ANAGRAFE DELL'ANNUNCIO
Numero di telefono: 3510127581
Riferimento internet (link): Cagliari:
???MAI VISTA ? PRIMA KLOHE
?BRASILE??LE MIE FOTO
Conformità dell'annuncio: zero
Città dove è avvenuto l'incontro: Cagliari
DATI DELL'INSERZIONISTA:
Nome della girl/escort: Klohe (prima Thais)
Nazionalità: si spaccia per brasiliana ma non lo è
Età apparente: 30
Descrizione fisica: mulatta Chiara, 1,60, tonica, culo bello e tosto, non slanciata, seno rifatto, bel viso
Attitudine: furba, va saputa prendere
Reperibilità: facile, fino a tardi
DATI RELATIVI AL SERVIZIO
Compenso richiesto: da 50 a 100
Compenso concordato: ormai 50
Servizi offerti: tutto tranne cim e fk ma l'anale è molto a rischio
Servizi usufruiti: bj, daty, rimming (molto rimming!) e rai1 coperto
Durata dell'incontro: 30 minuti scarsi
DATI RELATIVI AL LUOGO DELL'INCONTRO
Facilità di parcheggio: non tanta
Igiene dei locali: apparentemente buona
Presenza di barriere architettoniche: scale
LA MIA RECENSIONE
Una sera d'agosto Oblomov se ne stava mollemente seduto su una enorme poltrona in vimini. Era già arrivato al terzo Negroni, quando incominciò una delirante discussione, catturando la preoccupazione dei suoi amici. Perlomeno di quelli più intimi che conoscevano le sue preferenze e le sue derive dialettiche.
Quegli stessi che abitualmente si divertono a prenderlo in giro appellandolo con un inquivocabile motivetto.
Quelli che, le rare volte che Oblomov si presenta con qualche compagna, intonano il ritornello di Baglioni "Quella camminata stranaaaa...", osservando in modo allusorio il di lei posteriore.
Incurante dell'allarmismo che aleggiava intorno a lui, Oblomov sprofondò ancora di più nella poltrona gigante tanto da sentirsi una specie di Bokassa bianco e volteggiando audacemente il bicchiere nell'aria decantò le lodi del Negroni e della sua composizione.
"Un terzo, un terzo, un terzo!" disse a volume talmente alto che pareva urlasse.
In realtà il Negroni non gli era mai piaciuto però lo trovava molto efficace.
Partì quindi una imbarazzantissma filippica sulla numerologia, su Archimede, sulle proporzioni perfette e il classicismo e... sul culo.
Andò infatti a parare dove tutti temevano: sul culo e in modo del tutto accidentale sulle donne, accessorio necessario e indispensabile per sorreggere il culo.Tutt'oggi nessuno sa su quale ragazza volesse fare colpo e pare che nemmeno lui l'abbia ancora capito. Ciò che invece apparve scontato fin dal principio, fu l'esito del suo show.
"Un terzo, un terzo, un terzo!" Ribadì con forza, riferendosi questa volta alle proporzioni di un ideale femminino. Il suo!
Un terzo di busto, un terzo di culo e un terzo di gambe. Ormai conosceva se stesso e le scelte che in quelle condizioni avrebbe potuto fare. Più gli partiva la brocca a causa dell'alcol e più le proporzioni erano favorevoli al culo. Beninteso, senza mai oltrepassare il limite della decenza che, per la sua testa malata, rappresentava appunto un terzo.
Finito di bere il gruppo decise di sciogliersi. Oblomov riemerse a fatica dalla poltrona gigante e decise che doveva dare un seguito alle sue assurde elucubrazioni, d'altra parte il sole era tramontato da nemmeno due ore e la serata appariva pericolosamente lunga.
Chiuso nel buio dell'auto, il suo volto sogghignate ed illuminato dal display del cellulare, doveva sembrare poco raccomandabile alla coppietta che lo osservava da qualche metro. Incurante, Oblomov aprì l'annuncio di Klohe e i ricordi riaffiorarono.
La conobbe circa un anno fa o forse più, quando ancora si faceva chiamate Thaìs e Oblomov, nonostante s'innamorò a prima vista del suo culo, rimase assai deluso da una sessione anale che era esistita solo nelle sue fantasie, e forse nemmeno in quelle.
Eppure tutto era iniziato nel modo migliore. Oblo infatti la omaggiò di una delle sue migliori battute: "Ciao Thais, come stais?" La reazione divertita lasciava intendere che sarebbe stata una travatura coi fiocchi, di quelle facili facili, da mettere negli annali. Addirittura Oblomov era talmente sicuro di riuscire ad inculare Thais che, a giudicare dalla sincerità della sua risata, credeva di poter prevedere la durata del rimming o la quantità di lubrificante necessario. Si sentiva perfino capace di intuire in tempo reale la dilatazione anale di Thais, che tutta sorridente ascoltava le sue cazzate all'altro capo del telefono.
