Istantanee e panoramiche della mia esperienza di puttaniere

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Treviso
Per iniziare un illuminante video del maestro Natalino Balasso

Perdonatemi il preambolo.
Pensando al mio interesse per le prostitute credo di dover tornare indietro nel tempo fin quasi all'infanzia.
Nessuna morbosità, non parlo di una conoscenza diretta, ma filtrata dalla televisione e dal cinema, anche dalla musica volendo, nelle canzoni come "Il cielo in una stanza" o "Bocca di rosa". Questi media, all'epoca, trasmettevano un'immagine romantica e decadente delle prostitute, mi viene in mente "Una di quelle" un divertente e amaro film con Totò.
Poi ci metto anche le letture, a dieci anni divoravo i " Gialli Mondadori" del nonno, colmi di detectives night clubs e donne facili.
Non ricordo un solo esempio nel quale le prostitute venissero presentate in maniera esclusivamente negativa, erano quasi sempre sfortunate e tristi. Ovviamente c'era sempre quell'alone di moralità cattolica a condannarle per la loro situazione.
Io sono nato e cresciuto in un'epoca apparentemente innovativa, le donne ambivano a riappropriarsi del fondamentale ruolo avuto prima della misoginia monoteista, fallendo purtroppo, continuando imperterrite a interpretare ruoli suggeriti, previsti e, ipocritamente, puniti o tollerati a seconda del potere esercitato dalla religione sulla politica e sulla società.
Penso che la fede distorca l'istinto e la percezione nell'uomo.
Fortunatamente sono ateo, tratto certi testi per ciò che realmente sono, e la loro formazione lo dimostra, miti e leggende riletti in una versione di comodo, questo a seconda degli interessi " politici" della comunità nella quale si sviluppano o dalla quale vengono adottati.
Ateo posso dirlo ora però, nell'adolescenza ero agnostico ma blasfemo, ho fatto la cresima solo per avere un orologio nuovo.
Ho cominciato a concretizzare il mio interesse verso le profesioniste con le solite ragazzate. Le scorribande notturne con gli amici in sella ai motorini. Passavamo per i viali dove le signore praticavano, disturbandole goliardicamente, ricordo che ci avvicinavamo silenziosi alle auto appartate per poi illuminarle coi fanali e suonare i clacson all'impazzata. Generalmente scappavamo ridendo e gridando sopra un assolo di bestemmie.
Le ho chiamate signore perchè non ricordo ci fossero ragazze giovani all'epoca che praticavano, almeno in strada. Ricordo solo donne di mezza età. La situazione attuale è opposta, egoista e immaturo penso sia la mia fortuna.
Immaturo come sinonimo di incompleto. Avendo avuto relazioni sentimentali apparentemente brevi e distanti nel tempo, non ho avuto l'esperienza di invecchiare assieme alla partner. Non ho potuto apprezzarne lo sviluppo fisico nel lungo periodo, quindi sono attratto maggiormente da corpi tonici e vitali, una specie di imprinting. Questo a dispetto dell'età comunque, le rughe sanno essere decorative quando non sviliscono un volto.
Nel descrivere le esperienze seguenti ho cercato di essere preciso e sincero, ma ho problemi con la memoria a breve termine, forse anche quelle a lungo e medio non sono impeccabili. Sono, quasi esclusivamente, esperienze OTR, il mondo delle Loft è una scoperta degli ultimi anni per me. I nomi che attribuisco alle prostitute sono quelli che usavano, tranne quelle di Amsterdam, a loro ho regalato nomi in sintonia col mio ricordo. I dubbi li ho rinchiusi fra parentesi, le date doppie indicano un lasso temporale o l'ennesimo dubbio.

