ANAGRAFE DELL'ANNUNCIO
Numero di telefono: 3886909491 - 3484735309 e tanti altri
escorthub.info
Conformità dell'annuncio: nessuna a parte poche foto (vedi allegati)
Città dove è avvenuto l'incontro: Cagliari
DATI DELL'INSERZIONISTA:
Nome della girl/escort: Maria
Nazionalità: rumena
Età apparente: intorno ai 30
Descrizione fisica: 1,65 circa, ragazzona formosa con seno piccolo e culo rotondo. Perlomeno fino a qualche tempo fa
Attitudine: simpatica, collaborativa e partecipe
Reperibilità: facile, fino a tardi
DATI RELATIVI AL SERVIZIO
Compenso richiesto: da 50 a salire
Compenso concordato: 50
Servizi offerti: bbj, rai1 (no anale, no cim, no FK)
Servizi usufruiti: rimming e bbj
Durata dell'incontro: 20/30 minuti
DATI RELATIVI AL LUOGO DELL'INCONTRO
Facilità di parcheggio: non tanto
Igiene dei locali: buona
Presenza di barriere architettoniche: piano terra
LA MIA RECENSIONE
In quel tempo Oblomov si trovava in un periodo indefinito della sua esistenza.
Nessuno avrebbe saputo dire la sua età esatta. Scritti e raffigurazioni lo collocano infatti in un'età che Egli stesso descrisse con il suo proverbiale eloquio in questo modo: due passi dopo la giovinezza, due passi prima della vecchiaia.
Alcune volte Oblomov per darsi un tono, perlomeno finchè era sobrio e la lingua ancora sciolta, diceva di essere Too old to Rock 'n 'roll, Too young to die, citando una delle sue amate rock band.
Secondo recenti scoperte in realtà questa citazione, di cui spesso abusava in società, sembra gli si ritorcesse contro durante gli incontri con le sue amanti, quando si presentava in condizioni tali da potersi descrivere come troppo eccitato per non scopare, ma troppo sfatto per avere un'erezione. Insomma, spesso la sua vita di eccessi generava in lui una disallineamento tra corpo e mente, lasciandolo in balia di un'euforia che il suo fisico non riusciva ad assecondare.
Siamo quindi ben lontani dalla più classica iconografia che vede Oblomov rappresentato come un Priapo sodomizzatore.
Quando conobbe Maria, attraversava una fase esistenziale movimentata da frequenti festeggiamenti che si protraevano fino a notte fonda.
A quanto sembra però si incontrarono per la prima volta anni fa, un tardo pomeriggio in cui Oblomov decise misteriosamente di rinunciare al culo. Gli agiografi sostengono che tale rinuncia fu un tentativo di redenzione, ma studi più consolidati ritengono verosimile la tesi di una condizione fisica inadeguata.
Noi però racconteremo una vicenda diversa.
Come si è detto in altra sede, recenti ricerche hanno messo in luce una seconda vita di Oblomov. Egli infatti aveva un misterioso gruppetto di amanti che non concedevano il culo. Nonostante si ostinasse a considerarle fluffer girls, in realtà fonti certe affermano che spesso si rivolgesse ai loro servigi quando dubitava della propria virilità e temeva di non essere all'altezza della propria fama.
In sostanza non si reputava in grado di poter inculare chicchessia.
Le malelingue sostengono che spesso tale convinzione nascesse a notte fonda quando, finita la festa, il proprietario lo invitava a posare il bicchiere e lo supplicava di abbandonare la casa.
Una notte Oblomov si ricordò di quel ristretto gruppetto di amanti, selezionate con criteri alternativi. O quasi.
Indubbiamente, in primis, le amanti dovevano essere dotate di chiappe formidabili. Dovevano essere inoltre devote al culto del Rimming, dove per devozione si intende anche igiene impeccabile. Dovevano essere disponibili in orari notturni ed infine dovevano essere disponibili a reciproche pratiche orali senza richiedere una pupilla, anche perché, per ovvi motivi, la penetrazione spesso non era praticabile.
A questo punto sorge l'esigenza di smentire alcune dicerie sulla leggendaria tirchieria di Oblomov. Egli è l'esatto opposto, cioè un gran spendaccione, come sostengono i biografi più qualificati.
