LA RAGAZZA DEL LAGO...

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Quando nel 2008 mi iscrissi a Facebook, lo feci con la speranza di riuscire anch'io, come tanti, a rintracciare qualche vecchio amico ormai perso da tempo.
Dopo le prime ricerche infruttuose, deluso, pensai che ci fossero due possibili spiegazioni per questo insuccesso: o i miei coetanei non usavano il pc, oppure pur utilizzandolo non erano utenti di quel Social Nerwork.
Fortunatamente dopo circa un annetto e numerosi tentativi, qualcuno cominciai pure io a ritrovarlo.
Questa mia ricerca, questo desiderio di recuperare vecchie amicizie e conoscenze, non era e non è dettato dalla curiosità o dalla moda del momento, si tratta piuttosto di un tentativo di "ricostruire" il mio passato, la mia storia, da un certo punto di vista molto frammentata.
Per una serie di motivi diversissimi tra loro, in 55 anni di vita ho cambiato casa dieci volte, la maggior parte delle quali ha comportato trasferimenti in paesi e città diverse, spesso in provincie diverse, quindi compagni delle elementari e amici di quel periodo in un posto, scuole medie e inizio superiori in un altrio, ultimi anni di scuole superiori ed università ancora da un'altra parte, vita matrimoniale in una località ancora diversa e vita attuale in tutt'altro luogo.
A differenza di molti, oggi non frequento amicizie di vecchia data, non ho amici con i quali posso dire di essere cresciuto e con i quali condividere ricordi ed esperienze, tutti fatti vivissimi nella mia memoria, fortunatamente...
Sì, la memoria... forse il dono più grande ricevuto da Madre Natura.
Tutto ciò che vivo, sento, leggo, vedo, finisce per essere inevitabilmente registrato e catalogato, come nel più capace degli hard disk, gestito da un potentissimo pc, che permette in qualsiasi momento, anche con l'inserimento di un dato casuale, di recuperare informazioni, nomi, luoghi, date, visi, immagini... ma anche emozioni, stati d'animo...

In uno dei tanti spostamenti, mi ritrovai a vivere sulle sponde di uno dei nostri meravigliosi laghi lombardi, vi rimasi quattro anni, proprio all'inizio della fase adolescenziale, dai 12 ai 16 anni.
Ricordo quel periodo come uno dei più felici e spensierati della mia vita... il ritrovarsi con gli amici, la prima compagnia, il motorino e... il primo amore!

Avevo avuto il permesso di trascorrere la sera dell'ultimo dell'anno con gli amici, avevo 13 anni ed era la prima volta che lo festeggiavo fuori casa e mi fu concesso perché la serata era stata organizzata dall'oratorio maschile e da quello femminile sotto la stretta sorveglianza dell'anziano parroco e delle suore.
Il sacerdote ci aveva messo a disposizione l'ampio salone dove ci si ritrovava d'inverno a giocare a biliardo o a ping pong e l'uso del giradischi... noi ci eravamo portati i dischi da casa.
Ci permise anche di ballare, ma a distanza di sicurezza... ovvero la ragazza con le braccia distese e le mani appoggiate sulle spalle del "cavaliere" ed il ragazzo con le braccia altrettanto distese e le mani appoggiate sui fianchi della "dama".
Beh... oltre ad essere assolutamente ridicoli, era pure di una scomodità disarmante... fortunatamente ci pensarono le suore a "distrarre" un po' il parroco cinsentendoci cisì di ballare in modo decisamente normale.
Ma il colpo di genio l'ebbe la Madre Superiora quando verso le 22 riuscì a convincere il prete a ritirarsi nella sua camera al piano superiore, facendo leva sul fatto che la mattina seguente doveva dire messa presto e tranquillizzandolo in quanto ci avrebbe pensato lei con le altre sorelle a tenerci d'occhio.
Ci lasciarono ballare normalmente e ad un certo punto le suore, piuttosto aperte per l'epoca, ci insegnaroni il valzer.

Tra gli amici c'era una ragazza, Paola, con la quale prendevo la corriera per andare a scuola, eravamo in classi diverse visto che in quell'istituto le sezioni maschili e femminili erano separate, ma avevamo una bella amicizia. Aveva un anno più di me e dimostrava più della sua età, decisamente alta senza essere grassa aveva una coporatura che oggi si definirebbe "curvy".
Era venuta alla festa accompagnata da una sua amica che viveva vicino casa sua, una ragazza che non conoscevo e che non avevo mai visto in paese.
L'avevo notata subito quando arrivarono.
Era molto carina, portava una gonna lunga, sotto il ginocchio con degli stivali neri con un pò di tacco, come si usava negli anni '70, e un golf bianco a dolcevita, ma con il collo molto ampio e largo, lei era magra, alta come me, ma l'abbigliamento e quel poco tacco la slanciavano facendola apparire più alta, un viso molto bello, un bel sorriso, due occhi dolcissimie e i capelli raccolti.
L'amica comune ci presentò, si chiamava Daniela.
Passammo tutta la serata insieme e tranne un paio di balli o ero io ad invitarla o lei a cercare me.
Così, parlando, mi disse di avere 16 anni e di lavorare da circa un anno come sarta in una azienda tessile del paese. Era di tre anni più grande di me ed erano una bella differenza, anche perchè alla nostra età sembravano di più... la vedevo grande, di gran lunga diversa dalle mie coetanee... come si diceva allora, una signorina...
Però lei non si dava arie, non si atteggiava come facevano molte, era semplice, spontanea e molto dolce, con quei grandi occhi sorridenti.
Pure io dimostravo più della mia età, ero alto quasi come oggi, portavo i capelli lunghi e dovevo già radermi almeno un paio di vote a settimana.
A mezzanotte brindammo tutti insieme e poi uscimmo a bordo del campo di calcio dove i ragazzi più grandi avevano preparato un po' di fuochi, girandole e botti.
Lei aveva il suo bel maxicappotto sulle spalle e stava appoggiata a me che le tenevo un braccio attorno al fianco.
Mentre guardavamo si girò verso di me, mi fece ancora gli auguri di buon anno, poi sorprendendomi, mi sfiorò le labbra con le sue.
Mi sentii attraversare da un brivido e arrossii evedentemente imbarazzato, lei se ne accorse, mi accarezzò il viso e scappò nel salone infreddolita. Ballammo ancora e alla una venne mio padre a prendere me e il mio amico.
Sapendo che Daniela e la sua amica abitavano dalla parte opposta del paese e che avrebbero dovuto percorrere un tratto di provinciale a piedi, chiesi se potevamo accompagnarle.
Arrivati a casa loro scesi e salutai Daniela con un bacio sulla guancia dandoci appuntamento al bar della piazza per le 14.30. Risalito in macchina vidi il sorriso compiaciuto di mia padre:

"Complimenti... È la prima colta che esci la sera ed hai già fatto conquiste..."

"Dai papà, ci siamo conosciuti stesera... è solo un amica..."

"Come no..." intervenne il mio amico seduto dietro "ho visto quando vi siete baciati mentre guardavate i fuochi!"

"Ah... però..." esclamò papà.

"Eh sì..." riprese il mio amico "pensi che è pure più grande di lui..."

"Ecco, appunto... ha già 16 anni, figurati..."

"Beh" disse mio padre " non significa niente l'età... se è per questo la mamma ha tre anni e mezzo più di me..."

Lasciammo il mio amico che abitava a qualche centinaio di metri da casa mia e rientrammo. Salutai mia madre con un bacio e le augurai buon anno e mentre me ne andavo in camera mia, mio padre mi augurò la buonanotte:

"Buonanotte... Casanova!"

"Casanova...?" ripetè mia madre.

"Poi ti spiego..." rispose lui.

La mattina andai in piazza, al bar che era il nostro ritrovo e la notizia del "bacio" della sera prima era già di dominio pubblico.
I miei coetanei mi canzonavano, quelli dell'età di Daniela mi guardavano con una sorta d'invidia, mentre in quelli di 19/20 anni notavo una sorta di compiacimento che mi dimostravano con ampi sorrisi e pacche sulle spalle.
E finalmente venne il pomeriggio...

Ci incontrammo tutti e tre sempre al bar e dopo un po' che si chiaccierava, Paola approfittò del mommento in cui Daniela andò in bagno per chiedermi, quasi a bruciapelo, se la sua amica mi piacesse.

"Certo che mi piace, è molto bella..."

"Vorresti chiederle di diventare la tua ragazza...?

"Eh... sì, figurati... ha sedici anni, pensa se guarda me..."

"Ma se ieri sera avete ballato sempre insieme... e poi ho visto quando vi siete baciati..."

"Pure tu hai visto? Abbiamo dato spettacolo? E poi... baciati... mi ha fiorato le labbra con le sue..."

"Ma sei stupido allora... senti, stanotte è rimasta a dormire a casa mia e quando siamo andate a letto, abbiamo parlato della festa e lei mi ha raccontato di te... ha detto che sei simpatico, molto educato, che sembri più grande della tua età e che le piaci molto...

"Quindi...?"

""Quindi cosa...? Chiediglielo, ha detto che se glielo chiedi ti dirà di sì...!"

Ero frastornato e perso... come dovevo fare?
Non lo avevo mai fatto prima, come si chiede ad una ragazza di stare insieme? In che momento...?

"Senti Paola... io non so come fare... quando torna io vado a mettere tre dischi e tu glielo chiedi per me..."

"Certo che tra tutti e due... mamma che imbranati... vabbè... ci penso io..."

Quando Daniela rientrò io mi diressi al juke-box e mentre sceglievo le canzoni vidi che Paola le stava parlando.
Scelsi alcune canzoni che avevamo ballato la sera prima: Angie dei Rolling Stone, selezione D1... lo ricordo perchè notai che corrispondeva all'iniziale del suo nome e al numero del giorno, poi Il mio canto libero di Battisti e Alone again di O'Sullivan.
Diventarono la colonna sonora della nostra storia, Angie in modo particolare... quella fu l'unica volta in tutta la mia vita in cui una canzone si "legò" ad una ragazza.
Quando tornai a sedermi Paola chiese cosa volevamo bere e andò subito ad ordinare, lasciandoci soli...
Daniela mi prese le mani.

"Se vuoi una risposta la domanda devi farmela tu..." disse sorridendomi.

Avevo il cuore che mi scoppiava e la salivazione azzerata, ma mi feci coraggio.

"Daniela... vuoi diventare la mia ragazza?"

"Sì..."

