RIFERIMENTO INTERNET GIULIETTA
CITTA DELL'INCONTRO: Milano
NOME INSERZIONISTA: Giulietta
NAZIONALITA': Brasiliana
ETA': 20-22
CONFORMITA' ALL'ANNUNCIO: sì, ma con tanto photoshop e abili inquadrature
SERVIZI OFFERTI: bbj/daty/straight sex/anal
RATE DI PARTENZA: 130
RATE CONCORDATO: 130
DESCRIZIONE FISICA: BBW
ATTITUDINE: allegra e propositiva
REPERIBILITA': ok
LA MIA ESPERIENZA
(giovedì, 09/12/2010)
Esco dall’appartamento di zona Precotto in cui vive e opera Giulietta e la mia mente si affanna a cercare delle motivazioni politically correct che giustifichino il chiavatone che ho messo nel carniere:
- Massì… era tanto che desideravo una donna felliniana …
- Tutto sommato è stato come farsi Rossana Doll …
Ma poi devo ammetterlo: la cocente realtà è che Giulietta, brasiliana dello Stato di S. Caterina, vent’anni e qualcosa, non è una figura felliniana e ricorda la mitica pornostar pugliese solo molto lontanamente. La cocente realtà è che Photoshop ha colpito ancora. Di vero c’è questo faccino, incorniciato da folti capelli rossi. Di falso c’è il levigato profilo scultoreo di questo culone. Di omissive ci sono le inquadrature fotografiche, che con saggia malizia tagliano fuori gambe e caviglie. E meno male che le tettone non sono posticce, ma naturali, belle sode, unica vera nota di richiamo sessuale in un fisico, certamente non flaccido, ma tendente più alla corpulenza che alla statuaria presenza ripresa dalle foto.
Ma tant’è: avventurandomi in un BBW tour sapevo di muovermi sul crinale impervio che separa l’opulenza dall’obesità, l’ideale femminile felliniano dalla realtà, a volte tozza e pesante. Giulietta, a dispetto del vezzeggiativo, con le sue gambe sgabellari, appartiene più alla seconda categoria che alla prima. Inutile girarci attorno.
Chi non ricorda il celeberrimo film di Sergio Leone: “C’era una volta in America”? E la sorella grassona dell’amico grassone di Noodles (R. De Niro)? Sì, quella che da adolescenti si prendeva cura della verginità di De Niro & Co. e da adulta la si ritrova a fare la puttana nella bisca clandestina della banda. Come si chiamava? Wendy, Terry … Insomma, colei che accoglie Noodles/De Niro appena uscito di prigione, ormai adulto, con 10 centimetri di lingua in bocca e poi con una sonora auto-pacca sulle chiappe gigantesche riferisce con orgoglio: “Adesso mi faccio pagare tanto al chilo”!!
Ecco, non voglio fare paragoni fuorvianti e ingenerosi, ma nell’evoluzione della specie che va da Terry/Wendy fino a Rossana Doll, Giulietta senza dubbio si colloca non lontano dallo stadio iniziale. Se isoli le chiappe e non fai caso ai crateri della cellulite potresti anche illuderti: “Minchia! E’ il culo di Rossana Doll … ”. Ma se abbassi lo sguardo, protesti con te stesso: “Ma quanto cazzo devo pagare per trombarmi questo sgabello?”. A ogni modo: “Les jeux sont faits”. Superata la ritrosia da impatto, concentrandomi sulle tette, porto a casa un’esperienza per me particolare, che non è stata poi così cattiva.