" Il resto... è in discesa."
" Istantanee e panoramiche della mia esperienza di puttaniere"

1987, Torino.
Quanti hanno avuto la prima prostituta durante la naia? Sicuramente tanti, sicuramente io.
Sono venuto qui a fare servizio di guardia a un seggio elettorale. Sarà la prima volta che voto, anche se è solo un referendum. Stò diventando grande finalmente. Finito il servizio al seggio decido di diventare anche un puttaniere durante una libera uscita, domani si torna in Friuli.
Passo con i commilitoni vicino a dei giardinetti, un gruppetto di prostitute ci cogliona simpaticamente, una mi si avvicina e, piazzandomi una mano sul pacco, mi offre un servizio di bocca per 20.000 lire, una delle altre si offre per 15.000. Pochi minuti dopo, dietro una siepe, eiaculo nella sua bocca dopo alcune pompate, lei sputa tirando due madonne per la quantità di seme, mi lascia col cazzo fuori dalla mimetica e il cuore che mi salta in petto.
Questa rapida esperienza mi piace ma sicuramente non mi soddisfa, per i successivi nove anni non avvicinerò nessuna professionista.

1996, Amsterdam!
Catherine seduta su una specie di trono in vimini, alta snella e abbronzata, intimo nero, autoreggenti e tacco, bella e altera. Si alza e si avvicina alla vetrata della sua stanza. Sporgendosi in avanti si stringe un pò il seno e manda un bacio. Indica la porta , mi avvicino e lei apre.
" Hi, it's one hundred, for a blow job and for fuck."
Ok, ho capito il meccanismo, bastano un cenno un sorriso e i soldi in tasca.
Lei è stupenda, quarantenne statuaria, professionale, fredda ma ospitale. Ma questo posso dirlo ora, in quel momento era un sogno da cento fiorini. Ne voleva venticinque in più per mettersi a pecorina, rinunciai, me ne pento ancora adesso.
La mia maledizione del centone ha radici lontane.

Rosa balla e ondeggia invitandomi ad entrare, il sole è alto e la piazzetta è piena di turisti. Appena socchiude la bocca e si lecca il labbro superiore capisco di cosa ho bisogno.
" Hi, how much for a blow job? "
" It's fifty, one hundred for... sei italiano? " Domanda ricorrente da quel momento.
" Beccato subito! Entro? "
Uscito mi rassetto un pò, sorrido e sospiro: " Già meglio adesso..."
Mezza piazza mi osserva sorridendo mentre Rosa mi chiama porgendomi il mio Invicta nero.

" You are so sweet...maybe you don't like me?".
Serena, bella e giunonica, mi coccola accarezzandomi l'attrezzo che non dà segni vitali. Sdraiata al mio fianco si lascia baciare a labbra strette mentre le palpo i grossi seni, le carezzo il volto e i riccioli neri perdendomi nel verde dei suoi occhi. Non sono in grado di spiegarle che hashish e marihuana in quei giorni sono alla base della mia dieta, ma lei capisce comunque e decide di rimanere così per un pò, donandomi calore e una parvenza di affetto.
Mentre esco mi regala un cioccolatino dicendo che ho bisogno di zuccheri.

Natalia ha diciannove anni, è bellissima, il volto di Gloria Guida e il corpo di una dea adolescente.
Sembra impacciata quanto me, pare lasciarsi andare troppo a momenti, io non sò come approfittarne e lei riesce a dominarsi.
I movimenti impacciati, un leggero affanno, il rossore del viso, gli occhi socchiusi e umidi mi insegnano che puttane non si nasce, ma anche gli angeli possono diventarlo.
Dal 1997 in Veneto.

Statale Pontebbana

1998/1999
Bionda Russa
Non ricordo il nome, 25 anni circa, russa, bionda occhi chiari, fisico e attitudine da top model, non altissima ma statuaria, 3° misura di seno e notevole posteriore, curatissima. Si spogliava sempre completamente, era partecipe ma attrice, con circa 100.000 lire ti dedicava una mezz'ora, sempre tutto con protezione, erano esclusi baci profondi e sesso anale.
L'ho incontrata alcune volte, portava generalmente qui, dietro la centrale elettrica.

2005/2007
Nelle stesse postazioni praticava anche una ragazza che cambiava spesso nome, sui 25/30 anni, portava una orrenda parrucca bionda a caschetto che le nascondeva un pò il viso, i capelli finti sembravano intrecciati. Snella con una 2° di seno un pò cadente, buon orale e pecorina assatanata, si dimenava e ansimava con trasporto battendo le mani sul sedile e la portiera posteriori. Parlava poco e non era fissa sul posto, lavorava quando ne aveva bisogno.