Le strinsi forte le mani e lei le mie...
Lo so, sembra una cretinata, ma allora funzionava così, le cose non erano mai scontate... si chiedevano e si sperava nella risposta.
Più tardi ci raggiunse Sandra un'altra nostra amica che era stata alla festa della sera prima e tutti e quattro andammo a fare una passeggiata in riva al lago, sulla spiaggetta.
Poi Daniela propose di salire al Castello per vedere il panorama.
Il paese aveva una collinetta, alla sommità della quale sorgeva un castello della fine del '500, proprietà di una famiglia di nobili milanesi, ci si arrivava percorendo una stradina piuttosto ripida fatta di ciotoli, sulla quale poteva transitare una macchina alla volta tanto era stretta. Arrivati in cima si creava uno slargo, a destra il muro di cinta con al centro una torre e il portone di ingresso e di fronte, sul alto sinistro, due panchine, a un metro circa dalla balaustra di legno.
Da li si ammirava la vegetazione che degradava verso il basso e tra le piante si vedeva il panorama del lago. Nelle giornate serene e limpide si scorgeva anche la riva opposta.
Una volta arrivati mi accomodai sulla prima panchina e Daniela mi si sedette in braccio, Sandra e Paola andarono sull'altra.
Daniela era infreddolita, era il 1º gennaio, la giornata era bella, ma l'aria molto fredda, appoggiò la testa vicino alla mia, ci sfiorammo le guance con le labbra e ci trovammo con le bocche attaccate... lei dischiuse leggermente le labbra e sentii la sua lingua insinuarsi nella mia bocca... era il mio primo bacio... dopo un attimo di stupore, mi lasciai andare ricambiando quel primo dolce e appasdionato bacio.
Non so quanto durò, quando ci staccammo sentimmo un applauso... le nostre amiche se ne stavano in piedi dietro di noi battendo le mani come due stupide...

"Bravissimi, questo si che è un bacio come si deve... non quello di ieri sera...!" disse Paola ridendo.

"Meglio che li lasciamo soli, non credo che uno gli basti... ragazzi ci vediamo tra un'oretta davanti alla chiesa..." commentò Sandra salutandoci e avviandosi con l'amica sottobraccio.

E in effetti fu così, passammo quell'ora a baciarci in continuazione.
Poi ci ritrovammo come d'accordo e ci avviammo verso casa loro facendo una strada secondaria per evitare la statale. A metà percorso salutammo Sandra che era arrivata e proseguimmo. La stradina sbucava ad un centinaio di metri dal gruppo di case dove abitavano Daniela e Paola. Ci fermammo e la salutai baciandola un'altra volta, con la nostra amica che sbuffava e ci chiedeva se per caso doveva reggerci pure il moccolo.
La sera a cena mio padre mi chiese se l'avessi incontrata.

"Certo, abbiamo passato il pomeriggio insieme, e siccome so che me lo chiederai... sì stiamo insieme..."

"Bene" disse mia madre "almeno adesso so perchè da ieri sera hai quell'espressione trasognata...!"

Io ero a casa per le vacanze di Natale e lei era in ferie, avrebbe ricominciato a lavorare il lunedì successivo, l'8 di gennaio, per cui riuscimmo vederci tutti i giorni. Ci incontravamo al bar io, lei, Paola e spesso si aggregava anche Sandra. Si andava a passeggiare fino al porticciolo, poi sulla spiaggetta e infine salivamo al Castello verso le 17. Restavamo soli per un'ora, era diventato il nostro rifugio segreto. Quando arrivò domenica ci rattristammo al pensiero di non poterci vedere per tutta la settimana, ma lei promise di scrivermi, purtroppo non aveva il telefono e quindi non c'era altra possibilità, visto che lavorava tutto il giorno ed era impensabile vedersi la sera.
La mattina seguente Paola mi consegnò una lettera da parte di Daniela, alla quale risposi la sera stessa recapitandogliela tramite la nostra amica che a breve divenne la nostra "postina". Lei mi scriveva la domenica, il martedì ed il giovedì, io rispondevo il martedì, il mercoledì ed il venerdì. A volte capitava che dopo cena andasse a casa di Paola e allora approfittava per un saluto veloce al telefono, oppure riuscivo io ad aspettarla quando usciva dal lavoro, giusto il tempo di un saluto e un bacio.
Durante la settimana Paola compiva gli anni e ci invitò per il venerdì sera a casa sua per festeggiare.
Conobbi la mamma di Daniela, di tre anni più grande della mia, ma per atteggiamenti, modo di fare e vestire sembrava mia nonna. Era una donna piuttosto severa, mentre il padre, al contrario, pur essendo più grande era una persona mite, invalido del lavoro.
Quando mi presentai, mi strinse la mano chiedendomi se ero il ragazzo di Milano e quando risposi di si, non mi rivolse più la parola e con sguardo serio, prima di andarsene, guardò freddamente la figlia dicendole:

"Mi raccomando, stai attenta... ci siamo capite vero?"

Mi vedeva come il ragazzo di città, che evidentemente riteneva, in quanto "cittadino" poco serio ed affidabile... confesso che mi infastidì molto questo suo pregiudizio.
Poi venne Carnevale e ancora ci ritrovammo da Paola, così come per la finale del Festival di San Remo... non le avrebbe mai permesso di venire a casa mia di sera, neanche in compagnia delle amiche. Ma ci venne lo stesso una domenica pomeriggio, con Paola e Sandra. Mio fratello più piccolo aveva un anno e mezzo e volevano vederlo, così le invitai. Per l'occasione mio padre comprò i pasticcini e mia madre preparò la sua fantastica torta di mele e il tè.
Daniela e i miei genitori si piacquero al volo, lei li trovava molto giovanili ed alla mano, simpatici e allegri ed allo stesso modo mio padre e mia madre la ritenevano oltre ad una gran bella ragazza, anche una persona seria e responsabile, molto educata, una senza grilli per la testa.
Certo tutti e due mi dicevano che era una cosa da ragazzi, di non lavorare troppo con la fantasia, di vivere questa cosa in modo sereno e disincantato.
Sereni e felici lo eravamo di sicuro, stavamo davvero bene insieme, ma i nostri sogni ad occhi aperti li facevamo eccome, pensavamo a quando saremmo stati più grandi, alle cose che ci sarebbe piaciuto fare insieme, sognavamo di viaggiare, di vedere tanti posti, di andare a New York, di poter stare sempre insieme. La panchina affacciata sul lago era la nostra finestra sul mondo, sul futuro...
Quando eravamo li, soli, stretti nei nostri baci, tutto ci sembrava possibile, a portata di mano...

Ormai eravamo diventati una sorta di "star" vista l'anomalia dell'età. Allora era sempre il ragazzo ad essere più grande di almeno due/tre anni, infatti mentre quelli della mia età rispetto a me erano più bambini e manco se la sognavano la ragazza, quelli di 16/17 erano accoppiati con ragazze di 13/14 mentre le ragazze coetanee di Daniela avevano ragazzi tra i 18 e i 20 anni.
Proprio per questo motivo spesso, al bar, eravamo in loro compagnia. Due sue ex compagne di scuola erano "fidanzate" una con un ragazzo di quasi 19 anni e l'altra con uno di 20 che abitava nella villetta a fianco della mia, con il quale ero diventato molto amico, nonostante la differenza d'età.
Lui era il ragazzo più ambito da tutte le ragazze del paese e della zona ed era il mito (alla Fonzie) di tutti i ragazzi, soprattutto di quelli più giovani, quindi era anche il mio mito.
Tutti lo chiamavamo Erik e lui diceva sempre che se c'era un mito quello ero io, visto che potevo "competere" con i "grandi"...
E poi scherzava sempre con gli amici e le relative ragazze.

"È meglio che ce lo facciamo amico e lo teniamo buono, sennò ci frega tutte le ragazze...!"

Fu proprio un sabato pomeriggio che con la sua ragazza ci invitò per la settimana successiva ad uscire con loro a mangiare una pizza con altre coppie della sua compagnia, della quale ormai, io e Daniela facevamo parte a tutti gli effetti. Accettammo subito, anche se poi parlandone noi due con Paola e Sandra ci rendemmo conto che c'era il problema di sua madre che non gli avrebbe mai dato il permesso di uscire la sera con il sottoscritto. Paola che faceva un po' la "zia" disse che avremmo trovato una soluzione anche se nè io nè Daniela immaginavamo come avremmo potuto fare.
Il giorno dopo, domenica, lei e le amiche vennero a casa mia, sapeva che pochi giorni prima mia mamma aveva compiuto 41 anni, le aveva comprato un mazzo di fiori e voleva farle gli auguri. Mentre prendavamo il tè mia madre e mio padre ci sentirono parlare dell'uscita del sabato successivo. Sentito qual'era il problema, mamma si offrì di telefonare ai genitori di Daniela per chiedere loro il permesso e rassicurarli.

"No signora, non lo faccia o finisce che mia madre non mi lascia uscire più neanche di giorno... la ringrazio ma è meglio evitare..."

"Potremmo dirle che andiamo a mangiare la pizza tu, io, Sandra e Ornella, l'abbiamo già fatto no?" suggerì Paola.

"Sì, però sai che poi mia madre chiede alla tua se è vero e sente anche le loro mamme... vi tocca uscire, ma poi che fate? È un'uscita tra coppie..."

La soluzione la suggerì mio padre:

"Allora facciamo così, uscite tutte insieme e venite qui, quando Erik arriva con la sua ragazza, Gianluca e Daniela vanno con loro e voi tre rimanete ospiti da noi per cena... a noi farebbe davvero piacere..."

"Anche a noi..." disse subito Paola seguita a ruota da Sandra.

"Ad Ornella lo dico io domani pomeriggio..." aggiunse mia madre.

Ornella era una ragazza che abitava a qualche centinaio di metri da casa nostra, lavorava in Posta, ed era stata compagna alle medie con Daniela. Avendo i pomeriggi liberi, un paio di volte la settimana veniva a casa nostra ad aiutare mia madre, che oltre al sottoscritto e a mio fratello piccolo, aveva altri due figli nel mezzo, uno di 9 anni e l'altro di 7.
Daniela si alzò e diede un bacio su una guancia di mio padre...

"Lei è veramente un angelo... e tu Gianluca sei davvero fortunato, hai due genitori splendidi..."

