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CARATTERISTICHE GENERALI
NOME INSERZIONISTA: Dottoressa del pompino
RIFERIMENTO INTERNET:
http://ancona.bakecaincontrii.com/d...nissimaaaa-arrivata-mamma-natale-qr3r54852221
http://ancona.bakecaincontrii.com/donna-cerca-uomo/dottoressa-del-pompino-tette-gep651231445
http://ancona.bakecaincontrii.com/donna-cerca-uomo/new-new-app-arrivata-xnay54866327
CITTA DELL'INCONTRO: Falconara
NAZIONALITA': Brasiliana
ETA': sulla 30ina
CONFORMITA' ALL'ANNUNCIO: 0%
SERVIZI OFFERTI (vedi DIZIONARIO): Bbj+FDP
SERVIZI USUFRUITI: Bbj+FK
COMPENSO RICHIESTO: 60/100
COMPENSO CONCORDATO: 60
DURATA DELL'INCONTRO: 20 min.
DESCRIZIONE FISICA: Vedi rece
ATTITUDINE: furbetta ma non troppo
REPERIBILITA': ottima
PRESENZA DI BARRIERE ARCHITETTONICHE: si, vietato ai diversamente abili
INDEX RICERCHE (numero telefonico nel formato 1234567xx): 34910634xx
LA MIA RECENSIONE:
Succede che ogni volta è come la prima volta.
Non sono ormai pochi mesi e non sono ormai pochi anni che esercito il mio hobby di andar per troie, eppure ogni volta che esco da una performance meno che discreta, mi sento svuotato.
Svuotato nello scroto, direte voi.
Si ma anche nel portafoglio e, soprattutto, nell’animo.
Non che me ne faccia un cruccio di aver buttato qualche carta da 20, sia chiaro, non è stata la prima e non sarà l’ultima; oltretutto so già che in alcuni periodi capita più spesso una rece down che una entusiastica.
Però quella sensazione di essere stato sfruttato solo per spillarmi quattrini mi fa sentire vuoto, senza forze, come se la zoccola in questione mi avesse succhiato la linfa vitale oltre che il regal augello.
Eppure, bontà sua, ce ne vorrebbe davvero poca di volontà per farmi uscire bello sereno e contento; e a non dire che potrei tornare un giorno si e l’altro pure, a farmi prendere per il culo con il sorriso sulla faccia ma si sa, in poche hanno il cervello per arrivare a capire che il customer care è la migiore delle pubblicità.
E ogni volta che torno a Falconara mi ricordo perché mi riprometto, dopo ogni punterata, di non metterci più piede: una selva di sensi unici, cartelli incomprensibili, divieti di accesso e parcheggi a pago; non fa eccezione la magione della nostra Dottoressa, che si trova in zona fortemente degradata vicino alla statale, con un odore di mare a tratti nauseabondo e a tratti stuzzicante.
Siamo in pieno Bronx, e basta guardare la (poca) gente in giro per capire che la percentuale degli italiani in zona è veramente bassa.
Mi trovo davanti al civico indicatomi e la chiamo, per farmi dire quello che in realtà sarà il numeretto giusto, ad un centinaio di metri di distanza.
L’edificio è un piccolo condominio molto cadente con un traffico non indifferente di persone che entrano ed escono.
Scale strette e ripide per arrivare all’ultimo piano; fratelli sopra il metro e settanta (o più bassi ma dotati di corna prominenti), occhio alla penultima rampa che ha il soffitto ribassato e si rischia la craniata con bestemmia d’obbligo.
Dietro la porta mi aspetta, a me che sono molto malato di ingrifamento, la Dottoressa, o almeno quella che speravo fosse; si pubblicizzava con una descrizione evidentemente fake, ma il completino natalizio degli ultimi annunci mi aveva fatto salire il sangue al cervello, complice anche la voce simpatica e rilassata al telefono.
A prima vista la Dottoressa viene immediatamente degradata ad Infermiera: non è assolutamente la figona bionda della foto (e io, fesso, che un pò ci avevo sperato!), alta sul metro e 60 (senza trampoli), color cioccolato, un culo abbondante anzichenò ma comunque alto, malamente coperto da un micro perizona che definire filo interdentale è un pro eufemismo, un seno enorme (per il momento coperto da una cortissima t-shirt) ed un viso appena appena carino ma neanche tanto, con capelli biondi tinti malamente.
