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Sono tanti i motivi che mi portano ad amare questo vizio. La mente umana è in parte inesplorata e si potrebbe dibattere all’infinito su quali aspetti della nostra psicologia sono predominanti nel determinare le nostre scelte.
Oggi ho voglia di parlare di una particolare sfaccettatura della mia personalità.
Mi accorgo talvolta di essere attratto dagli estremi; anche la mia vita da punter ne è condizionata. Cerco di spiegarmi meglio. Sicuramente uno degli aspetti della vita da puttaniere che mi attrae consiste nella rottura con la realtà che mi circonda. A volte ho il sospetto che non sia tanto la qualità estetica delle ragazze ad attrarmi ma piuttosto la possibilità di vivere una esperienza di completa rottura con la realtà attorno a me. E’ come se mettessi in pausa la vita reale e mi catapultassi in un mondo parallelo fatto di personaggi diversi, ruoli diversi, facce diverse, sensazioni diverse, tempi diversi.
Nella vita normale sono abituato ad avere un determinato rapporto con il prossimo e ad aspettarmi, a mia volta, determinate reazioni ai miei comportamenti.
Quando vado a puttane tutto ciò si rivoluziona e le normali regole del gioco saltano.
Tutto quello che accade nella vita normale viene disatteso quando siamo in compagnia di una puttana e subentrano altre logiche. Nella vita normale non puoi dire certe cose ad una sconosciuta, quando vai a puttane lo puoi dire; giusto per fare un esempio . Quando lavori devi guardare le ragazze in un certo modo, devi dare l’impressione di sapere essere distaccato e di guardarle come lavoratrici tue college esulando da tutta la sfera sessuale. Ed invece quando vai a puttane ti trasformi e diventi preda delle tue voglie. Quando parli con una tua collega non puoi guardarle con insistenza il culo perchè altrimenti fai la figura del maniaco mentre quando sei con una puttana è lei stessa a mostrarti il culo.
I due estremi, appunto.
Ho frequentato sia puttane stradali, sia puttane in appartamento e sia FKK. Sicuramente l’FKK è un ambiente che permette di gestire il tempo a tua disposizione in maniera diversa. Quando vai da una stradale hai il tempo contato e quindi tutto si svolge in maniera rapida: sei costretto a bere tutto il contenuto del bicchiere in tempi rapidi senza possibilità di riflettere. Nel FKK invece puoi prenderti i tuoi tempi.
Finora ho frequentato più e più volte un unico FKK in vita mia. Ogni volta che ci vado passo 12-13 ore filate in quel locale e ho tempo di pensare , riflettere e guardare alla mia persona con occhio diverso.
Una delle sensazioni a cui sono più legato riguarda appunto la rottura con tutto ciò che esiste al di fuori. Di punto in bianco finisci in un locale pieno zeppo di fighe nude ammiccanti che ti cercano con bramosia perchè vogliono guadagnare la pagnotta. Fuori sei tu a fare il lavoro sporco e sudarti il pane, là dentro invece tutto si capovolge e ti ritrovi in un divanetto circondato da una marea di gnocche nude che ti gironzolano attorno come se fosse normale.
Ed allora in quei momenti rido. Rido perchè penso al capovolgersi degli eventi. Rido perchè penso a tutto il mondo che normalmente mi circonda ed alle aspettative che sento premere su di me. In quei momenti la mia mente si fa beffe di tutto il mondo esterno e passa in rassegna tante situazioni ordinarie con le quali faccio abitualmente i conti, giusto per il gusto di contrapporle al momento che sto vivendo: le colleghe in camicia con i capelli ordinati ed il sorriso a denti stretti, i telegiornali, le frasi fatte degli amici, il politically correct, la normalità di tante situazioni.
Vi farò un esempio, per essere più chiaro.