Verissimo, sono stato davvero fortunato, ho avuto due genitori incredibili e meravigliosi, mio padre in modo particolare... è stato papà, fratello, amico, complice, ha saputo condividere le mie passioni ed i miei interessi, abbiamo lavorato insieme fino alla fine, arrivata troppo presto, 23 anni fa a soli 56 anni.
Aveva il grande desiderio di avere una figlia, ma i suoi cromosomi decisero diversamente dandogli quattro maschi.
Daniela era la prima ragazza che entrava in casa mia e papà la trattava e considerava quasi una figlia, è sempre stato così con le mie ragazze e le mie amiche... aveva mille attenzioni e premure per loro e non a caso tutte stravedevano per lui.

Il giorno dopo mamma parlò con Ornella che accettò con entusiasmo e così la settimana passò come al solito, con le nostre lettere e nell'attesa del sabato che finalmente arrivò.
Erik andò a prendere Elena, la sua ragazza, andò incontro a Daniela ed alle altre amiche e mi raggiunsero a casa dove Ornella era arrivata per prima.
I miei avevano preparato gli aperitivi e poco prima di uscire papà mi prese in disparte e mi diede 5.000 Lire.

"Mi raccomando, quando portano il conto, la parte di Daniela pagala tu... è la prima volta che esci a mangiare con una ragazza, ricordati anche per il futuro che deve sempre essere l'uomo a pagare, non permettere mai che sia lei a farlo, non è elegante, non è da cavaliere..."

Poi ci salutò augurandoci una buona serata e buon divertimento.

"Comunque ci divertiremo anche noi qui a casa... non immaginate neppure cosa vi perdete...!"

Fu una serata fantastica, la mia vera e propria prima uscita.
Avevano prenotato in una pizzeria molto caratteristica in un paese ad una decina di chilometri di distanza, con una bellissima veranda sul lago. Fu tutto perfetto e Daniela rimase molto sorpresa quando volli pagare la sua parte. Dopo la pizza andammo in un bel locale sul lungolago dove suonavano e si poteva ballare e verso le 23.30 ci avviammo verso casa, visto che le ragazze dovevano rientrare per mezzanotte.
Da casa mia usciva musica e risate e una volta entrati trovammo le nostre amiche intente a ballare il boogie con mio padre e mia madre. Erano tutte euforiche e non facevano che fare complimenti ai miei per la simpatia e la bella serata. Paola poi non faceva che ripetere quanto fosse giovanile e spiritoso mio padre.
Ripensandoci, ricordo che io lo vedevo grande, un uomo in tutto e per tutto, ma in fondo, anche se aveva già quattro figli, aveva solo 37 anni e tutto era tranne che vecchio, anzi...
Papà si offrì di riaccompagnare Ornella e Sandra, mentre io e il mio amico avremmo riaccompagnato Elena, Daniela e Paola.
Mentre andavamo a prendere le auto propose a me e ad Erik di trovarci in piazza per il "bicchiere della staffa".
Accompagnammo le ragazze e arrivati al bar trovammo papà che ci aspettava ridendo e scherzando con gli altri ragazzi che erano usciti con noi.

"Ci scusi per il ritardo" disse subito EriK "ma l'Alain Delon del lago si è attardato con il bacio della buonanotte..."

Mio padre era astemio, ma una volta ogni tanto e se era in compagnia una grappa la prendeva volentieri e il mio amico fece altrettanto... io ordinai una birra piccola...

"Una birra...?" disse papà.

"Beh... l'ho bevuta anche mangiando la pizza... ed era pure media... che facevo? L'unico che beveva la Coca-cola... dai...!"

"In effetti..." disse sorridendo "basta che non diventi un'abitudine... e vediamo di non dirlo a tua madre... a proposito dalle un colpo di telefono per dirle dove siamo sennò si preoccupa!".

Tra una battuta e l'altra iniziammo pure una sfida al flipper scoprendo che papà era bravissimo... soprattutto dopo la terza grappa...!
Erik volle pagare il conto a tutti i costi, per ringraziarlo dell'aiuto e della compagnia.
E fu così che il giorno dopo l'argomento di conversazione furono i miei genitori, papà in particolare che ormai era diventato l'idolo dei miei amici e delle mie amiche, tanto che sia Daniela che Elena ed Erik dissero che sarebbe stato bello passare una serata con i miei...!
Cosa che accadde una ventina di giorni dopo e che ancora ricordo come uno dei momenti più belli della mia vita, vissuto con papà...
Intanto le settimane passavano, tra le lettere, gli incontri al sabato e la domenica, le passeggiate e i baci sulla panchina del castello, a sognare, fare progetti... non avevo mai pensato che tra noi potesse finire...
Lei era la mia certezza, rappresentava il mio presente ed il mio futuro... era un amore innocente, puro, senza gelosie, mai una discussione o un'incomprensione.
Non ci fu nulla se non i baci e qualche timida carezza sul seno... eravamo felici, tanto...
Con Erik eravamo diventati amici inseparabili... durante la settimana spesso uscivamo insieme, la domenica mi dava sempre un colpo di clackson e mi dava un passaggio in paese. Fu lui un anno dopo ad insegnarmi ad andare in moto, e la domenica lui Elena, Daniela ed io uscivamo quasi sempre insieme, o al cinema o a fare dei giri nei vicini paesi che si affacciavano sul lago. Aveva la fiducia incondizionata di mio padre che oltre a trovarlo simpatico lo riteneva un bravo ragazzo molto responsabile e se uscivo con lui a casa erano tranquilli.
E arrivò il mese di maggio, sabato 19 maggio.
Il giorno prima ero andato dal parrucchiere, portavo i capelli lunghi e mio padre da tempo insisteva perchè li tagliassi... in effetti erano cresciuti molto così mi decisi.
Quando ci incontrammo Daniela mi guardò subito stranita...

"Ma cosa hai fatto ai capelli...?"

"Che ho fatto? Niente... li ho solo tagliati..."

"Ma erano bellissimi... non dovevi..."

"Vabbè... erano un po' troppo lunghi... e poi dov'è il priblema... tanto ricrescono no?"

Quel giorno non era come gli altri, era distaccata, quasi distratta, tanto che volle che Paola e Sandra salissero con noi al castello...
Ci baciammo solo un paio di volte, ma lei era piuttosto fredda... continuavo a chiederle che avesse, ma cercava sempre di evitare di rispondermi. Mentre la riaccompagnavo a casa ci fermammo lungo la strada su una panchina, era irrequieta, provai ad abbracciarla, ma si ritrasse bruscamente, tanto che Sandra la riprese piuttosto duramente.

"Oh... ma si può sapere che ti è successo? Quando siamo uscite non avevi niente e poi boh... è tutto il pomeriggio che stai sulle tue... sei di un'antipatia micidiale... che cavolo ti è successo...?"

"Allora ho ragione" contiunai io "non ti ho mai vista così, si può sapere cos'hai? Cosa ti ho fatto?

Mi guardò come se mi vedesse per la prima volta in quel momento.

"Hai tagliato i capelli... ecco cos'hai fatto...!"

"E allora?"

"Allora ti lascio ecco..."

"Ma ti sei rincretinita...?" esclamai incredulo.

Lei si voltò di scatto facendo partire un ceffone che se Paola non avesse bloccato, mi avrebbe staccato la testa.

"Ma tu sei tutta scema..." sbottò l'amica "non si può lasciare un ragazzo perchè ha tagliato i capelli... e poi cerchi pure di prenderlo a sberle... tu sei fuori...!

Daniela si alzò mi guardò e mi chiese scusa per il gesto, ma disse che quella era la sua decisione e lentamente si riavviò verso casa. La seguii, con le mie amiche, stranito e incredulo... mi sembrava di sognare. Così senza dire una parola arrivammo al punto dove eravamo soliti salutarci.

"Ciao..." disse dandomi un bacio sulla guancia e si allontanò. Fu l'ultima volta che sentii la sua voce. Sandra e Paola volevano riaccompagnarmi, ma dissi loro di stare tranquille, non era necessario e poi avevo bisogno di stare solo. Ripercorsi la strada, lentamente, senza pensieri precisi in testa. Per tornare a casa dovevo per forza passare dalla piazza e li incontrai Erik ed Elena che capirono subito che c'era qualcosa che non andava.

"Daniela mi ha lasciato..."

"Ti ha lasciato...? E perchè?" mi chiese Elena molto sorpresa.

"Perchè ho tagliato i capelli..."

"Per i capelli...? Ma quella è deficiente...!"

"Elena... per favore..." la interruppe Erik.

"Si, si... va bene... comunque con 'sta... ci parlo io..."

"Lascia stare Elena, non serve... per me la cosa si chiude qui, a che serve parlarle? A farle cambiare idea? Adesso non sta più bene a me, sono deluso, essere mollato perchè ho tagliato i capelli e non le piaccio più... non esiste... se non fosse che è capitato a me ci sarebbe da ridere..."

Erik mi diede una pacca su una spalla e mi invitò a fare quattro passi. Ci ritrovammo in riva al lago.

"Non te la devi prendere" mi disse "non ne vale la pena, credimi, sono cose che prima o piu capitano a tutti, è capitato anche a me e non solo una volta e ti capiterà ancora, verrai lasciato, sarai tu a lasciare, succede, fa parte delle esperienze. Adesso la cosa che ti mancherà di più saranno le abitudini che per forza di cose cambieranno..."

"Mi sento uno schifo Erik, come si mi avessero tirato una mazzata in testa e poi essere piantati per un motivo così stupido..."

"Guarda che non esistino motivi stupidi o intelligenti... se anche ti avesse dato un'altra giustificazione per te sarebbe stato comunque stupido non ti pare? Adesso ti sembra la fine del mondo, ma non è così, non è la fine, ma l'inizio di un nuovo capitolo della tua vita, ci saranno altre Daniela, nuove esperienze... in paese ci sono diverse ragazze che ti girano attorno, solo che sino ad oggi, giustamente, avevi occhi solo per la tua ragazza e non te ne sei accorto, ma da domani guarda in giro e vedrai... E poi hai tanti amici oltre a me... stasera con gli altri, senza le ragazze andiamo al boowling, sei dei nostri ok? Ci penso io a chiederlo a tuo padre..."

