - Bakecaincontrii

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CARATTERISTICHE GENERALI

NOME INSERZIONISTA: Daniela
RIFERIMENTO INTERNET: http://cagliari.bakecaincontrii.com/donna-cerca-uomo/daniela-¸¸-´¨`-¸¸-5pa788537473 fake
http://www.sardegnaincontri.com/girls/cagliari/3427628613/11364 vere
CITTA DELL'INCONTRO: Quartu (Cagliari)
NAZIONALITA': Colombiana
ETA': intorno ai trenta
CONFORMITA' ALL'ANNUNCIO: secondo annuncio è lei con un po' di fotoritocco
SERVIZI OFFERTI (vedi DIZIONARIO): tutto tranne cim e fk
SERVIZI USUFRUITI: idem
COMPENSO RICHIESTO: 100
COMPENSO CONCORDATO: 100
DURATA DELL'INCONTRO: trenta minuti circa
DESCRIZIONE FISICA: 1,65 ben proporzionata, formosa, non tonicissima ma gradevole, seno quarta rifatto, bel culo e bel viso ma un po' sciupato
ATTITUDINE: era un po' stanca comunque accondiscendente
REPERIBILITA': abbastanza facile
PRESENZA DI BARRIERE ARCHITETTONICHE: non direi
INDEX RICERCHE: 34276286xx

LA MIA RECENSIONE:

Può una semplice foto convincermi ad andare con una prostituta? Temo di sì.
Questo fa di me un allocco, non è vero? Sì lo so, sono un allocco.
Ecco le foto, lei è Daniela.
Adesso è tutto un po' più chiaro?
Non ancora?
Vabbè, provate a zoomare sulla seconda foto e poi ne riparliamo.

Ora vi spiego.
Questo tipo di bellezza meticcia mi eccita da morire e non saprei spiegarne i motivi. Forse perché tira fuori dal mio inconscio qualcosa di antico e represso, qualcosa di selvaggio ed estremamente corporale, insomma materializza quel lato animale che se ne strasbatte delle nostre stupide convenzioni sociali che arrivano sovente ad avvolgere perfino il letto degli amanti, impregnando di formalismi sesso e lenzuola.
Se poi dovessi avere la minima sensazione che nelle vene della creatura scorra un po' di sangue indio, amazzonico o quello di una qualsiasi tribù che in un tempo remotissimo abbia vivacchiato abbarbicata in un qualsiasi ramo di un qualsiasi albero di una qualsiasi foresta pluviale del Sudamerica, be' allora perderei proprio la brocca.

Daniela mi occhieggiava dalle foto dell'annuncio con le sue fattezze Yanomami e pompava i miei corpi cavernosi per tutti questi motivi. L'immagine di lei su un albero appollaiata in posizione da primate con il culo sporgente coperto appena da un perizoma di spago ed in bocca una cerbottana mortale, mi stava facendo uscire dalla grazia di Dio.
Sono talmente attratto da queste fantasie che alle volte mi accontenterei perfino dell'illusione che la nonna della tipa provenga da un villaggio di qualche sperduto angolo andino, che sia cioè uno di quei soggetti femminili che ogni tanto compaiono nei libri di geografia accanto alla cartina del Cile agghindati con una ridicola bombetta in testa ed una pipa tra le labbra. Mi quieterei anche nel sapere che il suo trisavolo abbia passeggiato almeno per un decennio nella pampa vendendo burrito ed enchiladas sul ciglio di una strada polverosa della sterminata provincia sudamericana, trascinandosi dietro il suo carretto di legno ed un asino smunto.
Ecco, tutte queste situazioni che viste con gli occhi di un occidentale possono apparire di miseria, degrado o semplicemente tipiche di una etnia lontana e selvaggia a me invece eccitano da morire.
Vabbè, non vi voglio spaventare, la chiudo qua.