La ragazza è ben disposta, a tratti allegra, ti accoglie in abitino sexy e calze a rete, ti fa fare subito un giro sulle montagne russe, ti struscia il culone sulla patta. Insomma sei ancora lì col giubbotto, che valuti il da farsi, ma il cerbero del piano inferiore ha già scelto e ti intima di restare. E così, trasportato da un rito propiziatorio di un paio di minuti, senza corrosive moine vocali, ti ritrovi nudo, in piedi al centro di una stanza piuttosto miserabile, con la mazza diritta infilata tra le cosce taurine di Giulietta, a mimare un focoso amplesso da tergo: roba da film made in Salieri. Poi, messa in fuga la gatta che si era nascosta sotto il letto (la guardona), si torna alla tradizione, con una pompa che magicamente diventa vestita. Risoluta e al tempo stesso delicata, Giulietta srotola il guanto e te lo infila fino alla base dell’asta: tutto con le sue labbra vermiglie. Poi inizia a prenderti le misure, inghiottendo porzioni sempre maggiori del tuo cazzo, con affondi regolari e precisi.
Intimidito da questo geometrico pompino, ma anche impaziente di dischiudere la mia prima fica tra due cosce buone per farci il prosciutto, la interrompo mentre sta per salire l’ultimo gradino che la separa da un vero e proprio deep throat. Mi immergo e … l’odore di piscio è come una randellata. E meno male che la porcellina aveva giustificato cinque lunghi minuti di attesa, che poco prima mi aveva fatto trascorrere davanti al cancello del palazzo, dicendomi che stava uscendo dalla doccia! Evidentemente non ha sprecato troppo sapone sulle sue parti intime, penso. Vabbè, non mi fermo certo per questo “dettaglio”.
E faccio bene, perché in pochissimi secondi l’odore pungente del piscio viene soverchiato da quello più soave del brodo vaginale, che sgorga copioso già sotto i primi colpi di lingua. Giulietta, dal canto suo, per un po’ prova a pareggiare i conti, onorando la legge della reciprocità orale, poi manda tutto a puttane e si concentra sul proprio piacere, con perentori movimenti di bacino che sfociano in un orgasmo silenzioso. Succede mentre ho il dito indice piantato tra le sue chiappe. Avverto le potenti contrazioni dell’ano che si stringe a scatti e rimango inebetito. Mi esalto: l’evento non è consueto nel mondo del sesso a pagamento.
Abbandono la fonte della inaspettata lavanda facciale, riemergo, scatto in piedi a bordo letto e ripropongo una ripresa delle ostilità con armi convenzionali. Giulietta, appecorata sul letto, offre con gratitudine le labbra vermiglie, ma appare appannata, non si è ancora del tutto ripresa. Ma io sono deciso a prendere ciò che mi spetta, anche senza il suo consenso e, approfittando del suo temporaneo intontimento, per pistonarle la bocca, a mio piacimento. Alzo lo sguardo: da quella angolazione le chiappe generose di Giulietta danno prova di se, disegnando curve esagerate, indiscutibilmente felliniane. Invasato dalla imminente prospettiva di farle mie, spingo a velocità vertiginose il pistonamento orale fino all’epiglottide, costringendo la assopita malcapitata a rianimarsi e a chiedere un time-out.
Glielo concedo, me lo concedo, e mi porto avanti con il programma. Mi stendo sul letto, lancia in resta, indicazione inequivocabile di quale dovrà essere la prossima giacitura di Giulietta. A ripensarci bene, chiedere ad una con la mole di Giulietta di montarmi sopra è stato abbastanza temerario, ma potevo rinunciare a quell’esperienza tri-sensoriale, lì sotto il proscenio di quel paio di tette, percosse dalle formidabili vibrazioni originate dal ritmo serrato della cavalcata? Non c’è che dire: ero partito scettico e mi ritrovo quanto mai attizzato dall’idea e dall’atto di possedere questa fagottata di carne viva. E chi se ne fotte se tutto ciò è felliniano o meno: sto godendo come un maiale. Quasi mi dispiace, perciò, interrompere il filo di un discorso che forse ci avrebbe portati di nuovo molto lontano, ma è tempo di culminare l’opera: felliniana o non, questa fagottata di carne merita di essere sodomizzata.