Ritornati al bar andammo ad accompagnare Elena poi tornammo a casa. Io ero piuttosto a terra, così Erik salì da me e spiegò ai miei cosa era successo e dissea mio papà che voleva portarmi con gli altri al boowling. Non ci fu problema ad avere il permesso. Passai una bella serata, Erik e la compagnia riuscirono a farmi distrarre e a farmi vedere le cose da un punto di vista meno "tragico".
Il giorno seguente, domenica, uscii e andai al bar come sempre, non so se con la speranza o meno di rivederla... ovviamente non c'era, ma trovai le mie amiche ed Elena che cercarono di consolarmi, ero piuttosto avvilito, ma le parole del mio amico mi avevano dato un grande aiuto nel vedere le cose in modo più realistico.
Dopo la prima sertimana cominciai ad abituarmi ad una realtà diversa e a guardare anche le altre ragazze con occhi più... "Interessati".
Ci furono diverse altre storie in quel periodo della mia vita e non rividi più Daniela.
Così come dal nulla era entrata nella mia vita, nel nulla scomparve.
Paola era la mia amica del cuore, ci vedavamo sempre, ma non parlammo mai più di lei.
Poi tre anni dopo quegli avvenimenti ci trasferimmo a Milano... cambiamento traumatico, dal lago alla vita di città non fu semplice, soprattutto trovai grande difficoltà a rapportarmi con le ragazze, molto più frivole e snob rispetto a quelle che avevo conosciuto sino a quel momento.
Rimasi in contatto sia con Erik che con Paola e un annondopo, alla fine delle scuole, tornai sul lago, ospite del mio amico per tre giorni.
Fu proprio al mio arrivo con il treno che, percorrendo a piedi il viale della Stazione vidi passare una Vespa alla guida della quale riconobbi il fratello maggiore di Daniela e seduta dietro... lei. Lo scooter andava piano, quindi ci gu il tempo di incrociare lo sguardo e, una volta che mi ebbero superato mi voltai e vidi che lei aveva fatto lo stesso, alzando la mano in un cenno di saluto. Era ancora più bella di come la ricordassi, una bellissima ragazza di 20 anni.
È l'ultima "immagine" che ho di lei.
Trascorsi tre giorni fantastici dove ritrovai tutti gli amici e le amiche che mi accolsero con simpatia e affetto.
Rientrato a Milano rimasi in contatto ancora per un po' con Erik e Paola, poi come spesso accade, le vite si separano e ognuno prosegue per la sua strada.

Di quel periodo ho un bellissimo ricordo, furono anni di serenità, spensieratezza, divertimento e di mille esperienze alle quali ho sempre ripensato con piacere, così come spesso ho ripensato a quel mio lontano primo amore. Di certo i mesi passati con Daniela hanno segnato e non poco la mia vita ed il mio modo di essere. Da allora, tranne due o tre volte, ho avuto sempre relazioni con ragazze e donne più grandi di me, mi è rimasta la passione per la scrittura e la fissa dei baci, quello che all'epoca noi chiamavamo "limonare" e che oggi si definisce FK, "french kiss" (chissà poi perchè "alla francese"...) e non ultimo... i capelli...! Mai stato vanitoso, non mi interessa che diventino grigi e bianchi, ma mi da un fastidio tremendo perderli e purtroppo ne ho persi davvero tanti... troppi accidenti...!

Sono passati oltre quarant'anni, un'eternità, una "distanza" incolmabile, ma la vità è imprevedibile, sempre...
Circa una settimana fa, dopo un po' che non accedevo al mio profilo Facebook, ho trovato una richiesta d'amicizia e un messaggio privato.
Come ho letto il nome ho avuto un tuffo al cuore... la mia veccha amica Paola! Ho subito guardato le sue foto ed è rimasta esattamente come la ricordavo... sempre "curvy" con quel sorriso inconfondibile, certo il viso ora è quello di una donna, ma senza rughe... in una fotografia del suo ultimo compleanno poi, è come se davvero per lei il tempo si fosse fermato.
Nel messaggio chiedeva di me, dei miei genitori... vedendo che era online, dopo aver accettato la sua richiesta, abbiamo iniziato a chattare e ci siamo scambiati il numero di cellulare.
L'ho chiamata subito, riconoscendo immediatamente la voce, allegra e squillante. Ci siamo raccontati un po' delle nostre vite, ricordato i vecchi amici che abitano ancora nel paese o nei dintorni finché, inevitabilmente, le domandai dell'amica.

"Ricordi Daniela vero? Abitava vicinissimo a te, è stata la mia ragazza per quattro mesi e tu ci facevi da postina con le nostre lettere... la senti ancora? Sai che fine ha fatto?"

"Ti lasciò perché avevi tagliato i capelli, ricordo benissimo, ricordo tutto... certo che la sento ancora, ci sentiamo sempre e ci vediamo almeno una volta alla settimana... sono stata la sua testimone di nozze e lei la mia... ha una figlia grande che si è sposata da poco, mentre io non ne ho avuti.
Se guardi tra le mie amicizie, la trovi, così puoi vederla, si è iscritta da circa un'anno...."

Così, mentre parlavo con Paola, iniziai a cercarla... la trovai quasi subito... a differenza della nostra amica è cambiata molto.
Paola se l'avessi incontrata per strada l'avrei riconosciuta all'istante... Daniela no...
La ragazza alta, magra, slanciata, con i capelli raccolti ha lasciato il posto ad una donna di 58 anni, che dimostra tutti i suoi anni, anche lei "curvy" per non dire appesantita, con i capelli più lunghi e gli occhiali... solo su una foto, guardandola con attenzione, ho riconosciuto il taglio della bocca ed il sorriso.
Paola ha confermato il fatto che ha avuto un grande cambiamento, come il sottoscritto d'altronde, anche se sentendo la mia amica, nonostante gli anni, gli occhiali, qualche chilo in più e molti capelli in meno, sono rimasto riconoscibilissimo.
Mi ha raccontato che Daniela è andata in pensione lo scorso anno, dopo 42 anni di lavoro come sarta, nella stessa azienda tessile di allora...!

"Mi piacerebbe, contattarla, mandarle un saluto... ma magari non si ricorda neanche più di me, o non vuole essere disturbata, potrebbe non avere piacere di salutarmi... forse è meglio che me la saluti tu prima, poi se le va possiamo contattarci su Facebook o al telefono, se la vedi tutte le settimane... me lo faresti questo piacere...?"

"E chi l'avrebbe detto che dopo tutti questi anni sarei tornata a fare la postina? Ora è in vacanza in montagna, ma come rientra ci penso io... E guarda che si ricorda benissimo... ci è capitato spesso di ricordare quegli anni e di parlare di te... piuttosto, sarebbe bello organizzare qui una bella rimpatriata di tutti gli amici, che ne dici? Ci proviamo?"

"Volentieri, mi piacerebbe davvero molto..."

Così siamo rimasti d'accordo di provare ad organizzare questo incontro l'ultima quindicina di settembre. Intanto ci mandiamo msg su Facebook o sul cellulare, in attesa che riveda Daniela.

Un altro tassello di quell'incasinatissimo puzzle che è la mia vita, un'esistenza piena, dalla quale ho avuto sicuramente molto, ma alla quale ho anche dato tanto, ho pagato tutto, gioie e dolori ed oggi sto cercando di fare un po' di ordine. Non è facile, soprattutto perché ci vuole tempo e tranquillità, due cose che non ho... i probemi legati al lavoro, le grandi difficoltà economiche di questi ultimi anni, la mia situazione familiare, certo non mi aiutano, anzi...
Questo 3d l'ho scritto di notte, in questi giorni, quando non riesco a prendere sonno o mi sveglio senza più riuscire ad addormentarmi.
Avrei bisogno di un po' di calore, di una bacio, una carezza... non potendo avere niente di tutto questo da chi mi sta vicino, non potendo neppure "comprare" un'ora di piacere, di sogno... non mi restano che i ricordi, i pezzi di questo rompicapo da far combaciare, per continuare a lottare ed andare avanti...

ACE COOPER

 
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AceCooper, a me hanno consigliato queste quando non riesco a prendere sonno :)

Scherzo eh !

P.S.: ma perché cazzo ti sei tagliato i capelli?
 
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AceCooper, a me hanno consigliato queste quando non riesco a prendere sonno :)

Scherzo eh !

P.S.: ma perché cazzo ti sei tagliato i capelli?

Quelle non mi fanno niente, e i farmaci per dormire oltre a non poterli prendere, non voglio prenderli, ci manca solo di crearsi pure una dipendenza...
Avrei bisogno di altro... un po' di serenità, tranquillita... e di riuscire a lavorare... forse poi riuscirei a ritrovare il sonno...
 
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Greyn

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Molto bella questa storia, Ace. Leggendola, a parte l'avermi fatto rivivere la nostalgia di quegli anni bellissimi e spensierati (abbiamo la stessa età), riflettevo sul pregiudizio: mai avrei pensato di intenerirmi leggendo qualcosa su un sito di puttanieri!

Nel ringraziarti per aver condiviso una cosi' bella storia, e avermi fatto riflettere sulla fortuna che mi è stata riservata, di avere ancora un fantastico papà 85enne e dipotermelo godere ancora, rispetto a chi lo ha perso oltre vent'anni prima, vorrei aggiungere che anch'io ho avuto una pausa lavorativa traumatica 5 anni fa...ma chiusa una porta, come si dice, si è poi aperto un portone enorme! Abbi fiducia e tenacia e vedrai che la ruota gira! Stanne certo. All the best! :yess:

 
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Glenda Cherubino

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Avrei bisogno di un po' di calore, di una bacio, una carezza... non potendo avere niente di tutto questo da chi mi sta vicino, non potendo neppure "comprare" un'ora di piacere, di sogno... non mi restano che i ricordi, i pezzi di questo rompicapo da far combaciare, per continuare a lottare ed andare avanti...

...la ricerca di serenità. Un abbraccio Ace :preved:
 
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Grazie Ace per aver condiviso con noi quelle tue emozioni e grazie per aver trovato l'impegno di farlo in maniera tanto efficace.
E fanculo al barbiere!
 
