La mia prima recensione, spero di poter fare cosa gradita. Eventuali altre probabilmente non saranno così lunghe, passerò subito al sodo.
SCHEDA TECNICA
RIFERIMENTO INTERNET:http://catania.bakecaincontrii.com/...timo-giorno___________-splendida-g34633770101
C'era anche su EF, ma non trovo più il ink. Forse era davvero l'ultimo giorno (ma diceva che era sempre in Sicilia)
C
ITTA DELL'INCONTRO: Acireale
NOME INSERZIONISTA: Kristal, mi pare
NAZIONALITA': Brasile
ETA': 27 dice. Credibili.
CONFORMITA' ALL'ANNUNCIO: E' lei
SERVIZI OFFERTI (vedi DIZIONARIO): bj, sex, toccatine
COMPENSO RICHIESTO: 70
COMPENSO CONCORDATO: 70
DURATA DELL'INCONTRO: 25 min scarsissimi
DESCRIZIONE FISICA: gran bella gnocca mulatta, alta, bel viso
ATTITUDINE: socievole, solare nelle espressioni. Tendenza alla frettolosità con menù base
REPERIBILITA': facile
PRESENZA DI BARRIERE ARCHITETTONICHE: portone e scalinata fino al primo piano
INDEX RICERCHE (numero telefonico nel formato 1234567xx): 34036863xx
LA MIA RECENSIONE:
Trovandomi in questo periodo a Catania, un sabato sera di un paio di settimane fa inizio un vorticoso giro di telefonate verso le signorine che avevano pubblicato gli annunci che apparivano più attendibili, ricavandoli dai soliti siti. Erano già passate le 21 e tra squilli a vuoto, segreterie e chi aveva già chiuso baracca - mi pare di aver capito che qui a Ct o non c'è stata la liberalizzazione degli orari o le signorine se la passano bene -, non avevo rimediato neanche un appuntamento.
Passo così ai numeri più a rischio fregature e contatto prima una sudamericana (mulatta o latina, non ricordo più come si definisse) le cui foto non sembravano fake ma non dicevano comunque nulla e il cui annuncio non era troppo volgare, del tipo te lo stronco così-te lo ribalto cosà. Sono un tipo raffinato, io.
Risponde e mantiene un tono guardingo, al che, con la formula più gentile che potessi trovare, le chiedo se fosse libera e fino a che ora, dato che tra il disimpegnarmi e raggiungere un qualsiasi posto sarebbero potute passare anche un paio d'ore.
"Guando devy venire chiamy e vieny, capito?" mi fredda burberamente e barbaramente. E mette giù.
Minchia . Meno male che non stavo per andarci, se no chissà che avrei trovato. Tiro un sospiro di sollievo. Tuttavia accuso il colpo, sono un tipo sensibile. Mi ci vuole un buon whisky per riprendermi, il primo della serata.
Passo al secondo numero, della bella mulatta - si definiva - di Acireale, le cui foto non risultavano fake e il cui annuncio era pure su EF. Il posto un po' lontano, ma fattibile. Niente, squilla a vuoto.
Mestamente penso che dovrò ripiegare su qualche stradale, ma non conosco troppo bene la città e la situazione puffi blu, o, più probabilmente, dovrò ricorrere alla falegnameria.
Ero già fuori, avevo quasi terminato un secondo drink e mi arriva uno squillo della tipa. Non ero da solo e dopo qualche minuto mi allontano per richiamare. Risponde una voce giovanile, con un buon italiano e l'inconfondibile cadenza sudamericana. Si mostra cordiale e risponde con garbo alle discrete domande sugli aspetti economici della prestazione e ad un vago accenno alle modalità di svolgimento. Come chiedendo al pescivendolo se il pesce sia fresco, mi informo se le foto siano sue e sia davvero giovane. Quasi si indigna, ma sembra sincera. E' libera fino a tardi e accetto il suo prezzo di 70 carte per una cosa tranquilla, anche se non so bene cosa ho accettato; con calma e senza fretta, garantisce lei.
Termino un terzo drink, una birretta poco impegnativa, e mi imbarco per Acireale, dove raggiungo la piazza in zona centrale indicatami. Carina Acireale, dovrò tornarci per un giro più approndito. Parcheggio facilmente, non so se per l'ora tarda o perché realmente facile. La richiamo e mi faccio guidare fino all'indirizzo giusto, una viuzza laterale della piazza. Nel frattempo la sento congedare un collega, credo più di presenza che per telefono, e concludere poi un appuntamento telefonico per l'indomani con un altro. Per lo meno sarei stato l'ultimo.
