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Secondo un noto aneddoto quando il poeta italiano Dino Campana incontrò la scrittrice Sibilla Aleramo, la portò in un luogo ameno e appartato (furbacchione...
), e quando lei gli disse "Io sono Sibilla...", lui le rispose, slacciandosi i pantaloni: :"E io sono Dino Campana e questo è il mio batacchio!". Un punter ante-litteram, insomma, il grande Campana.
Una delle poesie che leggo più volentieri (chissà come mai?
) è la famosa "Troia dagli occhi ferrigni", che talvolta mi viene in mente quando vado a trovare qualche ragazza dell'est con la quale la conversazione è impossibile causa incolmabile distanza linguistica (ogni riferimento a Tina, Viktoria, Silena, Angelina, ecc. è puramente voluto).
Ve la propongo di seguito, con tanto di interpretazione magistrale di Carmelo Bene.
Dino Campana
Ad una troia dagli occhi ferrigni
Coi tuoi piccoli occhi bestiali
Mi guardi e taci e aspetti e poi ti stringi
E mi riguardi e taci. La tua carne
Goffa e pesante dorme intorpidita
Nei sogni primordiali. Prostituta….
Chi ti chiamò alla vita? D’onde vieni?
Dagli acri porti tirreni,
Dalle fiere cantanti di Toscana
O nelle sabbie ardenti voltolata
Fu la tua madre sotto gli scirocchi?
L’immensità t’impresse lo stupore
Nella faccia ferina di sfinge
L’alito brulicante della vita
Tragicamente come a lionessa
Ti disquassa la tua criniera nera
E tu guardi il sacrilego angelo biondo
Che non t’ama e non ami e che soffre
Di te e che stanco ti bacia.
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Una delle poesie che leggo più volentieri (chissà come mai?

Ve la propongo di seguito, con tanto di interpretazione magistrale di Carmelo Bene.
Dino Campana
Ad una troia dagli occhi ferrigni
Coi tuoi piccoli occhi bestiali
Mi guardi e taci e aspetti e poi ti stringi
E mi riguardi e taci. La tua carne
Goffa e pesante dorme intorpidita
Nei sogni primordiali. Prostituta….
Chi ti chiamò alla vita? D’onde vieni?
Dagli acri porti tirreni,
Dalle fiere cantanti di Toscana
O nelle sabbie ardenti voltolata
Fu la tua madre sotto gli scirocchi?
L’immensità t’impresse lo stupore
Nella faccia ferina di sfinge
L’alito brulicante della vita
Tragicamente come a lionessa
Ti disquassa la tua criniera nera
E tu guardi il sacrilego angelo biondo
Che non t’ama e non ami e che soffre
Di te e che stanco ti bacia.
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