Maria - Cagliari - Bakecaincontrii

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CARATTERISTICHE GENERALI

NOME INSERZIONISTA: Maria
RIFERIMENTO INTERNET: http://cagliari.bakecaincontrii.com/donna-cerca-uomo/maria-sudamericana-senza-tabu-y7tc53271133
CITTA DELL'INCONTRO: Cagliari
NAZIONALITA': Venezuela
ETA': 35/40
CONFORMITA' ALL'ANNUNCIO: è lei ma le foto sono datate ed è abbondante l'uso di fotocip e fotociop
SERVIZI OFFERTI (vedi DIZIONARIO): tutto
SERVIZI USUFRUITI: anal e bbj farlocco
COMPENSO RICHIESTO: 100
COMPENSO CONCORDATO: 80
DURATA DELL'INCONTRO: 40 minuti
DESCRIZIONE FISICA: 1,65, massiccia, un po' sfatta, seno quarta/quinta, culo imponente e probabilmente siringato, viso passabile
ATTITUDINE: scaltrissima
REPERIBILITA': facile
PRESENZA DI BARRIERE ARCHITETTONICHE: scale
INDEX RICERCHE: 33833837xx


LA MIA RECENSIONE:

E’ stato un fine settimana emotivamente pesante, fatto di nuove conoscenze, vecchie passioni, incontri occasionali, confessioni.
Sono persino finito casualmente in una festa caraibica, dove nonostante il gelo interiore ho individuato almeno un paio di potenziali prezzolate e flirtato con una morena tanto fisicata quanto inconcludente ma che almeno ha avuto il merito di rianimare una virilità in stato comatoso.
Passato qualche giorno, non avendo notato alcun sintomo di cedimento sulla mia eccitazione post festum, ho iniziato una frenetica ricerca nel miserevole tentativo di consolarmi con un po’ di calore latino, per poi invece ritrovarmi immerso nella fredda cellulite di una signora sudamericana evidentemente fuori taglia.
Eppure le foto promettevano bene, una bruna formosa, volgare il tanto giusto da soddisfare le mie lubriche intenzioni. Ma noi, sebbene siamo uomini di mondo, non finiremo mai di stupirci di quanto spesso accada che la rappresentazione di sé stessi possa andare ben oltre la realtà e di quanto sovente i simboli, perlomeno quelli estetico-sessuali, siano rivelatori non tanto dell'identità a cui si riferiscono quanto dell’occhio che li osserva. Una primitiva compiacenza che la dice lunga sullo stato di emancipazione sessuale delle donne.
Beninteso, ad eccezione delle adolescenti: benedetta sia questa generazione Internet 2.0.
Ma noi, vecchi bacucchi che non siamo altri, abbiamo superato abbondantemente quella verde età e i riferimenti su cui fondare le nostre illuminate analisi socioantropologiche appartengono ad un’altra generazione, decrepita e decadente.
Ad esempio, ogni tanto durante una qualsiasi occasione sociale può succedere di notare un perizoma sbucare dai jeans oppure vedere due tette slabbrare le asole di una camicia e sollevarsi sino al mento, a pochi millimetri da una bocca oscenamente truccata; e qualche giorno dopo può pure capitare di scoprire con delusione che la mittente di questi rozzi segnali abbia come limite trasgressivo insuperabile una scopata alla missionaria in una stanza buia.
Ahinoi, quanto tradizionalismo si nasconde dietro un super push up; e sì gentile lettore, è proprio così, fattene una ragione: non saprai mai quanto perbenismo possa contenere un wonderbra finché non lo levi e smascheri la bugia di un seno flappo.
Non è certo il caso di Maria, perché fortunatamente lei ha un bel seno, ma è anche l’unica sua qualità estetica. Ciò che invece lascerà delusi noi che scriviamo, sarà tutto ciò che si trova sotto ed immediatamente sopra i capezzoli e soprattutto il modo in cui tanta abbondanza verrà usata.
Maria è infatti il tipico angus sudamericano di taglia medio grande, un esemplare maturo le cui culatte oramai mal sorreggono le protesi di cui sono imbottite. Il girovita appare sottile in confronto all’enormità dei fianchi svigoriti dal parto, ma è solo un gioco di proporzioni che verrà sbugiardato non appena i veli verranno tolti e si mostrerà baldanzosa sul ventre una lunga teoria di pieghe, tante quante le dita di una mano.
Dicevamo del seno, bello e rigoglioso, apparentemente naturale. Viene offerto ripetutamente con generosità sospetta, ma il vostro attento cronista non è certo uomo da lasciarsi irretire da un paio di mammelle che per quanto toniche avranno probabilmente raccolto il seme di almeno mezza Caracas.
La tipa è infatti donna vissuta sebbene a noi della redazione qualche dubbio sia sopraggiunto, non tanto sulla evidente esperienza quanto sul fatto che gli attributi di genere siano realmente farina di Madre Natura. Durante l’incontro sia lo scrivente che il suo fedele segretario hanno nutrito qualche perplessità sulla originaria conformazione di questa creatura, dubbi alimentati dalla scarsità di luce, da qualche sensazione non meglio identificata e da un’evidente paranoia di cui entrambi siamo affetti. Naturalmente in corso d’opera tutte le perplessità sarebbero state fugate dalla rivelazione di una scontata maternità: tutto secondo copione, è risaputo che in Sudamerica lo Spirito Santo lavori indefessamente.
Le tariffe proposte sono tre, 50, 70 e 100 in relazione alla durata dell’incontro ad alla quantità di servizi, nessuna menzione sulla qualità di questi ultimi. Come consuetudine verrà proposta dalla redazione una tariffa di 80 omni comprensiva, ad esclusione della visita al Monte di Venere e del successivo bivacco a valle.
E’ opportuno annotare, a beneficio dei puristi dell’epidermide come il vostro cronista si fregia di essere, che la signora è dotata di mega tatuaggio deturpante che, secondo i dettami della moda “guapa del barrio”, solca gran parte di un fianco e del ventre.