Si consideri inoltre il fatto che io da Daniela c'ero già andato diversi anni fa, forse quattro, ma non avevo consumato per via delle sue tariffe esagerate ma anche per la pancia molle e grinzosa che bilanciava un lato B talmente tosto da risultare riflettente. Mi ricordo che paragonai il suo ventre ad uno Sharpei addormentato.
Certo, anche il suo modo di fare seppure eccitante, non mi convinse a rimanere; così annoiata e scostante, lei con il suo sguardo di sfida. Eppure la sensazione di qualcosa di incompiuto rimase a lungo dentro di me.
Infatti mi sarebbe piaciuto incularla già da allora, anche questo lo ricordo bene e spesso fui tentato dal tornarci. Fantasticai a lungo sul suo culo tondo e bruno e mi eccitai al pensiero di vedere i suoi bei lineamenti etnici accartocciarsi mentre la sodomizzavo e quel suo sguardo altezzoso spegnersi lentamente al suono della risacca delle mie spinte sulle sue natiche.
Ecco, era questo ciò che volevo. Vedere i suoi connotati rattrappirsi e raggrumarsi dal dolore in un unico groviglio di rughe al centro del viso come se naso, occhi e bocca si confondessero in un pasticcio di carne talmente compatto da poter stare racchiuso nel mio pugno.
Vabbè idealizzavo, non sono certo così dotato.

Il fatto è che i modi di fare superbi e scostanti mi eccitano e ritenevo che Daniela fosse proprio quel tipo di donna là, abituata a dominare gli uomini, lei con il suo sguardo fiero e la fisicità esasperata. Di quelle che, colmo del paradosso, quasi la rinnegano la propria fisicità a favore di sussiego e razionalità. Capita spesso e tutto sommato da lei questo lo si potrebbe perfino accettare, è carina e ci sa fare.

Qui in Italia però, qui a cafonalandia, la coatta si è ormai evoluta e cerca di mimetizzarsi. Ce ne sono tante in giro di bombe sessuali sempre più volgari e dalle chiome esagerate, i culi protesi e le tette rivolte verso il Signore, soggetti che scimmiottano le donne di classe e privilegiano maldestramente maniere affettate ed alterigia nemmeno avessero non dico la bellezza ma almeno il portamento di Grace Kelly e che proprio per questo motivo, loro come le altre, magari pretendono in modo davvero ridicolo di essere corteggiate romanticamente e a lungo, costringendoti a sopprimere un po' d'orgoglio per riuscire ad ingoiare qualche loro sopruso.
Ci sono donne, alcune come Daniela ed alcune simili a quelle appena citate, con cui ti senti bestiale fin dall'inizio e però al tempo stesso sei obbligato a mettere a tacere una parte di te perché loro l'hanno già silenziata tempo fa, dopo l'adolescenza quando il loro corpo è stato offerto e usato da tutta la parrocchia.
E quella parte di te aggressiva e primordiale fatta di suoni gutturali e mani grifagne devi relegarla a calci in un angolo della tua mente fino a quando lei, quella lei ormai fiduciosa, ti mostrerà la sua vera natura e si concederà mansueta a quattro zampe con la nuca reclinata ed il culo aperto simile ad una melagrana spaccata e offerta in dono al dio pagano dal membro eretto che si staglia come un Priapo alle sue spalle.
Ed è allora, amico mio, che ti ricorderai di tutto, delle angherie subite, dei suoi stupidi capricci, del tuo farti zerbino, dell'istinto soffocato dai tuoi stessi calci e dai suoi atti di superbia ingiustificata. Vivrai quel momento d'attesa come qualcosa di sacro e profondo; poi sprofonderai dentro di lei, un atto sacrificale e blasfemo illuminato da una propria estetica religiosa, una vera mistica del culo. Ed allora vedrai quella piccola ombra circolare come un simbolo, una metafora. Ti apparirà quel foro bruno con la stessa portata simbolica di un'icona, rappresentazione condensata di relazioni e conflitti, di regressioni all'infanzia e dinamiche adolescenziali, sinossi di vittorie e sconfitte; ed avvertirai inoltre la possibilità di una rivincita e di ribaltare tutto, di sovvertire le gerarchie e di erigere un nuovo ordine. Basterà semplicemente abbattere il totem femmineo che tu stesso avevi eretto a idolo e per far ciò dovrai scardinare quella serratura per entrare nel tempio, dovrai compiere un sacrilegio e cogliere quella mela; servirti cioè della parte più terrena di quella donna e proprio per questo occulta, frugare nella sua essenza animale e proprio per questo più nascosta; infine dileggiare quel simbolo sguazzandovi dentro e godendone da solo o perfino insieme a lei, somma bestemmia, usandolo contro natura.

