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si è sempre detto sia la dose a fare il veleno, o comunque che vi sono delle specifiche circostanze endogene le quali rendono letali sostanze altrimenti innocue: come lo zucchero.
Riguardo alle pay, spesso si inizia con un piglio goliardico e spensierato, magari in giovane età quando sussistono degli ostacoli naturali che impediscono il radicarsi di un'abitudine, come l'assenza di un reddito o la prevalenza della componente emotiva per cui si può essere portati esclusivamente verso rapporti non riconducibili ad una sfera professionale.
Col tempo le cose cambiano e vengono meno vincoli materiali e spirituali che hanno relegato un certo tipo di frequentazioni ad occasioni particolari, magari caratterizzate da un approccio cameratesco: senza accorgersene si calca sempre più la mano, al pari di qualsiasi vicenda che produca assuefazione e tolleranza.
Fino a quando all'improvviso ci si accorge che pur senza poter identificare singoli avvenimenti decisivi, l'attività di punter è diventata sempre più immanente rispetto alla quotidianità, e ne scaturiscono continue riflessioni. Le più aride, meramente finanziarie, che portano a chiedersi se anziché coltivare questo genere di "passione" non sarebbe stato meglio cambiare auto, o magari prestare più attenzione ad un piano di previdenza complementare...magari semplicemente prendere in considerazione qualche meta esotica per le vacanze estive.
Ma più consistenti sono le valutazioni di tipo comportamentale: in primo luogo i profili esteriori, penso soprattutto all'organizzazione del tempo libero e alla riduzione degli spazi dedicati agli affetti consolidati e ai propri interessi preesistenti (vuoi la musica, vuoi lo sport...); in secondo luogo, ma forse più determinanti, quelli interiori, il proprio modo di vedere e giudicare la realtà. L'impressione è quella di una visione completamente deformata rispetto all'approccio mediamente condiviso dei rapporti umani, al punto che diminuisca fortemente l'interesse ad avere dei contatti con le donne nella "vita civile", se non strettamente preordinati a portarsele a letto.
Probabilmente si tratta tipicamente della monomania, che può avere i più vari oggetti.
Ma forse nel caso della sfera sessuale la soglia di allerta è più sottile, coinvolgendo una funzione fisiologica sulla quale i più fondano la propria esistenza, pensando a procreare nell'ambito di una relazione stabile.
Ciò detto, dubito fortemente di volere sospendere le mie attività, e non credo di essere caduto in una spirale di solipsismo, ma resto allerta e mi chiedo se sia l'unico.
Riguardo alle pay, spesso si inizia con un piglio goliardico e spensierato, magari in giovane età quando sussistono degli ostacoli naturali che impediscono il radicarsi di un'abitudine, come l'assenza di un reddito o la prevalenza della componente emotiva per cui si può essere portati esclusivamente verso rapporti non riconducibili ad una sfera professionale.
Col tempo le cose cambiano e vengono meno vincoli materiali e spirituali che hanno relegato un certo tipo di frequentazioni ad occasioni particolari, magari caratterizzate da un approccio cameratesco: senza accorgersene si calca sempre più la mano, al pari di qualsiasi vicenda che produca assuefazione e tolleranza.
Fino a quando all'improvviso ci si accorge che pur senza poter identificare singoli avvenimenti decisivi, l'attività di punter è diventata sempre più immanente rispetto alla quotidianità, e ne scaturiscono continue riflessioni. Le più aride, meramente finanziarie, che portano a chiedersi se anziché coltivare questo genere di "passione" non sarebbe stato meglio cambiare auto, o magari prestare più attenzione ad un piano di previdenza complementare...magari semplicemente prendere in considerazione qualche meta esotica per le vacanze estive.
Ma più consistenti sono le valutazioni di tipo comportamentale: in primo luogo i profili esteriori, penso soprattutto all'organizzazione del tempo libero e alla riduzione degli spazi dedicati agli affetti consolidati e ai propri interessi preesistenti (vuoi la musica, vuoi lo sport...); in secondo luogo, ma forse più determinanti, quelli interiori, il proprio modo di vedere e giudicare la realtà. L'impressione è quella di una visione completamente deformata rispetto all'approccio mediamente condiviso dei rapporti umani, al punto che diminuisca fortemente l'interesse ad avere dei contatti con le donne nella "vita civile", se non strettamente preordinati a portarsele a letto.
Probabilmente si tratta tipicamente della monomania, che può avere i più vari oggetti.
Ma forse nel caso della sfera sessuale la soglia di allerta è più sottile, coinvolgendo una funzione fisiologica sulla quale i più fondano la propria esistenza, pensando a procreare nell'ambito di una relazione stabile.
Ciò detto, dubito fortemente di volere sospendere le mie attività, e non credo di essere caduto in una spirale di solipsismo, ma resto allerta e mi chiedo se sia l'unico.