Taci. Su la soglia
del loft non odo
parole che dici
umane; ma vedo
membra che altrove
mi parlan di selva e foglie
lontane.
Ascolta. Piove
dalle nuvole in coltre.
Piove su le irte pendici
del Titano ed oltre,
piove su la sabbia
deserta e silente,
piove insistentemente
e con rabbia,
su la strada gremita
di ignari e di stolti,
si coprono i volti
arrivati alla meta,
piove su il mio volto
contrariato,
piove in su lo calato
imbarazzo,
su la tua testa
di cazzo,
su le fetide ingiurie
che dirti vorrei
ma taccio,
su la favola bella
che ieri
m'illuse, di cui oggi mi dispiaccio,
o Scimmione.
Odi? La pioggia cade
su questo silenzio
che gela
con un crepitio che nasconde
parole di sdegno e rancore
rivolte allo invito mendace.
Ascolta. Risponde
al richiamo d’amore
lo ingnaro avventore
cui il fiuto ha tradito, il sagace
ed alla vista s’impaura,
e gli scappa un “vaffaâ€.
E il piffero?
ha un suono che nulla ha a che fare
con quello soave e celeste
dell’irsuta conchiglia di mare
che per quanto cozza
con flutti e maree ti investe.
E questo frusciare
di umide foglie
al vento,
di scoli e rigagnoli vivi
e gocce che leste corrono
dalla fronte al mento
fanno esplodere in me il bisogno
di pisciare
come un rapido sguardo al tuo corpo
di cagare,
o creatura terrestre
che hai nome
Scimmione.
Ascolta, Ascolta. Non discordo
con un certo progresso
c’è a chi piace e apprezza
ciò a cui io son sordo
ma meglio un cesso
mi rincresce
che un qualsivoglia pesce
(che male)
che di laggiù sale,
nell'umida ombra remota.
Quand’anche la scienza
si erga
a sostegno di ciò
togliendo la verga,
donando nuova presenza
non cambia il concetto
che ho
dell’ambito pertugio.
Odore di pioggia cadente
mischiato ad effluvi strani,
pensieri malsani
di immane disastro incombente.
Annusa.
L’odore pungente che ambisco
rimanda a pratiche amene,
l’odore pesante che percepisco
paventa pratiche aliene.
Ringrazio ma desisto,
dall’utilizzar il pene!
E piove su le tue ciglia,
Scimmione.
Piove su le tue ciglia nere
sì che par tu pianga
o almeno dovresti, infingarda
per cotali parole di inganno,
usate da te come esca.
E se aspetti me stai fresca
tesoro,
che tra le gambe io cerco una pesca
non un toro,
ed il tuo sciorinar di ammmore
e bravure sopraffine,
di certo non risvegliano il mio ardore
vetusto schiavo delle passerine.
Un sesto senso innato
mi parla di operato
( e il perso vigor rude
le membra non traspaion
che c’ho davanti Tyson)
e l’incontro si chiude!
E piove su il mio volto
contrariato,
piove in su lo calato
imbarazzo,
su la tua testa
di cazzo,
su le fetide ingiurie
che dirti vorrei
ma taccio,
su la favola bella
che ieri
m'illuse, di cui oggi mi dispiaccio,
o Scimmione.
)