Una volta denudato vengo invitato a sdraiarmi sul letto per essere onorato delle attenzioni pattuite e delle famigerate coccole, termine odioso ma tanto in voga tra le sudamericane.
Ora stai attento paziente lettore, perché quanto sta per accadere è uno dei trucchi più vecchi che memoria di puttaniere ricordi ma che un occhio attento come quello del cronista e del suo devoto segretario non poteva non notare e riportare fedelmente. Assisterai a qualcosa di tremendamente ovvio e scontato, prevedibile e noioso come poteva essere il 25 Dicembre a casa dello zio fulminato, passato a giocare a tombola e ad applaudire le sue magie alla Tony Binarelli.
Maria apparecchia sul letto, accanto alla mia testa, una mezza dozzina di salviette su cui poggerà detergenti, lubrificanti e due (due!) preservativi scartati. Dopo varie purificazioni e lubrificazioni iniziano le coccole che consistono in bacini della nonna, leccatine ai capezzoli, soffocamenti mammellari ed inviti ad accarezzarla esclusivamente nel clitoride. Ho provato una timida incursione vaginale, il tanto sufficiente per notare quanto fosse aperta, due dita ci ballano tranquillamente senza incontrare l’attrito delle pareti. Sono stato prontamente redarguito ed invitato a non allontanarmi dal clitoride, avrei potuto perdermi.
Ad un certo punto Maria mi monta sopra e mi sbatte a lungo il seno in faccia, poi scende e si dedica al mio segretario. Niente di speciale, non affonda, non insaliva, emette strani rumori, ha la faccia deformata in una smorfia assurda. Come prevedibile durante le “coccole” si è infilata uno dei due preservativi in bocca e mi trastulla in modo squallido. Le dico ridendo che ho capito tutto e per provocarla le chiedo un bacio con lingua. Quella nemmeno mi caga e continua a martotiare il mio collaboratore che con un cenno d’intesa mi fa capire che vuole accelerare i tempi ed aprirle il culo.
Posizionato dietro di lei cerco di entrare nel suo anfratto, strenuamente difeso da due gelatinosi guardiani imburrati sino alle protesi. I chiapponi non si aprono, sembrano saldati l’uno all’altro. Dopo mille raccomandazioni sulla sua presunta conformazione anale, talmente stretta e a suo dire così poco usata da potersi confondere con quella di una verginella, Maria decide di guidare lei stessa le operazioni invitandomi a fare piano anche perché là in mezzo si scivola.
Si muove lentamente e scodinzola come una marmotta finchè entro dentro un buco che pare metallico. Lei non è ancora pronta a riceverlo tutto, mi chiede di aspettare all’ingresso e nel mentre sfrego contro qualcosa di duro. Credo che siano le sue dita che come una tenaglia mi limitano l’accesso. Ho provato ad uscire per appagare l’occhio (che imprudente che sono) e per scoprire l’arcano ma sono stato violentemente redarguito ed obbligato a rientrare dentro.
Poi Maria ordina di entrare completamente e cado dentro. Provo ad accarezzarla nei dintorni del clitoride ma il contatto con quella voragine mi spaventa. Nel mentre riusciamo perfino a chiacchierare ed il discorso cade su dove poter sborrare. La proposta di un finale in bocca viene ovviamente rifiutata e trattata come frutto di un’incomprensione piuttosto che un accordo già retribuito. C’era da aspettarselo, il vostro cronista è uomo navigato.
Intanto da sotto proviene un lamento, il segretario piagnucola sommessamente; pare che ne abbia abbastanza e voglia tornare in redazione a redigere l’articolo. Lo accontento e finisco, divertendomi nell’assistere alle laboriose operazioni di distacco che Maria si premura di dirigere in prima persona.
Pulizia, chiacchiere e sono fuori, nella parte vecchia e nobile della città bagnata da una pioggia leggera.
Il cellulare vibra nella tasca: una chiamata persa, due messaggi non letti.
A breve rendez vous con la morena.
 

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