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Premessa
Una mia zia anziana, non più autosufficente è assistita da una badante polacca. Questa badante ha una figlia di 22 anni che è venuta in Italia per il periodo estivo. Con questa ragazza che non conosce l'idioma italico e si esprime in inglese e tra noi è nata una amicizia, senza pulsioni sessuali da entrambe le parti. Dieci giorni fa la ragazza, dopo che non gli è venuto il ciclo, mi ha chiesto di comprargli un test di gravidanza, che ha dato esito positivo, pertanto abbiamo scoperto che è rimasta incinta e per sicurezza lo fatta visitare da un mio amico ginecologo, che ha appurato che è di 6 settimane. La ragazza non vuole portare avanti la gravidanza è mi ha chiesto un consiglio su come procurarsi l'aborto ed io ne ho parlato col mio medico di famiglia,il quale non essendo sicuro di quello che avrebbe dovuto dirmi perchè la paziente non è iscritta al servizio sanitario italiano, il mi ha giustamente consigliato di andare in un consultorio, dove mi potranno fornire tutte le informazioni del caso. Nel frattempo la ragazza ha informato la madre di essere rimasta incinta e di voler abortire. La madre dopo avergli fatto un inutile cazziatone gli ha ricordato che l'aborto in Polonia è un reato e che poi gli ha enunciato che se fosse andata in un ospedale italiano, il medico che gli avebbre provocato l'aborto, avrebbe poi dovuto segnalare la cosa all'ambasciata polacca che poi avrebbe informato le autorità competenti.
Ora lunedi abbiamo un appuntamento con il consultorio per capire cosa c'è di vero in questa storia di eventuali delazioni, ma io sono a porre 2 quesiti:
In Italia la donna che decide di abortire, nei termini e modi previsti dalla legge ha diritto alla segretezza sulla sua scelta è pertanto credo che nessuna autorità medica si possa permettere di segnalare la cosa a terzi.
Se un cittadino straniero, viene in Italia e fa un azione che in Italia non è reato, mentre nel suo paese è reato, può essere processato nel suo paese di origine?
Vi chiedo di non aprire un flame sull'aborto è di fornire possibili riferimenti di legge
Una mia zia anziana, non più autosufficente è assistita da una badante polacca. Questa badante ha una figlia di 22 anni che è venuta in Italia per il periodo estivo. Con questa ragazza che non conosce l'idioma italico e si esprime in inglese e tra noi è nata una amicizia, senza pulsioni sessuali da entrambe le parti. Dieci giorni fa la ragazza, dopo che non gli è venuto il ciclo, mi ha chiesto di comprargli un test di gravidanza, che ha dato esito positivo, pertanto abbiamo scoperto che è rimasta incinta e per sicurezza lo fatta visitare da un mio amico ginecologo, che ha appurato che è di 6 settimane. La ragazza non vuole portare avanti la gravidanza è mi ha chiesto un consiglio su come procurarsi l'aborto ed io ne ho parlato col mio medico di famiglia,il quale non essendo sicuro di quello che avrebbe dovuto dirmi perchè la paziente non è iscritta al servizio sanitario italiano, il mi ha giustamente consigliato di andare in un consultorio, dove mi potranno fornire tutte le informazioni del caso. Nel frattempo la ragazza ha informato la madre di essere rimasta incinta e di voler abortire. La madre dopo avergli fatto un inutile cazziatone gli ha ricordato che l'aborto in Polonia è un reato e che poi gli ha enunciato che se fosse andata in un ospedale italiano, il medico che gli avebbre provocato l'aborto, avrebbe poi dovuto segnalare la cosa all'ambasciata polacca che poi avrebbe informato le autorità competenti.
Ora lunedi abbiamo un appuntamento con il consultorio per capire cosa c'è di vero in questa storia di eventuali delazioni, ma io sono a porre 2 quesiti:
In Italia la donna che decide di abortire, nei termini e modi previsti dalla legge ha diritto alla segretezza sulla sua scelta è pertanto credo che nessuna autorità medica si possa permettere di segnalare la cosa a terzi.
Se un cittadino straniero, viene in Italia e fa un azione che in Italia non è reato, mentre nel suo paese è reato, può essere processato nel suo paese di origine?
Vi chiedo di non aprire un flame sull'aborto è di fornire possibili riferimenti di legge