Talvolta cio che temiamo si rivela terreno fertile per la nostra immaginazione. "Ti sei fatto un film", "un incubo che si avvera", sono le basi in cui la fantasia prende la sua tangente mentre noi le diamo sostegno fornendogli giustificazioni razionali, fin dove riusciamo ad arrivare.
Un meccanismo affascinante che termina allo scontro con la realtà. "Ma và, ma cosa sei andato a pensare!..." ci diciamo, e tutto si riconduce dentro i binari della normalità. Ma come si dice "a volte non è importante la meta ma il viaggio in sè" oppure "non è importante avere una meta ma partire".
Le persone conosciute sono un tesoro difficile da portarsi dietro per tutta la vita e anche se mi sarebbe sempre piaciuto tenermi in contatto con tutte inevitabilmente per il mio carattere le ho perse praticamente tutte. Si sono dissolte senza un motivo preciso e nonostante raramente riappaiano con grande piacere da ambo le parti, nello stesso distratto modo riscompaiono lasciandoci solo piccoli indizi sull' evolversi dei loro destini.
Una cosa sicuramente interessante è rendermi conto ogni volta che riincontro una vecchia conoscenza, di quanta vita ci sia stata nel frattempo per entrambi e quante cose possano succedere che neanche ci saremmo sognati. Diventare adulti attraversando le infinite dinamiche che compongono un'esistenza, una cosa che sicuramente varrebbe la pena invecchiando, di sentirsi raccontare dalle voci dei protagonisti.... chissà quante ne sentirei e spero, quante ne sentirò.
Nel frattempo mi capita ogni tanto casualmente che persone, fisionomie, fatti o discorsi richiamino nella mia mente persone conosciute che sono ancora prive di una possibile collocazione nella realtà e subito la mia memoria si affanna alla ricerca degli ultimi indizi in mio possesso.
Fisionomie.... Credo di essere sempre stato un discreto fisionomista: fin da piccolo avevo la passione per il disegno, copiando qualsiasi oggetto dalle moto agli animali, ed anche se molto presto ho abbandonato tutto il mio sguardo è sempre rimasto incuriosito dalle espressioni, dal taglio della bocca o degli occhi che può accomunare due persone. Un mistero affascinante che ho sempre collegato ad un'affinità di indole o comportamenti o esperienze passate.
Nella mia seppur ancora breve carriera di punter ho sempre fatto molto affidamento alla fisionomia: del viso innanzitutto, dal quale cerco come tutti di sviscerarne anima e attitudine, e relegando alla sola analisi del corpo, in caso di viso coperto, la possibilità di discernere un fisico effemminato da un fisico femminile per soddisfare, nel secondo caso, il bisogno di una svuotata.
Ora... nel primo caso, ovvero fisico effemminato, sono in(trans)igente e convinto delle mie (anal)isi e lo sono ancor di più quando il viso è scoperto: lineamenti ed espressioni non lasciano scampo col mio metodo selettivo ed al primo dubbio scatta l'alt.
Ogni tanto mi diverto ad osservare foto che non lasciano dubbi e il viso a volte è talmente marcato che sembra....
[spoiler:1o9k2wsv]
CONOSCIUTO???!!! 
(Cronaca di una recente, breve e ancora irrisolta esperienza).
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Un meccanismo affascinante che termina allo scontro con la realtà. "Ma và, ma cosa sei andato a pensare!..." ci diciamo, e tutto si riconduce dentro i binari della normalità. Ma come si dice "a volte non è importante la meta ma il viaggio in sè" oppure "non è importante avere una meta ma partire".
Le persone conosciute sono un tesoro difficile da portarsi dietro per tutta la vita e anche se mi sarebbe sempre piaciuto tenermi in contatto con tutte inevitabilmente per il mio carattere le ho perse praticamente tutte. Si sono dissolte senza un motivo preciso e nonostante raramente riappaiano con grande piacere da ambo le parti, nello stesso distratto modo riscompaiono lasciandoci solo piccoli indizi sull' evolversi dei loro destini.
Una cosa sicuramente interessante è rendermi conto ogni volta che riincontro una vecchia conoscenza, di quanta vita ci sia stata nel frattempo per entrambi e quante cose possano succedere che neanche ci saremmo sognati. Diventare adulti attraversando le infinite dinamiche che compongono un'esistenza, una cosa che sicuramente varrebbe la pena invecchiando, di sentirsi raccontare dalle voci dei protagonisti.... chissà quante ne sentirei e spero, quante ne sentirò.
Nel frattempo mi capita ogni tanto casualmente che persone, fisionomie, fatti o discorsi richiamino nella mia mente persone conosciute che sono ancora prive di una possibile collocazione nella realtà e subito la mia memoria si affanna alla ricerca degli ultimi indizi in mio possesso.
Fisionomie.... Credo di essere sempre stato un discreto fisionomista: fin da piccolo avevo la passione per il disegno, copiando qualsiasi oggetto dalle moto agli animali, ed anche se molto presto ho abbandonato tutto il mio sguardo è sempre rimasto incuriosito dalle espressioni, dal taglio della bocca o degli occhi che può accomunare due persone. Un mistero affascinante che ho sempre collegato ad un'affinità di indole o comportamenti o esperienze passate.
Nella mia seppur ancora breve carriera di punter ho sempre fatto molto affidamento alla fisionomia: del viso innanzitutto, dal quale cerco come tutti di sviscerarne anima e attitudine, e relegando alla sola analisi del corpo, in caso di viso coperto, la possibilità di discernere un fisico effemminato da un fisico femminile per soddisfare, nel secondo caso, il bisogno di una svuotata.
Ora... nel primo caso, ovvero fisico effemminato, sono in(trans)igente e convinto delle mie (anal)isi e lo sono ancor di più quando il viso è scoperto: lineamenti ed espressioni non lasciano scampo col mio metodo selettivo ed al primo dubbio scatta l'alt.
Ogni tanto mi diverto ad osservare foto che non lasciano dubbi e il viso a volte è talmente marcato che sembra....
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(Cronaca di una recente, breve e ancora irrisolta esperienza).