Tempo fa ero nel FKK a cui ho accennato e, nel mezzo della serata, il locale ha organizzato uno spettacolo lesbo con protagoniste due ragazze abituali del posto. Ricordo che in quel momento l’attenzione di tutto il locale si è focalizzata sulle gesta delle tue girls e sentivo attorno a me premere una eccitazione crescente. Tutti guardavamo la stessa cosa ed attorno a me si palpava l’energia del branco. Un momento preciso mi è rimasto impresso: una girl infilava un vibratore nella figa ad un altra girl e subito dopo si girava verso la platea e succhiava il vibratore guardando gli uomini davanti a sè.
Tutto questo succedeva senza sorpresa negli occhi della puttana, senza sussulti, senza reazioni isteriche. Là dentro era tutto normale, appunto. Ricordo ancora che dentro mi si scatenava qualcosa e la mia mente passava in rassegna tutta una serie di situazioni ordinarie normali che si contrapponevano in modo bizzarro a quello che stavo vedendo.
La mia mente si divertiva a presentarmi quanto più di lontano ci fosse dalla espressione facciale della puttana che succhiava il vibratore fissando gli uomini davanti a sè: e quindi ecco comparire Bruno Vespa ed il suo Tg, Lilly Gruber e le sue labbra rifatte, i politici, i colleghi in giacca e cravatta, la mia coinquilina che mi parla di pulizie e detersivi; la normalità appunto.
Da una parte c’era la normalità e dall’altra parte c’era la puttana col vibratore in bocca che eseguiva ripetutamente il gesto. Ciò che era normale per la puttana era anormale per la realtà esterna e ciò che era normale all’esterno era anormale là dentro.
Gli estremi che si scontrano; appunto.
Mi capita spesso di pensare alla lotta tra gli estremi. Spesso mi capita di ridere da solo pensando alle cose più assurde che ho visto durante il mio hobby rapportate alla mia vita normale.
Ed ecco allora che mentre sono in ufficio, durante una riunione, mi viene in mente una riunione in un bordello con protagoniste le girls: in ufficio siamo in giacca e camicia e facciamo domande davanti a nuovi problemi che i nostri capi ci sottopongono. In quell’esatto istante mi viene in mente una riunione nel bordello con tante fighe nude che alzano la mano e dicono la loro opinione in merito.
Io discuto sull’utilizzo del software , loro invece discutono se sia opportuno fare i bocchini con l’ingoio; che ci vuoi fare, è la vita.
Ricordo ancora le sensazioni dopo che ero tornato la prima volta dal bordello. Ero in ufficio e vedevo passare in corridoio colleghi in giacca e cravatta che recitavano il loro ruolo del cazzo. Il mio spirito dissacrante si divertiva ad immaginare alcune puttane del bordello che all’improvviso , e senza apparente ragione, finivano nell’ufficio completamente nude e camminavano come se niente fosse. Immaginavo lo stupore dei miei colleghi e l’imbarazzo generale. Guardavo il mio responsabile e ridevo da solo pensando al suo disagio nel vedere una donna nuda passare in quel frangente.
Tempo fa ho saputo che alcune ragazze del bordello hanno iniziato la gloriosa carriera in giro per il mondo. Alcune, in particolare, hanno iniziato in vetrina nei Paesi Bassi. La cosa mi ha colpito in particolare pensando ad una ragazza che avevo conosciuto là dentro e che ho saputo avere iniziato la propria carriera in vetrina in Belgio. La ragazza è piuttoso magrolina, con un visetto giovanile adolescenziale e l’aspetto di una eterna teenager. Me la sono immaginata approdare dal nulla nel quartiere a luci rosse, tra puttane navigate , ubriaconi di ogni genere e gatti randagi. Lei, sola soletta, arrivata da un paesino sperduto della Bulgaria ed
approdava in una isola simile. Partita da casa raccontando ai genitori che sarebbe andata a cercare un lavoro ed un’altra vita, approdava in un simile porto. Le luci colorate, le urla dei passanti, l’odore dei dolciumi nell’aria, un perenne luna park attorno a sè. E poi me la sono immaginata sbattuta in vetrina, in mezzo a passanti di qualsiasi tipo.