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Quando nel 2008 mi iscrissi a Facebook, lo feci con la speranza di riuscire anch'io, come tanti, a rintracciare qualche vecchio amico ormai perso da tempo.
Dopo le prime ricerche infruttuose, deluso, pensai che ci fossero due possibili spiegazioni per questo insuccesso: o i miei coetanei non usavano il pc, oppure pur utilizzandolo non erano utenti di quel Social Nerwork.
Fortunatamente dopo circa un annetto e numerosi tentativi, qualcuno cominciai pure io a ritrovarlo.
Questa mia ricerca, questo desiderio di recuperare vecchie amicizie e conoscenze, non era e non è dettato dalla curiosità o dalla moda del momento, si tratta piuttosto di un tentativo di "ricostruire" il mio passato, la mia storia, da un certo punto di vista molto frammentata.
Per una serie di motivi diversissimi tra loro, in 55 anni di vita ho cambiato casa dieci volte, la maggior parte delle quali ha comportato trasferimenti in paesi e città diverse, spesso in provincie diverse, quindi compagni delle elementari e amici di quel periodo in un posto, scuole medie e inizio superiori in un altrio, ultimi anni di scuole superiori ed università ancora da un'altra parte, vita matrimoniale in una località ancora diversa e vita attuale in tutt'altro luogo.
A differenza di molti, oggi non frequento amicizie di vecchia data, non ho amici con i quali posso dire di essere cresciuto e con i quali condividere ricordi ed esperienze, tutti fatti vivissimi nella mia memoria, fortunatamente...
Sì, la memoria... forse il dono più grande ricevuto da Madre Natura.
Tutto ciò che vivo, sento, leggo, vedo, finisce per essere inevitabilmente registrato e catalogato, come nel più capace degli hard disk, gestito da un potentissimo pc, che permette in qualsiasi momento, anche con l'inserimento di un dato casuale, di recuperare informazioni, nomi, luoghi, date, visi, immagini... ma anche emozioni, stati d'animo...

In uno dei tanti spostamenti, mi ritrovai a vivere sulle sponde di uno dei nostri meravigliosi laghi lombardi, vi rimasi quattro anni, proprio all'inizio della fase adolescenziale, dai 12 ai 16 anni.
Ricordo quel periodo come uno dei più felici e spensierati della mia vita... il ritrovarsi con gli amici, la prima compagnia, il motorino e... il primo amore!

Avevo avuto il permesso di trascorrere la sera dell'ultimo dell'anno con gli amici, avevo 13 anni ed era la prima volta che lo festeggiavo fuori casa e mi fu concesso perché la serata era stata organizzata dall'oratorio maschile e da quello femminile sotto la stretta sorveglianza dell'anziano parroco e delle suore.
Il sacerdote ci aveva messo a disposizione l'ampio salone dove ci si ritrovava d'inverno a giocare a biliardo o a ping pong e l'uso del giradischi... noi ci eravamo portati i dischi da casa.
Ci permise anche di ballare, ma a distanza di sicurezza... ovvero la ragazza con le braccia distese e le mani appoggiate sulle spalle del "cavaliere" ed il ragazzo con le braccia altrettanto distese e le mani appoggiate sui fianchi della "dama".
Beh... oltre ad essere assolutamente ridicoli, era pure di una scomodità disarmante... fortunatamente ci pensarono le suore a "distrarre" un po' il parroco cinsentendoci cisì di ballare in modo decisamente normale.
Ma il colpo di genio l'ebbe la Madre Superiora quando verso le 22 riuscì a convincere il prete a ritirarsi nella sua camera al piano superiore, facendo leva sul fatto che la mattina seguente doveva dire messa presto e tranquillizzandolo in quanto ci avrebbe pensato lei con le altre sorelle a tenerci d'occhio.
Ci lasciarono ballare normalmente e ad un certo punto le suore, piuttosto aperte per l'epoca, ci insegnaroni il valzer.

Tra gli amici c'era una ragazza, Paola, con la quale prendevo la corriera per andare a scuola, eravamo in classi diverse visto che in quell'istituto le sezioni maschili e femminili erano separate, ma avevamo una bella amicizia. Aveva un anno più di me e dimostrava più della sua età, decisamente alta senza essere grassa aveva una coporatura che oggi si definirebbe "curvy".
Era venuta alla festa accompagnata da una sua amica che viveva vicino casa sua, una ragazza che non conoscevo e che non avevo mai visto in paese.
L'avevo notata subito quando arrivarono.
Era molto carina, portava una gonna lunga, sotto il ginocchio con degli stivali neri con un pò di tacco, come si usava negli anni '70, e un golf bianco a dolcevita, ma con il collo molto ampio e largo, lei era magra, alta come me, ma l'abbigliamento e quel poco tacco la slanciavano facendola apparire più alta, un viso molto bello, un bel sorriso, due occhi dolcissimie e i capelli raccolti.
L'amica comune ci presentò, si chiamava Daniela.
Passammo tutta la serata insieme e tranne un paio di balli o ero io ad invitarla o lei a cercare me.
Così, parlando, mi disse di avere 16 anni e di lavorare da circa un anno come sarta in una azienda tessile del paese. Era di tre anni più grande di me ed erano una bella differenza, anche perchè alla nostra età sembravano di più... la vedevo grande, di gran lunga diversa dalle mie coetanee... come si diceva allora, una signorina...
Però lei non si dava arie, non si atteggiava come facevano molte, era semplice, spontanea e molto dolce, con quei grandi occhi sorridenti.
Pure io dimostravo più della mia età, ero alto quasi come oggi, portavo i capelli lunghi e dovevo già radermi almeno un paio di vote a settimana.
A mezzanotte brindammo tutti insieme e poi uscimmo a bordo del campo di calcio dove i ragazzi più grandi avevano preparato un po' di fuochi, girandole e botti.
Lei aveva il suo bel maxicappotto sulle spalle e stava appoggiata a me che le tenevo un braccio attorno al fianco.
Mentre guardavamo si girò verso di me, mi fece ancora gli auguri di buon anno, poi sorprendendomi, mi sfiorò le labbra con le sue.
Mi sentii attraversare da un brivido e arrossii evedentemente imbarazzato, lei se ne accorse, mi accarezzò il viso e scappò nel salone infreddolita. Ballammo ancora e alla una venne mio padre a prendere me e il mio amico.
Sapendo che Daniela e la sua amica abitavano dalla parte opposta del paese e che avrebbero dovuto percorrere un tratto di provinciale a piedi, chiesi se potevamo accompagnarle.
Arrivati a casa loro scesi e salutai Daniela con un bacio sulla guancia dandoci appuntamento al bar della piazza per le 14.30. Risalito in macchina vidi il sorriso compiaciuto di mia padre:

"Complimenti... È la prima colta che esci la sera ed hai già fatto conquiste..."

"Dai papà, ci siamo conosciuti stesera... è solo un amica..."

"Come no..." intervenne il mio amico seduto dietro "ho visto quando vi siete baciati mentre guardavate i fuochi!"

"Ah... però..." esclamò papà.

"Eh sì..." riprese il mio amico "pensi che è pure più grande di lui..."

"Ecco, appunto... ha già 16 anni, figurati..."

"Beh" disse mio padre " non significa niente l'età... se è per questo la mamma ha tre anni e mezzo più di me..."

Lasciammo il mio amico che abitava a qualche centinaio di metri da casa mia e rientrammo. Salutai mia madre con un bacio e le augurai buon anno e mentre me ne andavo in camera mia, mio padre mi augurò la buonanotte:

"Buonanotte... Casanova!"

"Casanova...?" ripetè mia madre.

"Poi ti spiego..." rispose lui.

La mattina andai in piazza, al bar che era il nostro ritrovo e la notizia del "bacio" della sera prima era già di dominio pubblico.
I miei coetanei mi canzonavano, quelli dell'età di Daniela mi guardavano con una sorta d'invidia, mentre in quelli di 19/20 anni notavo una sorta di compiacimento che mi dimostravano con ampi sorrisi e pacche sulle spalle.
E finalmente venne il pomeriggio...

Ci incontrammo tutti e tre sempre al bar e dopo un po' che si chiaccierava, Paola approfittò del mommento in cui Daniela andò in bagno per chiedermi, quasi a bruciapelo, se la sua amica mi piacesse.

"Certo che mi piace, è molto bella..."

"Vorresti chiederle di diventare la tua ragazza...?

"Eh... sì, figurati... ha sedici anni, pensa se guarda me..."

"Ma se ieri sera avete ballato sempre insieme... e poi ho visto quando vi siete baciati..."

"Pure tu hai visto? Abbiamo dato spettacolo? E poi... baciati... mi ha fiorato le labbra con le sue..."

"Ma sei stupido allora... senti, stanotte è rimasta a dormire a casa mia e quando siamo andate a letto, abbiamo parlato della festa e lei mi ha raccontato di te... ha detto che sei simpatico, molto educato, che sembri più grande della tua età e che le piaci molto...

"Quindi...?"

""Quindi cosa...? Chiediglielo, ha detto che se glielo chiedi ti dirà di sì...!"

Ero frastornato e perso... come dovevo fare?
Non lo avevo mai fatto prima, come si chiede ad una ragazza di stare insieme? In che momento...?

"Senti Paola... io non so come fare... quando torna io vado a mettere tre dischi e tu glielo chiedi per me..."

"Certo che tra tutti e due... mamma che imbranati... vabbè... ci penso io..."

Quando Daniela rientrò io mi diressi al juke-box e mentre sceglievo le canzoni vidi che Paola le stava parlando.
Scelsi alcune canzoni che avevamo ballato la sera prima: Angie dei Rolling Stone, selezione D1... lo ricordo perchè notai che corrispondeva all'iniziale del suo nome e al numero del giorno, poi Il mio canto libero di Battisti e Alone again di O'Sullivan.
Diventarono la colonna sonora della nostra storia, Angie in modo particolare... quella fu l'unica volta in tutta la mia vita in cui una canzone si "legò" ad una ragazza.
Quando tornai a sedermi Paola chiese cosa volevamo bere e andò subito ad ordinare, lasciandoci soli...
Daniela mi prese le mani.

"Se vuoi una risposta la domanda devi farmela tu..." disse sorridendomi.

Avevo il cuore che mi scoppiava e la salivazione azzerata, ma mi feci coraggio.

"Daniela... vuoi diventare la mia ragazza?"

"Sì..."

Le strinsi forte le mani e lei le mie...
Lo so, sembra una cretinata, ma allora funzionava così, le cose non erano mai scontate... si chiedevano e si sperava nella risposta.
Più tardi ci raggiunse Sandra un'altra nostra amica che era stata alla festa della sera prima e tutti e quattro andammo a fare una passeggiata in riva al lago, sulla spiaggetta.
Poi Daniela propose di salire al Castello per vedere il panorama.
Il paese aveva una collinetta, alla sommità della quale sorgeva un castello della fine del '500, proprietà di una famiglia di nobili milanesi, ci si arrivava percorendo una stradina piuttosto ripida fatta di ciotoli, sulla quale poteva transitare una macchina alla volta tanto era stretta. Arrivati in cima si creava uno slargo, a destra il muro di cinta con al centro una torre e il portone di ingresso e di fronte, sul alto sinistro, due panchine, a un metro circa dalla balaustra di legno.
Da li si ammirava la vegetazione che degradava verso il basso e tra le piante si vedeva il panorama del lago. Nelle giornate serene e limpide si scorgeva anche la riva opposta.
Una volta arrivati mi accomodai sulla prima panchina e Daniela mi si sedette in braccio, Sandra e Paola andarono sull'altra.
Daniela era infreddolita, era il 1º gennaio, la giornata era bella, ma l'aria molto fredda, appoggiò la testa vicino alla mia, ci sfiorammo le guance con le labbra e ci trovammo con le bocche attaccate... lei dischiuse leggermente le labbra e sentii la sua lingua insinuarsi nella mia bocca... era il mio primo bacio... dopo un attimo di stupore, mi lasciai andare ricambiando quel primo dolce e appasdionato bacio.
Non so quanto durò, quando ci staccammo sentimmo un applauso... le nostre amiche se ne stavano in piedi dietro di noi battendo le mani come due stupide...