Niente però andò come previsto. Gli rimase impresso però un culo stratosferico, un rimming da antologia e la parte terminale del suo cazzo ridotta a collo d'oca.
Infatti l'inculata fu una presa in giro. Si vide costretto ad inculare Thais in posizione a cucchiaio, la visuale coperta ed il suo membro perso nella vastità di quelle pagnotte turgide, ma con la certezza di spingere contro un muro di cemento armato. Era il suo coccige.
Sconfitto, Oblomov espresse tutta la sua amarezza per la presa in giro, ma quella offesa e piagnucolante lo mise alla porta.
Nonostante ciò, Oblomov decise che non si sarebbe mai privato di quel culo, cioè di quel terzo di donna così invitante e continuò a frequentare Thais, ormai divenuta Klohe.
Come è possibile che Oblomov abbia continuato a frequentare una pay che non fa anale?
La relegò infatti al rango di fluffer.
Prima dell'avvento della chimica la fluffer era una presenza costante nel mondo del porno. Era una figura indispensabile per preparare l'attore alla scena. Insomma, glielo faceva diventare duro in modo tale da potersi accoppiare all'attrice senza perdite di tempo.
Klohe, alias Thais, ha la stessa funzione, cioè preparare Oblomov per la monta successiva, facendolo arrivare più tranquillo ma senza rinunciare a quelle caratteristiche tanto apprezzate. Il culo.
Una volta contattata e stabiliti i consueti accordi, Oblomov si avviò verso la solita dimora.
Eccola qua Klohe, trentenne mulatta, dal vitino di vespa e i fianchi rotondi.
Le gambe hanno perso un po' di elasticità, la pelle incomincia ad essere meno compatta ma il culo, che non è ancora un terzo del totale della figura, è sempre un portento.
L'incontro ormai si svolge secondo le collaudate modalità. Prevede un esborso minimo per una lunga seduta di rimming duodenale, pompa e scopata a seguire. L'anale, per quanto ancora presente nei servizi offerti, non sarà più materia di discussione.
Dopo i soliti convenevoli e i reciproci sorrisi a trentadue denti, le espressioni diventarono improvvisamente serie e Klohe si posizionò a pecora sul bordo del letto.
Aveva ancora il perizoma addosso e Oblomov, mentre lo abbassava scollandolo dal solco, se ne compiacque. Significava che Klohe sarebbe rimasta con le ginocchia unite per tutta la sessione di rimming e probabilmente anche oltre.
Oh mio Dio che culo!
Oblomov non si sarebbe mai abituato a tanta maestosità e incominciò a leccarla in modo deciso.
Aveva un forte sapore e odore di figa.
Sembrerà una osservazione banale ma ormai queste caratteristiche vanno perdendosi per eccesso di igiene o per sua totale mancanza.
A Klohe il trattamento pareva non dispiacere perché muoveva lentamente il culo, in modo impercettibile ma lo muoveva affinché Oblomov si posizionasse dove più lei gradiva.
Per la grande gioia di Oblo spesso voleva che fosse omaggiata di importanti leccate di culo, ciò si capiva dal modo in cui orientava il suo bacino ma soprattutto dal rollio lento ed inesorabile verso di lui.
Gratificato da tanta cedevolezza e collaborazione ad un certo punto le aprì le natiche al massimo e quella, intuite le intenzioni, si mise in una posizione talmente arcuata che il nostro eroe doveva semplicemente segnare un gol a porta spalancata.
Oblomov le infilò la lingua in culo talmente in profondità che avrebbe potuto pronunciare le palatali al posto suo. Sci-are.
Praticamente avrebbe potuto parlare in sua vece in una sorta di ventriloquia degna di Domenica In.
A quel punto, dopo aver battuto ogni record, Klohe volle che le attenzioni linguali si concentrassero con la medesima profondità sulla figa, ormai decisamente bagnata, e con un movimento lento ma deciso si posizionò più in alto favorendo alla bocca di Oblo il nuovo bersaglio.
Seguì l'orale coperto da parte sua e la scopata obbligatoriamente a pecora in un ambiente talmente viscido che parve di farlo senza presevativo. Infatti la nostra mulatta si sincerò della presenza della protezione ponendo sul cazzo due fastidiosissime dita a sigaro, finché Oblomov non le intimò di levarle.
D'altra parte c'era da capirla, poveraccia.
Una volta finito, Oblo ringraziò e si congedò.
Tempo qualche minuto e i profumi inebrianti provenienti dal suo grugno iniziarono il loro subdolo lavorìo, tanto da spingerlo a chiamare una delle sue fidelizzate per girare con lei la scena madre del film.