Anche qui ritroviamo il contrasto.
Vi racconto l’ultimo esempio e poi me ne vado a letto perchè ormai è tardi.
Anni fa, quando ero ancora studente, mi permettevo di tanto in tanto qualche avventura OTR.
Ricordo in particolare una serata con gli amici in un parco della mia città ed una grande bevuta in comitiva. Ricordo che mi ero quasi addormentato sulle panchine del parco fino a quando si trattò di tornare a casa. Durante il viaggio di ritorno la macchina percorreva i viali della mia città, popolati ora come allora da parecchie puttane. In quel momento il mio cazzo si risvegliò ed in un batter d’occhio maturai la decisione che , appena giunto a casa, avrei preso 50 euro , le chiavi della macchina e sarei andato a mia volta da una OTR.
Così fu.
Dopo poco avevo caricato una russa di nome Natalie nella mia macchina dell’epoca. Finimmo a casa sua e ci divertimmo abbastanza: particolare degno di nota, nel momento di farmi una pompa mi infilò un dito in culo senza nemmeno chiedere il permesso.
L’indomani mi sveglio nel mio letto ancora frastornato e impiego un po’ di minuti a ricostruire l’accaduto.
Dopo poco mi ritrovo a pranzo con i miei genitori ed amici dei miei genitori che avevano portato a loro volta alcune cose da mangiare. Ricordo la scena della madre di famiglia amica dei miei genitori che sfoderava dei piatti di portata con insalata di riso, insalata russa, verdure cotte e le appoggiava sulla tavola. Io sorridevo e cercavo di mantenere un contegno ma in realtà la mia mente si divertiva a contrapporre la convivialità del banchetto al dito in culo di Natalie.
Potrei andare avanti all’infinito ma rischierei di annoiarvi.
A vote scrivere è utile perchè ci permette di mettere nero su bianco alcune nostre sensazioni come mai avevamo fatto.
Spero di non avervi rotto eccessivamente le scatole.
Oggi ho voglia di parlare di una particolare sfaccettatura della mia personalità.
Mi accorgo talvolta di essere attratto dagli estremi; anche la mia vita da punter ne è condizionata. Cerco di spiegarmi meglio. Sicuramente uno degli aspetti della vita da puttaniere che mi attrae consiste nella rottura con la realtà che mi circonda. A volte ho il sospetto che non sia tanto la qualità estetica delle ragazze ad attrarmi ma piuttosto la possibilità di vivere una esperienza di completa rottura con la realtà attorno a me. E’ come se mettessi in pausa la vita reale e mi catapultassi in un mondo parallelo fatto di personaggi diversi, ruoli diversi, facce diverse, sensazioni diverse, tempi diversi.
Nella vita normale sono abituato ad avere un determinato rapporto con il prossimo e ad aspettarmi, a mia volta, determinate reazioni ai miei comportamenti.
Quando vado a puttane tutto ciò si rivoluziona e le normali regole del gioco saltano.
Tutto quello che accade nella vita normale viene disatteso quando siamo in compagnia di una puttana e subentrano altre logiche. Nella vita normale non puoi dire certe cose ad una sconosciuta, quando vai a puttane lo puoi dire; giusto per fare un esempio . Quando lavori devi guardare le ragazze in un certo modo, devi dare l’impressione di sapere essere distaccato e di guardarle come lavoratrici tue college esulando da tutta la sfera sessuale. Ed invece quando vai a puttane ti trasformi e diventi preda delle tue voglie. Quando parli con una tua collega non puoi guardarle con insistenza il culo perchè altrimenti fai la figura del maniaco mentre quando sei con una puttana è lei stessa a mostrarti il culo.
I due estremi, appunto.
