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CITTA DELL'INCONTRO: Cagliari
NOME INSERZIONISTA: Isabel, adesso
NAZIONALITA': Brasile
ETA': 25/30
CONFORMITA' ALL'ANNUNCIO: zero
SERVIZI OFFERTI : tutti
SERVIZI USUFRUITI: tutti
COMPENSO RICHIESTO: 150
COMPENSO CONCORDATO: 100
DURATA DELL'INCONTRO: 30 minuti circa
DESCRIZIONE FISICA: 1,65 massiccia ma non grassa, coscioni e culone solidi, viso carina, seno terza rifatto benissimo
ATTITUDINE: simpatica e gentilissima
REPERIBILITA': difficile
PRESENZA DI BARRIERE ARCHITETTONICHE: pochi scalini
INDEX RICERCHE: 38882180xx
LA MIA RECENSIONE:
Si dice che la memoria sia legata alle emozioni. La possibilità di evocare ricordi pare che sia connessa più alla sfera emotiva che a delle capacità mnemoniche innate. Deve essere sicuramente così altrimenti non riuscirei a spiegarmi come abbia potuto riconoscerla dopo un semplice “Pronto”.
E’ stata una situazione divertente che mi ha ricordato un film di Fantozzi. La scena in cui il ragioniere, su suggerimento di Filini, si predispone per una telefonata al grande capo, telefonata che sarebbe dovuta essere anonima: patata in bocca, molletta nel naso, imbuto, asciugamano che copre e conca di rame. E pure il tipico accento svedese.
“Prontiiiii.”
“Fantozzi è lei?”
Quando ho sentito la sua voce mi sono subito ritornate in mente tutte le volte che ho inculato Isabel e di quanto l’operazione sia diventata nel tempo sempre più familiare. Praticamente il suo culo era diventato il fodero del mio uccello. Erano complementari come può esserlo un tappo di sughero ed una bottiglia di vino.
Lei è sempre gentilissima, chiede cosa vorrei fare, come lo vorrei fare ed ogni tanto prova perfino a darmi del “lei”. E’ tutto un po’ ridicolo se penso che di lì a qualche ora le starò farcendo per l’ennesima volta il culo in modo animalesco, però mi sembra crudele levarle questa piccola parvenza di decenza. Naturalmente mi son guardato bene dal raccontarle i nostri trascorsi anali.
Ci sono diverse novità rispetto agli incontri passati.
I prezzi sono calati.
Il peso e le forme sono aumentate (ora Isabel è una bella ragazzona. Tutte le circonferenze del suo corpo sono aumentate, ma rimane inspiegabilmente dura e soda).
Ha l’apparecchio ai denti.
Lo succhia a crudo senza storie.
Bacia senza storie.
Si fa venire in bocca senza storie.
Tutte queste novità mi son piaciute subito e ho ripreso ad incontrarla con una certa frequenza tanto che posso assegnare al suo bel culone il titolo di custodia invernale del mio pisello.
Farò una breve cronaca del primo incontro, tanto i successivi non si sono discostati di molto.
Dopo esserci salutati senza fare menzione del passato abbiamo riepilogato i servizi e, nonostante un tentativo di rialzo da parte della bella chiappona, ci siamo accordati per il canonico centone.
Il bacio è stata una mezza delusione. Lei si limita a tirare fuori dieci centimetri di lingua ed a rimanere immobile, come a dire: eccotela, vedi tu cosa farne. Ed io qualcosa ho provato a fare, qualcosa che si avvicinava più ad un pompino che ad un bacio.
Rinuncio al bacio e vado avanti.
Le piace prendere l’iniziativa. Baci e bacini sul petto, carezze ai capezzoli, limonate con l’ombelico, ancora succhiotti ai capezzoli, carezze sul collo finché mi rompo e le ficco il bestione in bocca. Ora si ragiona.
E’ brava. Succhia delicatamente a fior di labbra e mi accarezza le palle. Io nel mentre mi invento istruttore di yoga e mi profondo in una asana difficilissima rimanendo bloccato col bacino e spostando solo il busto per poi tendere prima un braccio, poi la mano, poi un dito verso il suo lontanissimo buco del culo.
AAAAALT!!! Niente dita dentro.
Uh… Davvero?
E allora perdo la brocca. La giro a novanta sul bordo del letto ed incomincio a fare un indecente uno-due figa-culo leccando ed infilando la lingua in quei dieci centimetri di marzapane. Ho infranto una delle mie regole auree che mi vietano di leccare passere, mentre invece sono molto più tollerante con i culi. Pazienza, ormai è andata.
Tempo di inculata. Cremina e via.
Sono in una di quelle giornata in cui potrei durare ore, uno stato d’animo rilassato che si realizza quando l’incontro è appagante, privo di stati d’ansia o di scazzo.
Vado avanti per un bel po’ di tempo, è lei ad avvisarmi quando le mie spinte diventano sempre più vigorose e le mie divaricazioni al limite dello slabbramento. Accoglie l’idea che le venga in bocca come un assetato alla vista di un oasi nel deserto.
Si siede sul bordo del letto e poggia un tovagliolo sulle ginocchia come se dovesse fare un pic-nic.
Parte con un ottimo orale, gioca con asta e cappella fino a quando non avverte l’imminente inondazione. Continua a giocare puntandolo all’interno della guancia e trasfigurandosi in un inquietante ascesso ma, vuoi per disattenzione vuoi per furbizia, la cappella scivola furtivamente fuori dalla bocca rischiando di sprecare il succo di tanto lavoro.
La riposiziono in asse col cannone e muovendole appena due volte la testa con le mani come se stessi ricaricando un fucile a pompa le esplodo una sbroffata in bocca di almeno trenta secondi.
Fine del pic-nic.