2000/2001
Laura (o Anna).
Greca o albanese, bionda sui 25 anni, fisico leggermente abbondante e un pò cadente, ma arrapante, bel sederone. Scopava e succhiava porno-style, anche il linguaggio era coerente col personaggio, frasi tipo " Mi spacchi la figa stronzo!" e " Sborra dai! Sborra sulla tua troia!". Batteva anche durante la gravidanza, nei primi quattro mesi almeno.
Praticava nel parcheggio dell'hotel vicino, oppure dietro una siepe nei pressi di una casa qui dentro.

2004: qui
2007: qui
Monica.
Rispettivamente alle date diceva di avere 19/22 anni circa, credo romena. Voluminosi capelli, lunghi e crespi tinta castano scuro rossastri, occhi molto truccati credo chiari, minuta, corporatura da teenager, 1° di seno, capezzoli sempre duri, culetto splendido esaltato da un gonnellino bianco col pizzo sul bordo, le ultime volte.
Era molto giovane le prime due volte che l'ho incontrata, spero non troppo, ho sempre avuto il dubbio che fosse più giovane di quanto affermava. Non parlava italiano e aveva l'aria un pò dimessa. Succhiava malissimo e si bagnava moltissimo, la prima volta che l'ho penetrata mi teneva a gran distanza, era quasi paonazza in viso e mi guardava sofferente. La seconda finimmo per masturbarci a vicenda, mi innaffiò mano e sedile. Sparì dalla zona.
Tornò due o tre anni dopo, conosceva la lingua, diceva spesso " minchia" con la sua sensuale vocetta roca, era di aspetto curato, esperta nel pompino e abile nella scopata, serena accondiscendente e sicura nei modi, ma aveva un che di melanconico. Parlava poco di sè, ma era curiosa nei miei confronti.
Si consumava nei paraggi, cronologicamente: di fronte a delle abitazioni a schiera, sull' argine di un fossato d'irrigazione, nel parcheggio tra dei capannoni e, mi pare, nella zona industriale di fronte all' Odissea. Abitava a Mestre con un'amica.
Mi spiace ricordarla in maniera così asettica, mi piaceva molto, ma di lei ho saputo poco. Mi faceva sesso, ma anche una gran tenerezza. Buona fortuna Monica.

2008/2009
Maria
19/20 anni Albanese, capelli neri lisci sempre con la coda, occhi chiari, viso dolce bello e un pò infantile, corpo splendido, 2° di seno e culetto importante, alcuni tatuaggetti, piercing sopraciglio (e naso?), brillantino su un incisivo. Tanto bella da vedere quanto distaccata nello scopare, solo sbattendola di prepotenza pareva partecipare.
Chiaccherona e bugiarda, aveva un linguaggio da muratore della medesima etnia, bestemmiava con scioltezza.
Portava in questo parcheggio.