Si potrebbe fare un parallelo con un'altra sua caratteristica, quella di essere un fenomenale ritardatario. Infatti, così come a fine serata e dopo aver sperperato i propri denari, cercherà di risparmiare dieci euro su una marchetta da cinquanta, allo stesso modo Egli tenterà di recuperare un ritardo di ore negli ultimi cento metri che lo separano dal luogo di un appuntamento.
A tal proposito si racconta in città che gli autovelox siano testimoni silenti di queste due caratteristiche.
Quella volta, ad un certo punto della notte, Oblomov si ritrovò al buio dell'abitacolo e frugando ricurvo sul proprio cellulare si ricordò di Maria, allora sedicente spagnola di Bucarest.
Quando compose l'ultima cifra del numero telefonico, si può dire che l'incontro era già iniziato.
Oblomov infatti, considerato lo stato in cui si trovava, non vedeva l'ora di dettagliare in modo colorito le sue esigenze e di sentire la reazione di Maria. A parziale discolpa di tanta sfrontatezza, c'è da dire che Oblomov aveva già una certa confidenza con la ragazza, la quale peraltro non era certo rimasta indifferente al fascino del nostro beneamino.
Ricevute ampie e divertite rassicurazioni su ogni richiesta che uscì dalla bocca di Oblomov, Egli con qualche difficoltà si avviò verso la dimora di Maria.
Gli aprì la porta quella ragazza bruna che ben ricordava. I capelli lunghi e corvini, i lineamenti sensuali più latini che balcanici. La pelle abbronzata e quel sorriso enigmatico, un angolo della bocca carnosa tirato all'insù. Più un ammiccamento che un sorriso. Il corpo era florido e curvilineo, perlomeno su fianchi e gambe, considerato che di seno vantava una seconda scarsa, ad essere generosi. Tutto ciò era distribuito su una bella altezza e su diversi chili di carne robusta.
"Ciao!" Gli disse col suo sorriso angolare e la voce calda.
Anche la voce era sexy, profonda si direbbe. Equidistante dai vocioni sudamericani e dagli squittii slavi, entrambi alle volte eccitanti e alle volte fastidiosi.
In questo Oblo ci stupisce ancora una volta, dimostrando di essere in grado di apprezzare caratteristiche femminili per lui insolite, o perlomeno finora ritenute tali.
Oblomov rispose al saluto in una lingua antichissima, ancora oggi oggetto di studi.
Spesso, quando le sue condizioni psicofisiche lo consentivano, Oblomov era in grado di esprimersi in idiomi dimenticati. Le malelingue sostengono invece che quando alzava il gomito diventasse balbuziente, mentre i suoi amici più intimi ritenevano che fosse un nuovo tipo di rap.
Noi invece continuiamo a credere che fosse dotato di qualità che andavano oltre l'umana comprensione.
Ad ogni modo quella sera Oblo, per motivi non del tutto noti, ritenne opportuno essere avaro di parole, pertanto si limitò a ribadire con cordialità il precedente accordo telefonico.
Maria lo accompagnò in camera e dopo essersi seduta sul letto davanti allo specchio, gli slacciò i jeans come se stesse spogliando un bambino prima di metterlo a dormire.
Oblomov si sentiva così eccitato da essere in balia degli eventi, ma quando Maria lucidò il pisello con una salvietta e diede le prime due boccate, Egli la fermò prima che succedesse l'irreparabile. Sapeva infatti che in quella situazione di iper eccitazione la pompa moscia, la sua preferita, sarebbe stata letale. Peraltro riteneva Maria una delle migliori pompinare che avesse mai incontrato.
Affidandosi al suo proverbiale linguaggio del corpo, col semplice gesto di due dita, del tutto simile a quello che si usa per indicare una forchettata di spaghetti, la invitò quindi a girarsi per mettersi a pecora sul bordo del letto, aiutandola a liberarsi del perizoma. Diede un lungo sguardo al culo di Maria attraverso lo specchio e dopo essersi inginocchiato si dedicò a quella pratica di cui ormai si riteneva uno dei massimi interpreti.