CITTA DELL'INCONTRO: Cagliari
NOME INSERZIONISTA: Isabel, adesso
NAZIONALITA': Brasile
ETA': 25/30
CONFORMITA' ALL'ANNUNCIO: zero
SERVIZI OFFERTI : tutti
SERVIZI USUFRUITI: tutti
COMPENSO RICHIESTO: 150
COMPENSO CONCORDATO: 100
DURATA DELL'INCONTRO: 30 minuti circa
DESCRIZIONE FISICA: 1,65 massiccia ma non grassa, coscioni e culone solidi, viso carina, seno terza rifatto benissimo
ATTITUDINE: simpatica e gentilissima
REPERIBILITA': difficile
PRESENZA DI BARRIERE ARCHITETTONICHE: pochi scalini
INDEX RICERCHE: 38882180xx
LA MIA RECENSIONE:
Si dice che la memoria sia legata alle emozioni. La possibilità di evocare ricordi pare che sia connessa più alla sfera emotiva che a delle capacità mnemoniche innate. Deve essere sicuramente così altrimenti non riuscirei a spiegarmi come abbia potuto riconoscerla dopo un semplice “Pronto”.
E’ stata una situazione divertente che mi ha ricordato un film di Fantozzi. La scena in cui il ragioniere, su suggerimento di Filini, si predispone per una telefonata al grande capo, telefonata che sarebbe dovuta essere anonima: patata in bocca, molletta nel naso, imbuto, asciugamano che copre e conca di rame. E pure il tipico accento svedese.
“Prontiiiii.”
“Fantozzi è lei?”
Quando ho sentito la sua voce mi sono subito ritornate in mente tutte le volte che ho inculato Isabel e di quanto l’operazione sia diventata nel tempo sempre più familiare. Praticamente il suo culo era diventato il fodero del mio uccello. Erano complementari come può esserlo un tappo di sughero ed una bottiglia di vino.
Lei è sempre gentilissima, chiede cosa vorrei fare, come lo vorrei fare ed ogni tanto prova perfino a darmi del “lei”. E’ tutto un po’ ridicolo se penso che di lì a qualche ora le starò farcendo per l’ennesima volta il culo in modo animalesco, però mi sembra crudele levarle questa piccola parvenza di decenza. Naturalmente mi son guardato bene dal raccontarle i nostri trascorsi anali.
Ci sono diverse novità rispetto agli incontri passati.
I prezzi sono calati.
Il peso e le forme sono aumentate (ora Isabel è una bella ragazzona. Tutte le circonferenze del suo corpo sono aumentate, ma rimane inspiegabilmente dura e soda).
Ha l’apparecchio ai denti.
Lo succhia a crudo senza storie.
Bacia senza storie.
Si fa venire in bocca senza storie.
Tutte queste novità mi son piaciute subito e ho ripreso ad incontrarla con una certa frequenza tanto che posso assegnare al suo bel culone il titolo di custodia invernale del mio pisello.
Farò una breve cronaca del primo incontro, tanto i successivi non si sono discostati di molto.
Dopo esserci salutati senza fare menzione del passato abbiamo riepilogato i servizi e, nonostante un tentativo di rialzo da parte della bella chiappona, ci siamo accordati per il canonico centone.
Il bacio è stata una mezza delusione. Lei si limita a tirare fuori dieci centimetri di lingua ed a rimanere immobile, come a dire: eccotela, vedi tu cosa farne. Ed io qualcosa ho provato a fare, qualcosa che si avvicinava più ad un pompino che ad un bacio.
Rinuncio al bacio e vado avanti.
Le piace prendere l’iniziativa. Baci e bacini sul petto, carezze ai capezzoli, limonate con l’ombelico, ancora succhiotti ai capezzoli, carezze sul collo finché mi rompo e le ficco il bestione in bocca. Ora si ragiona.
E’ brava. Succhia delicatamente a fior di labbra e mi accarezza le palle. Io nel mentre mi invento istruttore di yoga e mi profondo in una asana difficilissima rimanendo bloccato col bacino e spostando solo il busto per poi tendere prima un braccio, poi la mano, poi un dito verso il suo lontanissimo buco del culo.
AAAAALT!!! Niente dita dentro.
Uh… Davvero?
E allora perdo la brocca. La giro a novanta sul bordo del letto ed incomincio a fare un indecente uno-due figa-culo leccando ed infilando la lingua in quei dieci centimetri di marzapane. Ho infranto una delle mie regole auree che mi vietano di leccare passere, mentre invece sono molto più tollerante con i culi. Pazienza, ormai è andata.
Tempo di inculata. Cremina e via.
Sono in una di quelle giornata in cui potrei durare ore, uno stato d’animo rilassato che si realizza quando l’incontro è appagante, privo di stati d’ansia o di scazzo.
Vado avanti per un bel po’ di tempo, è lei ad avvisarmi quando le mie spinte diventano sempre più vigorose e le mie divaricazioni al limite dello slabbramento. Accoglie l’idea che le venga in bocca come un assetato alla vista di un oasi nel deserto.
Si siede sul bordo del letto e poggia un tovagliolo sulle ginocchia come se dovesse fare un pic-nic.
Parte con un ottimo orale, gioca con asta e cappella fino a quando non avverte l’imminente inondazione. Continua a giocare puntandolo all’interno della guancia e trasfigurandosi in un inquietante ascesso ma, vuoi per disattenzione vuoi per furbizia, la cappella scivola furtivamente fuori dalla bocca rischiando di sprecare il succo di tanto lavoro.
La riposiziono in asse col cannone e muovendole appena due volte la testa con le mani come se stessi ricaricando un fucile a pompa le esplodo una sbroffata in bocca di almeno trenta secondi.
Fine del pic-nic.
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