La viuzza che conduce è fatta di vecchie case, è stretta e le auto non passano. Forse incrocio il precedente avventore, l'aria era di uno che aveva appena concluso.
Con qualche timore apro il vecchio portone di legno, ne studio il meccanismo di apertura e lo lascio accostato, facilitandomi una eventuale via di fuga. Avevo paura di avere a che fare con qualche vecchio scaldabagno, di quelle con gambe e culo e enorme, per il quale avrei dovuto applicare il navigatore al mio povero attrezzo. La voce della scorbutica di prima mi risuonava ancora in testa.
Al termine della scalinata invece mi si para davanti una venere scura. Alta, davvero 1,77 se non poco di più, snella, giovane come promesso. Lunghi capelli neri, belle tette grosse che sfidavano senza artifici la gravità e, soprattutto, un bel viso. Una bella ragazza, con l'espressione dolce e aperta, tipica di molte sudamericane. Accoglie in un bilocale, vecchio ma tenuto bene.
Frasi di circostanza con cui cerca di mettermi a mio agio. Senza che me lo chieda verso l'obolo, confermando ancora la cosa tranquilla e continuando a non capire bene di cosa si trattasse. Chiedo di mia iniziativa di darmi una rinfrescata, anche per smaltire qualche liquido alcolico. Osservo i sanitari del bagno, pulito, e mi convinco che tra il congedo del precedente avventore e il mio arrivo non potevano essere stati usati. Lei non mi aveva seguito. Ero quindi almeno alla seconda mano, a voler essere ottimisti.
Mi spoglio e mi fa stendere su letto, coperto da qualcosa di tigrato. La stanza è in penombra, illuminata da una lampada, dalla tv accesa e dalla luce proveniente dalla cucina.
"Un massaggio?"
[...]
"Sì", rispondo contento. E si struscia con le belle tettone sodissime sulla mia attrezzatura, che scatta irrigidendosi. Pochissimo dopo passa all’incappucciatura e ad un bj, al quale si applica con buona capacità. Nel frattempo tasto per bene le belle tette e ne apprezzo la consistenza. Passo alle lunghe gambe slanciate, accarezzo i bei glutei torniti e sodi e mi dedico alle zone critiche. Ha ancora addosso gli slip e chiedo il permesso (le buone maniere innazitutto ) di scostarli.
"Sì, ma non mi piace la penetrazione col dito". Eccaàllà. Evito di ricordarle che se c'era uno che s'era lavato ero io ma accondiscendo con un sorriso ad esplorare superficialmente le morbide entrate ben depilate. So già cosa accadrà di lì a poco. Non faccio infatti in tempo a finire di pensarlo che si scosta -fine del tastaggio- per montarmi sopra, chiedendomi gentilmente se gradissi la posizione (le buone maniere portano sempre buone maniere)
Ondeggia su e giù e avanti indietro con sufficiente destrezza e con qualche sapiente colpo, facendomi ammirare lo spettacolo del ballonzolio delle superbe tette, a cui finisco inevitabilmente per attaccarmi con le mani. Non dura troppo perché con le buone maniere mi chiede se avessi una posizione preferita e quale fosse, nell'evidente intento di cambiare. Nel frattempo si era pure fermata.
“Esticazzi, continua no?! “- penso - ma rispondo che gradirei continuasse ancora un po'. La cosa però mi aveva ammosciato emotivamente e non solo. Con una certa premura mi smonta da sopra, se lo riprende in bocca e lo rianima.
Ma non rimonta sopra e mi invita invece alla missionaria. Vabbé. Poco male: parata davanti con le gambe aperte quasi mi commuovo.
Quelle tettone meriterebbero essere assaggiate, quella bella figa esplorata con la lingua, ma mi viene in mente la faccia di quello di prima e non riesco a non pensare alle proprietà della transizione: se A lecca B e io lecco B => io ho leccato pure A. Che brutta cosa aver studiato la matematica.
Mando alle operazioni solo il mio amico, il quale per fortuna non ha studiato matematica e non fa lo schizzinoso.
Lei partecipa il minimo sindacale, schiva il tentativo di un bacio sulla bocca fingendo di emettere qualche gemito. Mi afferra per le chiappe, incitandomi ad aumentare il ritmo (e a finire presto). Ma io voglio andare piano e proseguo lentamente per un po'.