Dedicò al buco concentrico, quello adorato, voraci suzioni, generose leccate ed audaci introduzioni linguali, non disdegnando anche sorprendenti incursioni nella fessura sottostante. Maria aveva infatti una seconda apertura interessante, carnosa e diremmo fuori standard, perlomeno relativamente alle scarse esperienze in materia di Oblo.
Passarono lunghi minuti e quando la cervicale di Oblomov iniziò a scricchiolare, decise di adagiarsi sul letto e di lasciar fare a lei e alla sua sapiente arte.
Nel frattempo Egli aveva raggiunto una apprezzabile erezione, fatto del tutto eccezionale in quelle condizioni e che sorprese perfino Maria, la quale si rivolse ad Oblomov con uno sguardo interrogativo.
Era un invito alla penetrazione che Oblo non colse o finse di non cogliere, su questo non abbiamo testimonianze pertanto gli studiosi preferiscono non pronunciarsi.
Ciò che invece è ormai accertato, fu la delusione di Maria che, capita l'antifona, continuò a succhiargli il cazzo con immutata maestria.
Nonostante Oblomov fosse in preda al piacere e alla lussuria, sentiva la mancanza di qualcosa finché non scovò in un angolo recondito della sua memoria una pratica quasi dimenticata.
Usando una semplice sequenza di consonanti, suono che ai profani non direbbe nulla ma che siamo certi fosse anche quella una parola in un idioma per iniziati (pare ebraico antico), fece capire a Maria che desiderava riprendere a leccarle il culo.
Qualche studioso sostiene che tentò di pronunciare semplicemente "sessantanove".
Quella si predispose al sessantanove e Oblo riprese a leccarle il culo, insensibile ai lamenti della cervicale e dando ancora una volta prova delle proprie capacità fisiche.
Alla lunga invece si ripresentò quel dolore e a poco valse l'aiuto di un paio di guanciali se non a regalargli solamente qualche altro minuto di leccaggi.
Ormai, quasi paralizzato, non riusciva più ad arrivare alla meta agognata.
Il suo buco prediletto era a pochi centimetri dalla sua bocca e sembrava che un folletto dispettoso glielo spostasse più in alto proprio sul più bello, lasciandolo con la lingua a penzoloni. O che lo invertisse all'ultimo momento con l'altra fessura della ragazza.
Peraltro ormai si sentiva in procinto di sborrare e non avrebbe mai permesso che ciò avvenisse senza che la sua lingua fosse dentro il culo di Maria.
Alt! Fermi tutti.
Oblo ebbe un lampo di genio. Una di quelle leggendarie illuminazioni a cui ormai ci ha abituato.
Fermò Maria e la fece sedere sulla propria faccia, cercando l'incastro perfetto tra la sua lingua e il buco del culo della ragazza. Si aiutò allargando con le mani i glutei di Maria in modo da avere accesso più agevole al suo orifizio. Apprezzò peraltro il contributo che la stessa Maria fornì con le proprie mani, appena trovò una posizione che le donasse un equilibrio stabile.
Consolidato l'incastro, Oblo si sentì totalmente inglobato dal culo di Maria, con i suoi glutei che gli ricoprivano le orecchie e che sfioravano il lenzuolo. Al limite della lesione del frenulo linguale, cercò la profondità più estrema. Poi le posò le mani sui fianchi e con due poderosi strattoni se l'avvitò sulla lingua.
A quel punto avrebbe potuto morire o sborrare, era indifferente.
Maria riusciva a masturbarlo emettendo gemiti profondi che l’udito di Oblomov percepiva ovattati, come se provenissero da un'altra dimensione.
Ormai si sentiva caricato a pallettoni ed in procinto di sborrare.
Immaginava il suo cazzo come un fucile a pompa ed infatti il successivo movimento della mano di Maria gli fece partire una fucilata di sperma che probabilmente colpì la pancia della ragazza, invece i fiotti a seguire caddero sul proprio corpo.
Nel mentre, durante l'orgasmo, il buco di Maria si strinse a strozzo intorno alla lingua di Oblo.
