Valutazione sintetica della mia esperienza:
(2/5) ★★☆☆☆
NOME INSERZIONISTA: Martina
RIFERIMENTO INTERNET: http://cagliari.bakecaincontrii.com/donna-cerca-uomo/martina-prima-volta-in-e9qi161923514
CITTA DELL'INCONTRO: Cagliari
NAZIONALITA': Colombiana
ETA': intorno ai 40
CONFORMITA' ALL'ANNUNCIO: 100% (lo foto sono opportunamente sfuocate)
SERVIZI OFFERTI (vedi DIZIONARIO): dice tutto senza cim
SERVIZI USUFRUITI: fk iniziale, bj, rai2
COMPENSO RICHIESTO: 60
COMPENSO CONCORDATO: 60
DURATA DELL'INCONTRO: una ventina di minuti
DESCRIZIONE FISICA: 1,60 scarsi, culo importante, cosce grosse, girovita stranamente sottile e pancia piatta, seno seconda decente, viso rovinato ma dai lineamenti gradevoli
ATTITUDINE: tranquillissima
REPERIBILITA': facile
PRESENZA DI BARRIERE ARCHITETTONICHE: scale
TELEFONO: 3333007555
LA MIA RECENSIONE:
Per il particolare contenuto è sconsigliata la lettura ad un pubblico particolarmente impressionabile.
Parte I
Quando ho visto le foto di Martina non ho capito più niente. E’ perfetta, mi sono detto alludendo alla pecorina che appariva a tutto schermo. Certo, non sono nato ieri e so bene che quella foto migliorava ciò che di persona mi sarei ritrovato davanti. Si capisce che in posizione eretta quel culo avrebbe perso molto del suo fascino, ma chi se ne frega della posizione eretta? La pecorina è perfetta ed è ciò che conta.
Non c’è stato niente da fare, ero in fibrillazione e ho iniziato a chiamarla che stava ancora aprendo la valigia appena posata sul letto. A distanza di qualche ora mi sarei trovato placidamente accomodato dentro il suo culo.
Subito infatti nella mia testolina si sono affastellate le immagini di tutto ciò che avrei fatto tra quelle chiappe, di quante dita avrei perso, di quanti centimetri di lingua avrei inserito e di quanto sarebbe stato piacevole sentire scorrere tutta la mia lunghezza nel suo buco. In realtà questo dialogo interiore rivelava una questione ormai accertata, il mio non è più vizio ma è diventato dipendenza, una dipendenza avvalorata dalla qualità sempre più scarsa degli incontri ma sempre più concentrata sull’unico requisito richiesto: il culo. Basta quello, non mi serve altro, inutile mentire a me stesso, tanto meglio se quel culo è a buon mercato in modo tale da permettermi dopo qualche ora di aprirne un secondo.
Dicono che la dipendenza dalla nicotina sia tra le più potenti. Cazzate!
Ho una predilezione per questo tipo di annunci anonimi e poco frequenti sui vari portali. Le foto amatoriali mi intrigano e così pure la sua voce dolce, persa, sconfitta. C’è qualcosa di perverso che mi eccita nell’interpretare una certa remissività in tutti questi elementi. Dichiara infatti con un certo candore di essere appena arrivata e di masticare male l’italiano, inoltre la sua tariffa è cinquanta ma con un piccolo extra, dice timidamente, rende disponibile il suo culo gigante.
“E quanto sarebbe questo extra?”
“Bastano sessanta.”
“Cosa??? Sessanta?”
“Sì”
Arrivato sotto casa sua l’ho richiamata e per accertarmi delle tariffe ho ribadito i termini dell’incontro. In verità ha cercato timorosamente di chiedere qualcosa in più, ma è bastato ricordarle la telefonata precedente per riportarla all’accordo iniziale. Ormai aveva creato un mostro che scalpitava a pochi metri dalla sua porta.
Dentro la stanza illuminata si è presentata una donna sfiorita ormai sui quaranta che si copriva la faccia con i capelli. La pelle è infatti rovinata e ricoperta da uno spesso strato di trucco che faceva apparire il viso come se fosse di gesso. Sarà alta intorno all’uno e sessanta e il culo è veramente grande, non privo di cellulite soprattutto sulle cosce. Con un pizzico di malizia le ho chiesto se fosse naturale e lei per tutta risposta si è assestata una pacca sulla chiappa per poi sprimacciarlo come un cuscino.