"Ma scopi taaanto tuuu!" mi dice meravigliata, spalancando dei begli occhioni.
"Tanto un cazzo" penso poco educatamente: erano passati pochi minuti.
Capisco l'andazzo e decido per le manovre di sbarco invitandola alla pecorina. Lo spettacolo di quel bel culo in aria e le sue dita che dischiudono l'invitante fighetta mi annebbia la vista. O forse era solo quella cazzo di lampada su comodino che avevo davanti.
Pausa. Sono andato due volte dalla cavallona, e lo scenario si è ripetuto identico fin qui. Ancora tardi la sera e sempre attive le proprietà transitive, solo che ho però formulato più realisticamente: se A, B, C, D... La seconda volta è stata appena meno fastidiosa nel chiedere i campi di posizione e arrivare all'epilogo, ma la sostanza non è cambiata affatto. Il menù da 70 è evidentemente quello e per uno alla carta bisogna sganciare di più.
Ho nuovamente il suo bel culo davanti e aumento il ritmo sentendo che sto per finire. Come la volta precedente, anche questa si lascia massaggiare rai2 col pollice e anche questa volta se lo lascia introdurre un po' senza protestare. Devo togliermi la curiosità e le chiedo se l'ingresso è consentito anche ad altri amici.
Mi risponde che è necessario il biglietto di invito, ma lo fa solo per chi ha un amico piccolo, mentre io ce l'avevo grosso.
Scoppio a ridere e quasi mi ammoscia. Non ho certo una taglia XL, e anche se non si tratta di S sono sicuro che non l'avrebbe neanche sentito.
Nonostante fossi evidentemente agli ultimi colpi temeva un ingresso da portoghese e mi ha dato la furbissima risposta.
Ironia, solo in quel momento mi accorgo che sul comodino campeggiavano due cazzoni di gomma.
Ancora ridendo: "e allora con quelli come fai?". Erano grossi sì.
Con garbo le asssesto mezza sculacciata mentre ride e termino ridendo anch'io.
Dopo mi ha trattenuto un po' a chiacchierare, le solite sciocchezze, mentre guardava le chiamate e messaggi ricevuti nel frattempo. Poi ha mollato il celll. Simpatica, senza dubbio, ma le chiacchere sarebbero state un felice condimento ad un menù più caldo. Nonostante la notevole presentazione, quello proposto era freddino
SCHEDA TECNICA
RIFERIMENTO INTERNET:http://catania.bakecaincontrii.com/...timo-giorno___________-splendida-g34633770101
C'era anche su EF, ma non trovo più il ink. Forse era davvero l'ultimo giorno (ma diceva che era sempre in Sicilia)
C
ITTA DELL'INCONTRO: Acireale
NOME INSERZIONISTA: Kristal, mi pare
NAZIONALITA': Brasile
ETA': 27 dice. Credibili.
CONFORMITA' ALL'ANNUNCIO: E' lei
SERVIZI OFFERTI (vedi DIZIONARIO): bj, sex, toccatine
COMPENSO RICHIESTO: 70
COMPENSO CONCORDATO: 70
DURATA DELL'INCONTRO: 25 min scarsissimi
DESCRIZIONE FISICA: gran bella gnocca mulatta, alta, bel viso
ATTITUDINE: socievole, solare nelle espressioni. Tendenza alla frettolosità con menù base
REPERIBILITA': facile
PRESENZA DI BARRIERE ARCHITETTONICHE: portone e scalinata fino al primo piano
INDEX RICERCHE (numero telefonico nel formato 1234567xx): 34036863xx
LA MIA RECENSIONE:
Trovandomi in questo periodo a Catania, un sabato sera di un paio di settimane fa inizio un vorticoso giro di telefonate verso le signorine che avevano pubblicato gli annunci che apparivano più attendibili, ricavandoli dai soliti siti. Erano già passate le 21 e tra squilli a vuoto, segreterie e chi aveva già chiuso baracca - mi pare di aver capito che qui a Ct o non c'è stata la liberalizzazione degli orari o le signorine se la passano bene -, non avevo rimediato neanche un appuntamento.
Passo così ai numeri più a rischio fregature e contatto prima una sudamericana (mulatta o latina, non ricordo più come si definisse) le cui foto non sembravano fake ma non dicevano comunque nulla e il cui annuncio non era troppo volgare, del tipo te lo stronco così-te lo ribalto cosà. Sono un tipo raffinato, io.