Giulietta è rapita dai singulti e sussurra ossessivamente: “… è bom… è bom…” quando la faccio smontare da cavallo. Mi scuso con una ripassata di bava sulle instancabili tettone, mentre con un dito mi re-introduco furtivo tra le sue chiappone. Giulietta sembra voler cogliere l’attimo, afferra con una zampata fulminea l’altra mia mano e la porta alla fica: è un chiaro invito a bi-traforarla. Eseguo con impeto cercando di recuperare da segreti recessi il piacere che forse le stava divampando dentro, quando era lanciata al galoppo. Non ci riesco, la postura della mano è alquanto ardita, mi fa male il polso, devo abbandonare. E Giulietta si dispone per l’ultimo atto.
L'esito dell'intenso test bilaterale mi persuade a osare un arrembaggio favorito solo dallo sputo raccattato in fondo all'esofago. Giulietta non fa una piega e appecorata protende le chiappone in mio favore. Sembrerebbe un’impresa semplice, a questo punto, ma c’è un ultimo problema: la grotta finale di Giulietta rimane celata in fondo alle due montagne che si innalzano dal fondoschiena e nemmeno con il radar riuscirei a trovare il sentiero giusto se non ci fossero le sue manine a mostrarmi la via. Una volta instradato, impiego pochi secondi a parcheggiare nell'hangar, senza particolari patemi. Butto lo sguardo per monitorare gli ultimi dettagli del morbido atterraggio, ma le montagne continuano a criptare il segnale. Peccato. E’ un vero peccato non poter assecondare anche la devianza vouyeristica del sodomizzatore seriale che è in me. Mi sento sempre incompleto se non posso riempire anche gli occhi della fusione carnale di un uomo e una donna attraverso la via meno battuta e più ardita. Ma stavolta il viluppo di mani e tette, gambe e chiappe, fiato e fiato, è tale che anche alla cieca il contraccolpo sensoriale non tarda a farsi strada fino all’ultimo neurone. L’abbraccio intimo di Giulietta, per quanto oscurato dalle sue stesse carni, in pochi devastanti minuti diventa letale. Madido di sudore e stremato, non ho più vie di fuga. E sono costretto a soccombere …
Pagella
Fisico: 7.0
BJ : 9
DATY: 10
ANAL: 7.5
Social time: 9
Velocità: 130 km/h
38983161xx
CITTA DELL'INCONTRO: Milano
NOME INSERZIONISTA: Giulietta
NAZIONALITA': Brasiliana
ETA': 20-22
CONFORMITA' ALL'ANNUNCIO: sì, ma con tanto photoshop e abili inquadrature
SERVIZI OFFERTI: bbj/daty/straight sex/anal
RATE DI PARTENZA: 130
RATE CONCORDATO: 130
DESCRIZIONE FISICA: BBW
ATTITUDINE: allegra e propositiva
REPERIBILITA': ok
LA MIA ESPERIENZA
(giovedì, 09/12/2010)
Esco dall’appartamento di zona Precotto in cui vive e opera Giulietta e la mia mente si affanna a cercare delle motivazioni politically correct che giustifichino il chiavatone che ho messo nel carniere:
- Massì… era tanto che desideravo una donna felliniana …
- Tutto sommato è stato come farsi Rossana Doll …
Ma poi devo ammetterlo: la cocente realtà è che Giulietta, brasiliana dello Stato di S. Caterina, vent’anni e qualcosa, non è una figura felliniana e ricorda la mitica pornostar pugliese solo molto lontanamente. La cocente realtà è che Photoshop ha colpito ancora. Di vero c’è questo faccino, incorniciato da folti capelli rossi. Di falso c’è il levigato profilo scultoreo di questo culone. Di omissive ci sono le inquadrature fotografiche, che con saggia malizia tagliano fuori gambe e caviglie. E meno male che le tettone non sono posticce, ma naturali, belle sode, unica vera nota di richiamo sessuale in un fisico, certamente non flaccido, ma tendente più alla corpulenza che alla statuaria presenza ripresa dalle foto.
Ma tant’è: avventurandomi in un BBW tour sapevo di muovermi sul crinale impervio che separa l’opulenza dall’obesità, l’ideale femminile felliniano dalla realtà, a volte tozza e pesante. Giulietta, a dispetto del vezzeggiativo, con le sue gambe sgabellari, appartiene più alla seconda categoria che alla prima. Inutile girarci attorno.