Bello caricato da tutte queste lugubri elucubrazioni incominciai a tampinare Daniela per un po' di tempo fino a quando cedette e dopo aver cambiato casa, rendendosi più facilmente raggiungibile, abbassò la tariffa per il culo: 100.
Cosi una notte andai a trovarla poco prima che si mettesse a dormire.
Mi ricevette mezzo nuda, con i capelli raccolti ed il viso stanco. Dimostrava qualche anno in più rispetto alle foto ed appariva un po' più' borghese, come se fosse giunta all'ultimo stadio evolutivo della sua civilizzazione: dalla cerbottana allo smartphone.
Inutile dirlo, un po' perdeva smalto senza l'aiuto di Photoshop e di tutta quella scenografia Yanomami. Ovviamente rimasi, ero già partito da qualche settimana per il mio lungo viaggio mentale e non potevo certo tornare indietro poco prima dell'attracco in porto.
Daniela nel frattempo si mostrava molto più cordiale di quanto ricordassi regalandomi perfino qualche sorriso indio e lampi dai suoi occhi. Le grinze in pancia mi sembrarono più accettabili sebbene il fisico fosse complessivamente meno tonico.
Purtroppo, mi disse, non potremo usufruire della camera da letto in quanto impegnata da una sua collega ma dopo avermi sorriso maliziosamente mi indicò un divano stretto dove avremmo consumato il nostro amplesso. Io, vedendo lo schienale rigido ad angolo retto, avevo già in mente la posizione in cui l'avrei inchiodata per una buona mezz'ora tra rimming ed inculata e lei rise della ma espressione.
Dopo avermi assicurato che il cliente della sua amica ne avrebbe avuto per almeno un'ora mi accompagnò in bagno per le abluzioni ma, proprio mentre cavalcavo il bidet, sentii la sua amica uscire dalla stanza per avvertirla di avere già concluso.
Marmorizzato sul bidet, la porta del cesso spalancata e le spalle rivolte al resto della casa attesi impietrito che finissero di parlare sperando che avessero il buon gusto di non far uscire l'altro cliente proprio in quel momento e di risparmiarmi, seppure girato, una figura di merda.
"Chiudi, cazzo!" Urlai senza voltarmi dopo aver atteso troppi minuti col cazzo morto in mano.
Finalmente la situazione si sbloccò e potei raggiungere la stanza dove troneggiava su un mobiletto una lunga teoria di cazzi finti di tutte le fogge. Nel mentre che mi spogliavo la sua coinquilina volteggiava per la casa mezzo nuda con la sua chioma bionda svolazzante. Mi rivolse la parola ad allora la guardai meglio, era un trans. Prima di abbandonare definitivamente la stanza mi passò accanto proprio mentre piegato in avanti cercavo di sfilarmi i pantaloni. Quella si avvicinò, schioccò un bacio nell'aria e mi infilò velocemente un dito nel culo, poi così com'era entrata se ne andò sul divano del soggiorno a guardare la TV lasciandomi pensieroso.
Una volta solo con Daniela osservai meglio il suo fisico ed il culo non più tonicissimo. Il seno rifatto aveva guadagnato in naturalezza col passare del tempo.
Subito la incominciai a leccare e appena avvertii la sua umida risposta la girai a novanta gradi per una lunga sessione di pennellate nel culo. Fantastico, levigatissimo e morbido, consistenza soda ma cedevole e reattiva alle sollecitazioni.
Lungo orale suo, generosissimo di saliva e di affondi. Poi ancora il sessantanove e giù a mangiare tutto ciò che offriva quella porzione del suo corpo.
Ad un certo punto si staccò e decise di cavalcarmi con un certo vigore e mentre lo faceva si sciolse i capelli e scosse la chioma. Dio mio che bellezza e che profumo nell'aria.
Eccola la creatura Yanomami del mio sogno, ecco la selvaggia amazzone su cui tanto avevo fantasticato.
Ora la volevo nella stessa posizione della foto, volevo aprire il suo culo ed infilarci lingua, dita e cazzo.
Si offrì con naturalezza ed attese che mi rifocillassi, poi sazio e bagnato le dissi che ero pronto.
Entrai subito senza affrontare alcuna resistenza. Snobbai la figa e mi dedicai per una decina di minuti a trebbiarle il culo.
Poco appagato conclusi prematuramente senza mai cambiare posizione ed andatura.
Mi sfilai e allargai a tutta forza le natiche con le mani per un ultimo malinconico sguardo.
 

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