Legge 194/1978

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Premessa
Una mia zia anziana, non più autosufficente è assistita da una badante polacca. Questa badante ha una figlia di 22 anni che è venuta in Italia per il periodo estivo. Con questa ragazza che non conosce l'idioma italico e si esprime in inglese e tra noi è nata una amicizia, senza pulsioni sessuali da entrambe le parti. Dieci giorni fa la ragazza, dopo che non gli è venuto il ciclo, mi ha chiesto di comprargli un test di gravidanza, che ha dato esito positivo, pertanto abbiamo scoperto che è rimasta incinta e per sicurezza lo fatta visitare da un mio amico ginecologo, che ha appurato che è di 6 settimane. La ragazza non vuole portare avanti la gravidanza è mi ha chiesto un consiglio su come procurarsi l'aborto ed io ne ho parlato col mio medico di famiglia,il quale non essendo sicuro di quello che avrebbe dovuto dirmi perchè la paziente non è iscritta al servizio sanitario italiano, il mi ha giustamente consigliato di andare in un consultorio, dove mi potranno fornire tutte le informazioni del caso. Nel frattempo la ragazza ha informato la madre di essere rimasta incinta e di voler abortire. La madre dopo avergli fatto un inutile cazziatone gli ha ricordato che l'aborto in Polonia è un reato e che poi gli ha enunciato che se fosse andata in un ospedale italiano, il medico che gli avebbre provocato l'aborto, avrebbe poi dovuto segnalare la cosa all'ambasciata polacca che poi avrebbe informato le autorità competenti.
Ora lunedi abbiamo un appuntamento con il consultorio per capire cosa c'è di vero in questa storia di eventuali delazioni, ma io sono a porre 2 quesiti:

In Italia la donna che decide di abortire, nei termini e modi previsti dalla legge ha diritto alla segretezza sulla sua scelta è pertanto credo che nessuna autorità medica si possa permettere di segnalare la cosa a terzi.


Se un cittadino straniero, viene in Italia e fa un azione che in Italia non è reato, mentre nel suo paese è reato, può essere processato nel suo paese di origine?


Vi chiedo di non aprire un flame sull'aborto è di fornire possibili riferimenti di legge
 
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La riservatezza è sacra. Anche per gli stranieri. Vale la legge sulla privacy.

Peccato che sia finisca così.

Mi chiedo "ma quanto cazzo di vuole per convincere la gente ad usare questo benedetto profilattico!"
Quando leggo certe faccende mi vengono sempre i famigerati "5 minuti".
 
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Se un cittadino straniero, viene in Italia e fa un azione che in Italia non è reato, mentre nel suo paese è reato, può essere processato nel suo paese di origine?

Tecnicamente vero (presente l'estradizione?)

Praticamente discutibile.

Di fatto puo' avvenire solo se c'e' una denuncia a tuo carico nel paese in cui quell'azione e' retato e questi ti aspettano alla frontiera o ti vengono a cercare a casa.

Nel caso specifico se la cosa resta in italia e vige la riservatezza nessuno sa niente e lei puo' continuare a vivere serena e tranquilla.
 
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  • Creatore Discussione
  • #5
Tecnicamente vero (presente l'estradizione?)

Praticamente discutibile.
Di fatto puo' avvenire solo se c'e' una denuncia a tuo carico nel paese in cui quell'azione e' retato e questi ti aspettano alla frontiera o ti vengono a cercare a casa.
Nel caso specifico se la cosa resta in italia e vige la riservatezza nessuno sa niente e lei puo' continuare a vivere serena e tranquilla.

Power, sono conscio del principio di estradizione, ma mi sovviene il dubbio che se in Italia, una determinata azione non è reato, non si possa accettare una richiesta di estradizione per quello che è un reato in un altro paese è mi spiego con un paio di esempi.
In Svezia andare con una prostituta è reato ed infatti i punter svedesi vanno a donnine in Danimarca dove la prostituzione è legalizzata, non credo che la polizia svedese aspetti i propri connazzionali al confine per chiedergli sei andato a donnine, mostrami il pisello :D.
Un altro esempio un po più delicato, supponiamo che una donna iraniana o proveniente da un paese islamico dove viene applicata la legge islamica, venga in Italia è commetta adulterio, le nostre istituzione dovrebberò consegnare la donna ai lapidatori?
mah... son perplesso, ma non polemico.
Aly, ho letto il pdf, ma non ho trovato un riferimento alle donne straniere, hai qualcosa di più preciso?
Io per mio conto ho reperito la legge 194/78 dove all'articolo 21 cita:
Articolo 21​
[FONT=Arial,Arial][FONT=Arial,Arial]Chiunque, fuori dei casi previsti dall’articolo 326 del codice penale, essendone venuto a conoscenza per ragioni di professione o di ufficio, rivela l’identità - o comunque divulga notizie idonee a rivelarla - di chi ha fatto ricorso alle procedure o agli interventi previsti dalla presente legge, è punito a norma dell’articolo 622 del codice penale
[/FONT]
[/FONT]
pertanto già nel 1978 si riconosceva il diritto alla riservatezza della donna che decideva l'interruzione di gravidanza.
 
