DoctorJ
OTR warrior
- Registrato
- 7 Giugno 2008
- Messaggi
- 2.263
- Reaction score
- 1.686
La nuova vita delle "lucciole":
ora si adesca col biglietto da visita
ROMA (14 dicembre) - Niente più ingorghi notturni lungo le arterie periferiche della capitale. Le lucciole stanno abbandonando la campagna per migrare in massa nel centro storico di Roma. Effetto dell'ordinanza del sindaco Gianni Alemanno, che per battere il fenomeno della prostituzione ha disposto multe salate per clienti e per chi è sorpreso a esercitare il mestiere per strada.
Fatta la legge, dunque, trovato l'inganno. Le prostitute hanno così abbandonato le vecchie strade ad alta percorrenza per far ritorno ai marciapiedi della città : via Cavour, la zona del Pantheon, Piazza Navona. E, mutati i luoghi, è mutato anche lo stile. Per adescare i clienti niente più schiamazzi. Uno sguardo rapido, un movimento degli occhi, un cenno. La prostituta urbana non parla, contratta con lo sguardo, controllata a vista dal suo protettore, limitandosi a porgere un bigliettino da visita con il numero di telefono, non appena capiscono di avere qualche chances.
Naturalmente anche il look delle ragazze è velocemente cambiato. Il decreto di Alemanno infatti dice chiaramente che è vietato «indossare abbigliamenti che manifestino inequivocabilmente l'intenzione di adescare o esercitare l'attività di meretricio». Abiti senza eccessi volgari, ma che sembrano tagliati addosso, tacchi altissimi e molto trucco. Le prostitute ormai si confondono tra romani, turisti, zingare, mendicanti, giovani che fanno volantinaggio.
«Siamo state protagoniste di un incredibile salto di qualita», assicura all'Adnkronos Olga, nome d'arte di una ventenne moscovita dai capelli biondi e lunghissimi, che fino a pochi mesi fa lavorava sulla Salaria. «In questo modo - spiega - sento di rispettare la legge. Non più abiti discinti, minigonne inguinali e reggiseni trasparenti. Adesso mi sento anche più seducente». Ma come funziona il «gioco» del bigliettino? «È molto semplice -spiega- Su, c'è scritto il mio nome e il numero di telefonino. Lo consegno, proprio come si fa con un biglietto da visita, alla persona interessata,che al momento non può seguirmi nel mio appartamento ma che invece può chiamarmi quando ha tempo».
«La zona - aggiunge - è frequentata da turisti e da professionisti, che magari sono impegnati nelle loro attività , ma che però chiameranno non appena saranno un pò più liberi. E chiamano, ti assicuro, chiamano in tanti». E le tariffe? «Adesso sono un po' più alte. Ci sono gli appartamenti da pagare. Prima l'incontro avveniva in macchina. Il lavoro in tandem con una mia collega polacca. E ci alterniamo tra casa e strada. Molto più sicuro di prima».
Intanto ai margini delle periferie, dopo il giro di vite iniziale, le ragazze sono tornate a lavoro, anche se con più riserbo e attenzione di una volta. Sotto l'occhio vigile dei loro protettori o di qualche collega più anziana, passata dall'altra parte della barricata, si nascondono nel buio delle tante strade consolari o del litorale pronte a mostrarsi non appena si avvicina un'auto. La trattativa ha tempi più rapidi di una volta. E se lui sceglie un luogo diverso dall'auto in un parcheggio sicuro e controllato, la ragazza viene accompagnata da una compagna.
Le nigeriane, invece, al contrario delle prostitute dell'est, spesso lavorano vicino a dove vivono, in prossimità delle campagne attorno al raccordo o nelle pinete a ridosso del mare. E se prima lavoravano in modo molto appariscente adesso cercano di occultarsi tra i cespugli, gli alberi. Le loro tariffe restano le più basse: 20 euro contro i 30 richiesti dalle europee. I trans invece si sono adattati a esercitare nelle tenebre che di notte avvolgono le strade che tagliano la pineta di Castelfusano. Ma come segnalano la loro presenza? Ogni venti metri fanno roteare una insolita luce viola. Lo sanno i vecchi clienti e lo hanno imparato in fretta i nuovi.