Resto perplesso e mentre entro faccio mente locale se rimanere o andarmene: sono scazzato per aver trovato una persona completamente diversa ma quello che mi convince è ancora una volta il suo atteggiamento, socievole e sereno, e quel fisico che sarà pure abbondante, ma rimane comunque, ed è la prima parola che mi è venuta in mente, esplosivo.
L’appartamento è un minuscolo e terribile loft dal soffitto basso in cui si rischia, ancora, di craniare se ci si sposta velocemente; la camera, particolarmente, non ha nemmeno lontanamente l’altezza minima consentita ma almeno è calda ed abbastanza accogliente.
Mi chiede subito di spogliarmi, mentre cerco di capire il menù, visto che al telefono mi aveva detto che “parte da 60” ma con Bbj (e già dovevo fiutare la fregatura, né….).
Ovviamente voglio pagare il pattuito ma mi chiede insistentemente un extra di 20; al mio rifiuto, le prende e, delusa, mi dice che “speravo mi lasciassi 100”; embè certo, mi pare sensato.
Il climax è ancora piuttosto sereno e la nostra Infermiera fa un bel passaggio nel minuscolo bagno mentre comincio a spogliarmi; quando lo farà lei, scoprirò che ha un seno ENORME ma rifatto probabilmente da un macellaio sotto acido, visto che i capezzoli sono praticamente ESPLOSI e presentano 2 abbondanti cicatrici verticali inguardabili (e infatti mi rifiuterò di toccarli).
Un ulteriore cicatrice la trovo in zona cesareo, malamente coperta da un tatuaggio; la cosa che più mi ha fatto sorridere è stato un altro tatuaggio, quasi DENTRO la patata, con la scritta “Suck Me”, come se ci fosse bisogno di chiedermelo!
Il social time è discretamente piacevole, finchè la nostra si siede sul letto e mi fa mettere in piedi davanti a lei senza farmi finire di spogliare.
Io rimango come un salame in canotta nera e calzini (visto mai prendessi freddo) mentre lei si mette a ciuparlo come seguendo un copione prestabilito; realizzo solo dopo 5 secondi che me lo stava gommando, probabilmente con un goldone che si era messa in bocca senza farsi accorgere, e la cosa mi scoccia non poco.
A questo punto la sua carriera medica subisce un altro, enorme tracollo arrivando ad Operatrice Sanitaria, visto che anche dopo 4-5 minuti di ciupata l’amico li sotto ancora non si è rianimato, vuoi per la meccanicità del tutto e soprattutto per la copertura anticipata che proprio non sopporto; mi permetto di farglielo notare, che potrai pure ciucciare fino a domattina ma sarebbe come se mangiassi un Big Babol al nasello…lei lo capisce e, scazzata, toglie il goldone e comincia un bbj dicretamente buono ma forse troppo energico per i miei gusti, con parecchia lingua e soprattutto parecchia mano.
Fatto sta che alla fine ai piani bassi gradiscono o almeno si accontentano; nel mentre, gli agevolo la ciupata toccandogli la testa e scopro che i capelli inverosimilmente biondi sono al tatto molto innaturali, come se avesse una parrucca o, meglio, delle extension.
Comunque, visto che qua non c’è da fare molto gli schizzinosi quanto ad estetica, decido di chiudere questa (pessima) esperienza e sono pronto al trombo: ovviamente nel frattempo la mia catena era scesa di brutto e avevo già capito che il tutto sarebbe durato pochi, squallidi minuti per poi togliermi dai coglioni il prima possibile.
Manco a dirlo avviene proprio questo: tento un daty tanto per onorare il consiglio del tatuaggio ma vengo subito frenato da un odore TROPPO forte che tende a nausearmi e ancor più capisco l’antifona di fare una cosa al fulmicotone per mettere fine a ‘sta farsa.
Una mission veloce in cui lei inizia ad ululare (in maniera decisamente professionale, nell’accezione più negativa del termine) alla luna e finisco così, con lei che dice di essere venuta (ehhh, come no) ed io che mi toglio da sopra quell’ammasso di carne senza la benchè minima emozione, scoglionato per aver perso del tempo prezioso con questa zoticona.