Numero di telefono: 3510127581
Riferimento internet (link): Cagliari:


Conformità dell'annuncio: zero
Città dove è avvenuto l'incontro: Cagliari
DATI DELL'INSERZIONISTA:
Nome della girl/escort: Klohe (prima Thais)
Nazionalità: si spaccia per brasiliana ma non lo è
Età apparente: 30
Descrizione fisica: mulatta Chiara, 1,60, tonica, culo bello e tosto, non slanciata, seno rifatto, bel viso
Attitudine: furba, va saputa prendere
Reperibilità: facile, fino a tardi
DATI RELATIVI AL SERVIZIO
Compenso richiesto: da 50 a 100
Compenso concordato: ormai 50
Servizi offerti: tutto tranne cim e fk ma l'anale è molto a rischio
Servizi usufruiti: bj, daty, rimming (molto rimming!) e rai1 coperto
Durata dell'incontro: 30 minuti scarsi
DATI RELATIVI AL LUOGO DELL'INCONTRO
Facilità di parcheggio: non tanta
Igiene dei locali: apparentemente buona
Presenza di barriere architettoniche: scale
LA MIA RECENSIONE
Oblo e la fluffer girl
Una sera d'agosto Oblomov se ne stava mollemente seduto su una enorme poltrona in vimini. Era già arrivato al terzo Negroni, quando incominciò una delirante discussione, catturando la preoccupazione dei suoi amici. Perlomeno di quelli più intimi che conoscevano le sue preferenze e le sue derive dialettiche.
Quegli stessi che abitualmente si divertono a prenderlo in giro appellandolo con un inquivocabile motivetto.
Quelli che, le rare volte che Oblomov si presenta con qualche compagna, intonano il ritornello di Baglioni "Quella camminata stranaaaa...", osservando in modo allusorio il di lei posteriore.
Incurante dell'allarmismo che aleggiava intorno a lui, Oblomov sprofondò ancora di più nella poltrona gigante tanto da sentirsi una specie di Bokassa bianco e volteggiando audacemente il bicchiere nell'aria decantò le lodi del Negroni e della sua composizione.
"Un terzo, un terzo, un terzo!" disse a volume talmente alto che pareva urlasse.
In realtà il Negroni non gli era mai piaciuto però lo trovava molto efficace.
Partì quindi una imbarazzantissma filippica sulla numerologia, su Archimede, sulle proporzioni perfette e il classicismo e... sul culo.
Andò infatti a parare dove tutti temevano: sul culo e in modo del tutto accidentale sulle donne, accessorio necessario e indispensabile per sorreggere il culo.Tutt'oggi nessuno sa su quale ragazza volesse fare colpo e pare che nemmeno lui l'abbia ancora capito. Ciò che invece apparve scontato fin dal principio, fu l'esito del suo show.
"Un terzo, un terzo, un terzo!" Ribadì con forza, riferendosi questa volta alle proporzioni di un ideale femminino. Il suo!
Un terzo di busto, un terzo di culo e un terzo di gambe. Ormai conosceva se stesso e le scelte che in quelle condizioni avrebbe potuto fare. Più gli partiva la brocca a causa dell'alcol e più le proporzioni erano favorevoli al culo. Beninteso, senza mai oltrepassare il limite della decenza che, per la sua testa malata, rappresentava appunto un terzo.
Finito di bere il gruppo decise di sciogliersi. Oblomov riemerse a fatica dalla poltrona gigante e decise che doveva dare un seguito alle sue assurde elucubrazioni, d'altra parte il sole era tramontato da nemmeno due ore e la serata appariva pericolosamente lunga.
Chiuso nel buio dell'auto, il suo volto sogghignate ed illuminato dal display del cellulare, doveva sembrare poco raccomandabile alla coppietta che lo osservava da qualche metro. Incurante, Oblomov aprì l'annuncio di Klohe e i ricordi riaffiorarono.
La conobbe circa un anno fa o forse più, quando ancora si faceva chiamate Thaìs e Oblomov, nonostante s'innamorò a prima vista del suo culo, rimase assai deluso da una sessione anale che era esistita solo nelle sue fantasie, e forse nemmeno in quelle.
Eppure tutto era iniziato nel modo migliore. Oblo infatti la omaggiò di una delle sue migliori battute: "Ciao Thais, come stais?" La reazione divertita lasciava intendere che sarebbe stata una travatura coi fiocchi, di quelle facili facili, da mettere negli annali. Addirittura Oblomov era talmente sicuro di riuscire ad inculare Thais che, a giudicare dalla sincerità della sua risata, credeva di poter prevedere la durata del rimming o la quantità di lubrificante necessario. Si sentiva perfino capace di intuire in tempo reale la dilatazione anale di Thais, che tutta sorridente ascoltava le sue cazzate all'altro capo del telefono.