“Tutto naturale, - mi ha detto - lo alleno ogni giorno con una ginnastica specifica.”
Adoro le squat girls.
Silenziosamente valutavo il da farsi finché Martina lentamente si è adagiata sul letto, riproponendomi la stessa pecorina delle foto. Decisione presa.
Quando ha capito che sarei rimasto si è avvicinata e mi si è avvinghiata per baciarmi, io nel mentre infilavo le mani tra le chiappe cercando il nocciolo della questione che mi aveva portato fin lì.
Senza perdere tempo l’ho invitata a mettersi nella posizione dell’annuncio, richiesta eseguita non prima di essersi sfilata gli slip a vita alta. Il perché di quel tipo di vestibilità si è presto rivelato. Martina presenta un taglio che attraversa il ventre da un’anca all’altra che nemmeno al mercato del pesce oserebbero fare, risultato forse di un’addominoplastica o di qualche parto.
Tutto ciò rendeva la pecorina ancora più necessaria e l’attenzione si è focalizzata unicamente su quel culo maestoso e sul suo interno. Tempo due secondi e la mia faccia sprofondava in quell’ammasso di carne percependo tutte le diverse temperature: il fresco delle chiappe, il tiepido del solco, il caldo del buco dove la mia lingua presto troverà rifugio. Nel mentre le mie dita accarezzavano l’altra fessura che in poco tempo mi omaggerà di una umidità rivelatrice. Non c’erano dubbi, il mostriciattolo che Martina aveva contribuito a creare stava operando alle sue spalle un bel lavoretto.
Dopo diversi minuti di questi giochini si è alzata, mi ha posato le braccia al collo come se volesse abbracciarmi. In realtà era un espediente per infilarsi dietro le mia nuca un preservativo in bocca. Frega niente.
Il pompino è stato ottimo, profondo e con appassionato massaggio scrotale. Le mie mani invece le palpavano il seno ancora pieno di uno scampolo di gioventù.
Una volta pronto Martina era nuovamente a pecora al centro del letto in modo tale che non mi perdessi nemmeno un secondo dell’inculata riflessa nello specchio.
Le ho detto infatti che volevo subito il culo e una volta insalivato il buco sono entrato con uno schiocco agghiacciante, tanto che dopo pochi minuti sono uscito per controllare lo stato del preservativo.
Era integro e così sono rientrato trovando un terreno meno impervio, misurando tutta la lunghezza del mio cazzo dentro di lei e divertendomi con varie acrobazie anali. Nel mentre dallo specchio vedevo la sua espressione sofferente ed una mano che stringeva il lenzuolo. La vista di quell’immagine ha irrorato di nuovo sangue i miei corpi cavernosi regalandomi un turgore esiziale per il suo sfintere, cosa rivelatasi dall’accartocciarsi dei suoi lineamenti riflessi nello specchio. Le ho chiesto se potevo continuare e una volta tradotto il suo grugnito con un sì ho notato che con la seconda mano aveva iniziato a masturbarsi sempre più velocemente.
Il secondo grugnito ha inequivocabilmente garantito la sua venuta, vera o presunta, così alla sua mano ho sostituito la mia e con due dita dentro ho potuto sentire gli spasmi del mio lungo piacere.
Parte II
Una volta sondato il culo di Martina mi sono trovato in un pub del centro, una specie di rifugium peccatorum dove solitamente espio le mie colpe dentro un boccale di birra e facendo quattro chiacchiere con alcuni conoscenti.
In realtà è solo un espediente per ricaricare le pile e per poi precipitarmi a casa per una doccia veloce. Tempo un’ora e il mostro era di nuovo dentro di me che reclamava il suo quarto d’ora di felicità.
Non avendo voglia di infilarmi in un altro appartamento ho deciso di fare un giretto tra le stradali mentendo a me stesso, come se non sapessi cosa andassi a cercare.
Era lì! La mia venere callipigia dalle chiappe nere e marmoree sostava nella sua mattonella.
Non so come faccia, è sempre la stessa storia, forse mi riconosce dai fari ma già da lontano ho visto una sagoma che si sbracciava per attirare la mia attenzione. Sono passato dritto ignorandola. E’ il solito giochetto eccitante che facciamo, giusto per aggiungere un po’ di pepe alla situazione e per farmi trovare al suo cospetto con una bella consistenza perché altrimenti quel culo mi piegherebbe il cazzo. Quando sono ripassato lei infatti si è fatta trovare pronta a culo all’aria che twerkava e agitava quelle chiappe micidiali. E allora è stato inevitabile fermarsi e portarla allo scempio in un posto tranquillo.