Mi scappuccio e magicamente lei torna la persona socievole e tranquilla di prima, che insiste per pulirmi con dello scottex che assomiglia di più alla carta vetrata e si stupisce pure se scaglio 2-3 bestemmie dopo che mi porta via la prima pelle dell’uccello.
Si lamenta, la Portantina (visto che nel frattempo è scesa ancora di livello), dicendo che non c’è molto movimento in zona; quanto a me gli dico senza giri di parole che per 60 euro, al momento, ci sono ragazze molto più belle di lei che ti fanno uscire con i ginocchi molli e ti permettono, per una mezz’ora, di non pensare a tutta la merda che devi ingoiare da quando metti il piede fuori dal letto a quando ti stendi la sera.
Sembra non essere d’accordo, sembra offesa, sembra infastidita da tanta sincerità.
Io me ne fotto altamente e, sempre cercando di non dar craniate, la saluto dicendo che, per esempio, a me non mi vedrà più, giacchè non ho soldi da regalare a chi mi prende per il culo.
Stavolta sembra capire, forse perché ha paura di essere declassata a Donna delle Pulizie, e mi dice che le dispiace, che la prossima volta mi tratterà meglio e bla bla bla….
Non passano 20 secondi che sono già per strada, a cercare la via giusta in cui ho lasciato l’auto.
Ho una fastidiosa sensazione, come se l’ultima delle zoccole venute dalla fame mi abbia gabbato, ancora una volta; inoltre, cosa ancor più irritante, ho un vomitevole odore addosso, credo derivante dal quel poco di daty che ho fatto e dalla sua pelle, che non riesco a togliermi neanche chiudendo i finestrini e fumandoci su.
Per il ritorno ho bisogno di scapocciare un pò e il buon Steve Sylvester sa come farmi sciogliere la tensione del momento.
Ogni volta è come la prima volta, ma condividerla con voi mi da la forza per fare ancora da apripista, sapendo che qualche fratello si eviterà un’incazzatura come la mia e spenderà (o almeno tenterà di farlo) i suoi soldini in maniera più soddisfacente.
Sarà valso almeno a questo il sentirsi l'odore di marcio sulle mani per tutto il viaggio di ritorno.
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CITTA DELL'INCONTRO: Falconara
NAZIONALITA': Brasiliana
ETA': sulla 30ina
CONFORMITA' ALL'ANNUNCIO: 0%
SERVIZI OFFERTI (vedi DIZIONARIO): Bbj+FDP
SERVIZI USUFRUITI: Bbj+FK
COMPENSO RICHIESTO: 60/100
COMPENSO CONCORDATO: 60
DURATA DELL'INCONTRO: 20 min.
DESCRIZIONE FISICA: Vedi rece
ATTITUDINE: furbetta ma non troppo
REPERIBILITA': ottima
PRESENZA DI BARRIERE ARCHITETTONICHE: si, vietato ai diversamente abili
INDEX RICERCHE (numero telefonico nel formato 1234567xx): 34910634xx
LA MIA RECENSIONE:
Succede che ogni volta è come la prima volta.
Non sono ormai pochi mesi e non sono ormai pochi anni che esercito il mio hobby di andar per troie, eppure ogni volta che esco da una performance meno che discreta, mi sento svuotato.
Svuotato nello scroto, direte voi.
Si ma anche nel portafoglio e, soprattutto, nell’animo.
Non che me ne faccia un cruccio di aver buttato qualche carta da 20, sia chiaro, non è stata la prima e non sarà l’ultima; oltretutto so già che in alcuni periodi capita più spesso una rece down che una entusiastica.
Però quella sensazione di essere stato sfruttato solo per spillarmi quattrini mi fa sentire vuoto, senza forze, come se la zoccola in questione mi avesse succhiato la linfa vitale oltre che il regal augello.
Eppure, bontà sua, ce ne vorrebbe davvero poca di volontà per farmi uscire bello sereno e contento; e a non dire che potrei tornare un giorno si e l’altro pure, a farmi prendere per il culo con il sorriso sulla faccia ma si sa, in poche hanno il cervello per arrivare a capire che il customer care è la migiore delle pubblicità.