"Bravissimi, questo si che è un bacio come si deve... non quello di ieri sera...!" disse Paola ridendo.

"Meglio che li lasciamo soli, non credo che uno gli basti... ragazzi ci vediamo tra un'oretta davanti alla chiesa..." commentò Sandra salutandoci e avviandosi con l'amica sottobraccio.

E in effetti fu così, passammo quell'ora a baciarci in continuazione.
Poi ci ritrovammo come d'accordo e ci avviammo verso casa loro facendo una strada secondaria per evitare la statale. A metà percorso salutammo Sandra che era arrivata e proseguimmo. La stradina sbucava ad un centinaio di metri dal gruppo di case dove abitavano Daniela e Paola. Ci fermammo e la salutai baciandola un'altra volta, con la nostra amica che sbuffava e ci chiedeva se per caso doveva reggerci pure il moccolo.
La sera a cena mio padre mi chiese se l'avessi incontrata.

"Certo, abbiamo passato il pomeriggio insieme, e siccome so che me lo chiederai... sì stiamo insieme..."

"Bene" disse mia madre "almeno adesso so perchè da ieri sera hai quell'espressione trasognata...!"

Io ero a casa per le vacanze di Natale e lei era in ferie, avrebbe ricominciato a lavorare il lunedì successivo, l'8 di gennaio, per cui riuscimmo vederci tutti i giorni. Ci incontravamo al bar io, lei, Paola e spesso si aggregava anche Sandra. Si andava a passeggiare fino al porticciolo, poi sulla spiaggetta e infine salivamo al Castello verso le 17. Restavamo soli per un'ora, era diventato il nostro rifugio segreto. Quando arrivò domenica ci rattristammo al pensiero di non poterci vedere per tutta la settimana, ma lei promise di scrivermi, purtroppo non aveva il telefono e quindi non c'era altra possibilità, visto che lavorava tutto il giorno ed era impensabile vedersi la sera.
La mattina seguente Paola mi consegnò una lettera da parte di Daniela, alla quale risposi la sera stessa recapitandogliela tramite la nostra amica che a breve divenne la nostra "postina". Lei mi scriveva la domenica, il martedì ed il giovedì, io rispondevo il martedì, il mercoledì ed il venerdì. A volte capitava che dopo cena andasse a casa di Paola e allora approfittava per un saluto veloce al telefono, oppure riuscivo io ad aspettarla quando usciva dal lavoro, giusto il tempo di un saluto e un bacio.
Durante la settimana Paola compiva gli anni e ci invitò per il venerdì sera a casa sua per festeggiare.
Conobbi la mamma di Daniela, di tre anni più grande della mia, ma per atteggiamenti, modo di fare e vestire sembrava mia nonna. Era una donna piuttosto severa, mentre il padre, al contrario, pur essendo più grande era una persona mite, invalido del lavoro.
Quando mi presentai, mi strinse la mano chiedendomi se ero il ragazzo di Milano e quando risposi di si, non mi rivolse più la parola e con sguardo serio, prima di andarsene, guardò freddamente la figlia dicendole:

"Mi raccomando, stai attenta... ci siamo capite vero?"

Mi vedeva come il ragazzo di città, che evidentemente riteneva, in quanto "cittadino" poco serio ed affidabile... confesso che mi infastidì molto questo suo pregiudizio.
Poi venne Carnevale e ancora ci ritrovammo da Paola, così come per la finale del Festival di San Remo... non le avrebbe mai permesso di venire a casa mia di sera, neanche in compagnia delle amiche. Ma ci venne lo stesso una domenica pomeriggio, con Paola e Sandra. Mio fratello più piccolo aveva un anno e mezzo e volevano vederlo, così le invitai. Per l'occasione mio padre comprò i pasticcini e mia madre preparò la sua fantastica torta di mele e il tè.
Daniela e i miei genitori si piacquero al volo, lei li trovava molto giovanili ed alla mano, simpatici e allegri ed allo stesso modo mio padre e mia madre la ritenevano oltre ad una gran bella ragazza, anche una persona seria e responsabile, molto educata, una senza grilli per la testa.
Certo tutti e due mi dicevano che era una cosa da ragazzi, di non lavorare troppo con la fantasia, di vivere questa cosa in modo sereno e disincantato.
Sereni e felici lo eravamo di sicuro, stavamo davvero bene insieme, ma i nostri sogni ad occhi aperti li facevamo eccome, pensavamo a quando saremmo stati più grandi, alle cose che ci sarebbe piaciuto fare insieme, sognavamo di viaggiare, di vedere tanti posti, di andare a New York, di poter stare sempre insieme. La panchina affacciata sul lago era la nostra finestra sul mondo, sul futuro...
Quando eravamo li, soli, stretti nei nostri baci, tutto ci sembrava possibile, a portata di mano...

Ormai eravamo diventati una sorta di "star" vista l'anomalia dell'età. Allora era sempre il ragazzo ad essere più grande di almeno due/tre anni, infatti mentre quelli della mia età rispetto a me erano più bambini e manco se la sognavano la ragazza, quelli di 16/17 erano accoppiati con ragazze di 13/14 mentre le ragazze coetanee di Daniela avevano ragazzi tra i 18 e i 20 anni.
Proprio per questo motivo spesso, al bar, eravamo in loro compagnia. Due sue ex compagne di scuola erano "fidanzate" una con un ragazzo di quasi 19 anni e l'altra con uno di 20 che abitava nella villetta a fianco della mia, con il quale ero diventato molto amico, nonostante la differenza d'età.
Lui era il ragazzo più ambito da tutte le ragazze del paese e della zona ed era il mito (alla Fonzie) di tutti i ragazzi, soprattutto di quelli più giovani, quindi era anche il mio mito.
Tutti lo chiamavamo Erik e lui diceva sempre che se c'era un mito quello ero io, visto che potevo "competere" con i "grandi"...
E poi scherzava sempre con gli amici e le relative ragazze.

"È meglio che ce lo facciamo amico e lo teniamo buono, sennò ci frega tutte le ragazze...!"

Fu proprio un sabato pomeriggio che con la sua ragazza ci invitò per la settimana successiva ad uscire con loro a mangiare una pizza con altre coppie della sua compagnia, della quale ormai, io e Daniela facevamo parte a tutti gli effetti. Accettammo subito, anche se poi parlandone noi due con Paola e Sandra ci rendemmo conto che c'era il problema di sua madre che non gli avrebbe mai dato il permesso di uscire la sera con il sottoscritto. Paola che faceva un po' la "zia" disse che avremmo trovato una soluzione anche se nè io nè Daniela immaginavamo come avremmo potuto fare.
Il giorno dopo, domenica, lei e le amiche vennero a casa mia, sapeva che pochi giorni prima mia mamma aveva compiuto 41 anni, le aveva comprato un mazzo di fiori e voleva farle gli auguri. Mentre prendavamo il tè mia madre e mio padre ci sentirono parlare dell'uscita del sabato successivo. Sentito qual'era il problema, mamma si offrì di telefonare ai genitori di Daniela per chiedere loro il permesso e rassicurarli.

"No signora, non lo faccia o finisce che mia madre non mi lascia uscire più neanche di giorno... la ringrazio ma è meglio evitare..."

"Potremmo dirle che andiamo a mangiare la pizza tu, io, Sandra e Ornella, l'abbiamo già fatto no?" suggerì Paola.

"Sì, però sai che poi mia madre chiede alla tua se è vero e sente anche le loro mamme... vi tocca uscire, ma poi che fate? È un'uscita tra coppie..."

La soluzione la suggerì mio padre:

"Allora facciamo così, uscite tutte insieme e venite qui, quando Erik arriva con la sua ragazza, Gianluca e Daniela vanno con loro e voi tre rimanete ospiti da noi per cena... a noi farebbe davvero piacere..."

"Anche a noi..." disse subito Paola seguita a ruota da Sandra.

"Ad Ornella lo dico io domani pomeriggio..." aggiunse mia madre.

Ornella era una ragazza che abitava a qualche centinaio di metri da casa nostra, lavorava in Posta, ed era stata compagna alle medie con Daniela. Avendo i pomeriggi liberi, un paio di volte la settimana veniva a casa nostra ad aiutare mia madre, che oltre al sottoscritto e a mio fratello piccolo, aveva altri due figli nel mezzo, uno di 9 anni e l'altro di 7.
Daniela si alzò e diede un bacio su una guancia di mio padre...

"Lei è veramente un angelo... e tu Gianluca sei davvero fortunato, hai due genitori splendidi..."

Verissimo, sono stato davvero fortunato, ho avuto due genitori incredibili e meravigliosi, mio padre in modo particolare... è stato papà, fratello, amico, complice, ha saputo condividere le mie passioni ed i miei interessi, abbiamo lavorato insieme fino alla fine, arrivata troppo presto, 23 anni fa a soli 56 anni.
Aveva il grande desiderio di avere una figlia, ma i suoi cromosomi decisero diversamente dandogli quattro maschi.
Daniela era la prima ragazza che entrava in casa mia e papà la trattava e considerava quasi una figlia, è sempre stato così con le mie ragazze e le mie amiche... aveva mille attenzioni e premure per loro e non a caso tutte stravedevano per lui.

Il giorno dopo mamma parlò con Ornella che accettò con entusiasmo e così la settimana passò come al solito, con le nostre lettere e nell'attesa del sabato che finalmente arrivò.
Erik andò a prendere Elena, la sua ragazza, andò incontro a Daniela ed alle altre amiche e mi raggiunsero a casa dove Ornella era arrivata per prima.
I miei avevano preparato gli aperitivi e poco prima di uscire papà mi prese in disparte e mi diede 5.000 Lire.