Le lucciole resistono anche sulla Cristoforo Colombo. Sono le più a buon mercato. Si radunano nella macchia che costeggia la fine la strada. È qui che gli automobilisti in cerca di compagnia si fermano. Le ragazze sbucano veloci dal buio e se la trattativa va a buon fine salgono in macchina. Infine c'è la prostituzione cinese. Le ragazze non esercitano per strada ma ricevono in casa, a colpi di inserzioni sui quotidiani locali. Di solito l'appartamento non è altro che il freddo retro di un garage
http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=38352&sez=HOME_ROMA
ora si adesca col biglietto da visita
ROMA (14 dicembre) - Niente più ingorghi notturni lungo le arterie periferiche della capitale. Le lucciole stanno abbandonando la campagna per migrare in massa nel centro storico di Roma. Effetto dell'ordinanza del sindaco Gianni Alemanno, che per battere il fenomeno della prostituzione ha disposto multe salate per clienti e per chi è sorpreso a esercitare il mestiere per strada.
Fatta la legge, dunque, trovato l'inganno. Le prostitute hanno così abbandonato le vecchie strade ad alta percorrenza per far ritorno ai marciapiedi della città : via Cavour, la zona del Pantheon, Piazza Navona. E, mutati i luoghi, è mutato anche lo stile. Per adescare i clienti niente più schiamazzi. Uno sguardo rapido, un movimento degli occhi, un cenno. La prostituta urbana non parla, contratta con lo sguardo, controllata a vista dal suo protettore, limitandosi a porgere un bigliettino da visita con il numero di telefono, non appena capiscono di avere qualche chances.
Naturalmente anche il look delle ragazze è velocemente cambiato. Il decreto di Alemanno infatti dice chiaramente che è vietato «indossare abbigliamenti che manifestino inequivocabilmente l'intenzione di adescare o esercitare l'attività di meretricio». Abiti senza eccessi volgari, ma che sembrano tagliati addosso, tacchi altissimi e molto trucco. Le prostitute ormai si confondono tra romani, turisti, zingare, mendicanti, giovani che fanno volantinaggio.
«Siamo state protagoniste di un incredibile salto di qualita», assicura all'Adnkronos Olga, nome d'arte di una ventenne moscovita dai capelli biondi e lunghissimi, che fino a pochi mesi fa lavorava sulla Salaria. «In questo modo - spiega - sento di rispettare la legge. Non più abiti discinti, minigonne inguinali e reggiseni trasparenti. Adesso mi sento anche più seducente». Ma come funziona il «gioco» del bigliettino? «È molto semplice -spiega- Su, c'è scritto il mio nome e il numero di telefonino. Lo consegno, proprio come si fa con un biglietto da visita, alla persona interessata,che al momento non può seguirmi nel mio appartamento ma che invece può chiamarmi quando ha tempo».
«La zona - aggiunge - è frequentata da turisti e da professionisti, che magari sono impegnati nelle loro attività , ma che però chiameranno non appena saranno un pò più liberi. E chiamano, ti assicuro, chiamano in tanti». E le tariffe? «Adesso sono un po' più alte. Ci sono gli appartamenti da pagare. Prima l'incontro avveniva in macchina. Il lavoro in tandem con una mia collega polacca. E ci alterniamo tra casa e strada. Molto più sicuro di prima».
Intanto ai margini delle periferie, dopo il giro di vite iniziale, le ragazze sono tornate a lavoro, anche se con più riserbo e attenzione di una volta. Sotto l'occhio vigile dei loro protettori o di qualche collega più anziana, passata dall'altra parte della barricata, si nascondono nel buio delle tante strade consolari o del litorale pronte a mostrarsi non appena si avvicina un'auto. La trattativa ha tempi più rapidi di una volta. E se lui sceglie un luogo diverso dall'auto in un parcheggio sicuro e controllato, la ragazza viene accompagnata da una compagna.
Le nigeriane, invece, al contrario delle prostitute dell'est, spesso lavorano vicino a dove vivono, in prossimità delle campagne attorno al raccordo o nelle pinete a ridosso del mare. E se prima lavoravano in modo molto appariscente adesso cercano di occultarsi tra i cespugli, gli alberi. Le loro tariffe restano le più basse: 20 euro contro i 30 richiesti dalle europee. I trans invece si sono adattati a esercitare nelle tenebre che di notte avvolgono le strade che tagliano la pineta di Castelfusano. Ma come segnalano la loro presenza? Ogni venti metri fanno roteare una insolita luce viola. Lo sanno i vecchi clienti e lo hanno imparato in fretta i nuovi.
Le lucciole resistono anche sulla Cristoforo Colombo. Sono le più a buon mercato. Si radunano nella macchia che costeggia la fine la strada. È qui che gli automobilisti in cerca di compagnia si fermano. Le ragazze sbucano veloci dal buio e se la trattativa va a buon fine salgono in macchina. Infine c'è la prostituzione cinese. Le ragazze non esercitano per strada ma ricevono in casa, a colpi di inserzioni sui quotidiani locali. Di solito l'appartamento non è altro che il freddo retro di un garage
http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=38352&sez=HOME_ROMA