Via Terraglio

1998/1999
Krystyna.
20 anni circa, bionda, veste in jeans attillati, tacchi bassi, corpetto bianco strizzato dal giubbino. Porta dei vistosi occhiali da vista.
La invito a salire, lei sembra quasi stupita, mi fà cenno di aspettare, è costretta a fare due viaggi per caricare in macchina una decina di peluches e una borsa. Non parla italiano e dobbiamo arrangiarci con un modesto, per entrambi, inglese.
Non è una bellezza, ma è comunque graziosa e allegra, nonostante i venti anni ha un'aria infantile, un accenno di tatuaggi spunta da sotto gli abiti, viene dalla Polonia.
Le consegno le 50.000 lire che chiede, cominciamo a spogliarci, i tatuaggi prendono forma e io resto letteralmente di merda.
Il suo corpo è un portfolio di icone sataniche, blasfemie, rose nere, filo spinato e rovi.
Una metallara! Una Black-Metallara!
" Ai lissen onlei blakmmedal!" Dice piegando il braccio sinistro e sfoderando minacciosa le corna.
" Not onlei bud ai lai-chit!" Faccio io mimando il gesto con la destra. Ci mettiamo a ridere e l'atmosfera ne guadagna.
I tatuaggi se li fà da sola, a parte quelli sulla schiena ovviamente, violenta la chitarra in una band chiamata Sagoth. Io le nomino i Behemot e lei ringhia: " YEEAHH!". Sono già innamorato!
Lei decide di cominciare, mi infila il goldone usando la bocca, senza intoppi. Mi regala un ottimo orale e tutto quello che cercano le mie mani, la masturbo a fondo e a lungo, le piace. Ne segue una missionaria vitale e duratura che pare gradire.
Mi schiaffeggia le chiappe e mi graffia il petto mentre la penetro, mi invita a darci dentro, io esagero un pò troppo e lei per reazione mi graffia la fronte, inavvertitamente, con quattro unghie. Aumento il ritmo e esplodo dentro lei.
Dopo la sofferta conclusione ci riposiamo un pò e chiaccheriamo, per quanto possibile. Lei è venuta a battere dopo l'estate, deve recuperare soldi per acquistare strumenti nuovi, servono alla band. Fà i tatuaggi e ha portato anche la macchinetta, ma deve comprare i colori. Le offro di fumare insieme e lei accetta entusiasta, ascoltiamo il demo in cassetta della sua band, tra l'headbanging e le risate il tempo perde d' importanza.
Guarda l'orologio e smadonna in polacco. La riaccompagno ascoltando un disco degli Ancient, siamo allegri e complici.
Al posto la aspetta un'amica, mora e carina. Lei abbassa il finestrino e le dice di ascoltare, alza il volume.
La mora fà la faccia schifata e poi annusa l'odore che esce dall'auto. Comincia a smadonnare e apre la portiera per trascinare fuori l'amica.
Krystyna ride e mi bacia, raccoglie tutti i peluches e mi bacia, prende anche la borsa e mi bacia ancora, mi sorride e mi saluta. Io non mi muovo e la guardo finchè, dietro di me, si ferma un'auto e la mora mi fà cenno di andarmene. Parto lentamente mentre Krystyna appoggia a terra i suoi tesori. Quella sera, quando l'ho caricata, rientravo da Padova dove avevo sperperato 100.000 lire con una otr che lavorava in casa, ero deluso e quasi depresso, incazzato con lei e la mia stupidità.
Per giorni sono stato costretto a dire che mi ero graffiato nel sonno. Non l'ho più vista, per mesi ho girato con un pupazzetto di Devilman nel cassetto del cruscotto. Quello non lo aveva, ne ero sicuro.
I hope to see you in hell Krystyna! Kisses.

1998/2000
Non ricordo il nome, 20 anni, credo Ungherese, capelli lunghissimi lisci e neri, occhi neri, bella e dolce, sinuosa e morbida, dopo il "dovere" si abbandona con il viso adagiato sul mio petto. Le carezzo piano la nuca, con la sinistra le liscio guancia e mento. Lei respira profondamente, pare dormire, mi dona una gran serenità. Una sua amica bussa sul finestrino indicando l'orologio. Tutte le sere, assieme alle amiche, veniva con il treno da Bologna.

2001
Natasha.
19/20 anni russa, capelli biondi lunghi alle spalle, occhi chiari (azzurri), piccoletta soda e formosa, vestiva sempre di bianco. Era docile ma determinata, per 50.000 lire ti garantiva 10/15 minuti di attenzioni, misurava il tempo con un timer a forma di uovo bianco. Dolcissima e disponibile ma stretta di natura, una volta, barzotto e sconfitto, lei mi disse: " ancora boca, no finito tempo" e riuscì a fare il miracolo.
Aveva una collega, bella, bionda e occhi chiari, capelli lunghi, più snella e alta di Natasha. Anche lei sempre in bianco.
" Me piace fare boca." Ricordo in sottofondo i Lanterna di " Elm Street".
Dopo due minuti mi dimentico di trombarla e mi godo il miglior pompino di sempre. Lento e profondo, con accelerazioni aspirazioni e lunghe leccate, uso delle mani solo sui testicoli e il corpo.
Scopavano dentro la stradina dove rimorchiavano, di fronte al cancello della villa.