Niente però andò come previsto. Gli rimase impresso però un culo stratosferico, un rimming da antologia e la parte terminale del suo cazzo ridotta a collo d'oca.
Infatti l'inculata fu una presa in giro. Si vide costretto ad inculare Thais in posizione a cucchiaio, la visuale coperta ed il suo membro perso nella vastità di quelle pagnotte turgide, ma con la certezza di spingere contro un muro di cemento armato. Era il suo coccige.
Sconfitto, Oblomov espresse tutta la sua amarezza per la presa in giro, ma quella offesa e piagnucolante lo mise alla porta.
Nonostante ciò, Oblomov decise che non si sarebbe mai privato di quel culo, cioè di quel terzo di donna così invitante e continuò a frequentare Thais, ormai divenuta Klohe.
Come è possibile che Oblomov abbia continuato a frequentare una pay che non fa anale?
La relegò infatti al rango di fluffer.
Prima dell'avvento della chimica la fluffer era una presenza costante nel mondo del porno. Era una figura indispensabile per preparare l'attore alla scena. Insomma, glielo faceva diventare duro in modo tale da potersi accoppiare all'attrice senza perdite di tempo.
Klohe, alias Thais, ha la stessa funzione, cioè preparare Oblomov per la monta successiva, facendolo arrivare più tranquillo ma senza rinunciare a quelle caratteristiche tanto apprezzate. Il culo.
Una volta contattata e stabiliti i consueti accordi, Oblomov si avviò verso la solita dimora.
Eccola qua Klohe, trentenne mulatta, dal vitino di vespa e i fianchi rotondi.
Le gambe hanno perso un po' di elasticità, la pelle incomincia ad essere meno compatta ma il culo, che non è ancora un terzo del totale della figura, è sempre un portento.
L'incontro ormai si svolge secondo le collaudate modalità. Prevede un esborso minimo per una lunga seduta di rimming duodenale, pompa e scopata a seguire. L'anale, per quanto ancora presente nei servizi offerti, non sarà più materia di discussione.
Dopo i soliti convenevoli e i reciproci sorrisi a trentadue denti, le espressioni diventarono improvvisamente serie e Klohe si posizionò a pecora sul bordo del letto.
Aveva ancora il perizoma addosso e Oblomov, mentre lo abbassava scollandolo dal solco, se ne compiacque. Significava che Klohe sarebbe rimasta con le ginocchia unite per tutta la sessione di rimming e probabilmente anche oltre.
Oh mio Dio che culo!
Oblomov non si sarebbe mai abituato a tanta maestosità e incominciò a leccarla in modo deciso.
Aveva un forte sapore e odore di figa.
Sembrerà una osservazione banale ma ormai queste caratteristiche vanno perdendosi per eccesso di igiene o per sua totale mancanza.
A Klohe il trattamento pareva non dispiacere perché muoveva lentamente il culo, in modo impercettibile ma lo muoveva affinché Oblomov si posizionasse dove più lei gradiva.
Per la grande gioia di Oblo spesso voleva che fosse omaggiata di importanti leccate di culo, ciò si capiva dal modo in cui orientava il suo bacino ma soprattutto dal rollio lento ed inesorabile verso di lui.
Gratificato da tanta cedevolezza e collaborazione ad un certo punto le aprì le natiche al massimo e quella, intuite le intenzioni, si mise in una posizione talmente arcuata che il nostro eroe doveva semplicemente segnare un gol a porta spalancata.
Oblomov le infilò la lingua in culo talmente in profondità che avrebbe potuto pronunciare le palatali al posto suo. Sci-are.
Praticamente avrebbe potuto parlare in sua vece in una sorta di ventriloquia degna di Domenica In.
A quel punto, dopo aver battuto ogni record, Klohe volle che le attenzioni linguali si concentrassero con la medesima profondità sulla figa, ormai decisamente bagnata, e con un movimento lento ma deciso si posizionò più in alto favorendo alla bocca di Oblo il nuovo bersaglio.
Seguì l'orale coperto da parte sua e la scopata obbligatoriamente a pecora in un ambiente talmente viscido che parve di farlo senza presevativo. Infatti la nostra mulatta si sincerò della presenza della protezione ponendo sul cazzo due fastidiosissime dita a sigaro, finché Oblomov non le intimò di levarle.
D'altra parte c'era da capirla, poveraccia.
Una volta finito, Oblo ringraziò e si congedò.
Tempo qualche minuto e i profumi inebrianti provenienti dal suo grugno iniziarono il loro subdolo lavorìo, tanto da spingerlo a chiamare una delle sue fidelizzate per girare con lei la scena madre del film.