Ho frequentato sia puttane stradali, sia puttane in appartamento e sia FKK. Sicuramente l’FKK è un ambiente che permette di gestire il tempo a tua disposizione in maniera diversa. Quando vai da una stradale hai il tempo contato e quindi tutto si svolge in maniera rapida: sei costretto a bere tutto il contenuto del bicchiere in tempi rapidi senza possibilità di riflettere. Nel FKK invece puoi prenderti i tuoi tempi.
Finora ho frequentato più e più volte un unico FKK in vita mia. Ogni volta che ci vado passo 12-13 ore filate in quel locale e ho tempo di pensare , riflettere e guardare alla mia persona con occhio diverso.
Una delle sensazioni a cui sono più legato riguarda appunto la rottura con tutto ciò che esiste al di fuori. Di punto in bianco finisci in un locale pieno zeppo di fighe nude ammiccanti che ti cercano con bramosia perchè vogliono guadagnare la pagnotta. Fuori sei tu a fare il lavoro sporco e sudarti il pane, là dentro invece tutto si capovolge e ti ritrovi in un divanetto circondato da una marea di gnocche nude che ti gironzolano attorno come se fosse normale.
Ed allora in quei momenti rido. Rido perchè penso al capovolgersi degli eventi. Rido perchè penso a tutto il mondo che normalmente mi circonda ed alle aspettative che sento premere su di me. In quei momenti la mia mente si fa beffe di tutto il mondo esterno e passa in rassegna tante situazioni ordinarie con le quali faccio abitualmente i conti, giusto per il gusto di contrapporle al momento che sto vivendo: le colleghe in camicia con i capelli ordinati ed il sorriso a denti stretti, i telegiornali, le frasi fatte degli amici, il politically correct, la normalità di tante situazioni.
Vi farò un esempio, per essere più chiaro.
Tempo fa ero nel FKK a cui ho accennato e, nel mezzo della serata, il locale ha organizzato uno spettacolo lesbo con protagoniste due ragazze abituali del posto. Ricordo che in quel momento l’attenzione di tutto il locale si è focalizzata sulle gesta delle tue girls e sentivo attorno a me premere una eccitazione crescente. Tutti guardavamo la stessa cosa ed attorno a me si palpava l’energia del branco. Un momento preciso mi è rimasto impresso: una girl infilava un vibratore nella figa ad un altra girl e subito dopo si girava verso la platea e succhiava il vibratore guardando gli uomini davanti a sè.
Tutto questo succedeva senza sorpresa negli occhi della puttana, senza sussulti, senza reazioni isteriche. Là dentro era tutto normale, appunto. Ricordo ancora che dentro mi si scatenava qualcosa e la mia mente passava in rassegna tutta una serie di situazioni ordinarie normali che si contrapponevano in modo bizzarro a quello che stavo vedendo.
La mia mente si divertiva a presentarmi quanto più di lontano ci fosse dalla espressione facciale della puttana che succhiava il vibratore fissando gli uomini davanti a sè: e quindi ecco comparire Bruno Vespa ed il suo Tg, Lilly Gruber e le sue labbra rifatte, i politici, i colleghi in giacca e cravatta, la mia coinquilina che mi parla di pulizie e detersivi; la normalità appunto.
Da una parte c’era la normalità e dall’altra parte c’era la puttana col vibratore in bocca che eseguiva ripetutamente il gesto. Ciò che era normale per la puttana era anormale per la realtà esterna e ciò che era normale all’esterno era anormale là dentro.
Gli estremi che si scontrano; appunto.
Mi capita spesso di pensare alla lotta tra gli estremi. Spesso mi capita di ridere da solo pensando alle cose più assurde che ho visto durante il mio hobby rapportate alla mia vita normale.
Ed ecco allora che mentre sono in ufficio, durante una riunione, mi viene in mente una riunione in un bordello con protagoniste le girls: in ufficio siamo in giacca e camicia e facciamo domande davanti a nuovi problemi che i nostri capi ci sottopongono. In quell’esatto istante mi viene in mente una riunione nel bordello con tante fighe nude che alzano la mano e dicono la loro opinione in merito.