E ogni volta che torno a Falconara mi ricordo perché mi riprometto, dopo ogni punterata, di non metterci più piede: una selva di sensi unici, cartelli incomprensibili, divieti di accesso e parcheggi a pago; non fa eccezione la magione della nostra Dottoressa, che si trova in zona fortemente degradata vicino alla statale, con un odore di mare a tratti nauseabondo e a tratti stuzzicante.
Siamo in pieno Bronx, e basta guardare la (poca) gente in giro per capire che la percentuale degli italiani in zona è veramente bassa.
Mi trovo davanti al civico indicatomi e la chiamo, per farmi dire quello che in realtà sarà il numeretto giusto, ad un centinaio di metri di distanza.
L’edificio è un piccolo condominio molto cadente con un traffico non indifferente di persone che entrano ed escono.
Scale strette e ripide per arrivare all’ultimo piano; fratelli sopra il metro e settanta (o più bassi ma dotati di corna prominenti), occhio alla penultima rampa che ha il soffitto ribassato e si rischia la craniata con bestemmia d’obbligo.
Dietro la porta mi aspetta, a me che sono molto malato di ingrifamento, la Dottoressa, o almeno quella che speravo fosse; si pubblicizzava con una descrizione evidentemente fake, ma il completino natalizio degli ultimi annunci mi aveva fatto salire il sangue al cervello, complice anche la voce simpatica e rilassata al telefono.
A prima vista la Dottoressa viene immediatamente degradata ad Infermiera: non è assolutamente la figona bionda della foto (e io, fesso, che un pò ci avevo sperato!), alta sul metro e 60 (senza trampoli), color cioccolato, un culo abbondante anzichenò ma comunque alto, malamente coperto da un micro perizona che definire filo interdentale è un pro eufemismo, un seno enorme (per il momento coperto da una cortissima t-shirt) ed un viso appena appena carino ma neanche tanto, con capelli biondi tinti malamente.
Resto perplesso e mentre entro faccio mente locale se rimanere o andarmene: sono scazzato per aver trovato una persona completamente diversa ma quello che mi convince è ancora una volta il suo atteggiamento, socievole e sereno, e quel fisico che sarà pure abbondante, ma rimane comunque, ed è la prima parola che mi è venuta in mente, esplosivo.
L’appartamento è un minuscolo e terribile loft dal soffitto basso in cui si rischia, ancora, di craniare se ci si sposta velocemente; la camera, particolarmente, non ha nemmeno lontanamente l’altezza minima consentita ma almeno è calda ed abbastanza accogliente.
Mi chiede subito di spogliarmi, mentre cerco di capire il menù, visto che al telefono mi aveva detto che “parte da 60” ma con Bbj (e già dovevo fiutare la fregatura, né….).
Ovviamente voglio pagare il pattuito ma mi chiede insistentemente un extra di 20; al mio rifiuto, le prende e, delusa, mi dice che “speravo mi lasciassi 100”; embè certo, mi pare sensato.
Il climax è ancora piuttosto sereno e la nostra Infermiera fa un bel passaggio nel minuscolo bagno mentre comincio a spogliarmi; quando lo farà lei, scoprirò che ha un seno ENORME ma rifatto probabilmente da un macellaio sotto acido, visto che i capezzoli sono praticamente ESPLOSI e presentano 2 abbondanti cicatrici verticali inguardabili (e infatti mi rifiuterò di toccarli).
Un ulteriore cicatrice la trovo in zona cesareo, malamente coperta da un tatuaggio; la cosa che più mi ha fatto sorridere è stato un altro tatuaggio, quasi DENTRO la patata, con la scritta “Suck Me”, come se ci fosse bisogno di chiedermelo!
Il social time è discretamente piacevole, finchè la nostra si siede sul letto e mi fa mettere in piedi davanti a lei senza farmi finire di spogliare.
Io rimango come un salame in canotta nera e calzini (visto mai prendessi freddo) mentre lei si mette a ciuparlo come seguendo un copione prestabilito; realizzo solo dopo 5 secondi che me lo stava gommando, probabilmente con un goldone che si era messa in bocca senza farsi accorgere, e la cosa mi scoccia non poco.
