L'arte di cacarsi il cazzo....( copiato integralmente da un blog )

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Il cacamento di cazzo: esiste concetto più nobile?
Il cacamento di cazzo è un po’ come uno spirito antico insito in ognuno di noi, molto spesso sopito, ma che scalpita e si fa sentire nei momenti in cui la noia, il fastidio e l’irritazione si fanno largo.
Quando questi tre demoni pungolano la vostra quiete, ecco che arriva il cacamento di cazzo: si muove dentro di voi, si agita, sgomita, sino a quando non prende il sopravvento e voi esplodete in una esclamazione di sanissima intolleranza. Tipo: “Ma sai che ti dico? Ma chi cazzo me lo fa fare di ascoltare le tue stronzate? Sai che c’è, io me ne vado… tu resta pure qua e continua a parlare!”
Toni Servillo è diventato il nuovo emblema dell’arte di cacarsi il cazzo, al grido di “Ma vafanculo ‘sta cretina!”
Cacarsi il cazzo è un concetto nobile e profondo, con radice antichissime, e che ha permesso di vivere la vita in modo semplice e sereno. Secondo due principi molto semplici:
1) Sto bene con te, resto
2) Mi caco il cazzo, me ne vado (e se provi a trattenermi ti mando pure affanculo)
Purtroppo un giorno è arrivato Voltaire con quella storia del non essere d’accordo con le idee ma difenderle comunque, con la tolleranza e altra roba del genere e così, ahinoi, ci siamo costretti a subire lunghi ed interminabili cacamenti di cazzo, senza mai farli esplodere.
E questo è un male per varie ragioni. Qui di seguito vi elenco le più importanti:
1) Quando evitiamo di dire a qualcuno che ci sta cacando il cazzo, questi si sentirà invogliato a continuare, quindi indirettamente gli diciamo: “Oh ma tranquillo, cacami il cazzo tutte le volte che vuoi. Ce l’ho proprio per questo”.
2) Se proviamo quella sensazione di enorme fastidio quando qualcuno ci caca il cazzo è perchè il corpo, la mente e lo scroto ci dicono che quella situazione non ci piace, ci annoia, ci infastidisce. Se lo ignoriamo ecco che arriva lo stress, la frustrazione e, infine, la depressione. Andate così da uno psicanalista che non capisce un cazzo di niente e vi dice non solo di accettare quell’emozione, ma anche di analizzarla per bene. Così il vostro cacamento di cazzo addirittura aumenta, per non parlare dei livelli che raggiunge quando vi rendete conto di quanto state pagando in psicanalisi. Quando, invece, sarebbe stato molto più sano ed economico un onesto vaffanculo.
3) Ma vi rendete conto di quanto tempo perdete quando non date retta al vostro cazzo cacato?
Mettiamo il caso che sono ad una cena e tutti parlando di Santoro, di Grillo, citano le vignette di Vauro, poi si scagliano contro Berlusconi, passano a Renzi e, infine, controllano il loro i-phone per vedere se ci sono commenti alle foto che stanno scattando della serata. Non so voi, ma in una situazione del genere io lascio andare il mio cacamento di cazzo e me ne vado. Sarà maleducato, sarà poco diplomatico. Ma qual è l’alternativa: stare per ore e ore con un gruppo di imbecilli, a parlare di altri imbecilli? Sò due ore della mia vita, le voglio impegnare come si deve, facendo cose più produttive: anche dormire in questo caso va bene. Ora pensate a tutte queste occasioni e fate il calcolo di tutto ciò che potevate fare se solo non fosse stati così teneramente tolleranti.
E ora pensate a cosa succedeva se vi cacavate il cazzo e ve ne andavate? Ore e ore di tempo da poter impiegare per tutte quelle cose che non avete il tempo di fare. E che vi fanno dire: “Oh, com’è triste la mia vita non ho il tempo per fare…” E così, a vostra volta, cacate il cazzo agli altri.
4) Tenete conto che il cacamento di cazzo è un atto naturale, sano e genuino. E quando vi sottraete ad esso il mondo diventa un posto peggiore perchè, come accennato sopra, vi trasformate a vostra volta in dei cacacazzo di dimensioni bibliche.
Insomma, il cacamento di cazzo è un concetto che ha le sue radici nello zen, nella capacità di mantenere equilibrio tra lo yng e lo yang (che poi sono concettualizzazioni dei vostri coglioni, reali o metaforici che siano). Il suo rispetto equivale al rispetto dell’ordine cosmico.
Chi diavolo vi credete di essere per non rispettare l’equilibrio stesso dell’universo?
 
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