Numero di telefono: 3886909491 - 3484735309 e tanti altri

3886909491 Girl
Leggi con attenzione : NO RAGGIUNGO ✅Mi riservo il diritto di selezionare i miei clienti: Non accetto persone sotto l'influenza di alcol o altre sostanze Mal educati e perdi tempo NO.” ((((NO…
Città dove è avvenuto l'incontro: Cagliari
DATI DELL'INSERZIONISTA:
Nome della girl/escort: Maria
Nazionalità: rumena
Età apparente: intorno ai 30
Descrizione fisica: 1,65 circa, ragazzona formosa con seno piccolo e culo rotondo. Perlomeno fino a qualche tempo fa
Attitudine: simpatica, collaborativa e partecipe
Reperibilità: facile, fino a tardi
DATI RELATIVI AL SERVIZIO
Compenso richiesto: da 50 a salire
Compenso concordato: 50
Servizi offerti: bbj, rai1 (no anale, no cim, no FK)
Servizi usufruiti: rimming e bbj
Durata dell'incontro: 20/30 minuti
DATI RELATIVI AL LUOGO DELL'INCONTRO
Facilità di parcheggio: non tanto
Igiene dei locali: buona
Presenza di barriere architettoniche: piano terra
LA MIA RECENSIONE
Oblomov rockstar mancata.
In quel tempo Oblomov si trovava in un periodo indefinito della sua esistenza.
Nessuno avrebbe saputo dire la sua età esatta. Scritti e raffigurazioni lo collocano infatti in un'età che Egli stesso descrisse con il suo proverbiale eloquio in questo modo: due passi dopo la giovinezza, due passi prima della vecchiaia.
Alcune volte Oblomov per darsi un tono, perlomeno finchè era sobrio e la lingua ancora sciolta, diceva di essere Too old to Rock 'n 'roll, Too young to die, citando una delle sue amate rock band.
Secondo recenti scoperte in realtà questa citazione, di cui spesso abusava in società, sembra gli si ritorcesse contro durante gli incontri con le sue amanti, quando si presentava in condizioni tali da potersi descrivere come troppo eccitato per non scopare, ma troppo sfatto per avere un'erezione. Insomma, spesso la sua vita di eccessi generava in lui una disallineamento tra corpo e mente, lasciandolo in balia di un'euforia che il suo fisico non riusciva ad assecondare.
Siamo quindi ben lontani dalla più classica iconografia che vede Oblomov rappresentato come un Priapo sodomizzatore.
Quando conobbe Maria, attraversava una fase esistenziale movimentata da frequenti festeggiamenti che si protraevano fino a notte fonda.
A quanto sembra però si incontrarono per la prima volta anni fa, un tardo pomeriggio in cui Oblomov decise misteriosamente di rinunciare al culo. Gli agiografi sostengono che tale rinuncia fu un tentativo di redenzione, ma studi più consolidati ritengono verosimile la tesi di una condizione fisica inadeguata.
Noi però racconteremo una vicenda diversa.
Come si è detto in altra sede, recenti ricerche hanno messo in luce una seconda vita di Oblomov. Egli infatti aveva un misterioso gruppetto di amanti che non concedevano il culo. Nonostante si ostinasse a considerarle fluffer girls, in realtà fonti certe affermano che spesso si rivolgesse ai loro servigi quando dubitava della propria virilità e temeva di non essere all'altezza della propria fama.
In sostanza non si reputava in grado di poter inculare chicchessia.
Le malelingue sostengono che spesso tale convinzione nascesse a notte fonda quando, finita la festa, il proprietario lo invitava a posare il bicchiere e lo supplicava di abbandonare la casa.
Una notte Oblomov si ricordò di quel ristretto gruppetto di amanti, selezionate con criteri alternativi. O quasi.
Indubbiamente, in primis, le amanti dovevano essere dotate di chiappe formidabili. Dovevano essere inoltre devote al culto del Rimming, dove per devozione si intende anche igiene impeccabile. Dovevano essere disponibili in orari notturni ed infine dovevano essere disponibili a reciproche pratiche orali senza richiedere una pupilla, anche perché, per ovvi motivi, la penetrazione spesso non era praticabile.
