Oggi è scomparso Niki Lauda, grande pilota di Formula 1 degli anni settanta
e inizio ottanta.
Per chi era ragazzo all’epoca e cominciava a seguire le corse nella TV in bianco e nero dell’epoca ed entusiasmarsi per le sue vittorie con la Ferrari
nel 1975, Niki è rimasto nell’immaginario collettivo come un eroe, un mito,
un leggenda dell’automobilismo.
Poi, nel 1976, il dramma nel rogo del Nurburgring, il rientro in pista dopo soli 42 giorni ed il “coraggio di avere paura” nel diluvio del Fuji, perdendo il titolo per un punto, come raccontato nel celebre film “Rush” in onda proprio stasera.
L’uomo che visse tre volte: dopo il rientro alla vita, il ritiro, il ritorno alle corse, il nuovo titolo nel 1984, e il definitivo addio alla F.1 per dedicarsi alle sue compagnie aeree, fino al ritorno in pista come team manager.
In una F.1 dell’epoca, molto diversa dall’attuale e probabilmente più umana, era definito come il pilota-calcolatore, abile collaudatore (“la macchina si sente col culo”), cinico, efficace, ma comunque umano; celebre la sua espressione “crande kasino”.
Nei siti specializzati di automobilismo, come Autosprint, e altri, ci sono molti
e ben scritti articoli su di lui.
Qui, un ultimo saluto e un ricordo: ciao Niki, addio campione.
e inizio ottanta.
Per chi era ragazzo all’epoca e cominciava a seguire le corse nella TV in bianco e nero dell’epoca ed entusiasmarsi per le sue vittorie con la Ferrari
nel 1975, Niki è rimasto nell’immaginario collettivo come un eroe, un mito,
un leggenda dell’automobilismo.
Poi, nel 1976, il dramma nel rogo del Nurburgring, il rientro in pista dopo soli 42 giorni ed il “coraggio di avere paura” nel diluvio del Fuji, perdendo il titolo per un punto, come raccontato nel celebre film “Rush” in onda proprio stasera.
L’uomo che visse tre volte: dopo il rientro alla vita, il ritiro, il ritorno alle corse, il nuovo titolo nel 1984, e il definitivo addio alla F.1 per dedicarsi alle sue compagnie aeree, fino al ritorno in pista come team manager.
In una F.1 dell’epoca, molto diversa dall’attuale e probabilmente più umana, era definito come il pilota-calcolatore, abile collaudatore (“la macchina si sente col culo”), cinico, efficace, ma comunque umano; celebre la sua espressione “crande kasino”.
Nei siti specializzati di automobilismo, come Autosprint, e altri, ci sono molti
e ben scritti articoli su di lui.
Qui, un ultimo saluto e un ricordo: ciao Niki, addio campione.