Io discuto sull’utilizzo del software , loro invece discutono se sia opportuno fare i bocchini con l’ingoio; che ci vuoi fare, è la vita.
Ricordo ancora le sensazioni dopo che ero tornato la prima volta dal bordello. Ero in ufficio e vedevo passare in corridoio colleghi in giacca e cravatta che recitavano il loro ruolo del cazzo. Il mio spirito dissacrante si divertiva ad immaginare alcune puttane del bordello che all’improvviso , e senza apparente ragione, finivano nell’ufficio completamente nude e camminavano come se niente fosse. Immaginavo lo stupore dei miei colleghi e l’imbarazzo generale. Guardavo il mio responsabile e ridevo da solo pensando al suo disagio nel vedere una donna nuda passare in quel frangente.
Tempo fa ho saputo che alcune ragazze del bordello hanno iniziato la gloriosa carriera in giro per il mondo. Alcune, in particolare, hanno iniziato in vetrina nei Paesi Bassi. La cosa mi ha colpito in particolare pensando ad una ragazza che avevo conosciuto là dentro e che ho saputo avere iniziato la propria carriera in vetrina in Belgio. La ragazza è piuttoso magrolina, con un visetto giovanile adolescenziale e l’aspetto di una eterna teenager. Me la sono immaginata approdare dal nulla nel quartiere a luci rosse, tra puttane navigate , ubriaconi di ogni genere e gatti randagi. Lei, sola soletta, arrivata da un paesino sperduto della Bulgaria ed
approdava in una isola simile. Partita da casa raccontando ai genitori che sarebbe andata a cercare un lavoro ed un’altra vita, approdava in un simile porto. Le luci colorate, le urla dei passanti, l’odore dei dolciumi nell’aria, un perenne luna park attorno a sè. E poi me la sono immaginata sbattuta in vetrina, in mezzo a passanti di qualsiasi tipo.
Anche qui ritroviamo il contrasto.
Vi racconto l’ultimo esempio e poi me ne vado a letto perchè ormai è tardi.
Anni fa, quando ero ancora studente, mi permettevo di tanto in tanto qualche avventura OTR.
Ricordo in particolare una serata con gli amici in un parco della mia città ed una grande bevuta in comitiva. Ricordo che mi ero quasi addormentato sulle panchine del parco fino a quando si trattò di tornare a casa. Durante il viaggio di ritorno la macchina percorreva i viali della mia città, popolati ora come allora da parecchie puttane. In quel momento il mio cazzo si risvegliò ed in un batter d’occhio maturai la decisione che , appena giunto a casa, avrei preso 50 euro , le chiavi della macchina e sarei andato a mia volta da una OTR.
Così fu.
Dopo poco avevo caricato una russa di nome Natalie nella mia macchina dell’epoca. Finimmo a casa sua e ci divertimmo abbastanza: particolare degno di nota, nel momento di farmi una pompa mi infilò un dito in culo senza nemmeno chiedere il permesso.
L’indomani mi sveglio nel mio letto ancora frastornato e impiego un po’ di minuti a ricostruire l’accaduto.
Dopo poco mi ritrovo a pranzo con i miei genitori ed amici dei miei genitori che avevano portato a loro volta alcune cose da mangiare. Ricordo la scena della madre di famiglia amica dei miei genitori che sfoderava dei piatti di portata con insalata di riso, insalata russa, verdure cotte e le appoggiava sulla tavola. Io sorridevo e cercavo di mantenere un contegno ma in realtà la mia mente si divertiva a contrapporre la convivialità del banchetto al dito in culo di Natalie.
Potrei andare avanti all’infinito ma rischierei di annoiarvi.
A vote scrivere è utile perchè ci permette di mettere nero su bianco alcune nostre sensazioni come mai avevamo fatto.
Spero di non avervi rotto eccessivamente le scatole.