A questo punto sorge l'esigenza di smentire alcune dicerie sulla leggendaria tirchieria di Oblomov. Egli è l'esatto opposto, cioè un gran spendaccione, come sostengono i biografi più qualificati.
Si potrebbe fare un parallelo con un'altra sua caratteristica, quella di essere un fenomenale ritardatario. Infatti, così come a fine serata e dopo aver sperperato i propri denari, cercherà di risparmiare dieci euro su una marchetta da cinquanta, allo stesso modo Egli tenterà di recuperare un ritardo di ore negli ultimi cento metri che lo separano dal luogo di un appuntamento.
A tal proposito si racconta in città che gli autovelox siano testimoni silenti di queste due caratteristiche.
Quella volta, ad un certo punto della notte, Oblomov si ritrovò al buio dell'abitacolo e frugando ricurvo sul proprio cellulare si ricordò di Maria, allora sedicente spagnola di Bucarest.
Quando compose l'ultima cifra del numero telefonico, si può dire che l'incontro era già iniziato.
Oblomov infatti, considerato lo stato in cui si trovava, non vedeva l'ora di dettagliare in modo colorito le sue esigenze e di sentire la reazione di Maria. A parziale discolpa di tanta sfrontatezza, c'è da dire che Oblomov aveva già una certa confidenza con la ragazza, la quale peraltro non era certo rimasta indifferente al fascino del nostro beneamino.
Ricevute ampie e divertite rassicurazioni su ogni richiesta che uscì dalla bocca di Oblomov, Egli con qualche difficoltà si avviò verso la dimora di Maria.
Gli aprì la porta quella ragazza bruna che ben ricordava. I capelli lunghi e corvini, i lineamenti sensuali più latini che balcanici. La pelle abbronzata e quel sorriso enigmatico, un angolo della bocca carnosa tirato all'insù. Più un ammiccamento che un sorriso. Il corpo era florido e curvilineo, perlomeno su fianchi e gambe, considerato che di seno vantava una seconda scarsa, ad essere generosi. Tutto ciò era distribuito su una bella altezza e su diversi chili di carne robusta.
"Ciao!" Gli disse col suo sorriso angolare e la voce calda.
Anche la voce era sexy, profonda si direbbe. Equidistante dai vocioni sudamericani e dagli squittii slavi, entrambi alle volte eccitanti e alle volte fastidiosi.
In questo Oblo ci stupisce ancora una volta, dimostrando di essere in grado di apprezzare caratteristiche femminili per lui insolite, o perlomeno finora ritenute tali.
Oblomov rispose al saluto in una lingua antichissima, ancora oggi oggetto di studi.
Spesso, quando le sue condizioni psicofisiche lo consentivano, Oblomov era in grado di esprimersi in idiomi dimenticati. Le malelingue sostengono invece che quando alzava il gomito diventasse balbuziente, mentre i suoi amici più intimi ritenevano che fosse un nuovo tipo di rap.
Noi invece continuiamo a credere che fosse dotato di qualità che andavano oltre l'umana comprensione.
Ad ogni modo quella sera Oblo, per motivi non del tutto noti, ritenne opportuno essere avaro di parole, pertanto si limitò a ribadire con cordialità il precedente accordo telefonico.
Maria lo accompagnò in camera e dopo essersi seduta sul letto davanti allo specchio, gli slacciò i jeans come se stesse spogliando un bambino prima di metterlo a dormire.
Oblomov si sentiva così eccitato da essere in balia degli eventi, ma quando Maria lucidò il pisello con una salvietta e diede le prime due boccate, Egli la fermò prima che succedesse l'irreparabile. Sapeva infatti che in quella situazione di iper eccitazione la pompa moscia, la sua preferita, sarebbe stata letale. Peraltro riteneva Maria una delle migliori pompinare che avesse mai incontrato.
Affidandosi al suo proverbiale linguaggio del corpo, col semplice gesto di due dita, del tutto simile a quello che si usa per indicare una forchettata di spaghetti, la invitò quindi a girarsi per mettersi a pecora sul bordo del letto, aiutandola a liberarsi del perizoma. Diede un lungo sguardo al culo di Maria attraverso lo specchio e dopo essersi inginocchiato si dedicò a quella pratica di cui ormai si riteneva uno dei massimi interpreti.