2002/2004
Senza nome.
Non ricordo il suo nome e mi maledico per questo, ricordo però quello che mi ha raccontato e l'intensità del nostro incontro.
Viene dalla Romania, è venuta a battere per comprarsi l'appartamento dove abita con la figlia di 12/13 anni.
Al suo paese lavora come commessa in un supermercato, per questo periodo ha preso due mesi di ferie e, in meno di uno ha già accumulato più di quanto le serviva, 7.000 euro.
Per i miei trenta o quaranta euro decide di regalarmi una delle più emozionanti esperienze di sempre. Lei è bella, ha meno di trenta anni, mora capelli alle spalle, occhi scuri fisico di tutto rispetto, un piccolo tattoo, dietro la spalla sinistra, riporta nome e data di nascita della figlia, ha un bel seno e anche un bel sedere. Mi trova di suo gusto e, accarezzandoci, scopriamo di piacerci più del lecito. Quella notte scegliamo di amarci.
Baci, tanti, prima timidi e rapidi poi lunghi e profondi, ci esploriamo a vicenda senza remore. Una decina di salviette igieniche ammorbano l'aria di disinfezione, ha capito che l'alchimia andava premiata, io ho pulito lei e viceversa.
Ne nascono dei preliminari emozionanti e duraturi, io la lecco per primo, lei si gode il trattamento e mi indica anche come scaldarla meglio, ci stendiamo a 69 e mi rende il servizio, poi, mentre cerco di infilarle un dito o due, si scosta nervosa dicendo: " No diti, dami cazzo...", faccio appello a un lampo di lucidità e mi metto il preservativo.
"...cosa fai... ah si... bravo".
La prendo a missionaria, sempre baciandoci, la giro a pecorina, sempre con le bocche incollate, siamo costretti a piegamenti e contorsioni circensi dentro la mia carretta, ma non riusciamo a staccarci.
Stò per venire e la avverto ma lei mi prega di continuare, non ce la faccio e esplodo. Mi incita a non smettere, la tengo per i fianchi e continuo. Sussulta e freme, ormai sono barzotto e sfinito, la sua natura, convulsamente, stritola la mia. Finalmente cede e affannata crolla distesa. Con gli occhi chiusi, le mani sul ventre, lei e un principio di infarto io ci abbandoniamo sui sedili, stremati. Restiamo così, con il fiatone, per un pò.
Poi si arrabbia. Mi tira due pugni sul petto e mi manda affanculo!
" No! No deve venire io... io putana!"
Io la guardo... e rido. Lei è viola in volto, gli occhi umidi, offesa cerca anche di darmi una sberla, pare debba scoppiare a piangere. Dopo diversi minuti di coccole e parole dolci, si tranquillizza, ritorna serena, riesco a farla ridere di gusto. Decide che per quella notte ne ha abbastanza, mi chiede un passaggio a Mestre dove alloggia. Mi offre anche i soldi della benzina, io la guardo seriamente, lei abbassa lo sguardo e si scusa.
Durante il tragitto parliamo pochissimo, mano nella mano ci scambiamo sorrisi e sguardi, quando arriviamo vicino alla stazione dei treni, prima di scendere, ancora baci e sorrisi intervallati da una decina di " Ciao".
Poi esce dalla mia vita.

2005/2006
Laura (forse Anna).
Ha 18 anni la prima volta che la incontro, 19 di li a pochi giorni. Minigonna e maglietta, fisico da velina ma formosa, pelle liscia e elastica, un insulto verso i miei quasi 40 anni.
Mora, occhi chiari, una splendida 3° di seno. Chiede trenta euro, con cinquanta ottengo dei preliminari scoperti e la sua boccuccia. Bacia con trasporto e sentimento, da un pò di tempo ho la buona abitudine di tenere il colluttorio in auto.
Vado a trovarla altre volte, anche un giorno dopo il suo compleanno, per regalo le offro più soldi e lei mi dedica quasi un'ora del suo tempo. Parla con il solito accento quasi spagnolo, indossa una maglietta bianca con scritto " Britney Cristina Robbie", gliela hanno regalata e mi confessa che manco le piacciono quei tre, ma per lavorare và bene.
Comunque nonostante i vari incontri ricordo poco della sua breve vita, ricordo bene quanto mi piaceva scoparla però.
Mi regalò un pupazzetto portachiavi prima di partire con le amiche. Mi regalò anche un'infezione alle vie urinarie, un'irritante gocciolina rosa che sparì con cinque giorni di antibiotici. Spero sia in salute, come me almeno.
Credo si scopasse qui.