Chi non ricorda il celeberrimo film di Sergio Leone: “C’era una volta in America”? E la sorella grassona dell’amico grassone di Noodles (R. De Niro)? Sì, quella che da adolescenti si prendeva cura della verginità di De Niro & Co. e da adulta la si ritrova a fare la puttana nella bisca clandestina della banda. Come si chiamava? Wendy, Terry … Insomma, colei che accoglie Noodles/De Niro appena uscito di prigione, ormai adulto, con 10 centimetri di lingua in bocca e poi con una sonora auto-pacca sulle chiappe gigantesche riferisce con orgoglio: “Adesso mi faccio pagare tanto al chilo”!!
Ecco, non voglio fare paragoni fuorvianti e ingenerosi, ma nell’evoluzione della specie che va da Terry/Wendy fino a Rossana Doll, Giulietta senza dubbio si colloca non lontano dallo stadio iniziale. Se isoli le chiappe e non fai caso ai crateri della cellulite potresti anche illuderti: “Minchia! E’ il culo di Rossana Doll … ”. Ma se abbassi lo sguardo, protesti con te stesso: “Ma quanto cazzo devo pagare per trombarmi questo sgabello?”. A ogni modo: “Les jeux sont faits”. Superata la ritrosia da impatto, concentrandomi sulle tette, porto a casa un’esperienza per me particolare, che non è stata poi così cattiva.
La ragazza è ben disposta, a tratti allegra, ti accoglie in abitino sexy e calze a rete, ti fa fare subito un giro sulle montagne russe, ti struscia il culone sulla patta. Insomma sei ancora lì col giubbotto, che valuti il da farsi, ma il cerbero del piano inferiore ha già scelto e ti intima di restare. E così, trasportato da un rito propiziatorio di un paio di minuti, senza corrosive moine vocali, ti ritrovi nudo, in piedi al centro di una stanza piuttosto miserabile, con la mazza diritta infilata tra le cosce taurine di Giulietta, a mimare un focoso amplesso da tergo: roba da film made in Salieri. Poi, messa in fuga la gatta che si era nascosta sotto il letto (la guardona), si torna alla tradizione, con una pompa che magicamente diventa vestita. Risoluta e al tempo stesso delicata, Giulietta srotola il guanto e te lo infila fino alla base dell’asta: tutto con le sue labbra vermiglie. Poi inizia a prenderti le misure, inghiottendo porzioni sempre maggiori del tuo cazzo, con affondi regolari e precisi.
Intimidito da questo geometrico pompino, ma anche impaziente di dischiudere la mia prima fica tra due cosce buone per farci il prosciutto, la interrompo mentre sta per salire l’ultimo gradino che la separa da un vero e proprio deep throat. Mi immergo e … l’odore di piscio è come una randellata. E meno male che la porcellina aveva giustificato cinque lunghi minuti di attesa, che poco prima mi aveva fatto trascorrere davanti al cancello del palazzo, dicendomi che stava uscendo dalla doccia! Evidentemente non ha sprecato troppo sapone sulle sue parti intime, penso. Vabbè, non mi fermo certo per questo “dettaglio”.
E faccio bene, perché in pochissimi secondi l’odore pungente del piscio viene soverchiato da quello più soave del brodo vaginale, che sgorga copioso già sotto i primi colpi di lingua. Giulietta, dal canto suo, per un po’ prova a pareggiare i conti, onorando la legge della reciprocità orale, poi manda tutto a puttane e si concentra sul proprio piacere, con perentori movimenti di bacino che sfociano in un orgasmo silenzioso. Succede mentre ho il dito indice piantato tra le sue chiappe. Avverto le potenti contrazioni dell’ano che si stringe a scatti e rimango inebetito. Mi esalto: l’evento non è consueto nel mondo del sesso a pagamento.
