Ieri è mancato un grande maestro del pensiero: anni fa ho letto un paio dei suoi saggi (Vita Liquida e Modernità Liquida) nei quali la sua capacità di individuare le evoluzioni ( o se preferite: involuzioni) della società attuale appariva notevole.
Mi sono sempre rimaste impresse le sue osservazioni: i siti industriali, un tempo veri e propri riferimenti geografici che caratterizzavano una comunità intera, travolti dalla mutevolezza dei mercati e degli affari, spostati in luoghi mai sentiti in una nuova e frenetica mappa che cambia secondo la convenienza di pochissimi, e la totale perdita di identità di tantissimi.
I rapporti umani contemporanei, improntati ad una volubilità quasi isterica: le idee della mattina non arrivano intatte a sera, le relazioni umane del pomeriggio non superano il crepuscolo (*).
Addio ad uno splendido vecchio.
(*) le avventure raccontate in questo forum ne costituiscono - lo dico senza alcun intento censorio o polemico - una prova.