"Mi raccomando, quando portano il conto, la parte di Daniela pagala tu... è la prima volta che esci a mangiare con una ragazza, ricordati anche per il futuro che deve sempre essere l'uomo a pagare, non permettere mai che sia lei a farlo, non è elegante, non è da cavaliere..."

Poi ci salutò augurandoci una buona serata e buon divertimento.

"Comunque ci divertiremo anche noi qui a casa... non immaginate neppure cosa vi perdete...!"

Fu una serata fantastica, la mia vera e propria prima uscita.
Avevano prenotato in una pizzeria molto caratteristica in un paese ad una decina di chilometri di distanza, con una bellissima veranda sul lago. Fu tutto perfetto e Daniela rimase molto sorpresa quando volli pagare la sua parte. Dopo la pizza andammo in un bel locale sul lungolago dove suonavano e si poteva ballare e verso le 23.30 ci avviammo verso casa, visto che le ragazze dovevano rientrare per mezzanotte.
Da casa mia usciva musica e risate e una volta entrati trovammo le nostre amiche intente a ballare il boogie con mio padre e mia madre. Erano tutte euforiche e non facevano che fare complimenti ai miei per la simpatia e la bella serata. Paola poi non faceva che ripetere quanto fosse giovanile e spiritoso mio padre.
Ripensandoci, ricordo che io lo vedevo grande, un uomo in tutto e per tutto, ma in fondo, anche se aveva già quattro figli, aveva solo 37 anni e tutto era tranne che vecchio, anzi...
Papà si offrì di riaccompagnare Ornella e Sandra, mentre io e il mio amico avremmo riaccompagnato Elena, Daniela e Paola.
Mentre andavamo a prendere le auto propose a me e ad Erik di trovarci in piazza per il "bicchiere della staffa".
Accompagnammo le ragazze e arrivati al bar trovammo papà che ci aspettava ridendo e scherzando con gli altri ragazzi che erano usciti con noi.

"Ci scusi per il ritardo" disse subito EriK "ma l'Alain Delon del lago si è attardato con il bacio della buonanotte..."

Mio padre era astemio, ma una volta ogni tanto e se era in compagnia una grappa la prendeva volentieri e il mio amico fece altrettanto... io ordinai una birra piccola...

"Una birra...?" disse papà.

"Beh... l'ho bevuta anche mangiando la pizza... ed era pure media... che facevo? L'unico che beveva la Coca-cola... dai...!"

"In effetti..." disse sorridendo "basta che non diventi un'abitudine... e vediamo di non dirlo a tua madre... a proposito dalle un colpo di telefono per dirle dove siamo sennò si preoccupa!".

Tra una battuta e l'altra iniziammo pure una sfida al flipper scoprendo che papà era bravissimo... soprattutto dopo la terza grappa...!
Erik volle pagare il conto a tutti i costi, per ringraziarlo dell'aiuto e della compagnia.
E fu così che il giorno dopo l'argomento di conversazione furono i miei genitori, papà in particolare che ormai era diventato l'idolo dei miei amici e delle mie amiche, tanto che sia Daniela che Elena ed Erik dissero che sarebbe stato bello passare una serata con i miei...!
Cosa che accadde una ventina di giorni dopo e che ancora ricordo come uno dei momenti più belli della mia vita, vissuto con papà...
Intanto le settimane passavano, tra le lettere, gli incontri al sabato e la domenica, le passeggiate e i baci sulla panchina del castello, a sognare, fare progetti... non avevo mai pensato che tra noi potesse finire...
Lei era la mia certezza, rappresentava il mio presente ed il mio futuro... era un amore innocente, puro, senza gelosie, mai una discussione o un'incomprensione.
Non ci fu nulla se non i baci e qualche timida carezza sul seno... eravamo felici, tanto...
Con Erik eravamo diventati amici inseparabili... durante la settimana spesso uscivamo insieme, la domenica mi dava sempre un colpo di clackson e mi dava un passaggio in paese. Fu lui un anno dopo ad insegnarmi ad andare in moto, e la domenica lui Elena, Daniela ed io uscivamo quasi sempre insieme, o al cinema o a fare dei giri nei vicini paesi che si affacciavano sul lago. Aveva la fiducia incondizionata di mio padre che oltre a trovarlo simpatico lo riteneva un bravo ragazzo molto responsabile e se uscivo con lui a casa erano tranquilli.
E arrivò il mese di maggio, sabato 19 maggio.
Il giorno prima ero andato dal parrucchiere, portavo i capelli lunghi e mio padre da tempo insisteva perchè li tagliassi... in effetti erano cresciuti molto così mi decisi.
Quando ci incontrammo Daniela mi guardò subito stranita...

"Ma cosa hai fatto ai capelli...?"

"Che ho fatto? Niente... li ho solo tagliati..."

"Ma erano bellissimi... non dovevi..."

"Vabbè... erano un po' troppo lunghi... e poi dov'è il priblema... tanto ricrescono no?"

Quel giorno non era come gli altri, era distaccata, quasi distratta, tanto che volle che Paola e Sandra salissero con noi al castello...
Ci baciammo solo un paio di volte, ma lei era piuttosto fredda... continuavo a chiederle che avesse, ma cercava sempre di evitare di rispondermi. Mentre la riaccompagnavo a casa ci fermammo lungo la strada su una panchina, era irrequieta, provai ad abbracciarla, ma si ritrasse bruscamente, tanto che Sandra la riprese piuttosto duramente.

"Oh... ma si può sapere che ti è successo? Quando siamo uscite non avevi niente e poi boh... è tutto il pomeriggio che stai sulle tue... sei di un'antipatia micidiale... che cavolo ti è successo...?"

"Allora ho ragione" contiunai io "non ti ho mai vista così, si può sapere cos'hai? Cosa ti ho fatto?

Mi guardò come se mi vedesse per la prima volta in quel momento.

"Hai tagliato i capelli... ecco cos'hai fatto...!"

"E allora?"

"Allora ti lascio ecco..."

"Ma ti sei rincretinita...?" esclamai incredulo.

Lei si voltò di scatto facendo partire un ceffone che se Paola non avesse bloccato, mi avrebbe staccato la testa.

"Ma tu sei tutta scema..." sbottò l'amica "non si può lasciare un ragazzo perchè ha tagliato i capelli... e poi cerchi pure di prenderlo a sberle... tu sei fuori...!

Daniela si alzò mi guardò e mi chiese scusa per il gesto, ma disse che quella era la sua decisione e lentamente si riavviò verso casa. La seguii, con le mie amiche, stranito e incredulo... mi sembrava di sognare. Così senza dire una parola arrivammo al punto dove eravamo soliti salutarci.

"Ciao..." disse dandomi un bacio sulla guancia e si allontanò. Fu l'ultima volta che sentii la sua voce. Sandra e Paola volevano riaccompagnarmi, ma dissi loro di stare tranquille, non era necessario e poi avevo bisogno di stare solo. Ripercorsi la strada, lentamente, senza pensieri precisi in testa. Per tornare a casa dovevo per forza passare dalla piazza e li incontrai Erik ed Elena che capirono subito che c'era qualcosa che non andava.

"Daniela mi ha lasciato..."

"Ti ha lasciato...? E perchè?" mi chiese Elena molto sorpresa.

"Perchè ho tagliato i capelli..."

"Per i capelli...? Ma quella è deficiente...!"

"Elena... per favore..." la interruppe Erik.

"Si, si... va bene... comunque con 'sta... ci parlo io..."

"Lascia stare Elena, non serve... per me la cosa si chiude qui, a che serve parlarle? A farle cambiare idea? Adesso non sta più bene a me, sono deluso, essere mollato perchè ho tagliato i capelli e non le piaccio più... non esiste... se non fosse che è capitato a me ci sarebbe da ridere..."

Erik mi diede una pacca su una spalla e mi invitò a fare quattro passi. Ci ritrovammo in riva al lago.

"Non te la devi prendere" mi disse "non ne vale la pena, credimi, sono cose che prima o piu capitano a tutti, è capitato anche a me e non solo una volta e ti capiterà ancora, verrai lasciato, sarai tu a lasciare, succede, fa parte delle esperienze. Adesso la cosa che ti mancherà di più saranno le abitudini che per forza di cose cambieranno..."

"Mi sento uno schifo Erik, come si mi avessero tirato una mazzata in testa e poi essere piantati per un motivo così stupido..."

"Guarda che non esistino motivi stupidi o intelligenti... se anche ti avesse dato un'altra giustificazione per te sarebbe stato comunque stupido non ti pare? Adesso ti sembra la fine del mondo, ma non è così, non è la fine, ma l'inizio di un nuovo capitolo della tua vita, ci saranno altre Daniela, nuove esperienze... in paese ci sono diverse ragazze che ti girano attorno, solo che sino ad oggi, giustamente, avevi occhi solo per la tua ragazza e non te ne sei accorto, ma da domani guarda in giro e vedrai... E poi hai tanti amici oltre a me... stasera con gli altri, senza le ragazze andiamo al boowling, sei dei nostri ok? Ci penso io a chiederlo a tuo padre..."

Ritornati al bar andammo ad accompagnare Elena poi tornammo a casa. Io ero piuttosto a terra, così Erik salì da me e spiegò ai miei cosa era successo e dissea mio papà che voleva portarmi con gli altri al boowling. Non ci fu problema ad avere il permesso. Passai una bella serata, Erik e la compagnia riuscirono a farmi distrarre e a farmi vedere le cose da un punto di vista meno "tragico".
Il giorno seguente, domenica, uscii e andai al bar come sempre, non so se con la speranza o meno di rivederla... ovviamente non c'era, ma trovai le mie amiche ed Elena che cercarono di consolarmi, ero piuttosto avvilito, ma le parole del mio amico mi avevano dato un grande aiuto nel vedere le cose in modo più realistico.
Dopo la prima sertimana cominciai ad abituarmi ad una realtà diversa e a guardare anche le altre ragazze con occhi più... "Interessati".
Ci furono diverse altre storie in quel periodo della mia vita e non rividi più Daniela.
Così come dal nulla era entrata nella mia vita, nel nulla scomparve.
Paola era la mia amica del cuore, ci vedavamo sempre, ma non parlammo mai più di lei.
Poi tre anni dopo quegli avvenimenti ci trasferimmo a Milano... cambiamento traumatico, dal lago alla vita di città non fu semplice, soprattutto trovai grande difficoltà a rapportarmi con le ragazze, molto più frivole e snob rispetto a quelle che avevo conosciuto sino a quel momento.
Rimasi in contatto sia con Erik che con Paola e un annondopo, alla fine delle scuole, tornai sul lago, ospite del mio amico per tre giorni.
Fu proprio al mio arrivo con il treno che, percorrendo a piedi il viale della Stazione vidi passare una Vespa alla guida della quale riconobbi il fratello maggiore di Daniela e seduta dietro... lei. Lo scooter andava piano, quindi ci gu il tempo di incrociare lo sguardo e, una volta che mi ebbero superato mi voltai e vidi che lei aveva fatto lo stesso, alzando la mano in un cenno di saluto. Era ancora più bella di come la ricordassi, una bellissima ragazza di 20 anni.
È l'ultima "immagine" che ho di lei.
Trascorsi tre giorni fantastici dove ritrovai tutti gli amici e le amiche che mi accolsero con simpatia e affetto.
Rientrato a Milano rimasi in contatto ancora per un po' con Erik e Paola, poi come spesso accade, le vite si separano e ognuno prosegue per la sua strada.