2006/2007
Non ricordo il nome, non arrivava a 20 anni credo, magra e minuta, ricordo i capelli biondi lunghi alla base del collo, gli occhi chiari e l'aspetto da zingarella, aveva uno strano modo di truccarsi gli occhi, molto dark, l'occhio sinistro era decorato all'egiziana, l'occhio di Horo o Horus insomma.
Dopo la prestazione segnò su di un block notes il tempo e il guadagno, mi chiese di accompagnarla dalle sue amiche a Mogliano. Scese dall'auto per raccogliere le sue cose ripetendomi: "Shpetame quà, shpetta eh?". Usò la Coca cola per sciaquarsi la bocca. Mi fece tenerezza, la carezzai sul viso e lei sorridendo mi coprì di coccole fino all'arrivo.

Strada statale 53, Via Postumia

1999/2000
Senza nome (forse Adriana).
Non volevo scrivere anche di lei, rappresenta uno dei miei momenti peggiori. Lo faccio per ricordarmi quanto stupido sono in grado di essere, se scatta quell'egoismo che azzera la coscienza, la bestia, come mi piace chiamarla.
Credo fosse russa, alta 1,60, abbondante ma soda, poco seno e fianchi larghi, capelli castano scuro,lisci e lunghi alla vita. Una ragazzotta col viso pieno e tondo, occhi chiari di taglio orientale, bocca carnosa, vestiva sempre dei fuseaux leopardati. Diciamo che non parlava neanche bene l'italiano, ma sapeva farsi capire bene quando voleva.
Il più grande rischio per la salute della mia carriera e forse io lo sono stato per la sua.
L'ho frequentata almeno quattro volte e solo la prima ho usato il preservativo. Ricordo che non le ho mai leccato la vagina e non l'ho mai sodomizzata, c'ho provato una volta però. Tutto il resto è stato ampiamente sperimentato, esclusi coprofagia e pioggia dorata, in luoghi sempre nuovi e isolati.
Animalesca è la descrizione migliore. Affannata e ansimante, usava la lingua e i denti, mi mordeva tutto, tranne il cazzo. Su quello salivava a dirotto, ho consumato centinaia di fazzolettini con lei. Poi ho cominciato a scoparla anche all'aperto, giocava e ballava, si faceva rincorrere attorno all' auto ridendo. Con le braghe e le mutande calate non era certo facile agguantarla, ma a cosa fatta la soddisfazione era garantita.
La prima volta col preservativo avevo avuto qualche difficoltà, ma concluso comunque fra leccate alle orecchie e morsi sul collo.
La seconda ero barzotto mentre succhiava, quindi lo scoprì e continuò senza il goldone. Poi nessuno si pensò di rimetterlo... e io le venni dentro. Non me ne resi neanche conto, finchè lei me lo fece notare stupita, ma non riuscivamo a capirci e facemmo quasi finta di nulla.
La terza volta successe di nuovo, mi aveva anche avvisato di stare attento stavolta, lei neanche se ne accorse, io mentii dicendole che non ero venuto.
Tornai ancora e stavolta non cercai di ingravidarla, ma di sodomizzarla. Almeno tre tentativi, ma si divincolava sempre rabbiosa, poi tornava a strofinarsi e a mordermi, mai incontrata un'altra bestia simile, per fortuna.
Sicuramente più bestia sono stato io con lei, un vero troglodita a pensarci un attimo, una testa di cazzo, diciamocelo.
Alcuni mesi dopo che era sparita ho deciso di farmi tutti gli esami del caso, un meritato periodo di ansia nell'attesa dei risultati e poi la serenità.
Scriva con leggerezza di questa storia, lo sò.