Abbandono la fonte della inaspettata lavanda facciale, riemergo, scatto in piedi a bordo letto e ripropongo una ripresa delle ostilità con armi convenzionali. Giulietta, appecorata sul letto, offre con gratitudine le labbra vermiglie, ma appare appannata, non si è ancora del tutto ripresa. Ma io sono deciso a prendere ciò che mi spetta, anche senza il suo consenso e, approfittando del suo temporaneo intontimento, per pistonarle la bocca, a mio piacimento. Alzo lo sguardo: da quella angolazione le chiappe generose di Giulietta danno prova di se, disegnando curve esagerate, indiscutibilmente felliniane. Invasato dalla imminente prospettiva di farle mie, spingo a velocità vertiginose il pistonamento orale fino all’epiglottide, costringendo la assopita malcapitata a rianimarsi e a chiedere un time-out.
Glielo concedo, me lo concedo, e mi porto avanti con il programma. Mi stendo sul letto, lancia in resta, indicazione inequivocabile di quale dovrà essere la prossima giacitura di Giulietta. A ripensarci bene, chiedere ad una con la mole di Giulietta di montarmi sopra è stato abbastanza temerario, ma potevo rinunciare a quell’esperienza tri-sensoriale, lì sotto il proscenio di quel paio di tette, percosse dalle formidabili vibrazioni originate dal ritmo serrato della cavalcata? Non c’è che dire: ero partito scettico e mi ritrovo quanto mai attizzato dall’idea e dall’atto di possedere questa fagottata di carne viva. E chi se ne fotte se tutto ciò è felliniano o meno: sto godendo come un maiale. Quasi mi dispiace, perciò, interrompere il filo di un discorso che forse ci avrebbe portati di nuovo molto lontano, ma è tempo di culminare l’opera: felliniana o non, questa fagottata di carne merita di essere sodomizzata.
Giulietta è rapita dai singulti e sussurra ossessivamente: “… è bom… è bom…” quando la faccio smontare da cavallo. Mi scuso con una ripassata di bava sulle instancabili tettone, mentre con un dito mi re-introduco furtivo tra le sue chiappone. Giulietta sembra voler cogliere l’attimo, afferra con una zampata fulminea l’altra mia mano e la porta alla fica: è un chiaro invito a bi-traforarla. Eseguo con impeto cercando di recuperare da segreti recessi il piacere che forse le stava divampando dentro, quando era lanciata al galoppo. Non ci riesco, la postura della mano è alquanto ardita, mi fa male il polso, devo abbandonare. E Giulietta si dispone per l’ultimo atto.
L'esito dell'intenso test bilaterale mi persuade a osare un arrembaggio favorito solo dallo sputo raccattato in fondo all'esofago. Giulietta non fa una piega e appecorata protende le chiappone in mio favore. Sembrerebbe un’impresa semplice, a questo punto, ma c’è un ultimo problema: la grotta finale di Giulietta rimane celata in fondo alle due montagne che si innalzano dal fondoschiena e nemmeno con il radar riuscirei a trovare il sentiero giusto se non ci fossero le sue manine a mostrarmi la via. Una volta instradato, impiego pochi secondi a parcheggiare nell'hangar, senza particolari patemi. Butto lo sguardo per monitorare gli ultimi dettagli del morbido atterraggio, ma le montagne continuano a criptare il segnale. Peccato. E’ un vero peccato non poter assecondare anche la devianza vouyeristica del sodomizzatore seriale che è in me. Mi sento sempre incompleto se non posso riempire anche gli occhi della fusione carnale di un uomo e una donna attraverso la via meno battuta e più ardita. Ma stavolta il viluppo di mani e tette, gambe e chiappe, fiato e fiato, è tale che anche alla cieca il contraccolpo sensoriale non tarda a farsi strada fino all’ultimo neurone. L’abbraccio intimo di Giulietta, per quanto oscurato dalle sue stesse carni, in pochi devastanti minuti diventa letale. Madido di sudore e stremato, non ho più vie di fuga. E sono costretto a soccombere …
Pagella
Fisico: 7.0
BJ : 9
DATY: 10
ANAL: 7.5
Social time: 9
Velocità: 130 km/h
38983161xx