Di quel periodo ho un bellissimo ricordo, furono anni di serenità, spensieratezza, divertimento e di mille esperienze alle quali ho sempre ripensato con piacere, così come spesso ho ripensato a quel mio lontano primo amore. Di certo i mesi passati con Daniela hanno segnato e non poco la mia vita ed il mio modo di essere. Da allora, tranne due o tre volte, ho avuto sempre relazioni con ragazze e donne più grandi di me, mi è rimasta la passione per la scrittura e la fissa dei baci, quello che all'epoca noi chiamavamo "limonare" e che oggi si definisce FK, "french kiss" (chissà poi perchè "alla francese"...) e non ultimo... i capelli...! Mai stato vanitoso, non mi interessa che diventino grigi e bianchi, ma mi da un fastidio tremendo perderli e purtroppo ne ho persi davvero tanti... troppi accidenti...!

Sono passati oltre quarant'anni, un'eternità, una "distanza" incolmabile, ma la vità è imprevedibile, sempre...
Circa una settimana fa, dopo un po' che non accedevo al mio profilo Facebook, ho trovato una richiesta d'amicizia e un messaggio privato.
Come ho letto il nome ho avuto un tuffo al cuore... la mia veccha amica Paola! Ho subito guardato le sue foto ed è rimasta esattamente come la ricordavo... sempre "curvy" con quel sorriso inconfondibile, certo il viso ora è quello di una donna, ma senza rughe... in una fotografia del suo ultimo compleanno poi, è come se davvero per lei il tempo si fosse fermato.
Nel messaggio chiedeva di me, dei miei genitori... vedendo che era online, dopo aver accettato la sua richiesta, abbiamo iniziato a chattare e ci siamo scambiati il numero di cellulare.
L'ho chiamata subito, riconoscendo immediatamente la voce, allegra e squillante. Ci siamo raccontati un po' delle nostre vite, ricordato i vecchi amici che abitano ancora nel paese o nei dintorni finché, inevitabilmente, le domandai dell'amica.

"Ricordi Daniela vero? Abitava vicinissimo a te, è stata la mia ragazza per quattro mesi e tu ci facevi da postina con le nostre lettere... la senti ancora? Sai che fine ha fatto?"

"Ti lasciò perché avevi tagliato i capelli, ricordo benissimo, ricordo tutto... certo che la sento ancora, ci sentiamo sempre e ci vediamo almeno una volta alla settimana... sono stata la sua testimone di nozze e lei la mia... ha una figlia grande che si è sposata da poco, mentre io non ne ho avuti.
Se guardi tra le mie amicizie, la trovi, così puoi vederla, si è iscritta da circa un'anno...."

Così, mentre parlavo con Paola, iniziai a cercarla... la trovai quasi subito... a differenza della nostra amica è cambiata molto.
Paola se l'avessi incontrata per strada l'avrei riconosciuta all'istante... Daniela no...
La ragazza alta, magra, slanciata, con i capelli raccolti ha lasciato il posto ad una donna di 58 anni, che dimostra tutti i suoi anni, anche lei "curvy" per non dire appesantita, con i capelli più lunghi e gli occhiali... solo su una foto, guardandola con attenzione, ho riconosciuto il taglio della bocca ed il sorriso.
Paola ha confermato il fatto che ha avuto un grande cambiamento, come il sottoscritto d'altronde, anche se sentendo la mia amica, nonostante gli anni, gli occhiali, qualche chilo in più e molti capelli in meno, sono rimasto riconoscibilissimo.
Mi ha raccontato che Daniela è andata in pensione lo scorso anno, dopo 42 anni di lavoro come sarta, nella stessa azienda tessile di allora...!

"Mi piacerebbe, contattarla, mandarle un saluto... ma magari non si ricorda neanche più di me, o non vuole essere disturbata, potrebbe non avere piacere di salutarmi... forse è meglio che me la saluti tu prima, poi se le va possiamo contattarci su Facebook o al telefono, se la vedi tutte le settimane... me lo faresti questo piacere...?"

"E chi l'avrebbe detto che dopo tutti questi anni sarei tornata a fare la postina? Ora è in vacanza in montagna, ma come rientra ci penso io... E guarda che si ricorda benissimo... ci è capitato spesso di ricordare quegli anni e di parlare di te... piuttosto, sarebbe bello organizzare qui una bella rimpatriata di tutti gli amici, che ne dici? Ci proviamo?"

"Volentieri, mi piacerebbe davvero molto..."

Così siamo rimasti d'accordo di provare ad organizzare questo incontro l'ultima quindicina di settembre. Intanto ci mandiamo msg su Facebook o sul cellulare, in attesa che riveda Daniela.

Un altro tassello di quell'incasinatissimo puzzle che è la mia vita, un'esistenza piena, dalla quale ho avuto sicuramente molto, ma alla quale ho anche dato tanto, ho pagato tutto, gioie e dolori ed oggi sto cercando di fare un po' di ordine. Non è facile, soprattutto perché ci vuole tempo e tranquillità, due cose che non ho... i probemi legati al lavoro, le grandi difficoltà economiche di questi ultimi anni, la mia situazione familiare, certo non mi aiutano, anzi...
Questo 3d l'ho scritto di notte, in questi giorni, quando non riesco a prendere sonno o mi sveglio senza più riuscire ad addormentarmi.
Avrei bisogno di un po' di calore, di una bacio, una carezza... non potendo avere niente di tutto questo da chi mi sta vicino, non potendo neppure "comprare" un'ora di piacere, di sogno... non mi restano che i ricordi, i pezzi di questo rompicapo da far combaciare, per continuare a lottare ed andare avanti...

ACE COOPER
Ho letto con trepidazione tutta la tua storia e ti dico che un po' mi ci ritrovo. Un ringraziamento per aver investito tutto questo tempo nello scriverla.
Grazie Lavazza035
 
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Ciao @AceCooper,
confesso che nel leggere il titolo del thread, ho temuto di trovarmi invischiato nelle atmosfere cupe e misteriose tipiche dell’omonimo film interpretato dal grande Toni Servillo ….. ed invece è stato un dolce, romantico ed affascinante tuffo nel passato, poiché anch’io ho pressapoco la tua età. Ascoltavamo le stesse canzoni ed in comune avevamo anche la stessa imbranata “ innocenza “ che ci faceva sentire ganzi già solo per un bacio dato e ricevuto.
Complimenti, bellissimo storia raccontata magnificamente, tant’è che per me è stato facile immedesimarmi, ed è questa la capacità che hanno i grandi scrittori : rendere la storia talmente viva e palpabile, che è facile diventarne il protagonista, nel leggerla.
Chapeau, coltiva questa tua indubbia dote, e sopratutto un grosso in bocca al lupo , affinché anche tu possa trovare il tuo “ angolo “ di Paradiso 🤗
P.S. Non ci farai mica lo scherzo di non raccontarci poi com’è andato il rendez- vous, vero ? 🤔
 
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Grazie per le belle parole che hai voluto spendere per commentare quanto ho raccontato. Mi fa piacere che tu abbia vissuto quei tempi e quelle emozioni. Eravamo più imbranati certo, ma vero!

P.S. di quale randez-vous parli? 😳
 
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Così siamo rimasti d'accordo di provare ad organizzare questo incontro l'ultima quindicina di settembre. Intanto ci mandiamo msg su Facebook o sul cellulare, in attesa che riveda Daniela

Di questo.
 
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@AceCooper un racconto di vita vera molto pittoresco e coinvolgente, e molto vicino al mio modo di pensare, forse anche perché certe atmosfere le ho vissute anche io, avendo più o meno la tua stessa età.
Quella dei capelli lunghi è sempre stata poi anche una mia fissa, fin da piccolo, e una lotta continua in famiglia per farmeli tagliare.
Solo a militare ho dovuto rassegnarmi al taglio tattico. :ROFLMAO::ROFLMAO::ROFLMAO:
Ancora oggi a 65 anni porto i capelli lunghi, quelli rimasti... :ROFLMAO::ROFLMAO::ROFLMAO:
E mio padre, che ha 92 anni mi lascia ancora pagato dal barbiere, nella speranza che io ci vada, speranza vana!
Scrivi molto bene, con pathos ed eleganza, e sai rendere il racconto avvincente.
Ci rimane sempre alla fine il dubbio di @Sergio65 e vogliamo sapere come è andata poi a fine la storia.
Ho trovato questa "chicca" avendo letto e risposto all'altro tuo più recente scritto, pieno di amarezza per le vicende della tua vita, e per trovarti in questo momento sostanzialmente solo con te stesso a leccarti le tue ferite.
Sei una persona splendida e, francamente, fossi una donna ci farei un pensiero... :ROFLMAO::ROFLMAO::ROFLMAO:
E' bello poi saper fissare, un tempo sulla carta, e ora su un documento word (o altro) gli attimi più belli della nostra esistenza, quelli da ricordare con maggiore affetto e nostalgia.
Abbiamo avuto la fortuna di vivere in un'epoca in cui si viveva veramente, e i rapporti erano diretti e ti giocavi tutto con il tuo comportamento, con i tuoi gesti, con un taglio di capelli. :ROFLMAO::ROFLMAO::ROFLMAO:
Forse se ci fossero stati già i cellulari sarebbe stato diverso, forse con WA avresti recuperato Daniela e forse adesso pubblicheresti altro.
In ogni caso hai condiviso una bellissima storia e l'hai resa immortale.
 
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