1999/2000
Senza nome.
La vedo tornando verso casa, alta, formosa ma snella, capelli lunghi raccolti dietro, gonna al ginocchio e giubbino leggero.
La serata è calda e ventilata, sono sovraeccitato a causa dell'amico Jack Daniel's e le ragazze conosciute al Vinile, lei sembra avere un'insegna luminosa a indicarla. Nella mia fantasia l'insegna dice solo: " Fottimi!"
Non l'ho mai vista prima e so che dopo di lei non troverò altro, ho già scartato tutte quelle viste prima, poi c'è l'uscita del Luna Park. Ovviamente la carico, sembra un pò impacciata ma è bella e sexy, giubbino e gonna scuri per snellire forme abbondanti ma gradevoli, dice di essere straniera ma parla un ottimo italiano, non ci faccio tanto caso, ho altri pensieri.
Mi guida prontamente in mezzo alla campagna, luogo molto isolato, c'è una luna accecante e la zona, circondata da alberi di varia misura, mi dona un senso di sicurezza. La visibilità è ottima, voglio farlo all'aperto. Lei accetta e la pago.
Si sfila il giubbino in auto, io scendo e le chiedo di spogliarsi completamente, scende in scarpe slip e maglietta bianca. Non mi sembrava così alta. Indossa degli stivaletti con poco tacco. Mi sovrasta di alcuni centimetri. Non è assolutamente grassa, è soda e tonica, anche muscolosa.
Comincio a carezzarla partendo dal viso, sfiorandole orecchie labbra e mento. Poi il collo le spalle e scendo sui grossi seni. Avvicino il viso al suo e lei si ritrae. Mi stò eccitando molto, sento le orecchie bruciare. La avvicino e cerco di sfilarle la maglietta, non vuole. Insisto con dolcezza mentre le accarezzo le cosce e il sedere, comincio a baciarla sul collo e sul petto, mi lascia fare e si offre, ci strusciamo contro, lei mi abbraccia sopra le spalle a braccia tese, mentre io la carezzo fra le cosce con una mano, con l'altra le tiro un pò i capelli, lei alza il volto, io le bacio ancora collo e mento. La sento ansimare, si è eccitata e non vuole nasconderlo.
Ci riprovo e si convince, toglie la maglietta e la stende sul cofano dell'auto. Poi vi si appoggia sopra e lentamente, guardandomi maliziosa, si slaccia anche il reggiseno. Da quel momento perdo il controllo.
La alzo e tuffo il volto fra i suoi seni, lei mi stringe e sospira piano, mi carezza la testa rasata dandomi i brividi, poi commette l'imprudenza di carezzarmi il viso col suo baciandomi vicino l'orecchio. Le lascio svegliare la bestia.
La bacio a sorpresa, si ritrae e io insisto, una due tre volte. Cede sulle gambe e si appoggia all'auto ma non si stacca da me, mentre la bacio comincio a spogliarmi sotto, sfodero l'attrezzo e ci guido le sue mani. Le strizzo i seni e la sento gemere, smetto di baciarla voglio mettere il goldone, lei impacciata e affannata cerca di sistemarlo alla meglio, mentre io la distraggo continuamente baciandola. Si inginocchia per andar meglio, appena finisce mi piego su di lei la bacio e poi glielo infilo in bocca. Sembra in grado di prenderlo tutto, stacco la alzo e la bacio ancora, la ricaccio giù e le scopo la gola. Faccio questo giochetto per alcune volte, senza curarmi delle sue timide lamentele, cerco di girarla perchè voglio scoparla a pecora. Non vuole, mi rifiuta, io la stringo a me palpeggiandola e invitandola, mi respinge decisa e si divincola.
Le cedono le ginocchia e si siede di colpo sul cofano dell'auto. Porta una mano al petto coprendosi e con l'altra mi allontana debolmente. Singhiozza rumorosa dicendo: " Basta... adesso basta..." Mi gelo.
" Scusa!" Non riesco a dire altro mentre singhiozza sempre più forte. La bestia si rintana, colma di vergogna.
Raccolgo la sue cose e cerco di rivestirla, singhiozza convulsamente e piange, mi tremano le mani, non riesco ad allacciarle il reggiseno. Ci rinuncio e le faccio indossare la maglietta senza. Mi sembra di vestire una bambola di pezza, non riesce neanche ad alzare le braccia, le gambe sembrano non reggerla. Non riesce a guardarmi in faccia e tende a tenermi a distanza. Riesco a farla sedere in auto e la copro il più possibile col resto degli abiti. Pian piano pare calmarsi, le carezzo il viso irrigidito e umido, con un fazzolettino cerco di tamponare il disastro del suo trucco, continuando a scusarmi.
" Perdonami, non volevo, ho esagerato...".
Trema ancora e singhiozza ma accenna un amaro sorriso. Mi illudo che mi abbia perdonato.
Resta seduta respirando profondamente fino a riprendersi un pò.
Cerco di capire. Mi dice che era la prima sera che si prostituiva, ha perso il lavoro in fabbrica da qualche mese ormai e deve recuperare soldi. Mi chiede di riaccompagnarla sulla strada, ha la sua auto e vuole andare a casa.
Ci salutiamo freddamente, lei scende senza degnarmi di una sguardo, io torno a casa con un magone che mi farà compagnia a lungo. Sapevo che non mi aveva perdonato.
Era italiana, ne sono sicuro.
Come promemoria, per ricordarmi che le mie fantasie da quattro soldi non hanno nessun privilegio sulla dignità di una prostituta, mi ha lasciato il suo reggiseno. Scusami ancora.