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Per quanto ne so, non è legalmente possibile perseguire qualcuno per un reato che in patria è tale, ma che nel luogo in cui avviene il fatto non lo è.
Credo che l'unica eccezione riguardi la prostituzione minorile e la pedopornografia, ma anche in quel caso gli inquirenti riescono ad incastrare qui quei bastardi perché hanno sempre la tendenza a volersi portare a casa qualche foto ricordo, grazie alle quali la polizia riesce a fargli il culo a strisce qui in patria.
Solo gli stati più arretrati si permettono di perseguire i propri concittadini per reati commessi in altre nazioni dove tale attività non è reato.
Faccio un esempio assurdo. Se io qui mi nettassi il deretano con le pagine di un noto libro sacro di altrettanto nota religione monoteista... qui non accadrebbe nulla (non so se si possa configurare qualche forma di insulto alla religione altrui), ma in altri paesi, se il mio comportamento fosse noto, credo che farei davvero una gran brutta fine.

Per la Polonia? il problema non è qui. Il problema (di civiltà giuridica) è se lo stato polacco si sente in diritto di punire i propri concittadini per azioni che altrove non sono reato.
In Italia l'interruzione di gravidanza è un diritto e NON un reato, anche se rimane a mio modesto avviso, un evento comunque estremamente triste.
 
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Per quanto ne so, non è legalmente possibile perseguire qualcuno per un reato che in patria è tale, ma che nel luogo in cui avviene il fatto non lo è.

Credo sia il pricipio di giurisdizione.

Un esempio molto piu' leggero e' l'alcool. Per quel che ne so Negli stati uniti bisogna essere maggiorenni (21) ma se un 18enne americano beve una birra in italia non e' che le autorita' lo aspettano alla frontiera, ne' che noi lo segnaliamo. Il fatto e' che qui non e' reato e punto. Oltre a questo, se anche fosse reato viene applicata la legge del luogo dove viene commesso il reato, guarda quanti esempi ci sono negli stati uniti dove se commetti lo stesso reato in stati diversi passi da una pena leggera alla pena di morte, ovviamente parliamo di reati gravi.

Prova a fare le oppurtune analogie con il tuo caso e vedrai...


Credo che l'unica eccezione riguardi la prostituzione minorile e la pedopornografia, ma anche in quel caso gli inquirenti riescono ad incastrare qui quei bastardi perché hanno sempre la tendenza a volersi portare a casa qualche foto ricordo, grazie alle quali la polizia riesce a fargli il culo a strisce qui in patria.

Non sono cosi' ferrato in diritto internazionale ma credo che per reati di questo genere esistana un comune riconoscimento e una struttura di accordi internazionali atti alla copperazione per questo genere di criminali. Resta il principio per cui chi commette reato viene giudicato secondo la legge del paese dove viene compiuto o, nel caso della pedofilia online, scoperto.
 
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Il problema è che lei non è Italiana e quindi se vai al consultorio ti potranno dire che si l'aborto è legale ma per le Italiane iscritte alla nostra sanità,gli stranieri quand'anche possano essere sottoposti a trattamenti medici dovrebbero come minimo pagarsi tutto,questo lo dico per esperienza personale avendo portato al pronto soccorso una ragazza Brasiliana che frequentavo anni fà.
 
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Il problema è che lei non è Italiana e quindi se vai al consultorio ti potranno dire che si l'aborto è legale ma per le Italiane iscritte alla nostra sanità,gli stranieri quand'anche possano essere sottoposti a trattamenti medici dovrebbero come minimo pagarsi tutto,questo lo dico per esperienza personale avendo portato al pronto soccorso una ragazza Brasiliana che frequentavo anni fà.

Le cose non stanno proprio cosi'.

Certo la differenza tra cittadini italiani e stranieri potrebbe essere il corrispondere qualche tipo di ticket a cui gli italiani sono esenti, non mi addentro di piu' perche' non lo so, ma credo che qualsiasi persona di qualsiasi paese abbia per diritto accesso al sistema sanitario previa regolare registrazione (e in alcuni casi nemmeno quella per motivi di privacy)

Senza menare il can per l'aia ulteriormente ti informo che l'aborto in italia e' un diritto ma entro certi limiti di tempo stabiliti dalla legge e che il ginecologo certifica. Se invece di mandarla al consultorio in fretta per paura di chiedere informazioni continui ad aspettare... rischi di vedere svanire la possibilita' di una procedura legale e di dovergli far fare la gravidanza fino al termine naturale e poi non fare il riconoscimento del figlio, cosa che credo sia molto piu' pesante da sopportare che darsi una mossa a superare le paure burocratiche.....
 
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Al consultorio ci hanno detto che non ci son problemi per abortire è che il costo dell'intervento e a carico del servizio sanitario nazionale,fatto salvo la eventuali visite specialistiche su cui dovrà pagare il ticket.
Inoltre mi ha confermato che non vi è nessun obbligo da parte della struttura sanitaria di comunicare quanto avvenuto all'ambasciata polacca.
Intervento prenotato per mercoledi con buona pace della badante
 
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Guardate che io mi sono interessato perchè sta ragazza non spiccica una parola di inglese ed al consultorio mastican male l'italiano... non pensate che mi son messo a spargere il real seme in terra di polonia...
 
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