Dedicò al buco concentrico, quello adorato, voraci suzioni, generose leccate ed audaci introduzioni linguali, non disdegnando anche sorprendenti incursioni nella fessura sottostante. Maria aveva infatti una seconda apertura interessante, carnosa e diremmo fuori standard, perlomeno relativamente alle scarse esperienze in materia di Oblo.
Passarono lunghi minuti e quando la cervicale di Oblomov iniziò a scricchiolare, decise di adagiarsi sul letto e di lasciar fare a lei e alla sua sapiente arte.
Nel frattempo Egli aveva raggiunto una apprezzabile erezione, fatto del tutto eccezionale in quelle condizioni e che sorprese perfino Maria, la quale si rivolse ad Oblomov con uno sguardo interrogativo.
Era un invito alla penetrazione che Oblo non colse o finse di non cogliere, su questo non abbiamo testimonianze pertanto gli studiosi preferiscono non pronunciarsi.
Ciò che invece è ormai accertato, fu la delusione di Maria che, capita l'antifona, continuò a succhiargli il cazzo con immutata maestria.
Nonostante Oblomov fosse in preda al piacere e alla lussuria, sentiva la mancanza di qualcosa finché non scovò in un angolo recondito della sua memoria una pratica quasi dimenticata.
Usando una semplice sequenza di consonanti, suono che ai profani non direbbe nulla ma che siamo certi fosse anche quella una parola in un idioma per iniziati (pare ebraico antico), fece capire a Maria che desiderava riprendere a leccarle il culo.
Qualche studioso sostiene che tentò di pronunciare semplicemente "sessantanove".
Quella si predispose al sessantanove e Oblo riprese a leccarle il culo, insensibile ai lamenti della cervicale e dando ancora una volta prova delle proprie capacità fisiche.
Alla lunga invece si ripresentò quel dolore e a poco valse l'aiuto di un paio di guanciali se non a regalargli solamente qualche altro minuto di leccaggi.
Ormai, quasi paralizzato, non riusciva più ad arrivare alla meta agognata.
Il suo buco prediletto era a pochi centimetri dalla sua bocca e sembrava che un folletto dispettoso glielo spostasse più in alto proprio sul più bello, lasciandolo con la lingua a penzoloni. O che lo invertisse all'ultimo momento con l'altra fessura della ragazza.
Peraltro ormai si sentiva in procinto di sborrare e non avrebbe mai permesso che ciò avvenisse senza che la sua lingua fosse dentro il culo di Maria.
Alt! Fermi tutti.
Oblo ebbe un lampo di genio. Una di quelle leggendarie illuminazioni a cui ormai ci ha abituato.
Fermò Maria e la fece sedere sulla propria faccia, cercando l'incastro perfetto tra la sua lingua e il buco del culo della ragazza. Si aiutò allargando con le mani i glutei di Maria in modo da avere accesso più agevole al suo orifizio. Apprezzò peraltro il contributo che la stessa Maria fornì con le proprie mani, appena trovò una posizione che le donasse un equilibrio stabile.
Consolidato l'incastro, Oblo si sentì totalmente inglobato dal culo di Maria, con i suoi glutei che gli ricoprivano le orecchie e che sfioravano il lenzuolo. Al limite della lesione del frenulo linguale, cercò la profondità più estrema. Poi le posò le mani sui fianchi e con due poderosi strattoni se l'avvitò sulla lingua.
A quel punto avrebbe potuto morire o sborrare, era indifferente.
Maria riusciva a masturbarlo emettendo gemiti profondi che l’udito di Oblomov percepiva ovattati, come se provenissero da un'altra dimensione.
Ormai si sentiva caricato a pallettoni ed in procinto di sborrare.
Immaginava il suo cazzo come un fucile a pompa ed infatti il successivo movimento della mano di Maria gli fece partire una fucilata di sperma che probabilmente colpì la pancia della ragazza, invece i fiotti a seguire caddero sul proprio corpo.
Nel mentre, durante l'orgasmo, il buco di Maria si strinse a strozzo intorno alla lingua di Oblo.