2006/2007
Da qui fino a qui
Diana.
Russa, altezza media, bionda capelli lisci e lunghi, grandi occhi azzurri, piena e soda. Una 5° di seno e fianchi larghi, tonica, bianca di carnagione, dall'aspetto sano. Sui 25 anni, parlava poco la nostra lingua, al limite ci si arrangiava col solito inglese maccheronico. Al primo incontro indossava una maglietta con scritto " Born to fuck", mi son lasciato convincere dalla B e dalla f che esplodevano dal suo petto e ho scoperto che era vero.
Seducente e intensa la prima volta, disinvolta e partecipe le altre. Le piaceva la musica, conosceva alcuni dei miei cd e apprezzò i Vanessa van basten ad esempio. Mi depredò di un disco dei Porcupine Tree.
Era terrorizzata dai Carabinieri, una volta me l'hanno portata via. Mi hanno seguito per chilometri dopo che l'avevo caricata, lei ovviamente non aveva documenti.
" Se la signorina non è conno lei, lei può andare." Mi ricordo un carabiniere con sciarpa, berrettone di lana e guanti. Faceva freddo. Un paio di giorni dopo mi raccontò la disavventura. Non le avevano permesso di recuperare i vestiti pesanti che aveva con se, era rimasta in cella una notte in minigonna, stivaletti e giubbino. Era raffreddata poverina, ho rischiato l'influenza ma ho fatto del mio meglio per farla sudare.
Fornitissima di sanitari, offriva un servizio igienico di primo piano. Le poppe al Baby Johnson non le ho più assaggiate.
Era intuitiva e sporcacciona, quasi sempre nuda ti offriva il corpo intero, stava a te scegliere i tagli migliori.
Brava in tutto, eccelleva nell'arte del soffocone, umido e profondo. Sul seno le sono venuto una volta, dopo una estenuante spagnola. Mi concesse una foto del suo seno imbrattato, la conservo gelosamente. Chiedeva il compenso dopo la prestazione, una volta a causa di una discussione ci stavamo dimenticando dei soldi, me ne ricordai io e lei disse: " Te tanto tornare presto." Preveggenza? No, la giusta considerazione di se stessi.
Era sempre positiva, non parlava mai di problemi o di sfighe, chiedeva dov'era il mare li vicino e dove comprare dischi a Treviso. Ce l'avevo sottocasa e non potevo andarla a trovare, da lei non si poteva stare, faceva la badante di giorno. La sera con un'amica batteva. Cambiava spesso postazioni di lavoro e zona di carico.
Sparì prima dell'estate, pregustavo evoluzioni campestri e rimasi deluso. La cercai per un pò, poi me ne feci una ragione e riaprii la caccia, in suo nome immolai le sucessive prede.
 
S

satiro

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Ringrazio infinitamente l' amico Conte per aver condiviso quanto sopra.
Una delle migliori pagine che abbia mai letto qui sul forum. Grazie ancora.
 
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ho viaggiato con la mente attraverso le sue esperienze grazie Conte68 per il suo scritto.
 
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