Risponde e mantiene un tono guardingo, al che, con la formula più gentile che potessi trovare, le chiedo se fosse libera e fino a che ora, dato che tra il disimpegnarmi e raggiungere un qualsiasi posto sarebbero potute passare anche un paio d'ore.
"Guando devy venire chiamy e vieny, capito?" mi fredda burberamente e barbaramente. E mette giù.
Minchia . Meno male che non stavo per andarci, se no chissà che avrei trovato. Tiro un sospiro di sollievo. Tuttavia accuso il colpo, sono un tipo sensibile. Mi ci vuole un buon whisky per riprendermi, il primo della serata.
Passo al secondo numero, della bella mulatta - si definiva - di Acireale, le cui foto non risultavano fake e il cui annuncio era pure su EF. Il posto un po' lontano, ma fattibile. Niente, squilla a vuoto.
Mestamente penso che dovrò ripiegare su qualche stradale, ma non conosco troppo bene la città e la situazione puffi blu, o, più probabilmente, dovrò ricorrere alla falegnameria.
Ero già fuori, avevo quasi terminato un secondo drink e mi arriva uno squillo della tipa. Non ero da solo e dopo qualche minuto mi allontano per richiamare. Risponde una voce giovanile, con un buon italiano e l'inconfondibile cadenza sudamericana. Si mostra cordiale e risponde con garbo alle discrete domande sugli aspetti economici della prestazione e ad un vago accenno alle modalità di svolgimento. Come chiedendo al pescivendolo se il pesce sia fresco, mi informo se le foto siano sue e sia davvero giovane. Quasi si indigna, ma sembra sincera. E' libera fino a tardi e accetto il suo prezzo di 70 carte per una cosa tranquilla, anche se non so bene cosa ho accettato; con calma e senza fretta, garantisce lei.
Termino un terzo drink, una birretta poco impegnativa, e mi imbarco per Acireale, dove raggiungo la piazza in zona centrale indicatami. Carina Acireale, dovrò tornarci per un giro più approndito. Parcheggio facilmente, non so se per l'ora tarda o perché realmente facile. La richiamo e mi faccio guidare fino all'indirizzo giusto, una viuzza laterale della piazza. Nel frattempo la sento congedare un collega, credo più di presenza che per telefono, e concludere poi un appuntamento telefonico per l'indomani con un altro. Per lo meno sarei stato l'ultimo.
La viuzza che conduce è fatta di vecchie case, è stretta e le auto non passano. Forse incrocio il precedente avventore, l'aria era di uno che aveva appena concluso.
Con qualche timore apro il vecchio portone di legno, ne studio il meccanismo di apertura e lo lascio accostato, facilitandomi una eventuale via di fuga. Avevo paura di avere a che fare con qualche vecchio scaldabagno, di quelle con gambe e culo e enorme, per il quale avrei dovuto applicare il navigatore al mio povero attrezzo. La voce della scorbutica di prima mi risuonava ancora in testa.
Al termine della scalinata invece mi si para davanti una venere scura. Alta, davvero 1,77 se non poco di più, snella, giovane come promesso. Lunghi capelli neri, belle tette grosse che sfidavano senza artifici la gravità e, soprattutto, un bel viso. Una bella ragazza, con l'espressione dolce e aperta, tipica di molte sudamericane. Accoglie in un bilocale, vecchio ma tenuto bene.
Frasi di circostanza con cui cerca di mettermi a mio agio. Senza che me lo chieda verso l'obolo, confermando ancora la cosa tranquilla e continuando a non capire bene di cosa si trattasse. Chiedo di mia iniziativa di darmi una rinfrescata, anche per smaltire qualche liquido alcolico. Osservo i sanitari del bagno, pulito, e mi convinco che tra il congedo del precedente avventore e il mio arrivo non potevano essere stati usati. Lei non mi aveva seguito. Ero quindi almeno alla seconda mano, a voler essere ottimisti.
Mi spoglio e mi fa stendere su letto, coperto da qualcosa di tigrato. La stanza è in penombra, illuminata da una lampada, dalla tv accesa e dalla luce proveniente dalla cucina.
"Un massaggio?"
[...]
"Sì", rispondo contento. E si struscia con le belle tettone sodissime sulla mia attrezzatura, che scatta irrigidendosi. Pochissimo dopo passa all’incappucciatura e ad un bj, al quale si applica con buona capacità. Nel frattempo tasto per bene le belle tette e ne apprezzo la consistenza. Passo alle lunghe gambe slanciate, accarezzo i bei glutei torniti e sodi e mi dedico alle zone critiche. Ha ancora addosso gli slip e chiedo il permesso (le buone maniere innazitutto ) di scostarli.