A questo punto la sua carriera medica subisce un altro, enorme tracollo arrivando ad Operatrice Sanitaria, visto che anche dopo 4-5 minuti di ciupata l’amico li sotto ancora non si è rianimato, vuoi per la meccanicità del tutto e soprattutto per la copertura anticipata che proprio non sopporto; mi permetto di farglielo notare, che potrai pure ciucciare fino a domattina ma sarebbe come se mangiassi un Big Babol al nasello…lei lo capisce e, scazzata, toglie il goldone e comincia un bbj dicretamente buono ma forse troppo energico per i miei gusti, con parecchia lingua e soprattutto parecchia mano.
Fatto sta che alla fine ai piani bassi gradiscono o almeno si accontentano; nel mentre, gli agevolo la ciupata toccandogli la testa e scopro che i capelli inverosimilmente biondi sono al tatto molto innaturali, come se avesse una parrucca o, meglio, delle extension.
Comunque, visto che qua non c’è da fare molto gli schizzinosi quanto ad estetica, decido di chiudere questa (pessima) esperienza e sono pronto al trombo: ovviamente nel frattempo la mia catena era scesa di brutto e avevo già capito che il tutto sarebbe durato pochi, squallidi minuti per poi togliermi dai coglioni il prima possibile.
Manco a dirlo avviene proprio questo: tento un daty tanto per onorare il consiglio del tatuaggio ma vengo subito frenato da un odore TROPPO forte che tende a nausearmi e ancor più capisco l’antifona di fare una cosa al fulmicotone per mettere fine a ‘sta farsa.
Una mission veloce in cui lei inizia ad ululare (in maniera decisamente professionale, nell’accezione più negativa del termine) alla luna e finisco così, con lei che dice di essere venuta (ehhh, come no) ed io che mi toglio da sopra quell’ammasso di carne senza la benchè minima emozione, scoglionato per aver perso del tempo prezioso con questa zoticona.
Mi scappuccio e magicamente lei torna la persona socievole e tranquilla di prima, che insiste per pulirmi con dello scottex che assomiglia di più alla carta vetrata e si stupisce pure se scaglio 2-3 bestemmie dopo che mi porta via la prima pelle dell’uccello.
Si lamenta, la Portantina (visto che nel frattempo è scesa ancora di livello), dicendo che non c’è molto movimento in zona; quanto a me gli dico senza giri di parole che per 60 euro, al momento, ci sono ragazze molto più belle di lei che ti fanno uscire con i ginocchi molli e ti permettono, per una mezz’ora, di non pensare a tutta la merda che devi ingoiare da quando metti il piede fuori dal letto a quando ti stendi la sera.
Sembra non essere d’accordo, sembra offesa, sembra infastidita da tanta sincerità.
Io me ne fotto altamente e, sempre cercando di non dar craniate, la saluto dicendo che, per esempio, a me non mi vedrà più, giacchè non ho soldi da regalare a chi mi prende per il culo.
Stavolta sembra capire, forse perché ha paura di essere declassata a Donna delle Pulizie, e mi dice che le dispiace, che la prossima volta mi tratterà meglio e bla bla bla….
Non passano 20 secondi che sono già per strada, a cercare la via giusta in cui ho lasciato l’auto.
Ho una fastidiosa sensazione, come se l’ultima delle zoccole venute dalla fame mi abbia gabbato, ancora una volta; inoltre, cosa ancor più irritante, ho un vomitevole odore addosso, credo derivante dal quel poco di daty che ho fatto e dalla sua pelle, che non riesco a togliermi neanche chiudendo i finestrini e fumandoci su.
Per il ritorno ho bisogno di scapocciare un pò e il buon Steve Sylvester sa come farmi sciogliere la tensione del momento.
Ogni volta è come la prima volta, ma condividerla con voi mi da la forza per fare ancora da apripista, sapendo che qualche fratello si eviterà un’incazzatura come la mia e spenderà (o almeno tenterà di farlo) i suoi soldini in maniera più soddisfacente.
Sarà valso almeno a questo il sentirsi l'odore di marcio sulle mani per tutto il viaggio di ritorno.