Era particolarmente euforica nel vedermi, d’altra parte era da parecchio tempo che non la incontravo.
Subito ha manifestato la sua gioia dandomi dei pesantissimi pugni sulla spalla destra, seguiti da una tremenda pacca alla Cannavacciuolo tra capo e collo che ha avuto come immediata conseguenza quella di farmi andare di traverso la caramella che avevo in bocca. Per fortuna dopo pochi secondi me ne ha rifilato un’altra che mi ha consentito di espellerla con uno sputo terrificante sul parabrezza.
Vedere la mentoliptus disintegrarsi in mille pezzi è stata una cosa che l’ha divertita molto.
Arrivati in un luogo appartato mi ha chiesto con un sorriso cosa volessi fare. Non mi ha fatto iniziare a parlare che spontaneamente mi ha offerto il culo più duro che abbia mai toccato.
“Culo, sì?” Mi ha chiesto retoricamente.
Al mio sorriso ha risposto preoccupata se avessi il lubrificante e dopo essersi spogliata mi ha chiesto di iniziare a spalmarglielo intorno al buco. Ovviamente ero uscito di casa dopo essermi rifornito di uno dei migliori lubrificanti della mia collezione: annata magnifica. Nel mentre che mi stava sbragando le ho ricordato gli accordi presi durante l’ultima scopata. La tipa infatti alterna gli incontri offrendomi una volta il pompino a crudo e una volta il pompino coperto.
Quello era il giorno del pompino a crudo.
Solitamente è sempre un po’ perplessa ma quella volta si è avventata sul cazzo come una furia, portandolo ad un turgore inaspettato.
“Soddisfatto adesso?” Mi fa.
“No.” E giù a pompare.
“Adesso?” E giù a pompare di nuovo.
Nel mentre palpavo con una mano il suo culo maestoso, tutto umido di lubrificante e con un dito ma a volte anche due allargavano prepotentemente quel buco coriaceo.
Ad un certo punto come infastidita si è alzata di colpo, ha allontanato la sua mano dal cazzo e con uno scatto se l’è portata alla testa strappandosi letteralmente la parrucca dal cranio e gettandola come un gatto morto sul cruscotto.
“Porca mad…, che cazzo fai?”
“Mi disturba.”
Porca puttana mi sono ritrovato accanto, seduto nel sedile del passeggero, questa specie di Weah dotato di stempiatura raggelante che si preparava a risucchiarmi il cazzo. Fortunatamente la consistenza è andata perduta solo per pochi secondi. Infatti si è rituffata tra le mie cosce ed ha ripreso a pompare con foga e se con una mano riprendevo ad allargarle il culo con l’altra accarezzavo quello strano kiwi gigante.
Nel mentre il gatto morto giaceva in tutta la sua lunghezza e a me ricordava il Maine Coon della mia ex.
Alla fine quel lavoro di bocca in un modo o nell’altro stava per farmi emettere una cisterna di sbobba, ma appena le ho accennato questa eventualità quella si è fermata lentamente per infilarmi il preservativo.
Posizionata a pecora mi ha chiesto di spalmarle un altro ettolitro di lubrificante poiché era dal nostro ultimo incontro che non lo prendeva in culo. In effetti è stato talmente difficile infilarglielo che ad un certo punto ha girato il kiwi verso di me e mostrandomi l’indice e il medio mi ha detto due paroline che, kiwi o non kiwi, mi hanno mostruosamente eccitato.
"Do it!"
Voleva che le infilassi due dita in culo e che la preparassi per la monta.
Dopo il trattamento sono finalmente riuscito ad entrare e in pochi minuti di spinte profonde ho eruttato tutto quello che avevo.
Infine, a dimostrazione della sua fedeltà e come ulteriore certificazione di una serata tremendamente pulp, si è infilata un fazzoletto in culo per mostrarmi le conseguenze di un rapporto anale effettuato dopo una lunga astinenza.
“Tesoro, - le ho detto - quello non è sangue, è merda.”
Chissà perché ha riso per cinque minuti.