"Sì, ma non mi piace la penetrazione col dito". Eccaàllà. Evito di ricordarle che se c'era uno che s'era lavato ero io ma accondiscendo con un sorriso ad esplorare superficialmente le morbide entrate ben depilate. So già cosa accadrà di lì a poco. Non faccio infatti in tempo a finire di pensarlo che si scosta -fine del tastaggio- per montarmi sopra, chiedendomi gentilmente se gradissi la posizione (le buone maniere portano sempre buone maniere)
Ondeggia su e giù e avanti indietro con sufficiente destrezza e con qualche sapiente colpo, facendomi ammirare lo spettacolo del ballonzolio delle superbe tette, a cui finisco inevitabilmente per attaccarmi con le mani. Non dura troppo perché con le buone maniere mi chiede se avessi una posizione preferita e quale fosse, nell'evidente intento di cambiare. Nel frattempo si era pure fermata.
“Esticazzi, continua no?! “- penso - ma rispondo che gradirei continuasse ancora un po'. La cosa però mi aveva ammosciato emotivamente e non solo. Con una certa premura mi smonta da sopra, se lo riprende in bocca e lo rianima.
Ma non rimonta sopra e mi invita invece alla missionaria. Vabbé. Poco male: parata davanti con le gambe aperte quasi mi commuovo.
Quelle tettone meriterebbero essere assaggiate, quella bella figa esplorata con la lingua, ma mi viene in mente la faccia di quello di prima e non riesco a non pensare alle proprietà della transizione: se A lecca B e io lecco B => io ho leccato pure A. Che brutta cosa aver studiato la matematica.
Mando alle operazioni solo il mio amico, il quale per fortuna non ha studiato matematica e non fa lo schizzinoso.
Lei partecipa il minimo sindacale, schiva il tentativo di un bacio sulla bocca fingendo di emettere qualche gemito. Mi afferra per le chiappe, incitandomi ad aumentare il ritmo (e a finire presto). Ma io voglio andare piano e proseguo lentamente per un po'.
"Ma scopi taaanto tuuu!" mi dice meravigliata, spalancando dei begli occhioni.
"Tanto un cazzo" penso poco educatamente: erano passati pochi minuti.
Capisco l'andazzo e decido per le manovre di sbarco invitandola alla pecorina. Lo spettacolo di quel bel culo in aria e le sue dita che dischiudono l'invitante fighetta mi annebbia la vista. O forse era solo quella cazzo di lampada su comodino che avevo davanti.
Pausa. Sono andato due volte dalla cavallona, e lo scenario si è ripetuto identico fin qui. Ancora tardi la sera e sempre attive le proprietà transitive, solo che ho però formulato più realisticamente: se A, B, C, D... La seconda volta è stata appena meno fastidiosa nel chiedere i campi di posizione e arrivare all'epilogo, ma la sostanza non è cambiata affatto. Il menù da 70 è evidentemente quello e per uno alla carta bisogna sganciare di più.
Ho nuovamente il suo bel culo davanti e aumento il ritmo sentendo che sto per finire. Come la volta precedente, anche questa si lascia massaggiare rai2 col pollice e anche questa volta se lo lascia introdurre un po' senza protestare. Devo togliermi la curiosità e le chiedo se l'ingresso è consentito anche ad altri amici.
Mi risponde che è necessario il biglietto di invito, ma lo fa solo per chi ha un amico piccolo, mentre io ce l'avevo grosso.
Scoppio a ridere e quasi mi ammoscia. Non ho certo una taglia XL, e anche se non si tratta di S sono sicuro che non l'avrebbe neanche sentito.
Nonostante fossi evidentemente agli ultimi colpi temeva un ingresso da portoghese e mi ha dato la furbissima risposta.
Ironia, solo in quel momento mi accorgo che sul comodino campeggiavano due cazzoni di gomma.
Ancora ridendo: "e allora con quelli come fai?". Erano grossi sì.
Con garbo le asssesto mezza sculacciata mentre ride e termino ridendo anch'io.
Dopo mi ha trattenuto un po' a chiacchierare, le solite sciocchezze, mentre guardava le chiamate e messaggi ricevuti nel frattempo. Poi ha mollato il celll. Simpatica, senza dubbio, ma le chiacchere sarebbero state un felice condimento ad un menù più caldo. Nonostante la notevole presentazione, quello proposto era freddino
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